giovedì 29 gennaio 2009

L'aiutante di Straccioman

E' da una settimana che Straccioman sparge quasi invano i suoi batteri spaziali su di noi. Tutto avvolto nel potere del pile, è diventato intoccabile per le botte di scossa elettrica che dà e si medita di utilizzarlo come fornelletto ammazza-zanzare la prossima estate, così finalmente si riesce a cenare sul terrazzo in santa pace. Le mitiche ciabatte Sleddog, foderate di un pile che non ce l'hanno nemmeno nei paesi artici, sono state sostituite da un paio nuovo, recante la scritta University De Fonseca. Che se sapevo che esisteva, mi iscrivevo lì invece che a Pisa, davo una bella tesi sulla fenomenologia della ciabatta, e magari a quest'ora avevo anch'io il mio bel posto fisso in una grande azienda al servizio del consumatore.

Il Gig ha scoperto un nuovo hobby. Non bastavano i Carcass e i Napalm Death a far casino in questa casa.
Adesso va di moda la tosse. E mica una tosse normale.
Sembra di essere in un rifugio per cani, nel quale è stato introdotto un gatto che continua a passare e ripassare davanti alle gabbie.

La carbocisteina di cui si irrora copiosamente gli fa un baffo. Son giorni che non riesce a mangiare, un po' perchè sputa tutto e non riesce ad inghiottire, un po' perchè ci sono i cavolini di Bruxelles in offerta alla Coop e diciamo che mi sono fatta un po' prendere la mano, tanto che quando si apre il frigo in casa nostra bisogna far attenzione alla roba che rotola giù e sparisce sotto i mobili, dove resterà anni a mummificare.
Straccioman è un supereroe strano, ma ne ho già parlato in abbondanza in passato. Ma quello che non ho detto, è che come il più celebre Bat Man, anche Straccioman ha un aiutante, come il famoso Robin: è di media altezza, ha i capelli bianchi, gli occhiali ed un bel pancione. Ma chi è? chiederete voi, Babbo Natale? Perchè in effetti dalla descrizione potrebbe pure sembrare.
E invece no. E' un pensionato dell'Enel.
E' Nonno Asl.

Nonno Asl ci fa visita quotidianamente per farci il riassunto della puntata di Elisir sulla tubercolosi e sul broncospasmo che ha videoregistrato e che si riguarda ogni tanto, per ripassare l'argomento Affezioni gravi delle vie respiratorie. E ci informa molto gentilmente che stiamo per morire, che il nostro destino è segnato, che dobbiamo prendere lo sciroppo.
Che il nostro medico curante è un caprone, perchè non ci prescrive mai nulla, e ci lascia rantolare così, come cani, senza neanche il conforto di un miserabile antibiotico.
E ci porta le medicine di sua iniziativa. E ci consiglia una serie di ottimi rimedi: sciroppo di rape confezionato dalle sante manine di nonna Mimetica (oops, scivolato per disgrazia nella spazzatura, acciderba, come è potuto accadere?), sciroppi per la tosse di svariate qualità e dimensioni e colori, che adornano in maniera raffinata ed elegante l'armadietto dei medicinali. E quasi quasi mi dispiace che sia tutto rinchiuso lì dentro.
Però a pensarci bene l'aiutante del Gig non è proprio un vero aiutante, perchè un aiutante serio non teme così tanto il contagio, ma si lancia nelle fiamme per portare soccorso al suo compagno Straccioman.
Invece Nonno Asl ha una fifa blu di ammalarsi. Come percepisce la classica goccia al naso, corre a mostrare le terga ad un infermiere e si fa sforacchiare le chiappe per evitare di prendersi l'influenza, e in questi giorni ci viene a trovare ma non osa varcare la soglia, spingendo le medicine che così amorevolmente ci compra attraverso la soglia di casa col piede o con il manico della scopa per spazzare il terrazzo.

E comunque, Nonno Asl è convinto che col nostro comportamento disgraziato faremo morire il Nano. Non lo curiamo abbastanza, ha sempre il moccio al naso ed un rantolo da far spavento. E attenzione, che la sua nonna ha avuto la tosse da piccola, non si è curata ed è morta novantaseienne con questa tossaccia che l'ha tormentata tutta la vita.
Novantaseienne.
Mah.

sabato 24 gennaio 2009

Marcello

Stasera i rituali della nanna ci hanno traditi. E Chicco Cacco no, e stella stellina no, e le canzoni no, e la storia del cane Tippe no, e nemmeno Ernestino Rompitutto. Niente, non c'è stato verso.
Ad un certo punto me lo sono ritrovato al bordo del letto con una frusta di acciaio per sbattere le frittate, e la brandiva a mo' di clava tentando di centrarmi la testa.
"Eh no, caro mio", gli ho detto caricandomelo sotto l'ascella come una baguette, "ora si va a letto a fare la nanna", e l'ho trascinato molto estivillianamente in camera da letto.
Ho tentato di convincerlo sfruttando il principio dell'emulazione: siamo tutti a letto, tutti quanti. Adesso anche tu devi dormire. Concetto semplice.
"Chi è a letto?" si informa il Nano malfidato.
"Babbo Gig è a letto (ammalato). Nonna Ansia e Nonno Alzheimer sono a letto (in realtà sono al ristorante, ma perchè dirglielo?). Zia Magui e Zio Shibode sono a letto (non è vero, sono in giro a godersi gli ultimi respiri di vita da DINK), Nonno Asl e Nonna Mimetica sono a letto. Come vedi, siamo tutti a letto."
"Acche zia Babbi?"
"Anche zia Babbi." confermo io.
" E zio Caota?"
"Anche zio Carota."

"... e MARCELLO?"
Marcello? E chi cazzo lo conosce?

domenica 18 gennaio 2009

I rituali della nanna

Non c'è niente da fare, per crescere sani, forti e cazzuti occorrono dei rituali, specie al momento del trapasso nel regno di Morfeo, cosa che tutte le mamme moderne ed abbonate a Essere mamma oggi sanno benissimo.
Da un po' di tempo abbiamo anche noi i nostri rituali della buonanotte, come insegna il buon Estivill, amorevole medico senza figli e totalmente digiuno di come li si allevi. E noi gli crediamo ciecamente.

Il raggiungimento dell'ora fatidica della Santa Nanna coincide in genere con funesti barcollamenti da parte del Nano, e con molti discorsi privi di senso in cui la creatura bella di mamma vaneggia su svariati argomenti rigorosamente non pertinenti con la nostra vita familiare, del tipo mamma, c'è un gaccone motto goscio, oppure metti le pette, mamma? babbo edde garradaddo cutelle, vitto?
Il livello di incomprensibilità delle frasi di solito è direttamente proporzionale al sonno. Se sussiste ancora qualcosa di comprensibile, non si deve assolutamente procedere alla pigiamizzazione e al lavaggio dentale, in quanto il soggetto potrebbe non essere pronto e cominciare a dare di matto calpestandomi la faccia e battendo violentemente la testa contro il bandone della testata del letto.
Non appena il giusto livello di sonno viene raggiunto, il Nano viene condotto nel vicino gabinetto, gli viene consegnato lo spazzolino da denti già carico della giusta quantità di dentifricio, e lasciato a se stesso, perchè il vero maschio cazzuto i denti se li lava da sholo. E' importante anche vigilare che il dentifricio non sia a portata di mano, per evitare lunghe scie tricolori e tubolari sul pavimento di cotto, che poi si toglie a bestemmie, gli anni passano e le mamme imbiancano.
Poi si procede allo strip tease, che introduce alla successiva pigiamizzazione. L'operazione viene di solito eseguita dal Gig, che intervalla l'operazione di vestizione con il salto del Nano, la disciplina olimpica del futuro: il Nano viene sollevato verso l'alto a velocità folle, mentre il Gig si procura bicipiti e tricipiti alla Lou Ferrigno, senza dover pagare l'abbonamento a qualche palestra della zona e soprattutto senza dover sottostare all'umiliante rituale della doccia collettiva.
Dopodichè, si dorme.
Arriva la mamma, che nel frattempo si è messa comoda con pigiama anticoncezionale o camicia da notte antistupro, ci si infila sotto le coperte e si procede all'addormentamento.
L'addormentamento può sopraggiungere in due maniere: a secco (ovvero in silenzio perfetto, il mio metodo preferito perchè così posso dedicarmi alla lettura), a messa parlata (ovvero con favola, e rigorosamente partorita dalla fantasia della mamma, che quelle preconfezionate non piacciono. Per ora abbiamo Le avventure di Chicco Cacco e La storia del Cane Tippe e ci bastano), o la temutissima messa cantata.
Se capita la serata della messa cantata, son dolori.
"Mamma, canta"
"Cosa devo cantare, tesoro santo della mamma?"
"Mamma, canta"
"Puoi darmi un indizio?"
"Canta!"
"... Pippi pippi piiiiippi, che nome fa un po' rid..."
"NO! Canta!"
"... nella cantina di un palazz.."
"NO, MAMMA, CHELLA NOO!"
"Amore, ti prego, dammi almeno un'indicazione, fai mmmmmmh e fammi almeno capire che melodia è?"
"Pippa!"
"Amore santo di mamma, la pippa è qui!"
"No, chella pippa!"
"La pippa c'è, è sempre qui, non si è mai mossa"
"NOO, CHELLA DELLA PIPPAA!"
"Ahh, e che cavolo! Ma tu vulive 'a pippa, 'a pippa, 'a pippa..."
"Batta pippa!Ora tutti i gatti"
"Nella cantina di un palazz.."
"Ora batta tutti i gatti, cassone dell'ovo"
Chissà poi perchè la chiama canzone dell'ovo. Mistero.
"Alouette, gentille alouette.."
"Ora batta, mamma. Ora canta il bimbo..."
Inutile dire che l'addormentamento rituale cantato ci spaventa a tutti quanti.
Può andare avanti per ore e non portare a nulla. Può anche generare un Nano ipercinetico che scende dal letto come una furia e va a giocare con il parco mezzi d'opera.
Molto spesso l'epilogo è un Nano sveglio come una lucertola e una mamma beatamente addormentata in un lettone, con un Gig che urla Basta! dalla stanza accanto e un gran treppicare di piedini sul pavimento.

E menomale che abbiamo anche noi i nostri rituali della nanna. Senza di essi, saremmo una famiglia finita.

venerdì 9 gennaio 2009

Nano-music

Come sono intelligenti, i bambini, rispetto a noi.

Perchè lasciare in vita tutte quelle brutterrime canzoni per bambini, che tediano le nostre esistenze di genitori e ci costringono a fare viaggi in macchina di 4 ore e passa al ritmo di Il gatto puzzolone e Cicale e tu lì a cantare mentalmente tutti gli album di Nick Cave per sopravvivere allo scempio, quando se ne può fare comodamente una sola?
Il Nano ha risolto con Il Gatto Campanaro, un pezzo medley che raccoglie tutte le canzoni più tremende del nostro repertorio casalingo.

Il Gatto campanalo Din don dan
(inintelligibile) Pussolone issapone
Pippi Pippi Pippi
(inintelligibile) fa po' lidele
Din don dan tutti i gatti
ma tutti tutti i gatti (e la parola gatti viene evidenziata pronunciandola a volume altissimo e con un'espressione alla Vascorossi incazzato)
Sicale sicale sicaaaaaale
mello del cattello vola e va
Fatelli d'Itallllia
l'Itaaaaalllia TEDESCA...

Non so se prendere queste performances del Nano come un brillante prodotto della fantasia infantile e della rottura degli schemi di noi adulti, che rinchiudiamo un'unica storia in un fraseggio musicale quando ce ne possono stare di più, oppure se portarlo di corsa dallo psichiatra.

Si ignora la fine del gatto campanaro citato all'inizio della canzone.
Probabilmente si è lanciato dal campanile.

mercoledì 7 gennaio 2009

C'era una volta un bambino. Le cronache ciccione.

C'era una volta un bambino alto e magro, dalle guance smunte e dall'occhio di triglia. Questo bambino sapeva dire solo non piashe, e piluccava stancamente dai piatti bocconi piccolissimi che avrebbero lasciato con la fame anche un muggine.
Questo bambino faceva la cacca una volta al giorno, ed erano sempre delle misere cacatine da capretta dei Pirenei, che rotolavano via dal pannolino e se non si stava attenti finivano sotto i mobili a fare da arbre magique ai tarli.

Una mattina questo bambino alto e magro e inappetente si sveglia, e qualcosa è cambiato: la prima cosa che dice, anzi, che urla con voce fiera e stentorea è TOLLA'!, che in lingua nana significa letteralmente zuppone di latte e biscotti.
Da quel momento in poi, il bambino inappetente è scomparso, per lasciare il posto ad un nano iperfagico e perennemente affamato.
Con il semplice ausilio del seggiolone Tripp Trapp, comoda seduta norvegese che ha permesso a milioni di bambini di pranzare allegramente seduti coi propri genitori e di tagliare la corda di fronte ai cavolini di Bruxelles, si può finalmente arrampicare fino allo sportello del frigo e da quello estrarre roba a proprio piacimento, divorarla allegramente e tornare ad appendersi alle cocche del grembiule materno implorando ancora!
Ed è tutto uno sgranocchiar finocchi, orecchiette coi broccoli, avanzi di frittata, cavolfiore bollito e spinaci gelidi, in un delirio iperfagico, lampeggiando sguardi famelici che non avrebbero di certo sfigurato tra i vampiri di Twilight.
E mentre la mamma e il babbo constatano lo sfacelo devastante della loro cucina, il bambino iperfagico si aggira per casa con una fetta di prosciutto cotto in bocca lunga una spanna, che lo fa somigliare tanto ad un cucciolo di alano.
E le cacche emesse da quel culetto rosa si trasformano in un'imitazione casereccia della tettonica a zolle, con tanto di movimenti tellurici in fase di deposizione.
In una settimana, l'aumento ponderale è di un chilo, le guance diventano due bei meloni invernali, e la pancia assume proporzioni imbarazzanti.
"Io maggio le gabbe del tavolo!" esclama orgoglioso il nuovo bambino, l'Iperfagico.
Alla faccia di tutti quelli che mi hanno consigliato di leggere Il mio bambino non mi mangia.
No, perchè se continua così, va davvero a finire che mi mangia, ma coi vestiti e tutto il resto.