Visualizzazione post con etichetta son selvaggia e me ne vanto. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta son selvaggia e me ne vanto. Mostra tutti i post

venerdì 7 novembre 2008

Quei giorni

In quei giorni piango per un nonnulla.
In quei giorni, mi insacco in abiti informi ed adotto il look caldarrosta, che tanto indigna mia madre, ma io mi sento meglio così.
In quei giorni, non ho voglia di nulla, se non di mangiare un intero sacchetto da 7 euro e 50 di M&M's (Ememems, per i non-anglofoni. E non Mementos, come dice qualcuno di mia conoscenza).
In quei giorni abbandonerei volentieri il Nano in un orfanotrofio, però in uno arioso e ben ventilato, perchè comunque nonostante tutto io sono una madre attenta.
In quei giorni, sono una bestia e non mi si può dir nulla, mi lavo le mani 32 volte al giorno ed il bidet è il mio migliore amico.
In quei giorni, sono nemica degli elastici e persino la scelta sbagliata di un paio di calzini al mattino ha il potere di distruggermi la giornata.
In quei giorni ho le occhiaie come lo zio Fester, mi ritrovo i capelli a capannuccia del presepe e mi sembra di puzzare, anche se in verità sono consapevole che non è così.
In quei giorni, mi ammazzerei volentieri.
In quei giorni, vivo nel terrore di nuocere al mio prossimo. E per questo motivo rifuggo le occasioni mondane. Quest'anno sto saltando la raccolta delle olive proprio per il suddetto motivo, nonno Alzheimer mi sta lanciando delle maledizioni via sms e probabilmente sarò diseredata.
In quei giorni, mi sento pelosa come un orango e mi viene da depilarmi. E se non sto attenta e disgraziatamente cado preda del raptus antipilifero, comincio a spinzettarmi le sopracciglia e poi mi ritrovo come Anna Oxa, e poi naturalmente mi pento.
Per questo motivo in quei giorni piango per un nonnulla.

Che palle.

sabato 25 ottobre 2008

Sondaggio: il coprimaterasso

Ditemi, che sono curiosa: ma voi lettori del mio blog, lo usate il coprimaterasso?
Ovvero, tra il lenzuolo con angoli ed il materasso vero e proprio, cosa c'è?

1. Un altro lenzuolo di spugna con angoli
2. Una traversa da vecchi piscioni
3. Un bel nulla
4. Altro (specificare)

Vi prego di indicare la vostra origine geografica.
Grazie.


Poi vi spiego perchè.

domenica 24 agosto 2008

Una barbarie moderna: la ricostruzione delle unghie.

Noi donne non siamo mai sazie di torture.
Non ci accontentiamo mai.
Non bastava la depilazione delle sopracciglia, pratica dolorosissima messa in atto da estetiste prive di scrupoli, non bastava la ceretta completa della zona bikini,che fa tracimare il Tigri lacrimatorio durante lo sbarbamento del bulbo pilifero (e dell'Eufrate in fase di ricrescita del pelo, vogliamo parlarne?), i dolori del parto, lo strizzamento dei brufoli e i bigodini alle ciglia. Ci siamo fatte rinchiudere in confezioni di plastica ozonizzata per dimagrire, piazzare su pedane vibranti a far traballare le cicce a ritmo vorticoso, massacrare da massaggi rassodanti, e adesso pure questa.
Sto parlando della ricostruzione delle unghie, pratica ormai diffusissima che rende l'autostima delle mangiatrici delle suddette direttamente proporzionale al loro spessore ungulare.
L'unghia ricostruita è ormai una realtà. Se non ce l'hai, sei una sciattona.
Il processo di ricostruzione dell'unghia è fastidioso come subire lo schiacciamento delle vertebre da parte di una garrota ben oliata.
Prenoti la seduta e in men che non si dica ti ritrovi di fronte ad una signorina vestita con una tunichetta bianca, che ti scartavetra le unghie su tutta la loro superficie, compie tutta una serie di riti magici con una limettona da evasione carceraria, ti mette una roba che sa di attack sulle unghie e ti lascia inerme a sedere su un panchetto con le mani in un fornetto simile a quello degli hot dog, ti dice "c'è da aspettare un attimo, tu stai ferma qui e non togliere per nessun motivo le dita da lì sotto" e se ne va scodinzolando a telefonare al fidanzato. E tu rimani lì, con le mani nel forno, e in quei minuti interminabili in cui la resina bicomponente comincia a fare il suo lavoro ti pruderà il naso, ti arriveranno insistenti telefonate da un numero privato e ti scapperà una delle più furibonde ed incontenibili pipì della tua vita.
Quando l'estetista ti chiederà "come le facciamo?", non lasciatevi trarre in inganno dal suo aspetto sorridente, liscio e glamour: avrà in serbo per voi un qualcosa di terrificante, che vi farà pentire amaramente di averle risposto fai tu, ed uscirete con le unghie verde pastello con fiorellini sul dito anulare, oppure arancioni tigrate con qualche tocco glitter.
Ben presto, ci renderemo conto che avere le unghie ricostruite è come essere a metà strada tra la strega Bacheca e la focomelia. In poco tempo, tutto quello che prima era una cosa semplice e spontanea si trasformerà in un'operazione impossibile, al limite del consentito: il cambio pannolino rischia di diventare alla stregua di un'operazione chirurgica con probabile squartamento di culi nani; l'uso della tastiera del computer sarà difficoltoso e produrrà un accompagnamento ritmato simile al ticchettio che producono le zampette di uno yorkshire sul parquet, maneggiare oggetti piccoli per compiere operazioni relativamente semplici quali attaccare un bottone ad una camicia ci riempirà di orrore e di buchini.
Insomma, in men che non si dica, ci si ritrova a doverci concentrare anche solo per tirar su una zip. E che dire della innaturale durezza delle unghie ricostruite? Ma avete visto che razza di spessore raggiungono con un semplice strato di gel? Certi spessori mi fanno venire in mente la zampa dell'alce, o quei prosciutti infiocchettati che vengono esposti nelle salumerie nel periodo natalizio.
Si può tornare allo stato naturale delle cose dopo aver ricostruito le proprie unghie? Mmh, direi di no. E' un processo senza ritorno, o almeno così pare.
Quando decidi di togliere via tutto il posticcio, l'estetista glamour se la lega al dito e si vendica, sapendo che il pellegrinaggio mensile con munifica elargizione di 80 euro a botta sta per terminare.
La procedura è piuttosto semplice, ma per vendetta ti mettono nello stanzino più brutto, quello senza condizionatore, e ti lasciano con le dita immerse in una roba che puzza di diluente al nitro. E dopo che tutta la schifezza si è staccata, ti ritrovi con le dita praticamente senza unghie, se non si considera una sottile pellicola opaca che ricopre la cima del tuo dito. La sensazione è orribile.
Ti sfugge tutto di mano, non hai più presa su niente, e ti sembra di essere nuda.
A quel punto, implorerai la tua estetista di rimetterti tutto l'ambaradàn, perchè così non puoi sopravvivere.
Ritornerai a stringere il volante della tua auto con le unghie ricoperte da un sottile strato di brillantini blu, rimirerai le perline appiccicate al tuo dito anulare e ripeterai a te stessa: questa è l'ultima volta.
Ma qualcosa, dentro di te, ti dice che non sarà così.

martedì 27 maggio 2008

Le Grandi Scoperte. The day after.

In attesa di partecipare alle Olimpiadi di Pechino nella categoria vagine muscolose, sto facendo esercizio.
La vagina si tonificherà pure, ma mi vengono pure due palle così.

giovedì 3 aprile 2008

Femmina.

C'è una nota positiva, in tutto quello che faccio: sono talmente esposta al pubblico ludibrio che devo per forza rivedere la mia immagine. Allo stato attuale continuo a sembrare un primate appena sceso da un albero, però sono un primate col mascara. Son già a buon punto.
Ad esempio, mi devo truccare. Il trucco per me è la morte cerebrale. Il rossetto mi emigra sui denti, il mascara che ho in dotazione nel mio beauty case (che poi è un calzin-case, dato che invece che i cosmetici è diventata un'agenzia matrimoniale per calzini vedovi) è più vecchio di quello trovato sulle mummie della piramide di Cheope, il fondotinta ormai si sta trasformando in stucco per piastrelle e il blush si rifiuta di collaborare, avendo sviluppato una patina superficiale impenetrabile. In pratica, se alle nove di mattina sembro una versione brutta di Moira Orfei, a mezzogiorno mi sono trasformata in ballerino di Cats. Insomma, si cerca di fare del nostro meglio, ma il margine di miglioramento è ancora molto vasto.
Stamattina ho usato violenza contro una camicia innocente, e un po' me ne vergogno. Risale al mio periodo pre-cicciona, che non è che fosse proprio un'era di magrezza assoluta, ma sempre meglio di adesso. Questa camicia, bianca con il collo a deltaplano, un tempo mi andava larghina. Adesso, tra lacci e laccini del reggiseno, mi fa sembrare una grossa salsicciona di suino appena uscita dal reparto macelleria del Sidis*.
Ma non fa niente, maremmassassina, ci sono voluta entrare lo stesso, nonostante i bottoncini sul davanti avessero emesso gridolini di dolore. Quello in corrispondenza della zolla tettonica, poi, poverino lui, ha proprio cigolato. Non me ne frega nulla, caro il mio bottone. Tu minaccia pure di saltare via, ma sappi che resterai in quella scomoda posizione semi-smutandata fino almeno alle 19.30.
E' da stamattina alle 9.00 che lo riconduco all'ordine. Per ora non salta, ma ho dovuto riabbottonarlo una decina di volte, rischiando la caduta della tetta sul bancone ogni volta.

Adesso ho controllato, secondo me non ce la farà. Ma che non sia mai che mi cambio. Non esiste.
Spero solo che partendo di colpo non ammazzi nessuno.
Intanto, vado a ritoccare il trucco. A tutto c'è rimedio, no?


*Il nostro nuovo sponsor

lunedì 24 marzo 2008

Uova di Pasqua

Il Nemico è tondeggiante, dolce, ricoperto da una carta argentata che crocchia.
Il Nemico è una fonte di goduria dalla quale attingere a piene mani scaglie di pericolosa felicità.
Il Nemico profuma di buono, non ha nessuna parentela con la lattuga, ed è impossibile stargli alla larga. Il Nemico è sottile e proibito, come certi peccati della carne.
Il Nemico, dietro una sfolgorante immagine di prepotente ed onesta allegria, nasconde una sorpresa deludente, come certi giovanotti ben vestiti e col macchinone, che però ce l'hanno davvero piccino, e magari si rasano pure le pelurie per farlo sembrare chissacchè. Dentro il delizioso involucro del Nemico, infatti, noi Lupini abbiamo trovato uno squallidissimo portachiavi con una mela di smalto stinta, assemblata da qualche manina cinese di povero nanetto inesperto, talmente triste che non so se avrò mai il coraggio di usarlo per la chiave del trattore.
E allora, per spazzare via la delusione, si provvede alla distruzione sistematica del Nemico. Così impara. Tiè.

Sto mangiando l'uovo di Pasqua del Nano, per chi non l'avesse capito.

martedì 26 febbraio 2008

Il Nano-malanno.

Il Nano-malanno è un morbo terribile, paragonabile soltanto alla peste suina e ad un pericoloso parassita delle viti. Il Nano-malanno non faceva parte della nostra vita, ma adesso c'è e dobbiamo sorbircelo. E come qualche maligno osa insinuare, non è di certo conseguenza di uno strano ricircolo virale che migra dalla punta del capezzolo della Santa Tetta fin giù nell'organismo nanico, ma un qualcosa contratto chissà come. E io non c'entro nulla, sia ben chiaro.
Il Nano di giorno è un nano qualunque. Trascorre la sua giornata giocando con i cani e i gatti, ravanando nel terriccio da rinvasi e portandosi alla bocca frotte di batteri inferociti, guidando il trattore del nonno e familiarizzando con le peggiori schifezze presenti sulla faccia della terra. Questo secondo la Madre dovrebbe bastare per fornirgli un corredo di anticorpi degno del massimo rispetto.
E invece non è così.
Difatti il Nano, allo scoccare dell'ora x, si trasforma in Moccioso Piagnucoloso. E badate bene, il termine moccioso mai fu più veritiero.
Il Nano soffre di un misterioso disturbo notturno, detto anche Raffreddore dal tramonto all'alba. Roba che neanche un genio delle sceneggiature raccapriccianti come Quentin Tarantino si sognerebbe mai.
Verso le sei del pomeriggio, al Nano comincia a scendere una lunga, lenta candela mucosa giù per il viso, e si riempie di caccole. Diventa una creatura ombrosa e scontrosa, con due occhioni lacrimevoli da fare invidia al Gollum. Il Nano comincia a piagnucolare, e comincia a studiare le persone che lo circondano con molta attenzione, fino poi a designare un prescelto. A questo punto, indossa l'espressione facciale più pietosa di cui dispone, e tendendo gli arti superiori si fa prendere in braccio.
"Uh, poverino, ma cos'ha?" si domanda l'ignaro parentado. E non sanno che il Nano, colto d'improvviso dal morbo, non vuole altro che adagiare le sue tenere guanciotte sui maglioni nuovi unicamente per smoccicarli a vita, rendendo tutto molto poco fashion. Il parentado però di solito si lascia commuovere facilmente, non sapendo che le smoccicate del Nano sono composte da un pericoloso idrocarburo in grado di penetrare nel più profondo delle fibre destinando il capo di abbigliamento alla precoce rovina. E così, ci ritroviamo con nonni, bisnonni, cugini e conoscenti segnati a vita dai mocci corrosivi, con un pessimo effetto di rimando sui lasciti testamentari.
Oggi, per esempio, ha smoccicato su un meraviglioso maglioncino misto cachemere della Nonna Ansia, sul quale avevo messo i miei famelici occhi lupini. Ovviamente, adesso che ha le spalline cementificate, mi piace già di meno.
Se riesco a scoprire un antidoto per le terribili emissioni nasali del Moccioso Piagnucolone, è fatta. Chissà quanti bei maglioncini nuovi mi becco.

domenica 25 novembre 2007

Come distruggere psicologicamente un uomo in poche semplici mosse.

Domenica mattina. Un uomo alto e biondiccio sistema un passeggino nel bagagliaio di una Corolla Verso, mentre una donna piuttosto corpulenta si appresta a sistemare un moccioso vestito di blu su un seggiolino di sicurezza. Dopo non poche difficoltà, saltano a bordo a partono alla volta dell'aviosuperficie: operazione siportailbimboavederegliaerei.
A questo punto, generare un senso di instabilità nel maschio adulto diventa estremamente semplice.

  1. L'aviosuperficie si trova alla fine di una strada sterrata piena di sassi animati di vita propria, che saltano addosso alle macchine, specie se son nuove, giapponesi ed ancora da finir di pagare. Questo causa nel maschio adulto una certa apprensione, mentre nel maschio non adulto la cosa passa nell'indifferenza più completa.
  2. Scoprire che il proprio frugoletto, che sembra apprezzare assai gli aerei nel cielo, non li caga manco di striscio se essi si trovano a terra, e sembra rivolgere tutta la sua attenzione all'enorme ruota di una mietitrebbia parcheggiata lì intorno.
  3. Portare il proprio frugolo a fare un giro nelle campagne, distrarsi un attimo per soffiarsi il naso e ritrovarlo in una pozzanghera assassina tipo sabbie mobili, e ritirarlo fuori completamente marrone.
  4. Caricarlo in macchina e portarlo in spiaggia, distrarsi un attimo per soffiarsi il naso e ripescarlo semiseppellito sotto una duna di sabbia.
  5. Pensare di aver scosso via tutta la sabbia dal corpicino dell'infante, caricarlo con fatica sul proprio seggiolino e scoprire, con orrore, che il maledetto giubbotto di vera piuma d'oca che gli avete comprato e che fa tanto Nano Tattoo, dispone anche di vere tasche riempibili di sassi, sabbia e stecchi fradici. Che ovviamente adesso sono un tutt'uno con la tappezzeria.
  6. Avere una moglie così stronza e cattiva (e cicciona) che vi costringe ad ascoltare De Andrè in macchina per tutto il tempo, e che va pure a pescare le canzoni più tristi apposta per generarvi ansia e disprezzo per il genere umano, proprio voi che eravate partiti coi Primus e animati dalle migliori intenzioni.
Insomma, dai, che ci vuole? Del resto, è così bello starsene anche un po' a casa, via.

lunedì 8 ottobre 2007

Congiunzione astrale negativa.

Una congiunzione astrale negativa regna incontrastata sul Lupinaio, donandoci lo sconforto e lo sgomento.
La prima disgrazia del mattino è stata l'acqua marrone. Non era cocacola, e nemmeno the verde, quella che scorreva dai lupiniani rubinetti, bensì terrosissima acqua marrone. La cosa mi avrebbe anche divertito, se non fosse stato per la lavatrice piena di abiti naneschi chiari, diventati tutti beige. Spero che un ulteriore lavaggio serva a qualcosa, mannaggia a me e a quando ho messo su la roba chiara.
Il Nano intanto si aggirava per casa come un pazzo, piangendo e cercando di arrampicarsi su di me che, incazzata come la dea della tempesta, lo cacciavo via imprecando contro l'acqua marrone. E non sapevo che nell'altra stanza la finestra aperta aveva colpito di rinterzo a causa di una ventata un vaso di vetro atto a contenere batuffoli di cotone, che si sarebbe abbattuto a terra sbriciolandosi in mille pericolosissimi pezzi.
Ad un certo punto della mattinata, mi sono accorta che mancavano i capisaldi dell'igiene domestica, ovvero il cillit bang e il rotolone di carta, e allora ho deciso di correre a comprarli in preda a raptus. Ho messo al Nano l'unico paio di pantaloni rimasti, i cosiddetti pantaloni maledetti, o pantaricchioni che dir si voglia. Sono il frutto di un acquisto sconsiderato, al tempo dei saldi invernali, presi a crescenza e soprattutto dall'improbabile color verde-azzurrino-tendente-al-salvia. Al supermercato almeno tre o quattro vecchiacce hanno guardato il Nano e gli hanno dato della bella bambina. Siccome so che con questi pantaloni o accadono disgrazie (tipo cacata da guinness dei primati, incontenibile e tendente a scivolare guiù per la gamba a inzaccherare calzini e scarpe), o scambiano il Nano per una Nana, direi che realizzandosi la seconda opzione ci è andata davvero bene.
"Ma che bimba adorabile! Come si chiama?"
"Gertrude". E ora, cara vecchiaccia, abbi il coraggio di dire che bel nome, via.

domenica 19 agosto 2007

Pensierino della sera.

Si può morire per eccesso di cocomero nell'organismo?
Secondo me sì.
Ho appena mangiato una quantità ignobile di cocomero (penso attorno ai due chili) ed ora ho come la sensazione di averne il succo sotto pelle, non so se mi spiego, e di stare per morire di cocomerasi acuta.
Per un attimo ho visto tutto nero. Penso che siano i semini che sono finiti dietro le cornee.
La mia pelle è lucida e tesa, e mi sembra di scorgere delle strane strisce verdastre.
Bluarg, spero di fare la pipì nella prossima mezz'ora, altrimenti rischio davvero di crepare scocomerata.
Ed il dramma sai qual è?
CHE STO CONTINUANDO A MANGIARLO.
Non riesco a smettere. E' un suicidio.

lunedì 6 agosto 2007

La mutanda.

Io ho quella che si può definire "una posizione privilegiata". Da dove sono seduta adesso, domino davvero il paesaggio. E nessuno mi vede, merito dei vetri a specchio che hanno installato in corrispondenza del mio meraviglioso finestrone.

Da qua domino tutto, se così si può dire. Vedo gente insanguinata che cerca l'infermeria, vedo innamorati che si strizzano i brufoli senza sapere che dietro lo specchio al quali indirizzano smorfie e boccucce ci sono io, vedo personaggi loschi al telefonino, vedo gente che si cambia, che fuma, che parla. Non sento il sonoro, ma è come se lo sentissi.

Da un po' di tempo va di moda un certo modellino di costume da donna che mi lascia perplessa. E' una specie di perizoma-culotte-mutandina, circonda i sederi in maniera totalmente orizzontale e sta malissimo a tutte. Se hai il sederotto basso, te lo annienta. Se hai le gambe corte, te le accorcia ulteriormente. Se hai il sederone, compie il miracolo della moltiplicazione del culo e dove ce ne sta uno ce ne fa stare 4. Insomma, che si tratti di flessuose sedicenni, o di signore sui quaranta, il costumetto sta male a tutte, ma piace un sacco.
Soprattutto, portato con un bikini spaiato. Ebbene sì. La mutanda deve essere diversa dal reggiseno, altrimenti non si sa cosa succede, ma qualcosa di brutto di sicuro, tipo crollo di cornicione sulla testa, sfiga perenne, clonazione telefonino, brufoli imperituri...
Due ore fa circa si è fermata qua alla mia finestra a specchio una sirena taglia 42, 1m80 di altezza e forme molto vicine alla perfezione (pure bionda, la stronza). Si è messa a togliersi lo spinacio dai denti proprio qua davanti a me. Io non ho resistito, ed ho dovuto vedere che mutanda portava.
Ovviamente, la mutanda orizzontale, variante laccetti laterali.
Possibile? Stava male anche a lei.
Anche il Club Vegliarde a Mollo pare averla adottata. E' stata introdotta a fine stagione lo scorso anno dalla Vegliarda #2 (la Bionda), e quest'anno ha contagiato anche tutte le altre ed ora le vedo tutte là, sdraiate sul cemento, coi sederi pellancicosi e spappardellati verso il centro della terra, a spalmarsi le creme e ridacchiare.
Quest'anno non mi sono mai messa in costume, complice un ingrassamento mostruoso che mi rende pachidermica e recalcitrante a mostrare lo stacco di coscia. Il Nano ha scoperto che la mia pancia rimbomba e trema, facendo vacillare queste trippe lardose che mi avvolgono. E come se la ride, la carognetta.
Non che prima fossi una silfide, certo,ma adesso somiglio proprio a Barbapapà. Ma cosa mi sarà successo?
Quando ho provato l'unico costume che mi entra ancora, e mi sono accorta che per uno strano scherzo del destino vengo fuori tagliata in due dall'effetto mutanda orizzontale, ho deciso che no, il costume non me lo metto. Manco morta.
Sono troppo brutta.
Il 10 agosto mi danno il referto delle mie analisi e dei dosaggi ormonali. Staremo a vedere.

mercoledì 27 giugno 2007

Le ascelle infestate

Sto provando una serie infinita di deodoranti, nella vana speranza che coprano il mio puzzo tremendo.
E' successo qualcosa alle mie ascelle. Non riesco a capire che cosa, forse un tubo rotto, molto probabilmente una perdita dalla rete dei fluidi corporei puzzolenti, fatto sta che sono maleodorante e la gente mi scansa. Mi do anche fastidio da sola. Ieri sera ho speso la cifra più alta mai stanziata da me medesima per un cosmetico, ovvero 27 euro per un superdeodorante, per scoprire stamattina che non funziona neanche quello, e che per la stessa cifra ci potevo mangiare una succulenta tagliata con rucola, avrei puzzato lo stesso ma almeno sarei stata felice.

Credo di essere in putrefazione.