giovedì 28 aprile 2011

Il camper. Ovvero, come rovinarsi coraggiosamente le vacanze.

C'era una volta una famiglia. E, toccandoci freneticamente le palle, per fortuna c'è ancora.

Questa famiglia pianificò un viaggio in un posto a caso nella Penisola, un viaggio che constava di diverse tappe, e che perciò veniva a costare uno sproposito. Ed era anche una cosa scomoda mettersi lì a cercare alberghetti e b&b, così alla capofamiglia di sesso femminile venne in mente una brillante, fulgida idea: ma perché non si chiede al tu' babbo se ci presta il camper , eh Gig?
Il Gig, dopo una iniziale pausa riflessiva durata giusto il tempo di una seduta in bagno, decise che sì, si poteva fare.

E da qui nasce questa piccola guida al camperismo familiare, che mi pregio di diffondere attraverso le paginucce di questo blog.

Innanzitutto, il camper compratelo. Oppure noleggiatelo.
NON fatevelo prestare dal parente di turno, specie se pensionato e con la mania dell'ottimizzazione.
Mio suocero, ovvero Nonno ASL, ce lo aveva ottimizzato davvero splendidamente. Innanzitutto, ci ha gufato per benino al momento della partenza.
"Andate tranquilli, funziona tutto BENISSIMO. In dodici anni che ce l'ho, non ha mai perso un colpo."

Difatti, a Roncobilaccio il motore ha cominciato a fare un rumorino strano.
"O Gigghe, o che c'è un'ambulanza dietro a noi?"
Il Gig osserva con attenzione gli specchietti
"No, non mi pare proprio"
"Ma sì, senti che c'è un fischio... sembra l'effetto doppler dell'ambulanza, una specie di NENINENINENI. Hai presente?"
"In effetti lo sento anch'io. Ma come mai se accelero aumenta di volume?"
E proprio nel mentre eravamo tutti intenti nella discussione, SBONF! il camper si guasta.
Non è che ci lasci a piedi, eh. Diciamo che smette di andare avanti ai 100 all'ora, e si aggiusta placidamente sui 60, regalandoci sonore strombazzate dagli automobilisti dietro di noi, e magnifici scorci di tratto appenninico.

Allora, mio marito è un bravissimo ragazzo nonchè assai piacente e bello, diciamolo. Anche dotato di un certo savuarfér, che non guasta mai e piace tanto alle donne. E' anche un omino che non perde mai la calma, se non in tre occasioni: 1. al volante diventa una bestia: 2. non sopporta dover dare delle notizie spiacevoli a suo padre; 3. diventa idrofobo in presenza di nani che chiedono di continuo ma quando si arriva? non siamo ancora arrivati? perché non si arriva mai? ma dove andiamo? dove siamo diretti?.
Ah, dimenticavo: 4. non sopporta gli spazi angusti e chiusi.

Direi che la vacanza è cominciata in maniera decisamente incoraggiante.
In pratica, abbiamo percorso circa 300 km a 60 all'ora, con un frastuono micidiale nelle orecchie, perché fondamentalmente siamo due cazzoni incapaci.
Per fortuna il Gig ha avuto il lampo di genio di aprire il cofano del motore, e guardarci dentro.
Eh lo so, forse era la prima cosa da fare, ma noi siamo due dementi ed abbiamo cominciato ad aprire gli sportellini, no, qua c'è il cestino del pane, no, qua c'è la caffettiera, no, qua ci sono i tovagliolini di carta...
Alla fine era un tubo staccato.
E' bastato che il Gig lo rinfilasse a forza con quelle sue manone al posto giusto, ed abbiamo ricominciato a viaggiare come le persone normali.
Peccato che eravamo già arrivati, ma vabbè.

Per il camper, dicevo, ci vuole il fisico adatto.
Dopo i primi minuti in cui eravamo fermi ed in procinto di vivere la nostra esperienza da veri camperisti, abbiamo realizzato con terrore la prima, grande verità: il camperista deve essere una persona magra, possibilmente bassa e con un fisico armonioso e flessuoso. E noi invece siamo uno una stanga di quasi due metri, l'altra una ignobile cicciona.
Difatti abbiamo cominciato immediatamente a starci vicendevolmente sul culo.
"Ma stai attenta a dove metti i piedi!"
"Che cazzo vuoi, che sei sempre in mezzo?!"
"E levati un po' dai coglioni!"
"Ma sempre al cesso, sei?"
"Porca puttana che testata che ho preso in questo stracazzo di letto, ma vaffanculo!"
E via dicendo.
Difatti, a distanza di una settimana dal nostro ritorno, il mio primogenito bestemmia ancora come un turco (cosa che prima non faceva), ed il secondogenito unenne stamattina in banca ha detto culo ad una signora.

Un'altra raccomandazione da fare agli aspiranti camperisti è quella di ricordarsi bene dove mette le cose che servono, tipo la roba da mangiare, salvo poi dover far alzare in piedi tutta la famigliola riunita di fronte al desco (che di notte diventa letto singolo ma che è anche credenza), farle smontare tutta una serie di cuscini ad incastro complicatissimi da rimettere insieme, con conseguente giramento vorticoso di palle.
E attenzione: mentre cucinate, dovete preoccuparvi anche di lavare velocissimamente ed anche asciugare le stoviglie e le pentole che non userete più, pena ritrovarvi con il lavello pieno e non saper dove scolare la pasta delle creature, che saranno già affamate ed urlanti. Ben presto realizzerete che i piani di appoggio sono veramente pochi, e che la distrazione può essere fatale alle vostre falangi. Difatti quasi tutti i cassetti si chiudono a molla, con calamita di sicurezza che va a picchiare precisa precisa sulla radice delle unghie, donandovi così un involontario effetto "ricostruzione col gel", o "effetto unghie delle salme di C.S.I." ( e i fanatici della serie sanno esattamente di cosa sto parlando).

Un'altra cosa con cui dovrete fare presto i conti è la Regina delle funzioni corporali. Quella che regola il nostro livello di felicità quotidiano. Ovvero la Cacca.
Se siete dei caconi, buon per voi. Sappiate però che il camper non è come il cesso di casa: esso non ha un tubo che si immette in qualche fognatura e che porta via la cacca e la vergogna lontane da voi. Esso è invece dotato di un serbatoio che si riempirà delle vostre produzioni, e che dovrà essere svuotato manualmente dal maschio di casa.

Eh sì, dal maschio. Perché pare che i vuotatoi nei campeggi siano SEMPRE nel blocco dei bagni degli uomini, quindi tocca a loro. Del resto, le donne devono partorire nel dolore, no? E allora che sarà mai un po' di merda, specie se prodotta dall'intestino dei vostri amati bambini e della vostra dolce mogliettina? Suvvia, indossate i guanti e datevi da fare.
E sapevate che proprio sotto al water chimico c'è un indicatore col livello di merda, che quando diventa rosso vuol dire che non ce ne sta più dentro? Eh?
Nemmeno noi.
Difatti ci siamo ritrovati, di sabato mattina, a dover viaggiare col rischio incombente di pericolosi traboccamenti ad ogni curva.
Inutile dirvi che l'apoteosi della crisi familiare si è raggiunta lì, dove la cacca ha finalmente la sua rivincita, e tenta di sovvertire l'ordine naturale delle cose impadronendosi del vostro habitat naturale, con una specie di golpe scatologico.

Ce ne siamo liberati, finalmente, munendoci di bicchierino di carta ed armandoci di santa pazienza. Mentre i figli, pallidi e silenziosi, ci stavano a guardare.

Un'altra raccomandazione che mi sento di farvi è la seguente: controllate SEMPRE la guarnizione della caffettiera.
Eh già. Perchè mentre noi eravamo amabilmente appollaiati sui nostri seggiolini, in attesa di gustarci un ottimo caffè, essa ha deciso di porre fine alla propria esistenza, esplodendo.
A parte il fatto che ci siamo un po' ustionati, vogliamo parlare del tracollo nervoso del doverlo comunicare a Nonno Asl, che a quel camper ci tiene come alle cose sante? Al Gig è venuta l'alopecia dal nervoso, quando ha visto che il caffè era ormai diventato parte integrante degli arredi del camper, decorando le tendine con fantasiosi ghirigori. E che dire della faccia di Nonno Asl, quando ha verificato la gravità effettiva dell'incidentuccio domestico? Assolutamente senza prezzo.
E comunque, Nonno Asl c'era. Anche se era a casa a mangiarsi le unghie nervosamente, tormentato dal pensiero della cialtroneria della nuora e del figlio sul suo prezioso camper, il suo spirito era con noi.
Anzi, per l'esattezza era dentro al Tom Tom.
Difatti, Nonno Asl ha pensato bene di diventare un'applicazione del Tom Tom, ovvero quella che dice "camper SERVIS nelle vicinanSe.", con un accento piemontese da paura.
Lo so che voi questa voce qua non ce l'avete. Difatti non è di corredo al Tom Tom, non la si può scaricare dal sito, perché ce l'abbiamo solo noi.
Nonno Asl, nelle fredde sere d'inverno, non sapendo che cazzo fare, si è ingegnato ed è riuscito ad inserire la propria voce, recante questo importante avviso al camperista, nel famigerato marchingegno che ti fa sbagliare strada con eccellente regolarità.
(Non per parlarne male, eh, ma questo maledetto coso insisteva affinché attraversassimo il tratto di laguna da Punta Sabbioni a Venezia direttamente col camper, hai voglia tu a spiegarglielo).
Ogni singola volta che facevamo qualche cazzata (tipo quella di lasciare il tappo del wc chimico nel vuotatoio del campeggio, 200 km prima), ci voltavamo istintivamente verso il Tom Tom e ci facevamo il segno della croce, stringendoci l'uno contro l'altra e tremando come foglie. Il processo di ottimizzazione del Tom Tom si è sviluppato in maniera così totalizzante, che il Nano ha cominciato a rivolgersi a lui come se fosse stato davvero il Nonno, "ma come mai il Nonno Roberto non mangia con noi? Ma come fa a stare lì dentro? Come ha fatto ad entrarci? Nonno, mi vedi? Nonno, mi senti?"

Alla fine del viaggio, quando cominciavamo timidamente a prendere confidenza col mezzo e coi suoi spazi, persino la Voce di Nonno Asl ha cominciato a perdere i colpi. Prima è diventata cavernosa come quella di Hal 9000 quando stava per spegnersi definitivamente, alla fine si è trasformata un lungo mugolio indistinto, destinato a disperdersi nell'etere, "cmperrrrrrrrr srrrrrrvis nlleeeee vcnnssssssssssssssrrgghhhh"...
"Mamma, ho paura! Nonno Roberto è morto!" mi ha comunicato il mio sempre ottimista figlioletto.
"Ma no, ma cosa dici, il nonno è a casa con la nonna. Questa è solo la sua voce che dice "camper service nelle vicinanze". E' una voce registrata, non è lui veramente."
Il Nano ha continuato a guardarmi con sospetto, fino almeno a che non ha potuto verificare di persona l'esistenza in vita del suo amato nonno.

Che non vedeva l'ora di riprendersi il suo amato camper ma che non voleva darlo a vedere, e che si è limitato ad un'occhiata finto-distratta al momento della riconsegna (ma che mi ha telefonato due ore dopo per chiedermi dove avevamo messo i cestini della frutta. Cestini della frutta? Glub!).

E noi siamo talmente pazzi e coraggiosi, che stiamo già pianificando la prossima vacanza.
In camper, ovviamente.


Pregate per noi.