Ho le palle piene di quella gente lì.
Ora si parla di asilo per nani.
Gli Adorati Nonnini del Nano, dopo una settimana full-immersion, non ne possono più di lui e delle sue trovate diaboliche.
I nonni Ansia-Alzheimer, invece, son diventati improvvisamente supergiovani, e meditano di fare lunghe vacanze all'insegna del cazzeggio. Per risolvere il problema Nano, Nonna Ansia si mette una mano sul cuore ed un'altra sul portafoglio e propone: " Ma perchè non lo mandiamo all'asilo? Il bambino ha bisogno di socializzare coi suoi coetanei, non vedi che invece di parlare miagola?"
Nonna Ansia sa come instillarmi i sensi di colpa, e allora ieri, giorno libero lupiniano, sono andata ad esplorare l'asilo per nani, accompagnata da uno dei maggiori intenditori di asili per nani: il Nano, per l'appunto.
L'asilo per nani sorge su un'allegra collinetta inondata dal sole, ad un isolato e mezzo da casa mia. Detto così sembra pure vicino. Solo che gli isolati, da noi in campagna, son larghi e lunghi. E quindi a piedi è meglio non arrivarci, se non si vuol perdere mezza giornata a calpestare cacche di mulo passando per i campi.
L'asilo per nani è un asilo privato, e costa parecchio. Ci vanno i figli dei ricchi, infatti. I figli dei ricchi hanno tutti nomi tipo Gustavo, Goffredo, Frida, Allegra, Guccio, Lapo e Mariabeatricetuttoattaccato. Il Nano ha un nome normale, e quindi già per questo si distinguerà dal gruppo. I figli dei ricchi, a parte il nome e le tute da ginnastica dell'Adidas e della Nike, fanno tutte le cose che fanno i figli dei poveri, e questa cosa mi è sembrata davvero simpatica e democratica: si picchiano, si cacciano le dita negli occhi, si sputano addosso e si spintonano di brutto. Solo che l'ambiente in cui lo fanno è molto più cool di un asilo nido comunale, ma soprattutto senza quei brutti extracomunitari portatori di chissà quali malattie.*
L'asilo nido è gestito da due simpatiche fatine vestite di rosa, entrambe laureate in pedagogia, davvero innamorate di tutti questi cucciolini pelosi.
E brave. Io dopo un minuto e mezzo che ero lì già invocavo Erode e meditavo di farmi chiudere le tube, ma si sa come sono fatta.
"E' previsto un inserimento di due settimane, " mi fa una delle Fatine. Io nel frattempo osservavo il Nano che si arrampicava su un trattore a pedali spintonando via tutti gli altri nanerottoli.
"Ma potrebbe durare anche di più. Tipo un mese, ad esempio."Ed io dovrei stare qua ad osservare mio figlio che si caccia le dita negli occhi con tutti questi altri oranghi per un mese? E per di più, seduta su una miniseggiolina dalla quale mi straborda una gran fetta di sedere? Ma andiamo, non è mica fattibile una cosa del genere. E poi senza nemmeno poter colorare, o fare le costruzioni. No, dai. Un mese di cine-nano non si può reggere.
"Ma non potreste tenerlo rinchiuso in una stanza, se proprio sentirlo piangere e gridare è così disturbante?" chiede Lupi-mostrodimiluochi.
"E' necessaria la presenza rassicurante di un adulto di famiglia. Oppure potresti portare il suo giocattolo preferito." Oddio. Lo sapevo. L'oggetto transizionale.
Non ce l'abbiamo. Non esiste. Sì, vabbè, c'è Stefano il Cabbage Patch, ma il Nano non lo usa esattamente come un bambino dovrebbe fare col suo giocattolino preferito: lo picchia, lo getta dalle scale di testa, tenta di dargli da mangiare dei sassi. Poi, come si suo dire dalle nostre parti, Stefano l'ha un po' avuta. Nel senso che è lurido ed ha degli sbreghi di penna. Insomma, non si presenta bene: diciamo che ha visto giorni migliori.
L'alternativa sarebbe una scarpa da ginnastica paterna, oggetto transizionale scelto dal Nano in persona alla tenera età di 10 mesi, solo che mi crea qualche perplessità in merito all'igiene. E poi il Gig sarebbe in difficoltà, con una scarpa sola.
Insomma, sono un po' dubbiosa. La struttura mi sembra valida, li fanno sporcare liberamente e giocare con l'acqua, non hanno paura di scaraventarli in giardino (che comunque è ben tenuto e recintato) e li lasciano molto liberi. Poi in genere sono pochissimi bimbi, al massimo 10, e ci sono 4 educatrici. E poi paga mia madre, e questo è positivo.
Insomma, son dubbiosa perchè mi dispiace. Mi dispiace lasciare il Nano in un parcheggio per nani, perchè diciamocela tutta, gli asili nido sono un po' anche questo. Ma qua non ci si fa davvero: i nonni rischiano l'infarto, il Nano è un incivile, e l'asilo è l'unica soluzione.
Il dispiacere mi ha aiutato lui a fugarlo in un baleno: ho tentato di rinfilare in macchina un indemoniato che strillava come un'aquila, e non voleva tornare a casa. Il Nano voleva restare coi bimbi. Si è aggrappato con le mani ad una sbarra del cancello, ed indicava la casina delle fate con dei lacrimoni enormi a solcargli le luride guance alla Oliver Twist. Mi sono sentita una cacca, ma l'asilo comincia a giugno, non si può anticipare.
Abbiamo meno di due mesi per procurarci gli asciugamani coi cappiolini, il bavaglio, il biberon e l'oggetto transizionale. Che Dio ce la mandi buona, va'.
* Questa la dedico a quel simpaticone di Bossi. Guardacaso, pure senza extracomunitari, metà dei nani dell'asilo erano a casa invaricellati. Ma pensa te, che batteri potenti.