sabato 21 aprile 2012

Esempi molto poco calzanti

Il caro Nano è ormai diventato grande, ma non ha abbandonato le vecchie abitudini di un tempo: continua ad aggirarsi curvo per il giardino, con un secchiello in mano.
Se qualcuno gli si avvicina e si interessa alla sua strana attività, egli sarà lieto di mostrargli il contenuto del suo (apparentemente) innocuo secchiello: un pot pourri di orrendi lumaconi bavosi, insetti orripilanti e disgustose larve bianche di coleottero (ma lui dice che sono di fenicottero. Ed in effetti, viste le dimensioni...), il tutto frammisto a foglie di insalata smangiucchiata dalle povere bestie, ed abbondante cacca di lumaca.
Ho provato a distrarlo trasportandolo nella meravigliosa magia degli animalini di peluche e degli album delle figurine dei cucciolotti, ma non è servito a niente se non ad impoverire il conto corrente familiare e riempire la cameretta con l'ennesimo ciarpame di produzione cinese: egli continua a camminare come il gobbo di Notre Dame su e giù per il giardino, urlando di gioia alla scoperta di una ennesima bestiolina da catturare ed osservare.

Il problema è che poi non vorrebbe separarsene.

"Vedi caro Nano, queste bestiole* sono prigioniere. E come tali, soffrono"
"Mamma, ma cosa vuol dire prigioniere?"
"Vuol dire che sono prive della libertà, ed è una cosa brutta. Vedi," continua la mamma, arrampicandosi sulla ripa scoscesa dei diritti umani " questo secchio è una stanza, e tutti questi insetti sono bambini: sono certa che non ti piacerebbe affatto starci rinchiuso per tutto il giorno, senza poter uscire e senza la libertà di poter fare come ti pare"
"Ah, ho capito. E' una cosa tipo l'asilo. Allora ho ragione a non volerci andare."

Ecco. Quando si dice darsi la zappa sui piedi.


*leggasi creature schifose ed abominevoli, brrr.