Al mare con Hitler.
Con piglio autoritario e pervasa di pessimismo cosmico, Nonna Ansia è tornata dalle vacanze.
E siccome la vacanza non è mai abbastanza, si è presa un'altra settimana. "Portiamo il Nano al mare, poverino, che è bianco come un fungo prataiolo. E poi così quest'inverno non gli viene la bronchite col laringospasmo", sentenzia Nonna Ansia caricando il bagagliaio della mia Twingo.
"Cosa significa portiamo?" chiede Lupina insospettita.
"Che verrai anche TU. Non vorrai mica mandarmi da sola con quel manigoldo?"
E così sia.
Nell'assordante silenzio di cicale della pineta assolata, tre figure si avvicinano pericolosamente alla spiaggia. Una di queste è più bassa di un metro, ed ha appena fatto la cosiddetta "cacca a sorpresa". Un'altra supera il metro e sessantacinque, indossa un cappello a tesa larga da sciantosa anni '50 e parla a voce molto alta. Le cicale ammutoliscono al suo passaggio. La terza è in ciabatte, ha un costume leggermente pendulo sul retro ed è carica di roba da far paura: trascina un passeggino pieghevole ricoperto di teli da spiaggia, giocattoli, borse frigo. Da qualche parte c'è persino un ombrellone messo per traverso, ma se ne ignora la posizione esatta.
Andare al mare è un lavoro. Bisogna caricarsi di roba, parcheggiare la macchina, ricaricarsi di roba e percorrere chilometri trascinandosi dietro la casetta come le lumache. Arrivare sulla spiaggia sane e salve è un miraggio. E ben presto ci si accorge che non è un traguardo, ma una mera tappa della giornata balneare. I Nani in spiaggia sono di solito molto indaffarati: devono passare in rassegna una quantità industriale di sassi e legni, mangiare della sabbia, rischiare di morire affogati. Le mamme dei Nani non pensino di rilassarsi, macchè: tutto questo trafficare le coinvolge direttamente in prima persona. Non pensino di stare sdraiate a fare lucertolandia o a leggere Intimità, Confidenze o Donna Informe, perchè se lo possono scordare. In spiaggia si sta rigorosamente in piedi, ci si scottano il naso e le spalle e le gambe restano bianche.
Questo è il motivo principale per il quale porto il Nano al mare una sola volta a settimana, e nemmeno tanto volentieri.
Però con Nonna Ansia è tutto diverso. Eh sì.
Innanzitutto, oltre a portare la roba del Nano e la mia, devo pure portare la sua. "Ma tanto che vuoi che sia un borsone Carpisa da 800 litri con qualche pesantissima confezione di olio solare formato famiglia, un paio di bottiglioni di acqua da due litri, la collana dei gialli di Agatha Christie, ed un'ampia scorta di teli da spiaggia? Carichi tutto sul passeggino!" . Nonna Ansia ha sempre soluzioni geniali per tutto. E mentre noi due traffichiamo alla ricerca dell'oggetto giusto al momento giusto nel famigerato borsone, il Nano passa in rassegna la prima tranche di sassi e tenta la fuga.
"Questo bambino è un maleducato" sentenzia Nonna Ansia, da dietro l'occhiale da sole a mascherina. "Tu non sai farti obbedire. Ti faccio vedere io come si fa. Nano! Vieni subito qua! Non ti mettere in bocca i sassi! Non tirarli! Stai dritto con la schiena. Quel giocattolo non è nostro, non si prende. Adesso vieni qua che sei tutto sporco di sabbia, così ti pulisco. Non ti bagnare la testa. Non ti rovesciare l'acqua addosso!", ed io nel frattempo mi siedo comoda. "Nano, non farti rubare i giocattoli dagli altri bambini. Reagisci! Comportati da uomo! Ehi, senti bambino olandese, se non vuoi passare un guaio ti consiglio di girare alla larga, che qua non è aria. Nano, adesso è ora di fare il bagno. Nano, adesso che hai fatto il bagno devi farti la doccia. Nano, adesso che hai fatto la doccia, devi mangiare questa brioscina. Adesso mangia lo yogurt."
Ed il Nano, in tutto questo frangente, è rimasto immobile sulla riva del mare, appena lambito dalle onde, con un sasso in mano ed il cappellino messo storto, con la bocca aperta a guardare la Nonna in modalità Hitler, mentre smanacca, dirige le operazioni, producendo sufficiente energia da alimentare un piccolo cinema parrocchiale. Il Nano disapprova.
Tanto che mi si avvicina, mi agguanta il reggiseno del costume e sospirando sentenzia: "mamma, pippa*."
Hai ragione, Nano. Andare al mare con Hitler è proprio una pippa.
*naturalmente il significato di pippa è un altro. Indovinate quale.
10 commenti:
"uffa"???
Raffa
ps: grazie, nonostante io mi sia molto riconosciuta nella trascinatrice di passeggino (e teli, e acque, merende, formine, palette, il tutto moltiplicato due!) mi sono piegata in due dalle risate, e mi serviva proprio!!
Secondo me, voleva una coccola con la tetta.
Ma di nascosto da Nonna Hitler, che se vi scopre son guai grossi!!!
Povero nano e povera lupina!
Stare sdraiata a fare lucertolandia e a leggere intimità e confidenze: un miraggio. Tra un po' tocca a me, e dato che la piccoletta è cresciuta non sarò più ufficialmente trascinatrice di passeggini piegevoli, ma semplice bestia da soma carica di borsoni da spiaggia.
ps: pippa? devo dedurre che l'allattamento continua? :)
uhdieu!!!!! mi ci rivedo perfettamente!! ps pippa? non mi dirai che voleva il latte... ?
Ho scoperto per caso il tuo blog, e devo dire che sono diventata una tua assidua lettrice ...
Le avventure Lupine sanno essere sempre frizzanti ed ironiche anche nei momenti più drastici, un gran tocco di classe!
Complimenti ancora alla tua famiglia, a Gig, a te e al mitico Nano ispiratore.
tettaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
senti, ma poi... i peppi?
si è scoperto cos'erano?
cioè. qui io continuo a pensarci a distanza di mesi.
no no, io dico che in questo caso il nano voleva intendere proprio pippa...poverino, anche al mare...
:) PIKU
C'è di peggio delle vacanze coi figli...le vacanze coi nonni! Ne so qualcosa pure io, ahimè!
L'anno prossimo, piuttosto di tornare al mare con mia madre, me li porto al mare da sola. E beata te che tua madre si comporta così: la mia ordinava a ME di guardare che Amelia non faccia, non dica, ecc... e intanto si spupazzava Ettore, spesso addormentato. Grrrr!
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