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lunedì 13 settembre 2010

Il bambino indaco

E' mattina, e Lupina in compagnia dei due minorenni si avvia placida e ballonzolante come Baloo verso il mercato cittadino del martedi.
Prima tappa, acquisto di focaccia unta unta unta per il sollazzo palatale del Nano grande (ma anche del Nano piccolo sotto forma di briciole, solo che a sette mesi bisogna far finta di dargli le minestrine e gli omogeneizzati di verdura, e soprattutto i pediatri NON devono sapere), seconda tappa, il mio detestatissimo parco giochi del centro città.



Io devo dire che non sono del tutto asociale, e mi piace persino parlare con la gente, anche se spesso pesantemente decerebrata. Diciamo che riesco sempre a trovare degli ottimi argomenti un po' con tutti. L'unica volta che ho avuto dei grossi problemi è stato con una famiglia di profughi curdi che tentavano disperatamente di dirmi qualcosa in curdo che io non capivo (ma che poi a casa ho realizzato, avevo una lunga coda di carta igienica che mi era rimasta infilata tra i collant e la gonna, praticamente ci sono andata in giro per tutto il paese illudendomi che la gente mi guardasse con ammirazione per quanto ero dimagrita, e invece porca vacca no).
Insomma, io non sono asociale, ma mi metto lì con un neonato in braccio nel mio angolino di panchina, e non pretendo che mi si venga ad attaccare bottone per forza, eh.
Posso anche star lì senza dire una parola se non "stai attento! Non correre sulla trave che ti sfracelli al suolo" senza necessariamente fare conversazione con la gente, non muore mica nessuno.
Ma siccome una tettona seduta in un angolo con un neonato in braccio a mandare sms è una visione che rompe troppo i coglioni, arriva sempre qualcuno con una grandissima voglia di fare combriccola e familiarizzare con la sottoscritta, e così va a finire che io invece di scrivere coraggio scrivo boschio e paura invece che scusa, così chi riceve il mio messaggio ha una prova scritta del fatto che mi sono completamente bevuta il cervello.

E pure l'altro giorno ero lì con il Nano spericolato sulla trave e quello pacioccone in braccio, e tentavo di mandare un messaggio ad una mia amica, quando una mamma veramente veramente veramente alternativa mi si avvicina per -naturalmente- conversare amabilmente di pisce/cacche/pappe/pannolini/dupalle.
"Oddio che carino!" indicando il poppante che masticava placido il laccio di plastica del telefonino, "ma ha la collanina d'ambra per i denti?" mi chiede un tantinello eccitata. No, gliel'ho messa perchè adoro che lo scambino per una femmina, sogno di allevare il nuovo Renato Zero. Ma invece rispondo "Sì, gliel'ho messa un mesetto fa, veramente non so se crederci o meno..."
La mamma-veramente alternativa incrocia la gamba sotto il gonnellone a fiorami. "Ma guarda che funziona veramente, eh! L'ambra ha un GRANDISSIMO potere antisp... antisc... insomma, fa benissimo ai denti, eh! Anche la mia bimba l'ha portata tanto. Tesoro, vieni a vedere che bel bambino piccolo che ha questa signora!"
Dallo scivolo scende un ciclone nano, una bambina di circa 4 anni, dalle leve lunghe, che corre COMPLETAMENTE SCOORDINATA.
E quasi contemporaneamente, arriva anche il Nano, scarmigliato, sudato e anch'esso COMPLETAMENTE SCOORDINATO, il quale si mette a dar fastidio alla bambina scoordinata, creando un quadro d'insieme disturbante come una gita in barca un giorno che c'è il mare grosso (glub, se ci ripenso mi viene la nausea pure adesso e mi vado a mettere i braccialetti anti-mal di mare).
"Nano ti prego, non dar fastidio alla Bambina Col Nome Indiano Che Mi Continua Ad
Uscire Dalla Testa e Che Per Ovviare al Problema Chiameremo da Adesso in Poi Basmati"
"Ma no, non lo devi sgridare" mi rimprovera a sua volta la mamma, "si vede benissimo che anche il tuo è un bambino SPECIALE"
"Eh?"
"Ma sì, è EVIDENTE che anche tuo figlio è un Bambino Indaco!"

Ok, mamma alternativa, è molto bello che tu trovi una definizione alternativa a Grandissimo Rompicoglioni, è commovente davvero. Si vede che ti sei impegnata nel tuo mestiere di mamma, e che quella piccola invasata che strilla come un orango, coi capelli arruffati e la faccia stravolta di sudore ed eccitazione, è nient'altro una dei miliardi di scarrafoni belli a mamma soia ma che tu e soltanto TU vedi come un essere speciale e divino, l'incarnazione di Shiva, Visnù e quell'altro con la faccia di elefante che non mi ricordo mai come si chiama (oppure se me lo ricordo mi dimentico come si chiamano gli altri due).
Mio figlio è differente.
Cioè no, è uguale. La mia banca è differente, ma non c'entra nulla.
Volevo dire un'altra cosa ma non me la ricordo più.

Insomma, volevo dire che è molto bello che tu mi artigli il polso con la tua mano anelluta con le unghie cortissime e lo smalto color vinaccia per comunicarmi che ho un figlio indaco e che devo NECESSARIAMENTE lasciarlo libero di esprimersi come meglio crede SENZA ASSOLUTAMENTE LIMITARLO, ma devi capire che i nostri figli si sono allontanati un po' troppo e stanno probabilmente per morire sotto le ruote di un furgone della TNT Traco.
Raccoglierne i resti indaco con la palettina dall'asfalto, cara mamma-veramente alternativa, potrebbe non piacerti.
E poi ci sarà un babbo-alternativo da qualche parte ad aspettarti, no?
E cosa gli dici? Tesoro la bambina doveva SPERIMENTARE l'impatto dei pneumatici sulla cute umana?
Che cosa ne pensa il babbo-alternativo di questi tuoi deliri? Eh, mamma-alternativa?

Eh no. Non va bene.
Se i nostri due figli indaco adesso si uccidono vicendevolmente a mazzate, forse è il caso di richiamarli all'ordine. Eh lo so, disturba anche me dover intervenire sempre.
Non riesco mai a mandare un sms come si deve, è terribile doversi sempre interrompere.
Soprattutto quando una mano-nana ti ha messo le opzioni del cellulare in turco e non si riesce più a rimettere l'italiano, fatto sta che ormai son due settimane che telefono in turco e ci sto pure facendo l'abitudine.

Insomma, mamma-indaco col tuo gonnellone fiorito e i capelli tinti con l'hennè, sappi che io non cel'ho con te e che mi sei molto simpatica, ma che se non ciai voglia di sgridare la cara Basmati sta tentando di scaraventare alcuni duenni innocenti giù dallo scivolo, trovati una scusa migliore.
Eccheccacchio.

mercoledì 7 luglio 2010

Topless in ufficio. Perché no?

E' un giugno afoso. Lupina ha terminato la maternità, ed è finalmente giunto il momento di rientrare dentro l'ufficio-acquario, dal quale contempla con occhio smarrito il resto dell'umanità che scorrazza felice in costume da bagno (inconsapevole della propria bruttezza, ma questo Lupina è meglio che non lo scriva fuori dalle parentesi, che non è mica tanto messa meglio).

Purtroppo le cose non si mettono bene col Blobfish: la creatura ciclostomica mal volentieri si priva dell'amata puppa, e come il fratello alla sua età, dopo due ore neanche reclama a gran voce l'amata mammella. Viene quindi acquistato un tiralatte, col quale Lupina già un mese prima del rientro al lavoro tenta di tirarsi il latte. Peccato che la puppa lupiniana non sia scema a tal punto da non riconoscere la differenza tra bocca del fanciullo e membrana mezza plastica-mezza silicone, e dopo mezz'ore di tlac-tlac-tlac, si rifiuti di far uscire anche una singola goccia. In compenso il capezzolo si deforma orribilmente durante la pratica, e Lupina alla fine capitola: il Blobfish, grazie al suo carattere amabile e ben poco frignone, verrà caricato in macchina e spostato alla volta del Campeggio.

Cade in questi giorni assolati di luglio, la scadenza della rata d'iccampeggio dei fiorentini, che già da maggio si piantano qua con tutto il pargolame e non si levano dai coglioni fino a settembre inoltrato, recando seco gioia di vivere e grandi ricchezze per noi toscani della costa, rinomati per la nostra povertà d'animo e di denari.
Capita quindi che l'acquario lupiniano si animi di grida disumane di neonato famelico, e capita pure che con impudicizia si sfoggino topless mozzafiato, a solo scopo nutritivo e molto poco di sollazzo. Capita pure che l'Ospite di turno si imbarazzi. Ma a noi, testimonial della campagna allattamento al seno autunno-inverno ma anche primavera-estate, degli imbarazzi non ce ne frega niente e ci mostriamo così come siamo, nudi e crudi nella nostra mammelluta bellezza.

Cliente Fiorentino: "Bongiorno, e son venuto a pagà la rata di'ccampeggio, che tu ce l'hai i' bbancomat?"
Lupina, che sta allattando e quindi ha una delle sue spropositate puppone di fuori: "Certo, mi dia qua che facciamo in un attimo" (così poi si leva dai coglioni alla velocità di una fucilata, ma questo Lupina non lo dice)
Cliente Fiorentino, strabuzzando gli occhi: "Uh diobonino, ma magari torno dopo, visto che sta... ehm..."
Ecco che cala sul Cliente Fiorentino la solita cappa di imbarazzo. Proprio su di lui che faceva tutto il ganzone, è bastata la visione di una orribile tetta deformata con tutte le vene bluastre a fargli passare la voglia di scherzare.
Lupina, con aria stupefatta: "Tornare dopo? E perchè mai? Suvvia, mi dia il bancomat e mi dica a chi devo intestare il pagamento"
Cliente Fiorentino, sempre più imbarazzato: "Ma sa, per il bambino... son cose intime...."
Lupina: "Ma che cose intime, la mi' nonna dava la puppa al mi' babbo direttamente nel campo*, e poi si rimetteva a zappare! Un attimo che le stampo la ricevuta fiscale"

* cosa assolutamente falsa: la mia nonna faceva l'insegnante e non ha mai toccato una zappa in vita sua, ma è un'immagine che in quanto a pathos non la batte nient'altro.


venerdì 29 maggio 2009

Un simpatico regaluccio

Grazie a Facebook, abbiamo ritrovato l'amico C, con somma gioia e gaudio da parte nostra, dato che lo credevamo perduto per sempre nelle nebbie del nord.
L'amico C è un simpatico spilungone trentenne, single, perfetto casalingo. In questi cinque anni ha imparato a far da mangiare in maniera sublime ed è diventato un maniaco dell'ordine e della pulizia. Ha una magnifica casa ordinatissima, fa bucati perfetti ed impeccabili, si stira in maniera maniacale le magliette e non perde un capello manco a tirarglielo con le pinzette da ciglia.
Quindi diciamo che questo potrebbe anche essere un messaggio promozionale: lettrici single del mio blog, fateci un pensierino.
Fine del messaggio promozionale.

L'amico C ha pensato bene di approfittare del primo ponte disponibile per venirci a trovare. Il Nano lo ha adorato da subito, ed ha provveduto a ribattezzarlo Cristo, giusto per creare quel sottofondo musicale di preoccupazione andante per il suo avvenire ormai certo di alto prelato vaticanense.
L'amico C ha pensato bene di rimpinguare l'arsenale di giocattoli con rottura di coglioni incorporata già in nostro possesso con un cadeau che ci ha fatto rabbrividire lungamente: è finalmente approdato in casa nostra il temutissimo Coso Giallo, sotto forma di tenero e morbido pupazzo.
"Ce l'avevamo già, però" afferma sgomenta Lupina, omettendo di dire che l'altro Coso Giallo è stato prima investito con la macchina, poi dato in pasto al pit bull dei vicini.
"Ma questo è particolare: è interattivo!" esclama gioioso l'amico Cristo.
Sticazzi, pensa allarmata Lupina.

E così fu.
Il Nano ha giocato per 24 ore quasi ininterrotte con questo coso informe che canta Sono un bell'orsetto/cicciotto ma perfetto/ ciondoloooo/dondoloooo/ mi trovo giù per terraaaa.
E mio figlio, scellerato, gli risponde.
Coso Giallo: Ciao amico, mi abbracci per favore?
Nano: Non posso, ola guaddo i cartùn
Coso Giallo: Facciamo un gioco?
Nano: T'ho detto di no!
Coso Giallo: Facciamo un gioco?
Nano: Ola no. Che gioco?
Coso Giallo: Facciamo un gioco?
Nano: Che gioco?
Coso Giallo: Ciao amico, fammi il solletico al pancino!
Nano: Nooo, ola vollio fale un gioco!
Coso Giallo: Facciamo un gioco?
Nano: OOOOOH, allola???
Coso Giallo: Sono un orsetto/che ama il vento/se mangio il miele/sono contento
Nano: Ma non è gioco, è cansone!
Coso Giallo: Facciamo un gioco? Mi stringi forte?
Nano (spazientito): No, ola ti picchio con la tlomba!
E afferrando una tromba di plastica, lo riempie di mazzate fino a che il Coso Giallo non resta a terra esanime
Ma dopo qualche minuto..
Coso Giallo: ...Facciamo un gioco?

Il Nano adesso dorme il sonno del giusto, il Coso Giallo invece no.
Ha deciso che deve cantare e svenire sul fianco, per poi ritirarsi su e ricominciare a cantare.
Che poi non ha neanche una brutta voce, solo che il repertorio non è abbastanza vario e forse forse preferivo il povero Mino Reitano, che cantava una canzone sola ma almeno con grande partecipazione e sentimento. Invece questo canta a casaccio, il testo fa schifo e soprattutto dice frasi insensate e poi sviene. E poi si ripiglia. E ricomincia.
Non riesco a trovare lo sportellino delle pile.

Adesso vado ad informarmi sulla salute psicofisica del pit bull dei vicini, sia mai che si sente un po' solo...

venerdì 12 dicembre 2008

Il pericolo della contaminazione

Due giorni fa, come per magia, è comparso sullo zerbino di casa un regalino felino: un enorme topone morto mezzo sbudellato. Il dono è stato accolto con grida belluine, ma come si può facilmente immaginare, non di felicità. La gatta vincitrice del trofeo se l'è tirata fino all'inverosimile ed ha improvvisato una specie di parata a coda dritta, si è scofanata una doppia razione di crocchi e poi è svenuta su un tappetino.

Il topone cincischiato è stato riposto dalla Santa Tamara in un sacchetto di plastica e lasciato sul balcone sotto la pioggia. Io nel frattempo, impegnata nel delirio nanesco prenatalizio, mi sono completamente dimenticata del topone.

Il Gig, una volta tornato dal lavoro, in un ritorno di fiamma di Omino Precisino, ha pensato bene di svuotare i posacenere da balcone dentro a qualcosa, e cosa meglio di un bel sacchetto del Lidl solo e abbandonato in mezzo alla pioggia su un terrazzo d'inverno?
"Ma cosa...AAAAAAHHHHRRRRGGHHHH! Ma è un topo morto!!!"
"Un topo morto e mezzo sbudellato, per la precisione"
"Ma che ci fa dentro al sacchetto?"
"Non lo vedi? Fa il cadavere."
"Sei pazza? Ma perchè non lo hai buttato?Adesso ci contaminerà con la laptosps.. la pstoptpspirosi... la lepsptpst... la malattia dei topi, insomma"
"Hai ragione, ora lo metto in un sacco più grande e lo porto al bidone"
"Nooo, al bidone?? In macchina??? Ma cosa ti dice il cervello? Contaminerai anche la macchina! Pazza, vuoi farci morire tutti???"
"Allora mi cambio le scarpe, prendo l'ombrello e mi avventuro in una strada di campagna di notte nel buio più completo per arrivare al bidone dell'immondizia, in pigiama, col rischio di essere investita da un pirata delle strade di campagna."
"Ma è lontanissimo. Finiresti con l'essere contaminata durante il tragitto! Quel cadavere portatore di peste e morbi mortali va assolutamente rimosso dal nostro terrazzo."

E pensa che ti ripensa, si cerca una soluzione.

Alle 22.30, una Lupina in ciabatte scende silenziosamente le scale del Lupinaio con una busta del Lidl in mano, e nella busta non ci sono ne' biscottini allo zenzero ne' una delle offerte strepitose tipo set di chiavi a bussola - 94 pezzi - a € 49,90, ma un enorme topone morto mezzo sbudellato ed intriso di pioggia, lo scarica in silenzio sullo zerbino della casa paterna.
Ed altrettanto in silenzio se la fila.

Peccato che domattina non ci sarò, quando la padrona di casa si troverà il cadeau sullo zerbino. Ma sentirò le grida.

domenica 24 agosto 2008

E comunque...

Io non sono una brava mamma. Abbandono il Nano coi nonni quando ho voglia di starmene un po' per conto mio, lo lavo solo quando è strettamente necessario, non gli metto neanche abiti stirati perchè ultimamente ho delle grosse pecche dal punto di vista manageriale, lo nutro quando ha fame e non quando si dovrebbe mangiare, lo metto a letto quando ha sonno e non quando si dovrebbe dormire, e in definitiva rispetto poco gli orari. Sono un disastro.
A casa nostra, poi, siamo un po' bestie. Si urla spesso, abbiamo poche regole che quasi nessuno rispetta, ognuno fa il cazzo che vuole (meno che i gatti, loro sì che ci sanno fare), non siamo un cavolo indipendenti ed abbiamo continuamente bisogno l'uno dell'altro anche per la minima sciocchezza.
Insomma, agli occhi di qualcuno questa famiglia potrà sembrare squinternata, ed in definitiva lo è. E poi, abbiamo rinunciato a fare progetti. Gli esempi passati parlano chiaro: se vogliamo perseguire un obiettivo preciso, va sempre a finire che viene fuori tutt'altro. Quando ho provato a fare la marmellata di more è venuta fuori una gelatina, quando ho progettato un maglione per il Gig mi son stufata presto ed è venuto fuori un gilet, quando ho deciso di fare la cucina in una certa maniera -cioè niente piastrelle, ma solo marmo e muretti nudi-, mi sono ritrovata con piastrelle dappertutto e nemmeno un centimetro di marmo, perchè il solaio non reggeva.
Però devo dire che la gelatina di more era comunque commestibile, il gilet del Gig una vera figata e la cucina non è venuta fuori così male.
Insomma, si continua ad andare per tentativi.

Però siamo una famiglia di gente allegra nonostante ciò.
Forse non siamo normali.

giovedì 10 aprile 2008

Drammi Ansiosi

Nonna Ansia è vittima di un subdolo meccanismo che la costringe a sparare cazzate come se piovesse: il revisionismo storico. E' così da sempre. Almeno diciamo da quando la conosco.
Adesso è in piena fase confronti con te da piccina.

Te da piccina all'età del Nano parlavi già correntemente italiano.
Te da piccina all'età del Nano mangiavi già con coltello e forchetta.
Te da piccina all'età del Nano dicevi già grazie, prego, si figuri, e facevi la cacca nel vasino.
Te da piccina all'età del Nano ti soffiavi già il naso da sola e bevevi l'acqua gassata a garganella.
Te da piccina all'età del Nano ti eri già ammalata diverse volte.

E' vero, io da piccina ero troppo una ganza. Ero avanti una cifra. Ed è anche vero che il Nano non si è mai ammalato.

FINO AD ORA.

Adesso, finalmente, il Nano ha la febbre. Possiamo stare tutti più tranquilli, eccheccacchio.
Non era normale questa cosa della febbre. Naturalmente, per Nonna Ansia, è tutta colpa mia.

Nonna Ansia: "Ma questo bimbo ha la febbre! Cosa gli hai fatto?"
Lupina: "Mah, sai com'è, fino ad ora non si era mai ammalato, e ci siamo insospettiti. Abbiamo pensato che non fosse normale, io ed il Gig ne abbiamo parlato, e siamo arrivati ad escogitare questa cosa."
N. A. (in ansia): "Cosa?"
L: "Prima abbiamo provato a spogliarlo tutto nudo e ad esporlo alle intemperie, e non è successo nulla."
N.A. : "Come, alle intemperie?"
L: "Sì, lo abbiamo tenuto un po' nudo in terrazzo mentre pioveva, ma poco poco, giusto una mezz'ora"
N.A. : "..."
L.: "Poi gli abbiamo aperto la finestra in camera da letto mentre dormiva, e anche lì nulla. Poi gli abbiamo tolto tutte le coperte, e ancora niente febbre. E allora sai che abbiamo fatto?"
N.A. " Ma voi siete matti."
L.: "Ma mamma, non ti saresti insospettita anche tu? Questo bambino non sta mai male, lo hai detto anche tu che io alla sua età avevo già avuto la sarcoidosi e l'amiloidosi, e anche il lupus. Abbiamo pensato che fosse un clone, un androide con le sembianze del Nano, un ultracorpo uscito da quei baccelloni del film degli anni '50. Te li ricordi gli ultracorpi, mamma? Ecco, allora pensando e ripensando abbiamo capito: il segreto non è nel freddo, ma nel caldo."
N.A.: "..."
L.: "Lo abbiamo vestito, stravestito, stravestito, con tanti strati di vestiti. Come un bel carciofino. E poi gli abbiamo detto va', corri e suda libero in giardino, Nano. Ed esponiti alle correnti, mi raccomando. Ed ecco qua che bel risultato: il Nano ci ha messo pochissimo ad ammalarsi. Visto che anche lui è un fenomeno come ero io da piccina, Mamma? Eh? Visto?"

Eh, non c'è nulla da fare: siamo troppo avanti, in questa famiglia. E' proprio nei cromosomi.

giovedì 20 marzo 2008

Non c'è pace al Lupinaio.

Certo che in questa casa non si può stare tranquilli due minutini che sian due.

Se mi siedo un attimo al computer per farmi quei cazzini miei che mi piacciono tanto, ecco che arrivano in massa. Prima il Nano, che frigna perchè vuole usare il mouse, poi cambia idea e mi tende le braccine facendo una di quelle maledette espressioni da povero orfanello bulgaro per essere preso in braccio. Io che sono pappamolla e lupinabudina mi commuovo, e non appena me lo appoggio sulle ginocchia esce fuori l'altra personalità del Nano, ovvero Aldo il Ribaldo. Aldo il Ribaldo è la copia sputata del Nano, solo che ha il gel, l'orecchino e invece di farneticare le solite parole a caso (tipo LIDL e SIDIS e PICCINECUNERRO) spara di quei bestemmioni da far tremare i palazzi. Aldo il Ribaldo, benchè sia piccino picciò, ha già capito che se digita XXXXX sulla pagina principale di Google vengono fuori i siti porno, e allora si mette lì con quei ditini da morsi e si spara intere pagine di XXX.
Per fortuna arrivano gli Adorati Nonnini e il Ribaldo viene neutralizzato.

Poi è la volta del Gatto Masticatore. Non si può stare seduti impunemente, in questa casa. Il Gatto Masticatore ti deve venire in braccio a dare le capocciate e a masticarti il cingomma a due millimetri dalla faccia, emettendo delle fiatelle all'acciuga che stenderebbero l'Uomo di Pietra dei Fantastici 4. No, Gatto Masticatore, non puoi baciarmi sulla bocca. Non importa se fai le fusa, non te lo permetto. Non lo permetto nemmeno al Gig di primo mattino dopo una serata di bagordi a base di bagna caoda e con lui ci ho pure concepito un figlio, figurarsi baciare un coso peloso e nero con l'alito all'acciuga.
Che poi a pensarci bene, ho avuto un fidanzato peloso e scuro di capelli e con l'alito vagamente acciugato, e tutti questi problemi non me li facevo, ma all'epoca ero giovine, inesperta e innamorata, non mi rendevo conto. Lo so che mi vuoi bene, Gatto Masticatore, ma cerca di dimostrarmelo in un altro modo, eh? Che ne so, facendo una di quelle cose da gatto normale. Puoi portarmi dei topi, se ti fa piacere, anche dei serpenti, ma ti prego, niente baci sulla bocca.

Una volta sceso il Gatto Masticatore, è la volta della Gatta Spilla da Balia. Lei è davvero insopportabile. Ti si piazza addosso con un tonfo, le sue zampe sono dure e pestano come presse di una fabbrica, e quel che è peggio sono gli ami da pesca alla fine dei polpastrelli. Con lei sulle ginocchia, bisogna stare completamente immobili. Al primo accenno di prurito o di anchilosi, bisogna contenere i movimenti, altrimenti caccia fuori una serie di aghi che ti perforano le cosce, coi quali si aggrappa saldamente ai vestiti e quel che è peggio alla pelle, realizzando delicate scarnificazioni dalle figure vagamente antropomorfe. E' bello calarsi i pantaloni nello spogliatoio della piscina: mentre le altre mostrano tribali e tatuaggetti, tu te ne stai lì a piangere le tue miserie, con le cosce piene di segni rossi che ricordano i graffiti di Lascaux.
Se poi ti venisse voglia di leggere il giornale, è finita: arrivano tutti e tre, il Nano con le sue braccina tese da piccolo fiammiferaio, e i felini che coi loro culoni ti si piazzano proprio sull'articolo che stavi leggendo e cominciano a farsi il bidet in simultanea, togliendoti ogni gusto.
Se avessi un laptop me ne andrei al cesso, ma tanto so già che squillerebbe il telefono, e allora ciao.
Non c' è proprio un attimo di pace in questa casa.

Ti passa proprio la voglia di scrivere.

venerdì 25 gennaio 2008

Gig look

Quando il Gig è fuori casa, io approfitto per toccare tutte le sue cose. Mi sento un po' bastarda, ma non posso farne a meno nemmeno volendo: le cose del Gig le trovi sparpagliate un po' ovunque, e a me tocca l'ingrato compito della raccolta. Nemmeno quando ha seminato il pratino di dicondra la scorsa primavera è riuscito a spargere i semi così bene come fa con le sue cose.
Ma la cosa che mi dà più libidine è mettermi i suoi vestiti.
Ha una tuta da ginnastica (anche se Gig e ginnastica sono due parole che non possono esistere nella stessa frase) che adoro, bordeaux coi profili blu, davvero comoda e sformata al punto giusto. Dentro le felpe del Gig la mia giunonica presenza si riduce a una specie di nano Cucciolo con le maniche sventolanti, ed il mio poderoso culone rimane perfettamente nascosto sotto le gigghiche lunghezze. Il Gig ha degli odorini niente male, e le sue felpe ne portano le tracce indelebili: bagnoschiuma, deodorante, sigaretta. Ed io durante il giorno aggiungo i miei: cacca di Nano, gatto, mentuccia, rosmarino, soffritto.
Talvolta, involontariamente, aggiungo di mio piccoli inconfondibili particolari, per lo più localizzabili sulle spalle e sul davanti: macchie d'unto artisticamente disposte e depositi crostosi di pappa nanesca.
Confido nella scarso spirito di osservazione del Gig, che tanto non vede le macchie come il 98% degli abitanti di sesso maschile della Terra .
Oggi però mi ha sgamato: dalle tasche ha estratto nell'ordine: due fazzoletti mocciosi, un calzino del Nano, una testa d'aglio e dei cotton fioc (non usati, eh). Il consumo di cotton fioc da parte della sottoscritta è secondo solo a quello dei componenti dei C.S.I.
Infatti glieli ho spacciati come reperti della scena di un crimine. Ma mi sa che non l'ha bevuta...

domenica 16 dicembre 2007

Come scoraggiare un sondaggio telefonico.

Drinn Drinn!
"Pronto? Buongiorno, chiamo per conto della UISP Toscana. Stiamo facendo un'indagine sui tesserati. Potrei parlare con Nano Lupino*?"
"Bah, se ci riuscite, fate pure. Ha 14 mesi e non dice neanche mamma.
Nano? Ti vogliono."

*Il Nano è tesserato UISP per il corso di acquaticità.

lunedì 26 novembre 2007

Dalla dietologa. Incontro con un genio.

Ore 11.00, studio della Dottoressa Cattiva.
Entra Lupina, si siede ed attende il suo turno sfogliando Donna Informe.
Entra una ragazza, che si scoprirà essere un Autentico Genio.

Lupina : "Salve".
Ragazza: "Salve, gentile e sconosciuta paziente della dottoressa. Qual buon vento ti trascina qua?"
Lupina: "Eh, sai, sono una cicciona. Non so se si vede."
Ragazza, entusiasta: "Anch'io sono una cicciona! Che straordinaria coincidenza! Tu perchè sei cicciona?"
Lupina (rumore di unghie che grattano su superfici vetrose): "Beh, sai, ho avuto un bambino un anno fa... l'allattamento mi ha fatta ingrassare... ho la prolattina alle stelle... non mi sono sentita tanto bene... ho avuto enormi stress e dispiaceri... Insomma, ho un po' mangiato."
Ragazza, scandalizzata: "Ti piace mangiare??"
Lupina: "Eh, insomma. Sono una che ci dà dentro. E tu, invece?"
Ragazza: "Noo, io odio mangiare. Poi sono molto stressata, vedi, mi son pure venute le macchie sulle mani. E poi ho tutto sballato, un po' di squilibrio ormonale, insomma, son 4 mesi che seguo la dieta della Dottoressa Cattiva e non ho perso un etto."
Lupina, spaventata: "Ma come?? La dieta è la stessa più o meno per tutti, io son dimagrita, guarda 'sti pantaloni come mi ciottolano sul culo, guarda!"
Ragazza, molto tristemente: "Eh, lo so, ma sai, io ho dei problemi ormonali. Pensa che son mesi che provo ad avere un bambino, e non mi viene. Eppure ci diamo dentro, con mio marito."
Lupina, colpita: "Oh, ma dai, mi dispiace."
Ragazza: "Eh, guarda, ho uno sballamento ormonale che non ti dico. Ho sempre la nausea, gli sbalzi di umore, mi gonfia la pancia, ho pure la colite. Pensa che son addirittura tre mesi che non mi vengono le mestruazioni."
Lupina: "Ehm, scusa, non dimagrisci, hai tutte codeste cose costì, ma non è che sei incinta?"
Ragazza, sbalordita: "Incinta? E come si fa a sapere?"
Lupina: "Vai a prendere il test in farmacia, ci fai la pipì sopra e in 4 minuti lo scopri con certezza."
Ragazza, alla quale intanto gli occhi son diventati due sfere enormi e la bocca si è spalancata in una smorfia di autentico stupore: "Non ci avevo mica pensato."

E comunque, per la cronaca, son - cinque e mezzo. La strada è ancora lunga, ma la mia autostima è alle stelle.
Ho pure scoperto che ho perso troppi chili, e che posso mangiare di più.
Viva la vita!

venerdì 26 ottobre 2007

Ansie e non ansie

Oggi pomeriggio, per festeggiare l'inondazione che ha travolto alcune stanze di Villa Lupina, abbiamo deciso di andare ad indebitarci al Mediaworld con l'acquisto di un nuovo aspirapolvere. Mollato il Nano dai nonni, ci siamo sorbiti 40 km di inefficienza totale da parte delle amministrazioni pubbliche nella gestione delle emergenze meteorologiche.
Sì, vabbè, anche noi che ci spariamo tutti sti km per andare a comprare un aspirapolvere (vabbè, non è un aspirapolvere normale. E' lui. E noi amiamo lui, vero Luci?)...

Il viaggio è risultato, ovviamente, noiosissimo. Per ovviare al problema, Gig (uomo ansioso) e Lupina (donna non ansiosa) decidono di scambiarsi i ruoli.
Lupina Ansiosa: "Gig, e se adesso non troviamo il magazzino merci del Mediaworld?"
Gig Non Ansioso: "Noo, ma dai, vedrai che lo troviamo"
Lupina Ansiosa: " E se quando arriviamo lì ci dicono che non c'è e ci tocca tornare domani?"
Gig Non Ansioso: "Ma se ci hanno detto che hanno ancora 4 pezzi!"
Lupina Ansiosa: "Magari la tipa si è sbagliata e noi abbiamo speso una cifra mostruosa per una cosa che non è disponibile, e non ci ridanno i soldi indietro, e magari ci hanno clonato pure la carta di credito, e magari dicono che noi abbiamo sbagliato e ci trattengono questa cifra vergognosa che abbiamo speso?"
Gig Non Ansioso (ma contagiato da una puntina di ansia): "Ma dai, speriamo di no."
Lupina Ansiosa: "E se ci perdiamo e non troviamo più la strada in questa zona artigianale deserta e piena di cartacce?"
Gig Un Pelino Ansioso: " Eh ma dai, allora gufi di brutto."
Lupina Ansiosa: " E se tardiamo per la cena?"
Gig Sempre più Ansioso: "Eh, dai, magari deviamo per la Lurida Città e ci andiamo a prendere un panino da qualche parte"
Lupina Ansiosa: "Ah, sì, bravo! Proprio in quel posto là, dove il furto è di casa! Così ci scassinano la macchina per rubarci l'aspirapolvere, eh?"
Gig In Modalità-Poldo (e quando il Gig entra in modalità-Poldo, nella sua mente non c'è parcheggio inadeguato e bollatura di sportello, ma solo un grande, succulento panino all'orizzonte): "Ma dai, un bel panino con la torta di ceci e le melanzane sott'olio. Ci mangiamo un bel panino con la torta di ceci, eh?"
Lupina Ansiosa: "E così facciamo tardi, il Nano è dai nonni e non è abituato ad addormentarsi senza la tetta, e poi i sensi di colpa? Noi lì a sbafarci i panini, e lui a casa, poverino, a piangere nel buio, mezzo morto di paura e di sonno"
Gig in Modalità-Poldo: "Sì, però un bel panino con la torta di ceci ci starebbe."
Lupina Ansiosa: "Ma Gig, il Nano! Lo abbandoniamo così? Lui ci attende fiducioso, e noi ci presentiamo in ritardo e con le mani unte di melanzana sott'olio? Gig, certe volte sei proprio senza cuore"
Gig in Modalità-Poldo: "Sì, però sai che buono il panino con la torta di ceci e le melanzane sott'olio?"

Morale della favola: di fronte alla fame di panini, non c'è ansia che tenga.

Per la cronaca, il Nano dormiva sul letto dei nonni in posizione crocifisso del Mantegna, dopo essersi scofanato una piattata di pastina con le verdure, il magazzino merci del Mediaworld l'abbiamo trovato al primo colpo e la carta di credito non ce l'hanno clonata.
Lupina ha imparato la lezione: essere ansiosi è una gran fatica, ed è più conveniente ed economico non esserlo.

Il Gig il panino non l'ha mangiato.

martedì 23 ottobre 2007

Scimmie ammaestrate.

Il Nano vive in un eremo. E' giunto il tempo (argh) di portarlo in luoghi frequentati da altri nani per farlo familiarizzare. La cosa in se' non mi creerebbe grossi problemi, se non fosse che gli altri nani sono naturalmente accompagnati da una categoria che solitamente mi fa un po' impressione, ovvero le mamme. Le mamme sono individui a base carbonio, generalmente bipedi, che stanno tutto il giorno a confabulare sulle panchine ed ogni tanto abbandonano la conversazione per lanciare delle grida del tipo :"Aurora, smetti immediatamente di correre! Luigi, non picchiare tuo fratello! Armando, metti giù la signora!".
Le mamme solitamente sono accompagnate dalle nonne, le quali più o meno mantengono gli stessi comportamenti, solo che sono più lente, hanno argomentazioni un po' più circoscritte e sono solite cominciare il discorso con "il mio/la mia invece..."
Io non sono molto portata alle conversazioni nonnifere e mammifere, e mi limito a rincorrere il mio Nano per evitare che ne massacri altri o si faccia seriamente male lanciando pietroni contro se stesso. Tuttavia, qualche mamma o nonna si avvicina per familiarizzare, e allora mi tocca.
"Signora, che simpatico bambino che ha! Isabellissima tesoro santo della nonna tua che ti adora, fai ciaociao al bambino simpatico!"
E Isabellissima, una testolina bionda in mezzo ad uno sbuffo rosa, si sporge verso il Nano e fa ciao con la manina.
"E tu, simpatico bambino, non fai ciaociao a Isabellissima?"
"Ehm, non lo sa fare"
"Isabellissima, fai sentire alla signora come dici il tuo nome!"
E Isabellissima emette un fonema che somiglia vagamente ad un nome umano.
"E tu, bambino simpatico, glielo dici ad Isabellissima come ti chiami?"
"Ehm, non lo sa ancora dire. E' piccolino, ha solo 13 mesi"
"Eh, ma Isabellissima a 13 mesi lo sapeva già dire. Vero Isabellissima amore bello dolcissimo della tua nonna? Adesso Isabellissima fa sentire al simpatico bambino come fa il gattino. Isabellissima tesorino bello, come fa il gattino?"
"Mao"
"Brava Isabellissima! E come fa il cagnolino? Eh, come fa?"
"Bao"
"Bella della tua nonna, e come fa il pulcino?"
"Pao"
"Che brava la mia bambina, vero, signora? E tu, simpatico bambino, li sai fare gli animali?"
E io, a quel punto, mi sono resa conto del mio fallimento come ammaestratrice di scimmie. Il Nano non sa fare un cacchio. Solo il verso del maiale. Non mi è mai venuto in mente di insegnargli cose del genere.
"Nano, fai sentire alla signora come fa il maiale"
"Oink"
"Nano, e la cinta senese?"
"Oink"
"Ed il Nero di Parma?"
"Oink"
"Ed il Gloucester Old Spot?"
"Oink"

La prossima volta che andiamo al parco, vedrò di preparare il Nano anche sul Blanc de l'ouest, sul Welsh e sul Deutsches Weideschwein

mercoledì 17 ottobre 2007

Automobili.

Volete passare un tranquillo pomeriggio di paura?
Volete insegnare nuove parole poco edificanti ai vostri bambini?
Volete sfiorare pericolosamente il cardiopalma, e provare tutte quelle terrificanti sensazioni degne di un thriller di Hitchcock (a patto che si scriva così)?
Andate a farvi un bel giro in macchina col Gig.

Il Gig è un placido omone biondo, dai lineamenti nordici e dalla tranquillità tutta finlandese. Solido e piantato per terra come una libreria dell'Ikea, nasconde tuttavia un'anima nera inquietante, e questa anima nera risiede dentro un guscio di lamiera metallizzata e pelle, sedili in alcantara e autoradio col display a cristalli liquidi. Quest'anima è giapponese, è stata prodotta da una casa automobilistica di tutto rispetto ed offre dei confort ai quali rinuncerei volentieri per riavere il vecchio Gig di sempre.
Sì, perchè non appena il Gig varca la soglia della Toyota Corolla e piazza quel suo secco culo peloso sui sedili anatomici, si trasforma e diventa uno psicopatico nervosissimo pronto alla scazzottata per un nonnulla.
Un tempo guidava una Renault Supercinque, si arrotolava tutto per entrarci dentro ed era molto più tranquillo e menefreghista. Una vecchia che indugiava sulle strisce pedonali veniva tollerata con un sorriso, all'epoca, e le cacate di mosca sulla lamiera passavano inosservate.
Adesso no. Adesso il Gig è diventato una specie di Belva Umana. Gli automobilisti indecisi, che da certe stradicciole di campagna ti si parano davanti, non si rendono conto del meccanismo omicida che innescano: al Gig si iniettano gli occhi di sangue, le mani artigliano il volante e quelle labbra, tanto dolci nel cantare le ninnenanne al Nano, cominciano a pronunciare improperi e maledizioni che farebbero impallidire un bar pieno di portuali.
Io sgrano gli occhi, mi aggrappo al bracciolo del sedile, mi raccomando alle Divinità preposte alla protezione dei Passeggeri Innocenti, e taccio. L'unica cosa saggia da fare.
Il Gig è incontenbile. La sua personalità, evidentemente vittima di una possessione demoniaca da parte dello spirito che abita nella nostra macchina, è totalmente assorbita dalla creazione di parolacce e anatemi.
La carrozzeria è l'altra fissazione del Gig. Deve essere intonsa. Non ha importanza se la macchina è coperta da uno strato di polvere, lo sporco fa spessore e protegge. L'importante è che non ci siano bollature.
E per prevenire i bolli e le cocciature, cosa c'è di meglio che scegliere accuratamente il luogo in cui parcheggiare?
Il Gig, per stare tranquillo, ha ideato alcune semplici regole da rispettare devotamente, quando ci si trova al volante della sua auto (responsabilità enorme che evito accuratamente di tirarmi addosso).
Prima regola: Non si parcheggia a fianco di altre macchine. Il parcheggio deve essere a fila indiana, con una macchina dietro l'altra. Non sono ammessi parcheggi a pettine, quelli a spina di pesce sono tollerati solo in casi eccezionali. Vivendo in Italia, paese con quasi una macchina pro capite, il parcheggio perfetto per il Gig diventa meno probabile di un'eclissi totale. Se queste importanti regole vengono rispettate parzialmente a causa di impegni improrogabili, la cosa causerà emicranie e nervosismi nel Gig, la cui mente rimarrà comunque ad aggirarsi nei paraggi dell'auto, doppiamente incazzata in quanto impossibilitata ad intervenire in caso di sfregi da parte di terzi.
Seconda regola: Occorre valutare attentamente la distanza intersportellica tra la propria auto e quella accanto. Gli sportelli non si devono toccare, pena l'amputazione delle falangi del passeggero disattento, che verrà praticata sul posto con l'ausilio del portellone del bagagliaio.
Terza regola: Occorre valutare anche lo stato generale della macchina accanto. Se la carrozzeria è ammaccata, è segno che il proprietario è un cialtrone che non rispettando la propria dimostra di fregarsene anche di quelle altrui, quindi figuramoci se fa attenzione quando apre gli sportelli. Come minimo con una sportellata te l'ammacca. Quindi vada a caghèr, noi si parcheggia da un'altra parte.
Quarta regola: La Macchina è il Tempio del Guidatore. Il Tempio si rispetta e si venera. Non sono ammesse briciole, sabbia, vomiticci. Figuriamoci le caccole appiccicate sotto i sedili.
Quinta regola: Gli sportelli vanno richiusi amorevolmente, senza botta, e nel rispetto della fragile anima dell'automobile. Chi non rispetta questa regola, vada a piedi. Particolari deroghe sono ammissibili solo in caso di Nano a Bordo, ma senza approfittarne.
Sesta regola: Niente autostoppisti. Lupina, hai capito? Niente autostoppisti, in nessun caso. Nemmeno se sono una simpatica coppia di turisti danesi biondi come il grano e dall'aspetto gentile. Nemmeno se sono simpatiche vecchiette stracariche di borse della spesa. Se sono giovani modelle di biancheria intima smarrite sulle polverose strade della Toscana, magari se ne può discutere. Ma comunque bisogna smetterla di caricare autostoppisti.
Settima ed ultima regola: In macchina il Prossimo diventa il Nemico. Stiamo in campana.

Inutile dire che una gita fuoriporta diventa un incubo. Una volta siamo pure tornati indietro dopo aver fatto sessanta chilometrini, e solo perchè il parcheggio non soddisfaceva l'autista.
Il Gig è tanto sensibile e permaloso, e di sicuro ci rimane male se sa che ho messo in piazza questo suo piccolo vizio.
Inutile dire che quando si prospetta un viaggio da qualche parte, io sudo freddo. Soprattutto penso a quando il Nano sarà in grado di ripetere ciò che esce dalla bocca del suo augusto genitore.
Spero che quel momento arrivi il più tardi possibile.

martedì 16 ottobre 2007

Mercato.

O Voi Anziani che andate a occupare senza fine alcuno i luoghi pubblici deputati al deambulamento della Gente che Deve Fare Acquisti al Mercato, fermandovi dove non dovete, additando gli operai affacendati alla ristrutturazione di una facciata, o più semplicemente scambiandovi opinioni sul governo-meteo-sistavameglioquandosistavapeggio, statevene a casa. E anche Voi che pretendete di spingere una bicicletta carica di vegetali sporgenti in mezzo alla folla additante e vociante, fatevi da parte.
In particolare Voi Anziane Signore, fatevi i cavoli vostri. Se un Nano piange e strilla dal proprio passeggino, può darsi che non abbia freddo. Può darsi anche che non abbia caldo, o fame, o cacca nel pannolino, o un dente in arrivo. E' inutile che mi tacciate di essere snaturata solo perchè indugio un attimo di più davanti ad una bancarella con un pupo urlante al seguito. So benissimo cosa sto facendo. Di pianto ingiustificato non si muore. Si muore di noia, quello sì.
Ma mai quando si è davanti ad una bancarella che offre alle gentili clienti un vastissimo campionario di felpine OshKosh a 4 euro ciascuna, tutte a righine o monocromatiche come piacciono a mamma Lupina, quelle senza toppe iridescenti e uinnidepù ammiccanti.
E se il Nano ulula il suo dolore e a Voi dà fastidio, mettevi una mano sulla coscienza ed ammettete che non siete dispiaciuti perchè soffre, ma per le cacofonie che emette.
E soprattutto, giù le mani da quella felpina arancione con la faccia della zucca di Halloween: è già mia.

martedì 28 agosto 2007

Anziano, dove sei?

Si parlava, l'altro giorno, degli anziani di adesso.

Io sostengo che non ci sono più i vecchi di una volta, quelli autorevoli, dalle quali labbra pendono grappoli di giovani inesperti in attesa di conferme. I vecchi di adesso non sanno mai nulla di nulla. Hanno vissuto un po' di guerra, ma non se ne ricordano, non te la raccontano come invece faceva mio nonno, che aveva perso un occhio in battaglia ed aveva posizioni politiche diametralmente opposte alle mie ma non lo ha mai saputo, ed è morto pensando che io fossi una giovane priva di idee e di spina dorsale, e con il bastone accanto al comodino per minacciare la badante, rea di essere russa e quindi irrimediabilmente comunista.

Gli anziani di adesso sono meno anziani, prima di tutto. Quelli proprio vecchi vecchi li riconosci perchè hanno un altro modo di essere, son più dignitosi.

Quelli che fanno finta di essere anziani, sono quelli che ti passano avanti in posta e al supermercato, che fingono di zoppicare per prenderti il posto in sala d'attesa - sa, io son vecchio - e poi ridacchiano sotto i baffi vedendo che ci sei cascato, quelli che salgono in macchina e si piantano in mezzo alla strada, e sembra che lo facciano quasi apposta per farti far tardi, quelli che inveiscono su tutto e su tutti, che non gli sta bene niente, che osano sostenere che si stava meglio quando si stava peggio, che chi ce li vuole tutti 'sti negri/terroni/nordafricani/cinesi/americani, ma che se ne stiano a casa loro diobonino.
Ricordo di una gita al Lidl, a far la fila per le offerte del giovedì. Ero riuscita ad accaparrarmi l'ultima asse da stiro superfiga, con pure una pista di atterraggio per ferri a vapore, quando una vecchia mi ha tenuta occupata chiedendomi di leggergli delle cose scritte piccine piccine che lei proprio non riusciva manco a scorgere, mentre la sua complice tentava di scambiare il suo carrello col mio per fregarmi l'asse. Quando ho realizzato il losco maneggio, la vecchia ladra di assi da stiro ha tirato fuori la solita storia dell'età, degli acciacchi, dell'ultima asse, dell'essersi svegliata presto, blablabla., e alla fine mi è toccato lasciargliela.

Nemmeno mia zia Rossana, 100 chili di bionda leopardata ultrasettantenne, per me è un'anziana. Nemmeno mia nonna, che è una lagna automunita, è anziana veramente. Non fa la calzetta, non ricama, si leoparda e si pitona ogni tanto, gioca ai cavalli, va al cinema ed ai circoli culturali, ed ha molta più vita sociale di me.

Non è così che deve essere, accidenti. Gli anziani devono stare a casa, fare le file alla posta silenziosamente, lamentarsi degli acciacchi, evitare di iscriversi allo stesso mio corso di aquagym e di pilates dimostrando ancora una volta che sono una patatona buona a nulla. Al limite devono mortificarmi dicendomi che loro, alla mia età, blablabla, ma mi rifiuto categoricamente di cedere il posto sull'autobus ad una signora pitonata, con le scarpe da ginnastica ai piedi e il piercing al sopracciglio. Che vadano a far la fila alla posta o all'anagrafe, o ad infestare qualche anticamera di studio medico come è giusto che sia.
Ohhh, e che cacchio.

Mamma, babbo, anche voi smettete di essere così disgustosamente giovani ed attivi. Siete nonni, che cavolo, comportatevi di conseguenza. Compratevi il soprabito, il parapioggia, le calosce, il grembiulino, gli zoccoli del dottor Scholls, qualcosa che nell'immaginario faccia anziano. La pipa, il berrettino, le scarpine di lana per dormire.
Prendetevi un bassotto, e nutritelo fino all'obesità, e mettetegli anche il cappottino.
Insomma, fate qualcosa che sia da vecchi.
Perchè fino a 3o anni fa chi aveva la vostra età lo era.

Per tutti i nostalgici che avessero voglia di consolarsi un po', ecco un po' di quelli che piacciono a me.

domenica 5 agosto 2007

L'Antipaticona.

Ieri sera, abbiamo avuto la malaugurata idea di andare ad un mercatino dell'artigianato in un paesino qua nei dintorni, pieno di barriere architettoniche per passeggini, e vabbè, questi son paesini medievali, all'epoca l'Inglesina non c'era e nemmeno la Peg Perego, e quindi le strade le facevano decisamente peggio di adesso (che no!?)

Io sono sempre stata una di quelle antipaticone che additano i genitori di nani in passeggino/carrozzina al mercato come genitori snaturati e rompicoglioni. Stasera ero dall'altra parte della barricata.
Ho amputato ditini di piedi infilati in infradito con gli strass, alluci ciccioni di muscolosi giovanotti, persino la coda di un cane innocente, il tutto condito da una sorta di cattiveria ed un certo compiacimento.

No no no. Non si fa. Il Nano dorme, ed io sfrutto il suo mezzo di trasporto per farmi spazio tra quelli che se la spassano senza problemi di orario, antizanzara e tetta.
No no no. Sono proprio un'antipatica.


E rileggendo il post di ieri, pure una stronzetta saccente.