tag:blogger.com,1999:blog-71481976902228312042024-03-13T19:39:58.407+00:00tachipirinhaUna Mamma Lupina ipercinetica, un Gig iperdistratto, un Nano schiacciasassi.Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.comBlogger515125tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-31980440357490498622013-09-26T14:42:00.000+00:002013-09-26T14:42:26.154+00:00Torno alla carica con un nuovo post di vita vissuta.Sì, lo so, è una cosa vergognosa, è indegno, blablabla, non si tengono così i blog, eccetera eccetera.<br />
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Lo so, nei blog si SCRIVE. E io non scrivo, perché sono vittima dei social network, di Pinterest, dei compleanni dei figlioli, del marito, non me ne va una a garbo signora mia, oimmena che caldo quest'estate non finisce, e altre amenità per mascherare il vuoto di senso micidiale che mi attanaglia quando mi chiedono <em>"ma non scrivi più sul blog?"</em><br />
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E invece scrivo. Scrivo oggi, per esempio.<br />
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Scrivo che sono cretina, perché in un momento di debolezza mi sono iscritta in palestra.<br />
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Ed ho già pagato un anno in anticipo.<br />
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E per il primo mese NON CI SONO ANDATA.<br />
La signorina della palestra mi ha anche telefonato a casa per chiedermi se ero morta. Ed io le ho risposto che no, non ero morta (ma perché mi ha colto impreparata, altrimenti avrei camuffato la voce e le avrei risposto <em>"no siniora non ciè, partita per baaaaamas, io badante pulisco casa lucccido mobili facio faciende, non so quando torna, forse mai. Arivederci"</em> ), ma che ehm avevo avuto un sacco di problemi al lavoro, mi era scappato il cane, avevo la tallonite, ero senza macchina.<br />
<em>"Quando pensi che verrai ad allenarti?"</em><br />
Ed io, impreparatissima, ho realizzato che mi ero iscritta in palestra e che la cosa non finiva lì. Cioè, non è che ti iscrivi e paghi e poi stai a casa sul divano a guardare Uomini e Donne e come per magia poi stai divinamente. C'è una parte della cosa che prevede che tu ti scrosti da dove sei seduto e ti precipiti in questo luogo di perdizione ad allenarti.<br />
<em>"Ti fisso un appuntamento col personal trainer. Preferisci lunedì alle 16.00 o martedì alle 17.00?"</em><br />
E io, che di fronte ad una scelta tra due cose mi si brucia il cervello e scelgo sempre la seconda, ho balbettato un <em>"martedì. Martedì va benissimo."</em><br />
<em>"Allora ti aspettiamo! A presto!"</em><br />
Quindi si è concretizzata l'eventualità che temevo, ovvero andarci. <br />
Tralasciando la gita estemporanea da Decathlon, gita che mi è costata quasi un rene, perché io per andare in palestra non avevo NIENTE. Niente scarpe, niente calzini, niente pantaloni di morbido cotone misto-lycra, niente maglietta comoda ma avvolgente e traspirante. Ho anche voluto brindare alla sfiducia in me stessa comprando le cose che costavano meno: scarpe da palestra? Quelle da 13,00 euro. Completo della Puma carinocarino con la scritta glitterata? No, maglietta da 5 euro e pantaloni da 9,00 euro, non di più che tanto son soldi sprecati, non me lo merito, piglio quello da strappona, tanto è uguale, ma mi vedi santoddio?<br />
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Arriva il martedì. Io preparo la mia borsina e vado in palestra.<br />
Arrivo in palestra e in reception mi accoglie un tizio con la barba, che mi comunica che Roberto (Roberto? E chi cacchio è Roberto?) arriva subito. E che intanto posso andare a cambiarmi.<br />
Quindi poso la mia borsetta nello spogliatoio, mi infilo la tenuta ginnica e mi appresto ad incontrare Roberto.<br />
E mi si para davanti una creatura celestiale, un giovane biondo con occhi azzurri, dal fisico statuario e dalla dentatura perfetta, di circa 25 anni, che mi invita a seguirlo in uno stanzino appartato, dove mi sottoporrà all'ennesima umiliazione: mi peserà e misurerà la mia massa grassa (che senza stare lì a guardare il centimetro, so già essere dimolta), mi farà stare in piedi ad occhi chiusi, mi guarderà i piedi, e con essi anche i polpacci con tutti quanti i peli (sì, non mi sono depilata porcaputtanaladra!), mi dirà <em>hai i piedi piatti!</em> e io <em>eh lo so, sono nata così, ma non mi danno problemi a parte farmi cascare in terra ogni tanto</em>, e mi dirà pure<em> ma che strano, non ho mai visto una massa grassa così ben distribuita </em>e io <em>sì lo so, sono grassa sulle braccia quanto lo sono sulle gambe, a me piacciono le cose simmetriche</em> e poi mi dirà di rimettermi le scarpe e mi comunicherà che la mia età biologica è 54 anni (ovvero, sette meno della mi' mamma, hurrà!).<br />
A questo punto, potevo anche rimettermi i miei vestiti borghesi e salutare il bel Roberto con una pacca sulla spalla, <em>magari ci si vede una di queste sere per una birretta, eh</em>, e invece sono voluta andare a fondo a questa cosa, e quindi mi sono ritrovata su un affare che simula la camminata, e ci sono stata circa 5 minuti (assai lunghi, peraltro).<br />
Poi ho fatto gli addominali. Che pensavo di farli bene, e invece Roberto scuoteva la bella chioma bionda e aggrottava le magnifiche sopracciglia, perché invece li facevo male e il battito cardiaco non saliva (in realtà stavo morendo di fatica ma non volevo dare soddisfazione a questo ennesimo esponente delle giovani generazioni). Poi ho fatto un esercizio davanti ad uno specchio gigantesco, un esercizio che prevedeva l'uso dello step. Ma l'ho fatto male, perché le braccia dovevano impugnare una specie di manico di scopa ed io dovevo coordinare braccia e gambe e respiro, e francamente tutto questo è troppo per me, quindi ogni arto seguiva una sua via, e Roberto continuava a dire <em>no, no, no, no, no</em>. Ed io pensavo ti ha detto bene, Roberto, di essere così fico, perché questo tuo atteggiamento distruttivo mi spinge a picchiarti questo bastone sulla testa. <br />
Poi Roberto mi ha detto: <em>piegati e toccati le punte dei piedi.</em><br />
E io, come se niente fosse, con una sicumera che non pensavo di avere, mi sono piegata su me stessa E SONO ARRIVATA A TERRA COI PALMI DELLE MANI.<br />
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Non te l'aspettavi dalla vecchia di 54 anni, eh Roberto? Come ci sei rimasto?<br />
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In verità stavo morendo e sentivo come una specie di corda dietro a tutta la gamba che tirava come una dannata, e per un attimo ho visualizzato gli ormeggiatori della Moby Lines che si lanciano i cordami per attraccare al porto in un giorno di fortissimo libeccio e cominciano a gridare <em>attenti, attenti, la cima è sfilacciata, si sta per spezzare! </em>con conseguente tragedia in mare e titoloni sul Tirreno. Però ho simulato benessere e positività, e mi sono rialzata pensando <em>non si può morire dentro</em>, ma tant'è. Sai, Roberto, so fare delle cose anch'io, anche se qui dentro mi vedi come un povero catorcio, tipo per esempio so dire molte cose in tedesco, poi un giorno te ne darò dimostrazione, pensavo mentre Roberto mi illustrava il mio programma settimanale.<br />
"<em>Almeno due volte a settimana."<br />"Eh?"<br />"Sì, per perdere peso devi venire almeno due volte a settimana"</em> e farti un culo così, avrà pensato il sempre meno simpatico Roberto.<br />
Ma chi ti ha detto che io voglio perdere peso? Io voglio restare una cicciona, mi piaccio così. <br />
Verrò ogni tanto, per perdere tempo. Così, perché mi piace l'ambiente.<br />
(E intorno a me era pieno di ragazzine scodinzolanti che andavano a fare gambe-addominali-glutei e salutavano Roberto con sorrisi liquidi e vagamente zoccoleggianti, e poi c'erano degli uomini muscolosissimi che facevano degli esercizi con degli attrezzi dall'aspetto estremamente pesante e ogni tanto urlavano <em>aaaaahhhhh aaaaaaaahhh</em>, un po' come facevo io durante il parto del mio secondogenito - ma io per lo meno mi scusavo con il personale dell'ospedale, mentre questi invece no).<br />
E quando la mia ora di palestra è terminata, sono andata negli spogliatoi, che da deserti sono diventati pieni.<br />
E lì ho scoperto alcune cose, che elencherò qui di seguito in maniera sintetica:<br />
1. I ciabattoni di gomma da giardinaggio non vanno bene per la palestra.<br />
2. Le femmine si devono asportare TUTTI i peli dalla patata, è obbligatorio. Così possono stare nude con la patata al vento a parlare con altre donne nude con la patata al vento anche per ore, dentro lo spogliatoio delle femmine, perché così vogliono i dettami della moda in palestra, perché mostrare la vagina ad altre frequentatrici è NORMALE e SANO, e devono farlo tutte INDISTINTAMENTE, non importa se vecchie e in sovrappeso o giovani e sottopeso. La vagina va mostrata, punto. Non importa se non vuoi farlo. Sforzati.<br />
3. Se vuoi farti la doccia, attrezzati. Perché le docce NON hanno lo sportello. Quindi l'obbligo di mostrare la tua patata depilata diventa coercizione. Però puoi scegliere se mostrare la patata o il culo. <br />
Io ovviamente ho scelto una via di mezzo, il fianco di profilo, ed ho anche aspettato che tutta la popolazione femminile si fosse tolta finalmente dalle palle.<br />Nel frattempo facevo finta di andare su fb dallo smartphone (sì, perché anche se la mia età biologica è 54 anni io sono pur sempre una nonnetta arzilla).<br />
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<em>"C'è molto da lavorare",</em> mi fa presente Roberto. Ed io, che avrei voglia di tirargli uno dei pesi che sto maneggiando direttamente sul groppone, incasso il colpo e mi preparo psicologicamente alla prossima volta.<br />
Cioè<em> domani.</em><br />
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Sgrunt.<br />
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<br />Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com22tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-41776777571758434252012-05-07T12:35:00.002+00:002012-05-07T12:35:36.337+00:00A-social networkCi abbiamo pensato a lungo, ne abbiamo discusso tra le mura domestiche e pure fuori, ma alla fine l'abbiamo fatto: siamo su Facebook.<br />
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Nell'epoca dei socialnetwork, noi Lupini non potevamo permetterci di rimanerne fuori. Abbiamo dunque posato per un momento la zappa e il badile, e ci siamo iscritti in questo meraviglioso mondo fatto di cazzi altrui.</div>
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Sì, dai. Diciamo la verità: Facebook, Twitter e compagnia bella servono sostanzialmente a farsi i cazzi degli altri in maniera discreta ed elegante. Perché spendere in telefonate alle amiche, nella speranza che ti diano informazioni su cosa fa quella e chi ha sposato quell'altra, quando con un click puoi connetterti col mondo e guardare le foto degli album altrui e trarre le debite conclusioni?</div>
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Io poi ho scoperto che in Facebook c'è tutta l'Armata delle Tenebre, ovvero l'esercito dei miei ex fidanzati al completo. Che tra le altre cose sono tutti amici tra loro, cosa che mi inquieta moltissimo. Li immagino a mandarsi messaggi privati in cui parlano male di me, di quanto non capissi le loro esigenze di maschio, fino poi a scivolare sugli apprezzamenti estetici sulla mia cellulite e sull'alitosi mattutina che talvolta mi affliggeva in gioventù. D'altro canto, io mi vendico mentalmente nella mia piccola solitudine meschina notando i loro difetti fisici: il gozzo, la calvizie, il prolasso dei muscoli facciali, l'addome rilassato, il culo basso, le bagioge. </div>
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A me alle superiori piaceva uno che era bello e dannato, e naturalmente non mi cacava di striscio. E non mi caca di striscio neanche adesso visto che ha lasciato in sospeso la mia richiesta di amicizia (L., se mi leggi, MALAFFACCULO!). La mia mamma, invece, si era convinta che dovessi frequentare un altro ragazzo, uno che piaceva tanto a lei. Uno con la faccia raccomandabile, alla Fabrizio Frizzi. <i>"Tanto carino, tanto educato, si vede che è di buona famiglia, guarda che gusto nel vestire!" </i><br />
Nonna Ansia, yuu-huu?! Guarda un po' il ragazzino che ti piaceva tanto come è carino, nelle sue foto a torso nudo? Toh, hai visto cara mamma che il tuo beniamino, alla veneranda età di 38 anni, non si è sposato e fa il vetrinista? Hai visto, cara mamma, che intensa vita sociale? E quanti amichetti che ha! Millequattrocentododici, tutti maschi. Chissà come mai nelle foto dei profili sono anche loro a torso nudo? Lo vuoi vedere, mamma, il suo album delle vacanze a Formentera? O preferisci quelle a Mykonos?</div>
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Se sei una che ama i glitter e le k, su Facebook puoi trovare sfogo ai tuoi istinti. Puoi crearti una pagina piena di glitter lucenti e sfarfallanti, riempirla di foto di gatti e di bambini e scrivere cose tipo <i>sono trp triste ke è morto Gim Morrison ke nn sapevo nemmeno ke stava male</i>, e bearti dei millemila "mi piace", oppure collegandoti dal cellulare, dal palmare, dal cosochenonmiricordomaicomesichiama - ah sì - l'iPad, informare il mondo in tempo reale sulle cose tue personali, tipo <i>ho mangiato gli asparagi e adesso mi puzza la pipì</i>. Sì, perché ci sono persone che fanno anche questo.</div>
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Oppure quelli che fotografano tutto quello che mangiano.<br />
O che scrivono sul proprio status quello che stanno cucinando.<br />
A queste persone vorrei dire solo questo: sappiate che qui c'è gente a dieta. Innanzitutto. E poi che se scrivete un post drammatico su come siete diventati ciccioni e di come la vita sia tragica quando si è costretti ad un rigido regime alimentare, non mettete le foto di Natale, quelle in cui vi strafogate di torrone e di struffoli, che perdete di credibilità.<br />
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E poi ci sono quelli che <i>gli piace</i>.<br />
Tu scrivi <i>ho mal di testa</i> e loro<i> gli piace</i>.<br />
Ti è morto il gatto e loro <i>gli piace.</i><br />
Hai il ciclo assai doloroso e copioso, e loro <i>gli piace.</i><br />
<i><br /></i><br />
A questa gente <i>gli piace </i>tutto. A volte non fai in tempo a scrivere qualcosa, che a loro già<i> gli piace</i>.<br />
Potrebbero commentare il tuo status dicendo <i>sono dispiaciuto per l'improvvisa dipartita del tuo amato gatto</i>, oppure <i>partecipo con con vivo rammarico ai tuoi dolori mestruali,</i> e invece loro <i>gli piace</i>.<br />
Poi li incontri per strada, quelli che <i>gli piace</i>, e non ti cacano.<br />
Li fermi per salutarli, <i>oh-ho, ti ricordi di me? Sono io, la tua amica di facebook, quella dei dolori mestruali!</i> e loro ti guardano come se fossi l'alieno di Roswell.<br />
E' sconvolgente, questa cosa. Non me ne capaciterò mai di come sia possibile.<br />
Eppure.<br />
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Eppure nell'era moderna, nel web duepuntozero, certe cose bisogna proprio farsele andar giù.<br />
Adesso però bisogna che stacchi. Metterò giù il cellulare, perché ho un'intera filata di pomodori da zappare.<br />
<br />Chissà se questo <i>gli piace</i>.<br />
<br /></div>Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com18tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-24085496977359574512012-04-21T01:41:00.001+00:002012-04-21T01:41:48.832+00:00Esempi molto poco calzantiIl caro Nano è ormai diventato grande, ma non ha abbandonato le vecchie abitudini di un tempo: continua ad aggirarsi curvo per il giardino, con un secchiello in mano.<br />
Se qualcuno gli si avvicina e si interessa alla sua strana attività, egli sarà lieto di mostrargli il contenuto del suo (apparentemente) innocuo secchiello: un pot pourri di orrendi lumaconi bavosi, insetti orripilanti e disgustose larve bianche di coleottero (ma lui dice che sono di fenicottero. Ed in effetti, viste le dimensioni...), il tutto frammisto a foglie di insalata smangiucchiata dalle povere bestie, ed abbondante cacca di lumaca.<br />
Ho provato a distrarlo trasportandolo nella meravigliosa magia degli animalini di peluche e degli album delle figurine dei cucciolotti, ma non è servito a niente se non ad impoverire il conto corrente familiare e riempire la cameretta con l'ennesimo ciarpame di produzione cinese: egli continua a camminare come il gobbo di Notre Dame su e giù per il giardino, urlando di gioia alla scoperta di una ennesima bestiolina da catturare ed osservare.<br />
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Il problema è che poi non vorrebbe separarsene.<br />
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<i>"Vedi caro Nano, queste bestiole* sono prigioniere. E come tali, soffrono"</i><br />
<i>"Mamma, ma cosa vuol dire prigioniere?"</i><br />
<i>"Vuol dire che sono prive della libertà, ed è una cosa brutta. Vedi," </i>continua la mamma, arrampicandosi sulla ripa scoscesa dei diritti umani<i> " questo secchio è una stanza, e tutti questi insetti sono bambini: sono certa che non ti piacerebbe affatto starci rinchiuso per tutto il giorno, senza poter uscire e senza la libertà di poter fare come ti pare"</i><br />
<i>"Ah, ho capito. E' una cosa tipo l'asilo. Allora ho ragione a non volerci andare."</i><br />
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Ecco. Quando si dice darsi la zappa sui piedi.<br />
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<br />
*leggasi <i>creature schifose ed abominevoli</i>, brrr.Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com14tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-88913769692343909772011-11-07T13:57:00.003+00:002011-11-07T18:32:18.581+00:00Mio figlio è un genioEd ho le prove.<br /><br /><br />Oggi, al bar dove facevamo merenda, due signore parlavano di Berlusconi.<br />Ad un certo punto, il Nano si intromette nella conversazione.<br /><br /><span style="font-style: italic;">"Berlusconi è uno sporcaccione, lo sapevate?"</span><br />Le due signore si voltano, interdette.<br /><br /><span style="font-style: italic;">"Non si lava nemmeno il sedere dopo che ha fatto la popò".</span>Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com20tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-14084593294029136682011-10-26T02:52:00.002+00:002011-10-26T02:55:20.489+00:00Gita<span style="font-style: italic;">"Allora, Nano, dove ti hanno portato le maestre?</span><br /><span style="font-style: italic;">"Mah, era un posto pieno di roba vecchia. C'erano un sacco di piatti e tazze rotte."</span><br /><br />Vi abbiamo presentato il Nano e la gita al museo archeologico.Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-15982506361357272762011-05-17T16:38:00.003+00:002011-05-17T16:43:44.069+00:00Inquietudini notturneE' notte, sul Lupinaio.<br />La famiglia dorme, ognuno nei suoi lettini (see, magari).<br /><br />Ad un certo punto, un frullo di coperte ed un tonfo, ed il giovane Nano è lì, sopra la mia testa.<br /><em>"Mamma?"</em><br /><em>"Eeeh"</em><br /><em>"Ma io... sono un adulto?"</em><br /><em>"No, caro. Sei un bambino. Torna a letto."</em><br /><em>"Ah, menomale. Mi stavo preoccupando."</em><br />E torna nel suo letto.<br /><br />Le inquietudini dei giovani non hanno orario.Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-50578814509661760522011-04-28T16:11:00.005+00:002011-04-28T18:04:52.379+00:00Il camper. Ovvero, come rovinarsi coraggiosamente le vacanze.C'era una volta una famiglia. E, toccandoci freneticamente le palle, per fortuna c'è ancora.<br /><br />Questa famiglia pianificò un viaggio in un posto a caso nella Penisola, un viaggio che constava di diverse tappe, e che perciò veniva a costare uno sproposito. Ed era anche una cosa scomoda mettersi lì a cercare alberghetti e b&b, così alla capofamiglia di sesso femminile venne in mente una brillante, fulgida idea: <em>ma perché non si chiede al tu' babbo se ci presta il camper , eh Gig?</em><br />Il Gig, dopo una iniziale pausa riflessiva durata giusto il tempo di una seduta in bagno, decise che sì, si poteva fare.<br /><br />E da qui nasce questa piccola guida al camperismo familiare, che mi pregio di diffondere attraverso le paginucce di questo blog.<br /><br />Innanzitutto, il camper compratelo. Oppure noleggiatelo.<br />NON fatevelo prestare dal parente di turno, specie se pensionato e con la mania dell'ottimizzazione.<br />Mio suocero, ovvero Nonno ASL, ce lo aveva ottimizzato davvero splendidamente. Innanzitutto, ci ha gufato per benino al momento della partenza.<br /><em>"Andate tranquilli, funziona tutto BENISSIMO. In dodici anni che ce l'ho, non ha mai perso un colpo."</em><br /><br />Difatti, a Roncobilaccio il motore ha cominciato a fare un rumorino strano.<br /><em>"O Gigghe, o che c'è un'ambulanza dietro a noi?"</em><br />Il Gig osserva con attenzione gli specchietti<br /><em>"No, non mi pare proprio"</em><br /><em>"Ma sì, senti che c'è un fischio... sembra l'effetto doppler dell'ambulanza, una specie di NENINENINENI. Hai presente?"</em><br /><em>"In effetti lo sento anch'io. Ma come mai se accelero aumenta di volume?"</em><br />E proprio nel mentre eravamo tutti intenti nella discussione, SBONF! il camper si guasta.<br />Non è che ci lasci a piedi, eh. Diciamo che smette di andare avanti ai 100 all'ora, e si aggiusta placidamente sui 60, regalandoci sonore strombazzate dagli automobilisti dietro di noi, e magnifici scorci di tratto appenninico.<br /><br />Allora, mio marito è un bravissimo ragazzo nonchè assai piacente e bello, diciamolo. Anche dotato di un certo savuarfér, che non guasta mai e piace tanto alle donne. E' anche un omino che non perde mai la calma, se non in tre occasioni: 1. al volante diventa una bestia: 2. non sopporta dover dare delle notizie spiacevoli a suo padre; 3. diventa idrofobo in presenza di nani che chiedono di continuo <em>ma quando si arriva? non siamo ancora arrivati? perché non si arriva mai? ma dove andiamo? dove siamo diretti?.</em><br />Ah, dimenticavo: 4. non sopporta gli spazi angusti e chiusi.<br /><br />Direi che la vacanza è cominciata in maniera decisamente incoraggiante.<br />In pratica, abbiamo percorso circa 300 km a 60 all'ora, con un frastuono micidiale nelle orecchie, perché fondamentalmente siamo due cazzoni incapaci.<br />Per fortuna il Gig ha avuto il lampo di genio di aprire il cofano del motore, e guardarci dentro.<br />Eh lo so, forse era la prima cosa da fare, ma noi siamo due dementi ed abbiamo cominciato ad aprire gli sportellini, <em>no, qua c'è il cestino del pane, no, qua c'è la caffettiera, no, qua ci sono i tovagliolini di carta... </em><br />Alla fine era un tubo staccato.<br />E' bastato che il Gig lo rinfilasse a forza con quelle sue manone al posto giusto, ed abbiamo ricominciato a viaggiare come le persone normali.<br />Peccato che eravamo già arrivati, ma vabbè.<br /><br />Per il camper, dicevo, ci vuole il fisico adatto.<br />Dopo i primi minuti in cui eravamo fermi ed in procinto di vivere la nostra esperienza da veri camperisti, abbiamo realizzato con terrore la prima, grande verità: il camperista deve essere una persona magra, possibilmente bassa e con un fisico armonioso e flessuoso. E noi invece siamo uno una stanga di quasi due metri, l'altra una ignobile cicciona.<br />Difatti abbiamo cominciato immediatamente a starci vicendevolmente sul culo.<br /><em>"Ma stai attenta a dove metti i piedi!"</em><br /><em>"Che cazzo vuoi, che sei sempre in mezzo?!"</em><br /><em>"E levati un po' dai coglioni!"</em><br /><em>"Ma sempre al cesso, sei?"</em><br /><em>"Porca puttana che testata che ho preso in questo stracazzo di letto, ma vaffanculo!"</em><br />E via dicendo.<br />Difatti, a distanza di una settimana dal nostro ritorno, il mio primogenito bestemmia ancora come un turco (cosa che prima non faceva), ed il secondogenito unenne stamattina in banca ha detto <em>culo</em> ad una signora.<br /><br />Un'altra raccomandazione da fare agli aspiranti camperisti è quella di ricordarsi bene dove mette le cose che servono, tipo la roba da mangiare, salvo poi dover far alzare in piedi tutta la famigliola riunita di fronte al desco (che di notte diventa letto singolo ma che è anche credenza), farle smontare tutta una serie di cuscini ad incastro complicatissimi da rimettere insieme, con conseguente giramento vorticoso di palle.<br />E attenzione: mentre cucinate, dovete preoccuparvi anche di lavare velocissimamente ed anche asciugare le stoviglie e le pentole che non userete più, pena ritrovarvi con il lavello pieno e non saper dove scolare la pasta delle creature, che saranno già affamate ed urlanti. Ben presto realizzerete che i piani di appoggio sono veramente pochi, e che la distrazione può essere fatale alle vostre falangi. Difatti quasi tutti i cassetti si chiudono a molla, con calamita di sicurezza che va a picchiare precisa precisa sulla radice delle unghie, donandovi così un involontario effetto "ricostruzione col gel", o "effetto unghie delle salme di C.S.I." ( e i fanatici della serie sanno esattamente di cosa sto parlando).<br /><br />Un'altra cosa con cui dovrete fare presto i conti è la Regina delle funzioni corporali. Quella che regola il nostro livello di felicità quotidiano. Ovvero la Cacca.<br />Se siete dei caconi, buon per voi. Sappiate però che il camper non è come il cesso di casa: esso non ha un tubo che si immette in qualche fognatura e che porta via la cacca e la vergogna lontane da voi. Esso è invece dotato di un serbatoio che si riempirà delle vostre produzioni, e che dovrà essere svuotato manualmente dal maschio di casa.<br /><br />Eh sì, dal maschio. Perché pare che i vuotatoi nei campeggi siano SEMPRE nel blocco dei bagni degli uomini, quindi tocca a loro. Del resto, le donne devono partorire nel dolore, no? E allora che sarà mai un po' di merda, specie se prodotta dall'intestino dei vostri amati bambini e della vostra dolce mogliettina? Suvvia, indossate i guanti e datevi da fare.<br />E sapevate che proprio sotto al water chimico c'è un indicatore col livello di merda, che quando diventa rosso vuol dire che non ce ne sta più dentro? Eh?<br />Nemmeno noi.<br />Difatti ci siamo ritrovati, di sabato mattina, a dover viaggiare col rischio incombente di pericolosi traboccamenti ad ogni curva.<br />Inutile dirvi che l'apoteosi della crisi familiare si è raggiunta lì, dove la cacca ha finalmente la sua rivincita, e tenta di sovvertire l'ordine naturale delle cose impadronendosi del vostro habitat naturale, con una specie di golpe scatologico.<br /><br />Ce ne siamo liberati, finalmente, munendoci di bicchierino di carta ed armandoci di santa pazienza. Mentre i figli, pallidi e silenziosi, ci stavano a guardare.<br /><br />Un'altra raccomandazione che mi sento di farvi è la seguente: controllate SEMPRE la guarnizione della caffettiera.<br />Eh già. Perchè mentre noi eravamo amabilmente appollaiati sui nostri seggiolini, in attesa di gustarci un ottimo caffè, essa ha deciso di porre fine alla propria esistenza, esplodendo.<br />A parte il fatto che ci siamo un po' ustionati, vogliamo parlare del tracollo nervoso del doverlo comunicare a Nonno Asl, che a quel camper ci tiene come alle cose sante? Al Gig è venuta l'alopecia dal nervoso, quando ha visto che il caffè era ormai diventato parte integrante degli arredi del camper, decorando le tendine con fantasiosi ghirigori. E che dire della faccia di Nonno Asl, quando ha verificato la gravità effettiva dell'incidentuccio domestico? Assolutamente senza prezzo.<br />E comunque, Nonno Asl c'era. Anche se era a casa a mangiarsi le unghie nervosamente, tormentato dal pensiero della cialtroneria della nuora e del figlio sul suo prezioso camper, il suo spirito era con noi.<br />Anzi, per l'esattezza era <em>dentro</em> al Tom Tom.<br />Difatti, Nonno Asl ha pensato bene di diventare un'applicazione del Tom Tom, ovvero quella che dice <em>"camper SERVIS nelle vicinanSe.",</em> con un accento piemontese da paura.<br />Lo so che voi questa voce qua non ce l'avete. Difatti non è di corredo al Tom Tom, non la si può scaricare dal sito, perché ce l'abbiamo solo noi.<br />Nonno Asl, nelle fredde sere d'inverno, non sapendo che cazzo fare, si è ingegnato ed è riuscito ad inserire la propria voce, recante questo importante avviso al camperista, nel famigerato marchingegno che ti fa sbagliare strada con eccellente regolarità.<br />(Non per parlarne male, eh, ma questo maledetto coso insisteva affinché attraversassimo il tratto di laguna da Punta Sabbioni a Venezia direttamente col camper, hai voglia tu a spiegarglielo).<br />Ogni singola volta che facevamo qualche cazzata (tipo quella di lasciare il tappo del wc chimico nel vuotatoio del campeggio, 200 km prima), ci voltavamo istintivamente verso il Tom Tom e ci facevamo il segno della croce, stringendoci l'uno contro l'altra e tremando come foglie. Il processo di ottimizzazione del Tom Tom si è sviluppato in maniera così totalizzante, che il Nano ha cominciato a rivolgersi a lui come se fosse stato davvero il Nonno, <em>"ma come mai il Nonno Roberto non mangia con noi? Ma come fa a stare lì dentro? Come ha fatto ad entrarci? Nonno, mi vedi? Nonno, mi senti?"</em><br /><br />Alla fine del viaggio, quando cominciavamo timidamente a prendere confidenza col mezzo e coi suoi spazi, persino la Voce di Nonno Asl ha cominciato a perdere i colpi. Prima è diventata cavernosa come quella di Hal 9000 quando stava per spegnersi definitivamente, alla fine si è trasformata un lungo mugolio indistinto, destinato a disperdersi nell'etere, <em>"cmperrrrrrrrr srrrrrrvis nlleeeee vcnnssssssssssssssrrgghhhh"...</em><br /><em>"Mamma, ho paura! Nonno Roberto è morto!"</em> mi ha comunicato il mio sempre ottimista figlioletto.<br /><em>"Ma no, ma cosa dici, il nonno è a casa con la nonna. Questa è solo la sua voce che dice "camper service nelle vicinanze". E' una voce registrata, non è lui veramente."</em><br />Il Nano ha continuato a guardarmi con sospetto, fino almeno a che non ha potuto verificare di persona l'esistenza in vita del suo amato nonno.<br /><br />Che non vedeva l'ora di riprendersi il suo amato camper ma che non voleva darlo a vedere, e che si è limitato ad un'occhiata finto-distratta al momento della riconsegna (ma che mi ha telefonato due ore dopo per chiedermi dove avevamo messo i cestini della frutta. Cestini della frutta? Glub!).<br /><br />E noi siamo talmente pazzi e coraggiosi, che stiamo già pianificando la prossima vacanza.<br />In camper, ovviamente.<br /><br /><br />Pregate per noi.Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com33tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-38610276212451928252011-02-15T21:23:00.004+00:002011-02-15T21:42:08.159+00:00Ikea, the day (almost) after<div align="left">Due settimane fa abbiamo affrontato un gran casino e siamo andati all'IKEA.<br />Pioveva.<br />La Fiorentina non giocava.<br /><br />quindi<br /><br />tutta la provincia di Firenze convergeva verso l'IKEA. Ma di questo, abbiamo già abbondantemente disquisito.<br /><br />Abbiamo comprato un bellissimo letto sopraelevato per il Nano, con tanto di copertura in stoffa con fantasia di astri e spazio siderale.<br /><br />Ieri glielo abbiamo montato.<br /><br />Cioè, IO gliel'ho montato.<br />E' venuto appositamente mio suocero al mattino, per aiutarmi a montare questo stupendo lettino.<br /><br />Siccome mio suocero è un uomo tutto d'un pezzo, lui le istruzioni non le guarda. E siccome mio suocero è anche un fottuto superuomista e non tollera che le donne sappiano fare i lavori maschili, mentre io guardavo le istruzioni e riordinavo le viti per affrontare più serenamente il montaggio, con la sua brugolina personale avvitava, avvitava, avvitava dei pezzi a casaccio.<br /><br /><em>"Guardi che sta facendo un macello"</em> gli comunico (io a mio suocero do del lei)<br /><br />Mi lancia uno sguardo di disprezzo <em>"Eh ma si capisce benissimo che questo pezzo va qua".<br /><br /></em><br /><br />Il risultato finale è stato un letto che non stava in piedi. Aperto su un lato.<br /><br />I buchi per le viti non combaciavano.<br /><br /><em>"Questo letto è sbagliato, dovete riportarlo all'IKEA, vi siete fatti gabbare. Lo sapevo che vi fregavano anchevoinondatemairettaseandavatealmobilificiovimontavanotutto. Adesso vado a pranzo e poi nel pomeriggio avrò altri impegni, se avete bisogno chiamate, eh"<br /></em><br />Si è cacciato in tasca la sua brugolina personale, ed è scomparso nel nulla.<br /><br />Io allora mi sono messa lì ed ho smontato tutto, con sottofondo musicale di parolacce.<br />Ci sono diventata scema.<br />La cosa peggiore che può capitare ad uno che deve montare un letto IKEA, a parte la perdita della brugola o delle viti, è il dover smontare qualcosa montato male e doverlo rimontare.<br />C'è veramente da perdere il cervello.<br />Alla fine, verso sera, ho avuto la meglio sul maledetto trabiccolo, e a furia di menare mazzate, sono riuscita a montarlo.<br /><br />Quando il Nano è tornato dall'asilo, era tutto un grido di felicità per questo lettino nuovo.</div><div align="left">Ha telefonato a tutti per raccontare del suo lettino nuovo, e non vedeva l'ora di andare a letto.</div><div align="left">Difatti si è messo il pigiama di corsa, e si è lanciato nel suo lettino tutto felice.</div><div align="left"></div><div align="left">Si è svegliato ancora entusiasta, ha raccontato a tutti i suoi amici del suo bellissimo lettino nuovo, non ha pensato altro per tutto il giorno.</div><div align="left"></div><div align="left">E quando è arrivata la sera, si è coricato tutto contento.</div><div align="left"></div><div align="left">Nel nostro.</div>Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-24737374775307914992011-01-30T21:05:00.002+00:002011-01-30T22:57:36.911+00:00IkeaCerto che a volte noi Lupini abbiamo veramente dei momenti di vuoto esistenziale.<br />Oppure mentale, vai a sapere.<br /><br />E fu così che in una domenica di pioggia, si prese la macchina e si andò all'Ikea.<br /><br />L'Ikea è un parallelepipedo blu di muratura e metallo prefabbricata, sorto in pochissimo tempo sulla Pianura degli Ipermercati. Un giorno c'era un campo di ceppite ed erbacce, e tu ci passavi accanto in autostrada, e guardandolo dicevi <em>toh, che bel campo di ceppite ed erbacce in mezzo a tutti questi ipermercati, ci sta proprio bene </em>. Poi un giorno arrivano degli omini col caschetto che misurano tutto per benino, poi arrivano le ruspe che ruspano, poi arrivano le betoniere che betonano <em>et voila</em>, in un batter d'occhio sorge come un simpatico fungo svedese allucinogeno l'Ikea, la grande casa nordica dell'arredamento a basso prezzo.<br /><br />L'Ikea è piena di colori, di attrattiva, di nordico fascino. Proporre l'Ikea ad una famiglia che si annoia mortalmente in una domenica piovosa è come invitarli ad una festa. Evviva!<br />Si sale in macchina felici, si percorrono 100 km su una superstrada dissestata e costellata di autovelox col cuore gonfio di felicità e di aspettative. L'Ikea! Com'è bella, tutta blu in mezzo alla campagna! Come dà la sensazione di casa!<br />Poi quando si arriva lì ci si rende conto che tutta la popolazione delle province toscane, data la giornata di pioggia, ha avuto la tua stessa pensata.<br />E difatti sono tutti lì, accanto a te, in macchina, a cercare parcheggio. E ti guardano MALISSIMO, incastonati nei loro abitacoli, perché l'idea brillante di andare all'Ikea pensavano di averla avuta LORO e NESSUN ALTRO, e allora cosa ci fai anche te lì a rompere i coglioni? Eh?<br /><br />All'Ikea una delle prime cose che devi imparare a fare è <em>pazientare</em>. Anzi, per l'esattezza, <em>pazientare in fila</em>.<br />Prima devi <em>pazientare</em> per trovare parcheggio.<br />Poi devi <em>pazientare</em> per entrare.<br />Poi devi<em> pazientare</em> per pisciare, che dopo 100 km a cantare<em> la macchina del capo</em> e <em>era una notte d'acqua a catinelle/io me ne andavo senza le bretelle</em> ti si secca la gola e di solito inframmezzi le canzoni con delle gran gozzate d'acqua, che poi da qualche parte deve uscire, e naturalmente in bagno c'è la fila.<br />Poi devi <em>pazientare</em> per cambiare il pannolino al bimbo piccino, che il fasciatoio è occupato dalle borse di una anziana signora che deve ritoccarsi il rigo di matita marrone intorno alle labbra. Poi devi<em> pazientare</em> per l'ascensore, <em>pazientare</em> per il minipellegrinaggio negli ambienti arredati con le brillanti soluzioni Ikea che comporta una serie interminabile di spintoni, <em>pazientare</em> coi bimbetti che continuano a passarti sui piedi, <em>pazientare</em> per fare 25 minuti di fila per mangiare le tanto decantate <em>swedish meatballs</em> - e poi scoprire che sono nientemeno che POLPETTE, quelle che faceva sempre la tu' nonna quando eri piccino.<br />Quando hai <em>pazientato</em> abbastanza in queste fasi preliminari, devi <em>pazientare</em> per parlare con un addetto di reparto (perché c'è sempre qualcuno prima di te), <em>pazientare</em> per trovare gli articoli da te annotati nell'oscuro reparto <em>Elimina le code e i costi, serviti da solo!</em> in cui i numeri di scaffale e reparto non sono mai quelli che hai scritto sul fogliolino di carta riciclata con quel cazzo di mozzicone di matita che ti trascinerai in borsa per il resto dei tuoi giorni, a sporcare con la sua squallida grafite tutti i tuoi fazzolettini di carta, coi quali ti soffierai il naso inaugurando la moda del baffo alla Stalin anche per le componenti del sesso femminile.<br />Poi c'è da <em>pazientare</em> per pagare, perché c'è la cassa per persone con evidenti diverse abilità motorie (io oggi per esempio ero zoppa ma non mi hanno fatto passare), quelle per donne in evidente stato di gravidanza (io oggi per esempio ero anche grassa, ma non mi hanno fatto passare neanche a quella), quelle per chi ha meno di 10 pezzi, quelle per chi ha più di 100 pezzi tutti uguali, quella che accetta tutte le carte di credito meno la tua, quella che accetta solo la tua carta di credito ma non le altre (però guardacaso è chiusa oppure strippa di gente in coda), quella per svedesi e quella con il cassiere figo, che però sbaglia i resti e/o è maleducato e/o non capisce l'italiano, quella per i pezzi grossi ma tu non ne hai, quella per i pezzi piccoli ma tu non hai neanche quelli.<br />E poi c'è da <em>pazientare</em> perché il tuo accompagnatore (ché all'Ikea GIAMMAI ci si reca soli e derelitti, ma in compagnia della propria famigliuola) ritrovi la macchina nel marasma automobilistico (e guardacaso, se hai una monovolume colo grigio metallizzato, ti accorgerai che ad altri migliaia di capofamiglia è piaciuto quel modello e quel colore) trovi posto davanti alla zona carico e ti venga finalmente a prelevare.<br /><br />Ecco, questo lasso di tempo ti è solitamente fatale.<br />Sì, perché quei perfidi scandinavi, grandi conoscitori dell'animo umano, hanno piazzato proprio davanti all'uscita la Bottega Svedese.<br />Quindi uno ha tutto il tempo, mentre è lì che aspetta Bartali, di farsi un giretto così, per curiosare.<br /><br />In questo modo scopri che le polpette che hai mangiato due ore prima al piano di sopra sono in vendita in comode confezioni da 4 kg, che puoi comprare il salmone marinato con quella salsa alla senape che ti uccide le papille, che quegli strani dolci colorati di giallo, verde acido e fuxia non sono stati messi fuori legge dalla ASL, ma soprattutto che gli svedesi hanno la fissa dei dolciumi al limite dell'umana comprensione, tipo la liquirizia salata e le caramelle mou allo zenzero e cannella, roba che ti sembra di masticare un profumabiancheria.<br /><br />E che dire della meraviglia, quando ti accorgi che la cassettiera KANOTTA (pallini sulle A) e il letto UDDARDV (ancora pallini sulla A) non ti stanno in macchina, se non pericolosamente in bilico sui teneri crani dei tuoi pargoli, col rischio della decapitazione alla prima curva?<br /><br />Beh, l'Ikea è bella.<br />Ed è bello andarci.<br /><br />Ma è ancor più bello andare via.Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com16tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-18551099205610348572010-12-27T20:49:00.002+00:002010-12-27T20:55:50.288+00:00Nonna Lupina<em>"Mamma, quando sarò grande come te avrò un bimbetto nella pancia. </em><br /><em>Sarà una femmina e si chiamerà BUDELLA. Poi farò anche un figliolino maschio, e lo chiamerò GIANCARRO.</em><br /><em>Con i miei due figliolini andrò in giro, li legherò ad un filo e li trascinerò per una gamba.</em><br /><em>Staranno sempre sempre sempre con te, mamma.</em><br /><em>Vedrai come sarai felice!"</em><br /><br />Figlio mio, è proprio necessario?Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-73080681943199386082010-12-25T20:41:00.003+00:002010-12-25T20:47:36.522+00:00NataleSarebbe un giorno come gli altri, per noi non credenti-non cattolici-non praticanti.<br /><br />E invece è un giorno diverso.<br />Te ne accorgi dalla quantità di carta e cartone al bidone dell'isola ecologica.<br />Te ne accorgi dal fatto che per cena prendi uno squallido theino striminzito con due crackerini, e ti viene il vomito solo a pensare alla parola pandoro.<br />Ma soprattutto, te ne accorgi dal fatto che la tua casa risuona di voci chiocce ed intollerabili, vagamente metalliche, che cantano <em>tanti biscottini/per i tuoi spuntini, giragira il mondo/tutto tondo, sono il bruco golosone/mangio mele in un boccone.</em><br />Avevo dimenticato quanto fossero mostruosi i giocattoli sonori per poppanti.<br /><br />Ce li avevamo già.<br />Ce ne eravamo appena liberati<br /><br />Ce li hanno ri-regalati.<br /><br />Auguri a tutti!Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-69062526759818583562010-12-16T20:58:00.002+00:002010-12-16T22:15:04.377+00:00Lo STROMBOIn principio fu la Femmina.<br /><br />E la Femmina si truccava, si piastrava i capelli, usava i prodotti giusti.<br />La Femmina MAI sarebbe uscita con lo smalto sbeccato, il collant smagliato, il tacco sbagliato.<br />Mai mai mai.<br />La Femmina si sbiancava i baffi con l'apposita crema, pensando che non si vedessero. Poi una sua amica le fece notare che al sole sembrava Rasputin, e quindi la Femmina, pervasa di furore panico, corse dall'estetista e se li fece pelare selvaggiamente con la ceretta, <em>poi già che ci siamo fammi anche un po' le sopracciglia che mi sembra di essere l'uomo di Neanderthal, un po' di più, fammele più fini, più fini, più fini, più fini - occazzo, ecco, troppi fini, ora sembro un mignottone. Vabbè pazienza, ricresceranno.</em><br />La Femmina come spuntava un brufolo si disperava, si chiudeva in casa, correva in bagno e ci metteva sopra l'acquafresh, e se la mattina dopo il fetente era ancora lì, lo strizzava senza pietà.<br />Ma poi si pentiva per la cicatrice, <em>ohi ohi che dolor, mea culpa mea culpa, mea maxima culpa!</em> e allora ci dava dentro di cipria e fondotinta, ma il bastardo era ancora lì.<br /><br />La Femmina poi si depilava le parti basse.<br />Sì, quelle parti lì.<br />Quelle che insomma. Eh.<br /><br />E anche le ascelle. ENTRAMBE.<br /><br />Se vi chiedete il perché di tutta questi maneggi, sappiate che la Femmina li fa per un unico motivo. Ma lei vi dirà che si comporta così perché si sente a posto, perché le piace l'ordine, perché insomma bisogna sentirsi a proprio agio, perché le va così, perché boh.<br />In realtà, il fine ultimo è quello: trovare un maschio di bell'aspetto e dal corpo proporzionato, che possa garantire alla specie una eccellente prosecuzione attraverso l'atto primario, ovvero l'accoppiamento.<br />E se il maschio di bell'aspetto e dal corpo proporzionato si è già trovato, i maneggi sono finalizzati a garantire molteplici e soddisfacenti accoppiamenti.<br /><br />E così fu per Lupina.<br />Fino a quando non sopraggiunse lo STROMBO.<br /><br />Lo STROMBO innanzitutto va scritto grosso, non tollera le minuscole. Lo STROMBO ha bisogno di essere nominato spesso.<br />Lo STROMBO è uno stato di grazia.<br />O meglio, un colpo di grazia.<br /><br />Lo STROMBO è quella cosa che a letto, prima di dormire, fa sì che la gamba lasciva del partner si insinui sotto le lenzuola, a cercare quel tepore, quel calore del corpo femminile.<br />E quel corpo femminile, debitamente ricoperto da pigiama anticoncezionale, si rigira di là e minaccia <em>no eh, non è mica il caso. Buonanotte.</em><br /><br />Lo STROMBO è quella cosa che prima pigliavi per il culo la tua amica dopo che aveva avuto il bimbo, perché si era tagliata i capelli in quella maniera inguardabile, poi dopo che l'hai avuto capisci anche tu perché l'ha fatto.<br />Lo STROMBO è quella cosa che vai all'Ikea per comprare un tavolinetto Lack per il soggiorno, ed esci con il serpentone verde, che è una di quelle cose che tutte le donne incinte o con bambini piccolissimi non possono fare a meno di comprare, e che poi una volta giunti a casa, come per magia nessuno caga più di striscio e diventa un paraspifferi.<br />Lo STROMBO è quando ti depili il meno possibile, giusto quei baffazzi che escono fuori dal seminato, il minimo sindacale per andare in piscina, e poi ti guardi allo specchio e ti pare di aver fatto anche un bel lavoro.<br />Lo STROMBO è la bottiglia di profumo intonsa e polverosa sulla mensolina accanto al lavandino, è la calza smagliata rimessa con nonchalance, è uscire con un calzino nero e un calzino blu, è la mamma impietosa che ti rimprovera <em>ma quanto sei ingrassata, ma vai dal parrucchiere, ma come ti conci.</em><br />Lo STROMBO è fatto di maglie slabbrate, di pile del marito, di pantaloni con le borse alle ginocchia, di mutande a rovescio di cui ti accorgi dopo 6 ore che le porti perché d'improvviso ti rendi conto che non hai più perizomi nel cassetto, e che quella roba che continua imperterrita ad incastrartisi nelle chiappe è qualcosa di diverso.<br />Lo STROMBO è quella cosa che ti fa incontrare il compagno di liceo in posta, che ci mette dieci minuti per capire chi sei.<br />Lo STROMBO è una situazione passeggera, che poi è quello che ti dici davanti allo specchio a figura intera del negozio per consolarti del fatto che la 48 non ti entra più, e nemmeno la 50.<br /><br />Lo STROMBO è una <em>strana </em>situazione passeggera. Ma strana strana, eh.<br />Ma quanto cacchio dura, però.Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com20tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-2779925731954939922010-11-24T20:22:00.002+00:002010-11-24T20:30:49.509+00:00Opinion leader<em>"E IO NON VADO ALL'ASILO SE NON MI TRUCCHI!"</em><br /><em>"Ma ragiona, sei un bambino!"</em><br /><em>"IO VOGLIO ESSERE TRUCCATOO!"</em><br /><em>"Non posso truccarti, figlio. Le femmine si truccano, tu sei un maschio."</em><br /><em>"E ALLORA TRUCCAMI DA MASCHIO!"</em><br /><em>"I maschi non si truccano."</em><br /><em>"E allora disegnami qualcosa sulla faccia. Disegna qui</em>" e si indica la zona tra il naso ed il labbro superiore, "<em>Fammi i baffi come babbo."</em><br /><br />E fu così che Lupina si armò di matita per occhi e si mise a disegnare un bel paio di mustacchi pelosi, infilò il grembiulino al Nano e lo condusse all'asilo.<br /><br />E quando alle 16 meno un quarto tornò a prenderlo, vide una torma di bambini e bambine uscire dal cancello, tutti quanti coi i baffi disegnati col pennarello.<br /><br />E per ultimo il Nano.<br />Ma lui aveva anche la barba.Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-68789683293583317382010-11-21T22:22:00.008+00:002010-11-22T21:39:31.270+00:00La robaIl Blobfish ha ormai nove mesi, il Nano ha 4 anni, e noi lupini ci dilettiamo in bilanci.<br />In questo caso, i lupini si chiedono<em> ma come cazzo abbiamo fatto ad accumulare tutta questa roba in così poco tempo? </em>Quattro anni-e qualcosa fa entravamo in questa casa con un simpatico poppante sotto l'ascella, ignari della quantità di roba che irrimediabilmente ci saremmo tirati dietro.<br />Adesso siamo all'impasse.<br /><br />Innanzitutto, ci convinsero dell'inevitabilità di possedere una culla.<br />La culla doveva essere di vimini, dal design un po' retro, e completamente foderata con stoffine con piccoli disegni, possibilmente che non fossero troppo da checca. Serviva quindi una culla foderata di stoffa da vero duro, roba virile e non da mammolette, quindi ci si è dati da fare per cercarla, imbastirla, cucirla, lavarla, scucirla perchè non andava bene, ricucirla, in previsione di tante meravigliose nanne.<br /><br />Bene, i miei poppanti - entrambi- si sono sempre rifiutati categoricamente di dormirci dentro. Ho passato ore ad addormentare alla puppa il primogenito e tentare di straforo di mettercelo dentro. Ma come il suo corpicino poggiava sul morbido materassino fatto fare apposta per lui con tanto amore dalla Vecchia Signora Che Fa i Materassi a Mano Come Si Usava Un Tempo, apriva gli occhi e mi guardava con lo sguardo che Lele Mora deve aver lanciato a Nina Moric quando ha rivelato l'inciucio del marito, dopodichè si azionava l'avvisatore acustico, e si ricominciava tutto da capo.<br /><br />Adesso abbiamo rispolverato la culla. Per forza, è arrivato il secondogenito!<br /><br />Ottima per tenerci i panni da stirare, con le sue rotelle di legno silenziate con morbidi gommini incollati a mano da qualche operoso manifatturiere cinese, essa viene trascinata da una stanza all'altra in previsione della stiratura.<br /><br /><br /><br />La culla l'hai usata poco? No problem, vorrà dire che <em>poooooi</em> lo abituerete a dormire nel lettino.<br /><br />Ma guardate questo ottimo oggetto in legno massello, con ganci in lega di titanio, paracolpi imbottito con morbido vello di pecora lunare, pagato TANTISSIMO (non da noi, ovviamente, ma dai nonni amorevolissimi), ammiratene le raffinate rifiniture! E guardate che meraviglia, la soffice copertina in pendant!<br />Ma soprattutto, guardate come ci dormono bene dentro, i gatti!<br />Eh sì, finalmente qualcuno che apprezza le cose raffinate. Nella culla non ci dormivano per via del fastidioso rollio dovuto alle famigerate ruote, che in effetti dà fastidio a dei poveri gattini che si devono anche un po' grattare, ma nel lettino, ben fermo sulla terra con le sue potenti gambe di legno massello tornito, ahhhh, che meraviglia! Che spulciate poderose!<br /><br />E quanti accessori irrinunciabili, per una coppia di neogenitori che vogliono vivere bene la maternità. Il piumino polare in neoprene con camera d'aria a gas ultraisolante, che comodità! In queste latitudini poi! Vabbè, è vero che fa freddo 15 giorni all'anno e che a novembre si continua ad andare al mare, ma sai mica te se arriva una glaciazione d'improvviso e ti strina i figlioli? Almeno quello piccino è salvo, la stirpe può continuare.<br />Non l'abbiamo nemmeno tirato fuori dalla busta sottovuoto in cui l'avevo risucchiato 4 anni fa.<br /><br /><br />Ai tempi del Nano, i nonni si affrettarono a tornare dalle ferie per aiutarci ad addobbare una cameretta.<br /><em>"Una cameretta? Già adesso? Ma non ci dormirà, non almeno i primi tempi"</em><br />Nella mente lupiniana non esistevano ne' cosleeping ne' allattamento a richiesta, Gonzales era il nome di un odioso topo cartone animato e Estivill un calciatore della nazionale spagnola, nonostante ciò qualcosa suggeriva che no, non ci sarebbe stato bisogno di una stanza apposita per contenere un corpicino di pochi chili.<br /><br /><em>"Ma tu sei PAZZA"</em> mi informava Nonna Ansia con l'occhio fuori dall'orbita, <em>"ti serve per metterci tutta la roba!"</em><br /><em>"Quale roba?"</em> chiedeva Lupina, le mani sull'enorme girovita da sequoia americana, che circondava all'epoca il primo frutto della recente unione gigghica.<br />"<em>Ahahaha"</em> la risata satanica di Nonna Ansia rimbombava nelle stanze ancora vuote della nuova casa, <em>"non ditemi che non avete neanche fatto la lista di nascita? Vi ritroverete con i doppioni, con cose che non vi servono!"</em> .<br />I corpi lupinici e gigghici sono scossi da un brivido: rei di non aver fatto una lista di nozze, si ritrovarono dopo il matrimonio con la casa piena di oggetti indesiderati, quali il vaso-alveare- che-non-si-rompe-manco-col-cazzo, i piatti con le cozze incorporate ed il temutissimo vassoio con le corna.<br /><br />A questo punto parve davvero il caso di prevenire il danno, provvedendo a compilare la lista dei desideri.<br />La ragazza del negozio di articoli per l'infanzia ci deve aver adocchiato subito - <em>guarda un po' questi du' bifolchi </em>- , e ci ha praticamente costretti a mettere in lista delle cose che non abbiamo usato e che già all'epoca mi creavano delle perplessità.<br />Dovevo dar retta al mio intuito, adesso è troppo tardi. Le cose hanno salito la doppia rampa di scale, l'hanno ridiscesa alla volta della rimessa di mio padre - neopensionato - che aveva appena cominciato a far ciappini e poveretto si è ritrovato sommerso dai gadget naneschi, ha ripreso la via delle scale ed ora le ridiscenderà.<br />E tutto ciò, senza avermi reso il minimo servizio.<br /><br />Buffa, la vita.Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-19874045470800619862010-11-17T20:21:00.006+00:002010-11-17T22:00:55.473+00:00Scemi del villaggioIo ho una specie di calamita per gli scemi del paese. Ce n'è uno, che non è proprio scemo poveraccio, diciamo solo che è un po' troppo originale, e che da anni mi perseguita. Me lo trovo dappertutto, e mi tocca fare esercizi funambolici per scansarlo.<br />Questo individuo è ovviamente di sesso maschile (per una strana congiunzione astrale, la maggior parte degli scemi del mio paese sono maschi), molto corpulento e villoso, e dotato di un vocione tonante. E parla persino in dizione.<br />Mi attacca sempre dei bottoni micidiali, tutti a scopo autocelebrativo. Ovviamente, racconta delle cazzate di rara intensità.<br />Vi lascio immaginare il mio entusiasmo.<br /><br />Una volta, in fila al Supermercato Germanico Pieno di Troiai*, mi ha raccontato che lui era stato contattato dal coro del Festival di San Remo ma che poi aveva dovuto rinunciare perchè da qua in bicicletta era un problema, caricarla sul treno, scaricarla dal treno... insomma, alla fine ha rinunciato. Ma hanno insistito, eh, non si rassegnavano.<br /><br />Un'altra volta, mentre ero seduta su una panchina a controllare che il Nano grande non si sfracellasse al suolo mentre correva sulla trave dei giochi del parchetto cittadino, mi ha deliziato con una perla di valore inestimabile sulla sua nascita sovrappeso (6 kg), sul fatto che era in pericolo di vita per un'infezione non si capisce bene dove, e sui particolari splatter della sua signora madre, povera donna, mentre lo partoriva. E che dovizia di particolari!<br />Alla mia domanda<em> "ma come fai a sapere tutte queste cose? Te le hanno raccontate?"</em> ha risposto <em>"No, me ne ricordo".</em><br /><br />Ieri ero al mercato, a comprare un portafogli.<br />Lui era lì, con la sua misteriosa cartella di cuoio portadocumenti ed il suo completino balneare (lui d'estate porta completi da cerimonia in lana per le occasioni eleganti, oppure giacche di tweed corredate di sciarpa e berretto da sciatore, mentre d'inverno vive in shorts e maglietta a maniche corte, vai a sapere perchè), e naturalmente la fedele bicicletta a fianco.<br />Si mette a guardare una borsa da donna piuttosto vistosa e pacchiana, e sento il cambiamento nell'aria, quella reazione della chimica del corpo che precede un attaccamento di bottone micidiale.<br /><em>Vai, mi tocca</em>, mi dico. E invece una tipa più o meno mia coetanea, e nelle stesse condizioni di disfacimento fisico, urta per sbaglio la sua bicicletta - parcheggiata rigorosamente in mezzo alle palle - e la fa cadere.<br />E giustamente si mette ad inveire contro chi, in un mercato gremito di gente che sgomita, parcheggia a cazzo di cane le biciclette, che poi la gente picchia le palle nel manubrio e si fa male.<br />Lui mi guarda con occhio porcino e mi confida: <em>"Ma guarda te che sfacciata, è incredibile. Certe donne per essere notate farebbero di tutto! A me poi OVVIAMENTE capita sempre, io piaccio tantissimo alle donne"</em><br />Ed io, impassibile, fingo di controllare la chiusura a scatto di un ombrello.<br />"<em>Comunque voi donne siete proprio delle scostumate. Ma lo sai l'altro giorno cosa mi è successo? Ero in giro con la mia bici, ed una signora - che poi era pure di una certa età, una vecchia insomma - , eh - dicevo, questa signora per farsi notare DA ME, lo sai cosa ha fatto?</em><br /><em></em><br /><em>Ha fatto finta di mettere un piede in fallo. Ed è cascata!".</em><br /><em></em><br /><em></em><br /><em><span style="color:#999999;">* Che c'è da chiedere? Ma il LIDL, ovviamente!</span></em>Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-43139520255357824172010-11-15T21:23:00.002+00:002010-11-15T21:30:54.592+00:00Eroe domestico.<em>"Mamma, ti racconto una storia.</em><br /><em>C'era una volta un bambino </em><br /><em>che non dava mai retta alla sua mamma</em><br /><em>specialmente quando erano per strada, lui disAbbediva e non dava mai la mano.</em><br /><em>Un giorno si DISTRAGGUE e attraversò la strada senza guardare</em><br /><em>quando arrivò un CAMIO che lo investì TUTTO.</em><br /><em>Gli passò sopra e lo SPICCICO', e gli uscirono tutte le budella.</em><br /><em></em><br /><em>Quando poi tornò dalla mamma, lo sai cosa successe?<br />La mamma lo sgridò che era stato scemo</em><br /><em>e anche che gli aveva sporcato tutto il pavimento con le sue budellacce di fuori.</em><br /><em></em><br /><em>E lo sai come si chiamava quel povero bimbetto sciocchetto?"</em><br /><br />Si chiamava ELLIS SHTUPIDEL, ed era il nostro nuovo eroe domestico.Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-75866160693060349822010-11-08T19:40:00.002+00:002010-11-08T20:24:41.616+00:00Pranzo coi NanettiAlla scuola dell'infanzia del Nano hanno inventato uno strano gioco a premi.<br />Lo strano gioco a premi prevedeva l'offrirsi volontari per dare disponibilità come scrutatrici per l'elezione dell'Interclasse ed impiegare due mattinate della propria esistenza presso la suddetta scuola. Il premio invece consisteva in un meraviglioso pranzo coi nani dell'asilo, circa 80 creature tra i 3 e i 5 anni, seduti in una seggiolina bassa bassa, con le ginocchia in bocca, in mezzo ad un delirio di urla e croste di pane volanti.<br />E Lupina, che di solito nella vita ha pochissimo culo metaforico e moltissimo di quello fisico, HA VINTOO! Yeppa!<br /><br />Per il Nano è stato un giorno memorabile. Non la finiva più di ripetere <em>questa è la mia mamma</em>, e mi baciava di continuo. Aveva tutta la faccia che rideva, gli occhi, la bocca, persino il naso ed i capelli sembravano ridere.<br />A tavola, decide di presentarmi agli amichetti.<br /><br /><em>"Ehi bimbetti, questa qua è la mia mamma. </em><em>Lei non ce l'ha il pisello!"</em><br />Ma loro non lo cagavano.<br /><em>"Il mio babbo invece ce l'ha, uno GRANDISSIMO!"</em><br /><em></em><br /><em></em><br />Da allora in poi, ci hanno cagato TUTTI.Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-79169269494343138632010-09-13T13:44:00.005+00:002010-09-14T21:49:27.666+00:00Il bambino indacoE' mattina, e Lupina in compagnia dei due minorenni si avvia placida e ballonzolante come Baloo verso il mercato cittadino del martedi.<br />Prima tappa, acquisto di focaccia unta unta unta per il sollazzo palatale del Nano grande (ma anche del Nano piccolo sotto forma di briciole, solo che a sette mesi bisogna far finta di dargli le minestrine e gli omogeneizzati di verdura, e soprattutto i pediatri NON devono sapere), seconda tappa, il mio detestatissimo parco giochi del centro città.<br /><br /><br /><br />Io devo dire che non sono del tutto asociale, e mi piace persino parlare con la gente, anche se spesso pesantemente decerebrata. Diciamo che riesco sempre a trovare degli ottimi argomenti un po' con tutti. L'unica volta che ho avuto dei grossi problemi è stato con una famiglia di profughi curdi che tentavano disperatamente di dirmi qualcosa in curdo che io non capivo (ma che poi a casa ho realizzato, avevo una lunga coda di carta igienica che mi era rimasta infilata tra i collant e la gonna, praticamente ci sono andata in giro per tutto il paese illudendomi che la gente mi guardasse con ammirazione per quanto ero dimagrita, e invece porca vacca no).<br />Insomma, io non sono asociale, ma mi metto lì con un neonato in braccio nel mio angolino di panchina, e non pretendo che mi si venga ad attaccare bottone per forza, eh.<br />Posso anche star lì senza dire una parola se non <em>"stai attento! Non correre sulla trave che ti sfracelli al suolo</em>" senza necessariamente fare conversazione con la gente, non muore mica nessuno.<br />Ma siccome una tettona seduta in un angolo con un neonato in braccio a mandare sms è una visione che rompe troppo i coglioni, arriva sempre qualcuno con una grandissima voglia di fare combriccola e familiarizzare con la sottoscritta, e così va a finire che io invece di scrivere <em>coraggio</em> scrivo<em> boschio</em> e <em>paura</em> invece che <em>scusa</em>, così chi riceve il mio messaggio ha una prova scritta del fatto che mi sono completamente bevuta il cervello.<br /><br />E pure l'altro giorno ero lì con il Nano spericolato sulla trave e quello pacioccone in braccio, e tentavo di mandare un messaggio ad una mia amica, quando una mamma veramente veramente veramente alternativa mi si avvicina per -naturalmente- conversare amabilmente di pisce/cacche/pappe/pannolini/dupalle.<br /><em>"Oddio che carino!"</em> indicando il poppante che masticava placido il laccio di plastica del telefonino, <em>"ma ha la collanina d'ambra per i denti?"</em> mi chiede un tantinello eccitata. <em>No, gliel'ho messa perchè adoro che lo scambino per una femmina, sogno di allevare il nuovo Renato Zero</em>. Ma invece rispondo <em>"Sì, gliel'ho messa un mesetto fa, veramente non so se crederci o meno..."</em><br />La mamma-veramente alternativa incrocia la gamba sotto il gonnellone a fiorami. <em>"Ma guarda che funziona veramente, eh! L'ambra ha un GRANDISSIMO potere antisp... antisc... insomma, fa benissimo ai denti, eh! Anche la mia bimba l'ha portata tanto. Tesoro, vieni a vedere che bel bambino piccolo che ha questa signora!"</em><br />Dallo scivolo scende un ciclone nano, una bambina di circa 4 anni, dalle leve lunghe, che corre COMPLETAMENTE SCOORDINATA.<br />E quasi contemporaneamente, arriva anche il Nano, scarmigliato, sudato e anch'esso COMPLETAMENTE SCOORDINATO, il quale si mette a dar fastidio alla bambina scoordinata, creando un quadro d'insieme disturbante come una gita in barca un giorno che c'è il mare grosso (glub, se ci ripenso mi viene la nausea pure adesso e mi vado a mettere i braccialetti anti-mal di mare).<br /><em>"Nano ti prego, non dar fastidio alla Bambina Col Nome Indiano Che Mi Continua Ad </em><br /><em>Uscire Dalla Testa e Che Per Ovviare al Problema Chiameremo da Adesso in Poi Basmati"</em><br /><em>"Ma no, non lo devi sgridare"</em> mi rimprovera a sua volta la mamma, <em>"si vede benissimo che anche il tuo è un bambino SPECIALE"</em><br /><em>"Eh?"</em><br /><em>"Ma sì, è EVIDENTE che anche tuo figlio è un Bambino Indaco!"</em><br /><br />Ok, mamma alternativa, è molto bello che tu trovi una definizione alternativa a Grandissimo Rompicoglioni, è commovente davvero. Si vede che ti sei impegnata nel tuo mestiere di mamma, e che quella piccola invasata che strilla come un orango, coi capelli arruffati e la faccia stravolta di sudore ed eccitazione, è nient'altro una dei miliardi di <em>scarrafoni belli a mamma soia</em> ma che tu e soltanto TU vedi come un essere speciale e divino, l'incarnazione di Shiva, Visnù e quell'altro con la faccia di elefante che non mi ricordo mai come si chiama (oppure se me lo ricordo mi dimentico come si chiamano gli altri due).<br />Mio figlio è differente.<br />Cioè no, è uguale. La mia banca è differente, ma non c'entra nulla.<br />Volevo dire un'altra cosa ma non me la ricordo più.<br /><br />Insomma, volevo dire che è molto bello che tu mi artigli il polso con la tua mano anelluta con le unghie cortissime e lo smalto color vinaccia per comunicarmi che ho un figlio indaco e che devo NECESSARIAMENTE lasciarlo libero di esprimersi come meglio crede SENZA ASSOLUTAMENTE LIMITARLO, ma devi capire che i nostri figli si sono allontanati un po' troppo e stanno probabilmente per morire sotto le ruote di un furgone della TNT Traco.<br />Raccoglierne i resti indaco con la palettina dall'asfalto, cara mamma-veramente alternativa, potrebbe non piacerti.<br />E poi ci sarà un babbo-alternativo da qualche parte ad aspettarti, no?<br />E cosa gli dici? <em>Tesoro la bambina doveva SPERIMENTARE l'impatto dei pneumatici sulla cute umana?</em><br />Che cosa ne pensa il babbo-alternativo di questi tuoi deliri? Eh, mamma-alternativa?<br /><br />Eh no. Non va bene.<br />Se i nostri due figli indaco adesso si uccidono vicendevolmente a mazzate, forse è il caso di richiamarli all'ordine. Eh lo so, disturba anche me dover intervenire sempre.<br />Non riesco mai a mandare un sms come si deve, è terribile doversi sempre interrompere.<br />Soprattutto quando una mano-nana ti ha messo le opzioni del cellulare in turco e non si riesce più a rimettere l'italiano, fatto sta che ormai son due settimane che telefono in turco e ci sto pure facendo l'abitudine.<br /><br />Insomma, mamma-indaco col tuo gonnellone fiorito e i capelli tinti con l'hennè, sappi che io non cel'ho con te e che mi sei molto simpatica, ma che se non ciai voglia di sgridare la cara Basmati sta tentando di scaraventare alcuni duenni innocenti giù dallo scivolo, trovati una scusa migliore.<br />Eccheccacchio.Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com35tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-60827958468594799352010-09-07T21:02:00.002+00:002010-09-07T21:10:45.848+00:00A chi vuol sapere come mai non scrivo più tanto spessorisponderò con la sincera verità: non ce la faccio.<br />I due nanacci mi vessano ad intermittenza con richieste improbabili, <em>mamma lo so che è notte ma io voglio mangiare gli Scooby snack - ngueeeeee - mamma picchio un po' il fratellino sulla testa con questo mestolo di legno - ngueeeeeeeeè - mamma mi voglio ricoprire di chiocciole e andare in giro così - nguèèèè - mamma il fratellino sta mangiando un foglio di plastica.</em><br /><br />Avrei molto da dire.<br /><br />Ma non ce la faccio.<br /><br />Ma presto tornerò. Forse.Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com15tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-52150013745623825302010-07-19T20:50:00.003+00:002010-07-21T17:43:19.207+00:00Amiche cozze<div><em>"Passi poco tempo col povero Nano"</em> sussurra dall'alto della mia spalla sinistra Nonna Ansia, il mio senso di colpa portatile,<em> "non vedi poverino come sta soffrendo? E' pieno di bolle addosso, amore di nonna sua, si vede che somatizza la tua assenza."</em></div><div>"<em>Mamma, ma son punture di zanzara!"</em> ribatto io, già sopraffatta dal dolore schiacciante della colpa.</div><div><em>"Uff, vabbè, pinzi, bolle, che differenza c'è? Fatto sta che è pieno di pustole purulente ed ha tanto bisogno di stare con la sua mamma. Te invece sei sempre con quel coso* appresso, non lo coinvolgi mai il nostro povero nanino!"</em> E lì finalmente Lupina comprese perchè il nostro Nano da un po' di tempo si autodefinisce Povero Nanino / Nano poverino.</div><div>E fu così che Lupina lo porto nientepopodimenochè al Conad a fare la spesa.</div><div>Embè? Lo so che è una meta un po' del piffero**, ma al momento non avevamo grosse alternative e soprattutto niente di buono per cena.</div><div><i>"Mamma guarda, ci sono delle conchiglie nere dentro quel vetro!"</i> mi informa il Nano entusiasta, indicando la vetrina della pescheria.</div><div><i>"Tesoro, quelle cose nere sono cozze. Non le avevi mai viste?"<br />"No, sono strane ma sono anche belle. Compriamole, mamma, compriamole!"</i></div><div>E così, Lupina si fa preparare un chiletto di cozze freschissime, e comincia copiosamente a sbavare al solo pensiero di cucinarle con un filo d'olio, aglio, peperoncino e pomodoro fresco a pezzi (slurp), che poi se le mangia solo lei perchè al Gig fanno francamente schifo (ma ella fingerà di dimenticarsene - oh, come ho potuto essere così sbadaaaata, vorrà dire che mi ritaglierò un piccolissimo pezzettino di pane e me le mangerò TUTTE da sola)</div><br /><div><em>"Mamma, le voglio CAREZZARE. Apri la busta!"<br />"Tesoro non posso, siamo alla cassa e devo pagare."<br />"Mamma poverine, hanno bisogno di coccole! Apri la busta, gli do i baci!"<br />"Amore di mamma, sono cozze. Cioè, naturalmente hanno tutto il mio rispetto, ma non è che... beh insomma.... vabbè, ti apro la busta e le puoi accarezzare, ok?"</em></div><br /><div>E lì, Lupina viene vagamente sfiorata da un'idea. Ma proprio vagamente, eh.</div><br /><div> </div><br /><div>Mezz'ora dopo, Lupina ancora sbavando, sta facendo il battutino d'aglio e peperoncino.</div><div>Sul tavolo in cucina troneggia un sacco trasparente pieno di cozze nere e lucide.</div><div>Un bambino le sta tirando fuori e sistemando con cura in un'insalatiera.</div><div>Il bambino parlotta tra se' e se', a voce bassa e chioccia.</div><div><i>"Ciao piccolo NIMALINO, sei proprio bello con tutta questa corazza nera. Ora ti faccio fare un bel bagno in questa piscina verde. Pronto a tuffarti?"</i> Sciaff, avanti un altro!</div><div><i>"Nano, mi dai le cozze per favore?"<br />"Ma non posso, mamma, ci devo giocare!"</i></div><i><br /></i><div><i>"Tesorino, io le devo CUCINARE."</i></div><br /><div>Il silenzio cala nella nostra cucina.</div><div>Un bambino in mutande, con l'occhio lucido e una cozza in ogni mano, mio guarda come la giuria popolare di un processo per stupro guarda l'imputato, colto in flagranza di reato.</div><i>"Mamma, non si mettono le mie amiche nel FOCO".</i><div><i>"Ehm, amore mio, ma sono la mia cena di stasera... facciamo una cosa: scegline un po' e mettile nell'insalatiera, poi domattina le porti al mare con il nonno e dai loro la libertà. Le altre le mangia la mamma."</i></div><div><i>"E va bene. Allora scelgo questa, poi questa, poi anche questa, poi questa e anche questa, quella piccola lì, quella con la conchiglia appiccicata addosso..."</i></div><div><i>"Ehm, ma alla mamma non ne lasci nemmeno una?"</i></div><div>Il Nano mi lancia un'occhiataccia di fuoco, roba che i miei occhiacci in confronto hanno la stessa credibilità degli haiku di Bondi (pubblicati su Vanity Fair, una roba da incubo) .</div><div><i>"Tieni, ti lascio queste qua"</i></div><div><i>"Nano, ma sono solo 5! Questa qua è rotta, questa è minuscola, queste tre sono vuote! Ma insomma, non la posso fare una cena normale, io?"</i></div><div><i><br /></i></div><div><i>"Babboo, mamma è cattiva che si vuole mangiare le mie migliori amiche cozze!"</i></div><div><br /></div><div>Ecco, se un giorno qualunque della settimana scorsa, passando dal lungomare alle nove di sera, vedete una cicciona coi pantaloni alle caviglie, che lancia un chilo buono di cozze in mare, sappiate che quella ero io.</div><div><div> </div><br /><div> </div></div><div><br /></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#C0C0C0;">* quel coso sarebbe il povero Nano piccolo</span></div><div><span class="Apple-style-span" style="color:#C0C0C0;">** in realtà volevo dire del cazzo, ma siamo ancora in fase epurativa del linguaggio.</span></div>Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com13tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-47560529496900817812010-07-16T12:36:00.002+00:002010-07-16T12:39:59.875+00:00Amore fraterno<em>"Nano, tesoro, smettila di tenere la manina sul naso e sulla bocca del fratellino contemporaneamente, non lo vedi che ... ehm, non gli piace granchè? Guarda che se lo facciamo piangere, arrivano gli infermieri con l'ambulanza e se lo riportano via in ospedale, eh?!"</em><br /><em></em><br /><em>"Mamma?"</em><br /><em></em><br /><em>"Dimmi tesoro."</em><br /><em></em><br /><em>"E' aperto il cancello del giardino, vero?"</em>Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-6847492124915217182010-07-11T07:59:00.003+00:002010-07-11T09:19:55.077+00:00Istantanee di un'estateNel mio giardino c'è un albero grande.<div>Ci vogliono più di due persone per abbracciare il suo tronco. Questo albero è una quercia da sughero, forse la più grande che io abbia mai visto. Si pensa che abbia 600 anni, ma è difficile darle un'età. </div><div>Sotto la sua chioma c'è l'altalena arancione, la panchina per le chiacchiere, il bordo del pozzo se siamo in troppi e sulla panchina non ci stiamo, un cespuglio di rosmarino che si sparpaglia in maniera caotica in ogni direzione, il tavolo di pietra.</div><div><i>"C'è anche lo spazio sopra per costruirci una casetta!"</i> constatava Luca quel giorno, gli occhi in alto a misurarne le fronde.</div><div><i>"E' vero, ma nessuno si azzarda perchè abbiamo paura che si offenda. Questo albero è qui da talmente tanto tempo che ormai deve avere anche un'anima, e tutti noi abbiamo paura di fargli involontariamente qualche dispetto. Una volta sono venuti i tecnici del telefono, a riparare la linea, ed il filo passa proprio tra quei rami. All'albero non è andata giù che degli sconosciuti gli salissero addosso, ed ha tentato di spingerli giù rompendo volontariamente i suoi rami."</i></div><div><i>"Però un appartamentino ci starebbe proprio bene. Costruisci una bella piattaforma e ci installi sopra una casetta di legno, poi la affitti a mille euro a settimana"</i> conclude Luca con un sorriso.</div><div>L'ultimo ricordo che ho di Luca è lui che raccoglie le piccole figlie della quercia da sughero, in mezzo ai cespugli di rosmarino ce ne sono a decine, nate dalla pioggia di ghiande che ogni anno il nostro sempreverde ci regala.</div><div>L'istantanea che ho nella mente lo ritrae curvo e impegnato a sfilare via dalla terra morbida queste piccole pianticelle, facendo bene attenzione a non rovinare le radici, la luce che filtra dalle foglie scure e macchia di giallo la penombra.</div><div><br /></div><div><i>"Perchè raccogli queste piante?"</i> chiede Irene al papà.</div><div><i>"Perchè così le piantiamo in giardino. Ti piacerebbe avere un albero grande come questo?"<br />"Oh sì, è proprio bello!"</i> Irene sorride, ma come i bambini viaggia a doppia velocità, ed è già volata a fare la pipì dietro un cespuglio. </div><div>Questa è l'istantanea che ho di Irene, un riflesso sulla lente degli occhiali, un sorriso curioso, un ciuffo di capelli che scappa via dalle mollette.</div><div><br />Irene quando sorride è come un frullo di ali di uccellini. La nostra Irene, così speciale con le sue parole grandi e la sua testa piccina, una donna-bambina.</div><div>Il Nano, oltre che per il look strepitoso total pink e per le scarpe brilluccicanti, ha capito esattamente quanto sia affascinante e pericolosa la grazia di Irene, e ogni sera prima di andare a letto si assicura che Irene sia da qualche parte lì intorno, e che un giorno poi andranno insieme al mare, perchè la Bimba Con Gli Occhi Dentro Agli Occhiali avrà di sicuro un costume bellissimo con i luccichii.</div><div><br /></div><div>Damiano che quel giorno non c'era. Ma era come se ci fosse, perchè quando una mamma lascia a casa un bambino ammalato, pensa che senza di lei si annoierà a morte. E invece magari lui è lì che ritaglia le figure da un giornale, o aiuta la nonna a fare pasticci, e alla mamma non ci pensa nemmeno. Ma siccome c'è un filo di ragnatela che si dipana dal cuore di una mamma a quello di un bimbo, e che questo filo si torce e si tira quanto più l'uno pensa all'altro, Damiano in un certo senso c'era anche lui. Non so se mi sono spiegata.</div><div>L'istantanea che ho di Damiano lo raffigura in piedi, vicino ad una porta, tutto intento a giocare con una macchinina. Ma con lo sguardo rivolto dietro di se', come distratto, perchè in quel momento preciso il filo comincia a tirare, e dà un fastidio come di pizzicotto sulla pelle. </div><div>In quel momento io e Cosetta eravamo sedute su una panchina, e per l'appunto parlavamo di lui.</div><div><br /></div><div><br /></div><div>Cosetta, tu mi chiedi se avevamo foto di Luca per poterle avere tutte con te, adesso che non c'è più. </div><div>Io quel giorno ero talmente presa da tutti voi che non sono riuscita a scattarne nemmeno mezza, io che di solito mi armo di digitale e scatto come una dannata, non potevo buttar via un pomeriggio a cambiare inquadrature e modalità di scatto, dovevo stare con voi completamente e lasciar perdere il resto.</div><div>Le foto che ho di lui, di voi, sono queste immagini che porto impresse nella memoria e che non scoloriranno mai. </div><div><br /></div><div>L'unico modo in cui posso condividerle con te è raccontartele così come sono.</div><div><br /></div><div>Ciao Luca.</div><div><br /></div>Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com24tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-8780226642474866032010-07-07T13:52:00.003+00:002010-07-07T14:54:54.716+00:00Topless in ufficio. Perché no?E' un giugno afoso. Lupina ha terminato la maternità, ed è finalmente giunto il momento di rientrare dentro l'ufficio-acquario, dal quale contempla con occhio smarrito il resto dell'umanità che scorrazza felice in costume da bagno (inconsapevole della propria bruttezza, ma questo Lupina è meglio che non lo scriva fuori dalle parentesi, che non è mica tanto messa meglio).<div>Purtroppo le cose non si mettono bene col Blobfish: la creatura ciclostomica mal volentieri si priva dell'amata puppa, e come il fratello alla sua età, dopo due ore neanche reclama a gran voce l'amata mammella. Viene quindi acquistato un tiralatte, col quale Lupina già un mese prima del rientro al lavoro tenta di tirarsi il latte. Peccato che la puppa lupiniana non sia scema a tal punto da non riconoscere la differenza tra bocca del fanciullo e membrana mezza plastica-mezza silicone, e dopo mezz'ore di tlac-tlac-tlac, si rifiuti di far uscire anche una singola goccia. In compenso il capezzolo si deforma orribilmente durante la pratica, e Lupina alla fine capitola: il Blobfish, grazie al suo carattere amabile e ben poco frignone, verrà caricato in macchina e spostato alla volta del Campeggio.</div><div><br /></div><div>Cade in questi giorni assolati di luglio, la scadenza della rata <i>d'iccampeggio</i> dei fiorentini, che già da maggio si piantano qua con tutto il pargolame e non si levano dai coglioni fino a settembre inoltrato, recando seco gioia di vivere e grandi ricchezze per noi toscani della costa, rinomati per la nostra povertà d'animo e di denari.</div><div>Capita quindi che l'acquario lupiniano si animi di grida disumane di neonato famelico, e capita pure che con impudicizia si sfoggino topless mozzafiato, a solo scopo nutritivo e molto poco di sollazzo. Capita pure che l'Ospite di turno si imbarazzi. Ma a noi, testimonial della campagna allattamento al seno autunno-inverno ma anche primavera-estate, degli imbarazzi non ce ne frega niente e ci mostriamo così come siamo, nudi e crudi nella nostra mammelluta bellezza.</div><div><br /></div><div>Cliente Fiorentino: <i>"Bongiorno, e son venuto a pagà la rata di'ccampeggio, che tu ce l'hai i' bbancomat?"</i></div><div>Lupina, che sta allattando e quindi ha una delle sue spropositate puppone di fuori: <i>"Certo, mi dia qua che facciamo in un attimo"</i> (<i>così poi si leva dai coglioni alla velocità di una fucilata</i>, ma questo Lupina non lo dice)</div><div>Cliente Fiorentino, strabuzzando gli occhi: <i>"Uh diobonino, ma magari torno dopo, visto che sta... ehm..."</i></div><div>Ecco che cala sul Cliente Fiorentino la solita cappa di imbarazzo. Proprio su di lui che faceva tutto il ganzone, è bastata la visione di una orribile tetta deformata con tutte le vene bluastre a fargli passare la voglia di scherzare.</div><div>Lupina, con aria stupefatta: <i>"Tornare dopo? E perchè mai? Suvvia, mi dia il bancomat e mi dica a chi devo intestare il pagamento"</i></div><div>Cliente Fiorentino, sempre più imbarazzato: <i>"Ma sa, per il bambino... son cose intime...."</i></div><div>Lupina: "<i>Ma che cose intime, la mi' nonna dava la puppa al mi' babbo direttamente nel campo*, e poi si rimetteva a zappare! Un attimo che le stampo la ricevuta fiscale"</i></div><div><i><br /></i></div><div><i><span class="Apple-style-span" style="color:#C0C0C0;">* cosa assolutamente falsa: la mia nonna faceva l'insegnante e non ha mai toccato una zappa in vita sua, ma è un'immagine che in quanto a pathos non la batte nient'altro.</span></i></div><div><span class="Apple-style-span" style="font-family:verdana, geneva, lucida, 'lucida grande', arial, helvetica, sans-serif;font-size:100%;color:#660099;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 13px;"><br /></span></span></div><div><br /></div>Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-62667522152121807832010-07-06T20:13:00.002+00:002010-07-06T20:25:00.909+00:00Bon ton al parco<em>"Mamma! Mamma! Mamma!"</em> arriva il Nano concitatissimo, la manina stretta a pugno davanti al naso, <em>"ho trovato un NIMALINO!"</em><br />Lupina si prepara all'ostensione dell'ennesima bestiaccia mezza mutilata, cosa non si fa per i figli.<br /><em>"Davvero? E che animalino è?"</em><br /><em>"Un RUZZOLAMERDA!"</em><br /><em>"Ehm, amore, preferirei che tu lo chiamassi stercoraro"</em><br /><em></em><br /><em>"Io però perferisco RUZZOLAMERDA. Me lo ricordo meglio."</em>Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7148197690222831204.post-24527196641757333962010-07-03T21:36:00.003+00:002010-07-03T21:58:46.598+00:00L'occhio di Lupina terrorizza anche l'occidente.Gente, un altro successone del mio articolo da sgridamento nanico preferito!<br /><br />Mi stavo recando come ogni santo giorno nel mio ufficetto, quando una pattugliona di carabinieri con mitraglietta, giubbotti antiproiettile, pullmino nove posti ed elicottero (giuro!) parcheggiato in mezzo ad un campo, mi si para davanti con stolida tracotanza.<br />Io in quel momento ero una disarmata ed inerme madre di famiglia alla guida di una Twingo azzurra, con un neonato regolarmente denunciato seduto sul seggiolino posizionato sul sedile posteriore, e ripassavo mentalmente<em> il bollo l'ho pagato? sono in regola con l'assicurazione? ho la macchina un po' sudicia, non è che infrango il codice stradale? mi chiederanno se prima di salire in macchina ho fatto l'antitetanica?,</em> quando un baffuto giovanotto in divisa mi pianta in faccia la paletta, costringendomi a fermarmi (porco cane, faccio tardi).<br />Si affaccia al finestrino e mi chiede patente e libretto.<br /><br />Io decido di passare al contrattacco. Mi dico: io ci provo. O la va o la spacca.<br />E metto in pratica uno degli atti più kamikaze che un essere umano può fare: mi volto lentamente verso il carabiniere, e gli spiaccico in faccia sfacciatamente (una sequenza di allitterazioni veramente notevoli) un paio di terribili Occhiacci (sentito che roba?).<br />Oddio, che ne sarà adesso di me? Ho osato sfidare la Pubblica Autorità, mi arresteranno per oltraggio a pubblico ufficiale?<br /><br /><br />Il carabiniere rimane molto colpito.<br />Non lascia nemmeno che io prenda il portafogli dalla borsa, e con voce timida, quasi pentita, mi comunica <em>Vada pure, mi scusi tanto.</em><br /><br />Che risultato strepitoso!<br /><br />Allenatevi, gente! Allenatevi all'occhiaccio lupiniano, che nella vita fa sempe comodo!Lupinahttp://www.blogger.com/profile/09325637590622451388noreply@blogger.com5