venerdì 31 agosto 2007

L'angolino dei referrers

Donne che osano. Uau. Chissà cosa osano.

Donna picchia uomo sulle palle. E qualunque sia il motivo, fa bene. La vecchietta che abitava sopra di me picchiava il marito col mestolino quando entrava in casa senza pulirsi le suole delle scarpe o sgocciolava la spazzatura, ma non so esattamente dove. Potrebbe anche essere che lo picchiasse sulle palle, in effetti è stato ricoverato per mesi in urologia, la prostata era la versione ufficiale. Poi chissà.

Il mio bambino non vuol fare la cacca. Il mio sì, e di continuo. Se ci fosse bisogno, la fa anche per lui.

Bagno patatona. Deve essere il solito della storia patatona della volta scorsa. Mah.

I sandali dei bambini negli anni 60. Erano brutti. Ma quelli dei bambini degli anni 50 erano pure peggio. Come lo so? Basta vedere le foto della mia mamma da piccina, aveva certe scarpe da brefotrofio che facevano spavento. Lei attribuisce proprio a quei sandali il fatto che ha da sempre le caviglie grosse come cotechini. Anche i sandali dei bambini degli anni 70 non erano poi un granchè, ma poi è arrivata la Superga con quei sandalini morbidi e puzzolenti di gomma, e ci ha fatto correre tutti come dei matti, coi piedi finalmente liberi.

Momenti da Gig.

Raccontino della sera.

"Lupiiiiina, ma di chi sono queste mutande?"
mi grida un Gig appena uscito da una doccia purificatrice, mentre tenta di infilarsi un paio di strane mutande da uomo con i disegnini cachemere bianchi su fondo blu, che lo strizzano irrimediabilmente là dove l'uomo è più uomo e lo fanno sembrare un John Holmes imbananito.
Mi affaccio nel guardaroba. "Tue"
"Sarà. Ma mi stanno troppo piccole. Poi io mutande così non ne porto"
"Mah, veramente quando ti ho conosciuto non eri così sofisticato mutandicamente parlando. Avevi certe mutande stile anni '80, di quelle con l'elasticone colorato in vita, mi facevi morire dal ridere."
"Sì, ma queste non sono mie."
"Saranno del ragazzo di mia sorella, magari ha fatto il bucato ed ha steso davanti ai miei panni e gli ho catturato la mutanda."
Attimo di silenzio. Gig cogitabondo.
"Mi sembrano piccine anche per lui."
"E che ne so, mica so la taglia di Ronzone." Comunque sì, son piccine pure per lui, ma al Gig non glielo dico, altrimenti chissà che pensa.

Giorni dopo, scopro di avere la mononucleosi. Ridendo e scherzando con una coppia di amici, il Gig scopre che si attacca attraverso lo scambio di saliva, e diventa improvvisamente meno mattacchione e ridanciano.
In macchina, breve discussione sulle strane coincidenze che conducono irrimediabilmente alla mia condotta di donna dissoluta, che ruba le mutande all'amante e che si becca pure una malattia da pomicioni.

Il Gig per una settimana mi guarda in cagnesco.
Mettendo in ordine i cassetti, trovo le sorelle delle mutande incriminate: era un set da tre in una bella scatolina trasparente con un paio bianco a motivi cachemere neri ed uno grigio con lo stesso disegno, stessa marca e stessa taglia, e ne manca giusto un paio.
Se l'era comprate da solo all'Ipercoop, aveva sbagliato taglia ed aveva girato per una giornata intera a palle strizzate, e poi aveva rimosso il tutto.

E poi se la piglia con me perchè sono smemorina. Tzè.

Una Stella è arrivata tra di noi

E' nata! E' nata!
Ed è una *Stella*.





Evviva, Ilaria, la volevi tanto ed ora ce l'hai, la tua Stella.

L'ultimo giorno di lavoro di Scirocchetta

Scirocchetta è una lavoratrice stagionale. Nel senso che sta qua 3 mesi, si fa un mazzo tanto e poi si leva di torno, lasciandoci qua a tirare le somme.
Oggi era il suo ultimo giorno di lavoro, è piombata in ufficio piangendo alle 9.45 con una crostata in mano, e se n'è andata adesso sempre frignando.
In questo breve lasso di tempo ha rovesciato due caffè piangendo, ha staccato un centinaio di biglietti sempre piangendo, ed ha raccontato le sue vicissitudini di ieri sera (serata de fuego, in cui è uscita con uno che le piace. Anzi, di cui è innamorata, perchè lei è una donna dalle forti emozioni e si innamora dopo 25 minuti di intensa conversazione) continuando nell'opera lacrimatoria.
L'altra collega, che facendo il suo cambio turno non è abituata alle scirocchiane lacrimazioni, ha cominciato a lacrimare anch'ella per simpatia, così come altre due nostre dipendenti capitate in ufficio per darle l'estremo saluto.
Io me ne stavo tranquilla al computer a riportare dati su dati sulle mie celebri tabelle excel*, quando dal quartetto singhiozzante si è levato un unico grido all'unisono:

"MA TU NON PIANGI!"

Cacchio. Se ne sono accorte.
Come si fa a piangere per una che ha lavorato 3 mesini scarsi e che adesso se ne va a Londra 2 settimane a spendere tutti i soldi, in Calabria a spese dei genitori ed infine se ne torna a studiare il cinese, ma stavolta non nella sua grigia (ma romaaaantica) città del nord-est , bensì a Pechino, dove soggiornerà per 6 mesi in un hotel extralusso? Eh?

Scirocchetta, levati di qui con 'sti occhi pesti e questo moccolo al naso, che altrimenti ne buschi!

Pussa via, sciò!


*: io sono fissata con le tabelle excel. Potessi me le porterei anche a letto, ci scriverei le lettere e le userei indiscriminatamente per fare qualsiasi cosa. Però ultimamente ho esagerato.

mercoledì 29 agosto 2007

L'angolino dei referrers

Quelli di stasera rimarranno scolpiti nella mia vita di blogger come le facce dei presidenti sul Rushmore.
Anche se ho il vago sospetto che digitando una qualsiasi cosa senza senso su Goooogle si capiti proprio qua.

Sesso con camionisti porcelloni, via con la prima ola.

Giocattoli passeggini per bambole, via con la seconda.

Storia patatona, via con la terza.

Mia sorella le ha prese col battipanni, ultima ola.

Che meraviglia. Sono in estasi totale.

Genitori di bambini che non si divertono scrivono a Lupina.

Da: papà_di_bambino_che_non_si_diverte@deliriocollettivo.it
A: lupina@direzionedelparco.com
Data invio: mercoledì 29 agosto 2007 20.08
Oggetto: Piscina bimbi


Spett.le Direzione



vorrei segnalare che, a seguito di nostra esplicita richiesta al Vs. recapito telefonico per sapere se la piscinta bimbi potesse essere utilizzata da un bimbo di 7 mesi, non ci è stato precisato che poteva essere utilizzata purchè il bimbo accettasse una temperatura di circa 28°C (cosa non ovvia, e probabile deterrente per molti genitori all'utilizzo della piscina per i propri bimbi a meno che non siano già a conoscenza del fatto che i loro bimbi si sanno ambientare a tale temperatura, ben diversa da quella indicata dai pediatri per il bagnetto.)

Contestualmente, suggerirei la presenza di un (piccolo) bacino adiacente alla piscina con profondità dell'acqua sufficientemente piccola da essere scaldato maggiormente dal sole: dopo la facuiel ambientazione in tale bacino, un passaggio alla piscina bimbi diventerebbe più semplice.

Distinti saluti,

papà_di_bambino_che_non_si_diverte





"Pronto, ristorante Taldeitali? Sono il Signor Papà_di_bambino_che_non_si_diverte. Vorrei prenotare un tavolo per stasera, ma prima avrei bisogno di alcune informazioni."


"Prego, chieda pure. Siamo lieti di esserle utili."

"Avrei bisogno di sapere se un bambino di 7 mesi si può portare nel Vostro Spettabile ristorante."

"Beh, direi di sì. Da noi vengono a cenare molte famiglie con bambini, il nostro è un ristorante per famiglie."

"Bene, allora veniamo."

. . .

"Buonasera, siamo la famiglia del bambino_che_non_si_diverte, questa è la mia signora e questo è mio figlio. Abbiamo prenotato un tavolo ed abbiamo cenato, solo che il bambino non ha mangiato nulla ed ha pianto tutto il tempo."

"Mi spiace. Posso fare qualcosa?"

"Beh, dovete ridarmi indietro tutti i soldi, altrimenti chiamo il Gabibbo. Non solo il bambino non ha ordinato la cena, abbiamo dovuto pure pensarci noi e gli abbiamo ordinato un piatto di pappardelle al cinghiale. Adesso come la mettiamo, eh?"

"Ma le pappardelle al cinghiale non sono adatte ad un bambino di 7 mesi! "

"Guardi, guardi anche lei: lo metto davanti al piatto e nulla, non mangia. E' triste, guardi che faccino, poverino! Ma quando ho telefonato ho chiesto se il Vs. Spettabile Ristorante fosse adatto ad un bambino di 7 mesi, voi mi avete detto di sì. E'una truffa! Adesso mi dovete restituire i soldi, altrimenti vengo col Gabibbo, eh!"

Ok, fine del sogno ad occhi aperti.
Ma adesso io a questi cosa cavolo rispondo?

Ma come avranno fatto a sapere la temperatura dell'acqua? Stai a vedere che vanno in giro col termometro...




martedì 28 agosto 2007

Bambini che non si divertono.

In effetti, sto scrivendo troppo ultimamente, ma ho dei tempi morti da riempire, e sono davvero atroci le ore trascorse a far finta di lavorare su fogli excel, però questa cosa qua la devo troppo raccontare.

Suonano al citofono dell'ufficio. Fuori ci sono una coppia sui quaranta anni con un bambino piccolissimo in un passeggino. Hanno uno sguardo strano, allucinato, che dovrebbe darmi già un indizio sullo stato mentale, ma non ci faccio caso.

"Chi è?"

"Salve, siamo due clienti. Vorremmo fare una segnalazione"
Li faccio entrare.
"Senta, io vorrei fare una segnalazione"
Sfodero il migliore dei miei sorrisi: "Prego. Qualcosa non funziona?"

"No, volevo segnalare che mio figlio non fa il bagno".

"Prego???"
"Sì, non vuole fare il bagno".

Attimo di lupiniano imbarazzo. "Ah, capisco. Ma il figlio chi sarebbe? Questo bambino piccolo qua?"

"Sì, questo bambino. Non vuole fare il bagno."

"In che senso, mi scusi?"

"Sì, insomma, lo metto nell'acqua nella vasca dei bambini, con la ciambella, e lui piange."

"Ehm, mi scusi, ma io cosa ci posso fare?"

"Io ho telefonato ieri per sapere se il parco acquatico era adatto anche ad un bambino di sette mesi, e mi avete detto di sì. Invece mio figlio non si diverte. Sta lì fermo e piange. Voi mi avete truffato, questa è una truffa! Io vado a Mi Manda Rai 3! Io chiamo il Gabibbo!"

A questo punto, il sospetto di trovarmi di fronte a due persone poco sane di mente diventa realtà: finalmente, interviene la moglie a fugarmi ogni dubbio.
"Sì, signorina. Non lo vede come è triste, poverino? Non si sta divertendo! E noi siamo venuti per quello: PERCHE' IL BAMBINO SI DIVERTA!"
Oddio. Mi azzardo a rispondere: "Ma scusate tanto, ma voi siete venuti qua perchè un bambino di sette mesi si divertisse? Pensate che per lui faccia una qualche differenza stare qua o stare al mare?"
Ecco. Lo sapevo. Adesso li faccio incazzare ancora di più. Ma perchè non me ne sono stata zitta?

Al che la signora inviperita mi risponde: "Noi volevamo regalare a nostro figlio UNA GIORNATA MEMORABILE, ed invece voi gliela avete rovinata! Adesso è triste, guardi qua che faccino mogio! Ed è tutta colpa vostra! E lei, " mi fa con il più totale disprezzo, " si vede benissimo che non è una mamma e che non capisce niente di bambini!"
. . .
E' il momento di sfoderare il sorrisone a 32 denti. Facciamoci coraggio.
"Signori, volete la restituzione del costo del biglietto? Accomodatevi pure alla cassa!
E a questo bel bambino mogio mogio regaliamo un bel pelouche della mascotte del parco! Arrivederci a presto!"

Non c'è limite al peggio.


Anziano, dove sei?

Si parlava, l'altro giorno, degli anziani di adesso.

Io sostengo che non ci sono più i vecchi di una volta, quelli autorevoli, dalle quali labbra pendono grappoli di giovani inesperti in attesa di conferme. I vecchi di adesso non sanno mai nulla di nulla. Hanno vissuto un po' di guerra, ma non se ne ricordano, non te la raccontano come invece faceva mio nonno, che aveva perso un occhio in battaglia ed aveva posizioni politiche diametralmente opposte alle mie ma non lo ha mai saputo, ed è morto pensando che io fossi una giovane priva di idee e di spina dorsale, e con il bastone accanto al comodino per minacciare la badante, rea di essere russa e quindi irrimediabilmente comunista.

Gli anziani di adesso sono meno anziani, prima di tutto. Quelli proprio vecchi vecchi li riconosci perchè hanno un altro modo di essere, son più dignitosi.

Quelli che fanno finta di essere anziani, sono quelli che ti passano avanti in posta e al supermercato, che fingono di zoppicare per prenderti il posto in sala d'attesa - sa, io son vecchio - e poi ridacchiano sotto i baffi vedendo che ci sei cascato, quelli che salgono in macchina e si piantano in mezzo alla strada, e sembra che lo facciano quasi apposta per farti far tardi, quelli che inveiscono su tutto e su tutti, che non gli sta bene niente, che osano sostenere che si stava meglio quando si stava peggio, che chi ce li vuole tutti 'sti negri/terroni/nordafricani/cinesi/americani, ma che se ne stiano a casa loro diobonino.
Ricordo di una gita al Lidl, a far la fila per le offerte del giovedì. Ero riuscita ad accaparrarmi l'ultima asse da stiro superfiga, con pure una pista di atterraggio per ferri a vapore, quando una vecchia mi ha tenuta occupata chiedendomi di leggergli delle cose scritte piccine piccine che lei proprio non riusciva manco a scorgere, mentre la sua complice tentava di scambiare il suo carrello col mio per fregarmi l'asse. Quando ho realizzato il losco maneggio, la vecchia ladra di assi da stiro ha tirato fuori la solita storia dell'età, degli acciacchi, dell'ultima asse, dell'essersi svegliata presto, blablabla., e alla fine mi è toccato lasciargliela.

Nemmeno mia zia Rossana, 100 chili di bionda leopardata ultrasettantenne, per me è un'anziana. Nemmeno mia nonna, che è una lagna automunita, è anziana veramente. Non fa la calzetta, non ricama, si leoparda e si pitona ogni tanto, gioca ai cavalli, va al cinema ed ai circoli culturali, ed ha molta più vita sociale di me.

Non è così che deve essere, accidenti. Gli anziani devono stare a casa, fare le file alla posta silenziosamente, lamentarsi degli acciacchi, evitare di iscriversi allo stesso mio corso di aquagym e di pilates dimostrando ancora una volta che sono una patatona buona a nulla. Al limite devono mortificarmi dicendomi che loro, alla mia età, blablabla, ma mi rifiuto categoricamente di cedere il posto sull'autobus ad una signora pitonata, con le scarpe da ginnastica ai piedi e il piercing al sopracciglio. Che vadano a far la fila alla posta o all'anagrafe, o ad infestare qualche anticamera di studio medico come è giusto che sia.
Ohhh, e che cacchio.

Mamma, babbo, anche voi smettete di essere così disgustosamente giovani ed attivi. Siete nonni, che cavolo, comportatevi di conseguenza. Compratevi il soprabito, il parapioggia, le calosce, il grembiulino, gli zoccoli del dottor Scholls, qualcosa che nell'immaginario faccia anziano. La pipa, il berrettino, le scarpine di lana per dormire.
Prendetevi un bassotto, e nutritelo fino all'obesità, e mettetegli anche il cappottino.
Insomma, fate qualcosa che sia da vecchi.
Perchè fino a 3o anni fa chi aveva la vostra età lo era.

Per tutti i nostalgici che avessero voglia di consolarsi un po', ecco un po' di quelli che piacciono a me.

lunedì 27 agosto 2007

L'angolino dei referrers

Nostra Signora dei Referrers
prega per noi.

O tu Utente che cerchi uno scaldacera grande e trovi questo blog, abbi pietà di noi.

E tu che sei stato colpito da virus agosto 2007 no febbre, abbi pietà di noi.

E tu che sei curioso di vedere i piedi di un nano ed incappi in questo blog, abbi pietà di noi.

Tu che cerchi l'Ipercoop e ti ritrovi qua, accogli la nostra supplica.

Tu che cerchi il blog lupina, sei nel posto giusto.

Tu che cerchi la più cicciona del mondo, non sei nel posto giusto.
Ma quasi.

Outing

Va bene, me la sono voluta io.
Vanity Fair non è la mia lettura peggiore.

La mia lettura peggiore è senza dubbio questa

Ma non lo compro sempre sempre, solo una volta ogni tanto.

E' l'ideale per la stitichezza. Non deve mai mancare nel proprio bagno.

Giornatina niente male.

Stamattina, ennesimo prelievo di sangue. Mi alzo dal letto alle 6.30 con un mal di testa da paura, mi vesto, cambio e lavo il Nano che ha pensato bene di anticipare di un paio di ore la sua cacca mattutina, mi sciacquetto ascelle annessi e connessi velocemente, e mi slancio verso la macchina, essendo già io in ritardo clamoroso.
Occorre precisare che il prelievo di sangue, per la popolazione che abbia compiuto i sessantacinque anni, pare che sia un evento mondano senza precedenti. Ho passato l'intera gravidanza a farmi togliere litri di sangue, e non ho mai e dico MAI avuto la soddisfazione di essere tra i primi 10, ma cosa dico, tra i primi 25: c'erano sempre quei vecchietti che barcollando sulle loro anche bioniche arrivavano prima di me. Seguendo i discorsi di due vecchie, una volta, ho captato il seguente discorso: "A me lo vengono anche a togliere a casa, il sangue".
"Ah, sì, anche a me. Ma io preferisco venire qua, anche se devo prendere 3 pullmann, però vuoi mettere? Se succede QUALCOSA DI GRAVE almeno sto tranquilla." "Ah, sì, hai proprio ragione". Ma cosa vuoi che succeda? A 90 anni, se succede QUALCOSA DI GRAVE, cosa vuoi che sia? Al limite schiatti, ma ci sarai preparata, si presume. Ma noo, molto meglio andare ad intasare un laboratorio di analisi al mattino presto. Così magari quei disgraziati che devono fare la curva glicemica stanno digiuni fino a mezzogiorno e mezzo. Sai quante donne incinte ti saranno riconoscenti?
Vabbè, basta con le polemiche e con gli inciso .
Insomma, vado per accendere la macchina, e la macchina non si accende. Fa click click un paio di volte, poi più nemmeno quello. Morta. Schiattata. Defunta.
Per fortuna vedo uscire il mio babbo, che mosso a compassione mi accompagna.
Arrivo al laboratorio di analisi, aspetto 40 minuti (soltanto. Un record.), mi succhiano il sangue, mi attaccano uno di quei cerotti tremendi che mi strappano tutti i peli dal gomito, compro Vanity Fair e distrattamente lo appoggio su una seggiolina della sala d'aspetto, e me ne vado. Non appena mi rendo conto di averlo dimenticato, torno indietro, ma già è stato inghiottito dalla voracità di qualche anziana signora. Nessuno osa fiatare, solo sguardi miopi e colpevoli che si incrociano da dietro la prima pagina del Tirreno. Decido di lasciar perdere, e tiro di lungo.
Dopo aver vagato 10 minuti nel parcheggio senza ricordarmi che la macchina era a casa esanime sotto un albero, mi incammino a piedi verso la stazione degli autobus, distanza stimata 4 km.
A me piace un sacco, camminare. Cammino volentieri. Se non dovessi ANDARE A LAVORARE ALLE 9.00. E allora, conviene correre. Ed io ODIO correre, perchè si suda, mi sballonzolano le cicce ed in definitiva sono uno spettacolo penoso. Veder correre me è paragonabile solo al finale di The Elefant Man: si piange. E basta.
Mentre sono lì che faccio sballonzolare il lardo, mi telefona il Gig. Dal sottofondo di pianti isterici deduco che sia un pelino in difficoltà. Stamani lui è a casa con il Nano, il quale sta attraversando un periodo piuttosto "creativo", mettiamola così. E per creativo si intenda spaccatutto fuori controllo.
Mi comunica un po' affannato che il Nano ha rifatto la cacca, ma stavolta una montagna intera. La cacca inarginabile è persino scappata via dal pannolino e dai pantaloni (nuovi), ed ha inondato il lettino le cui lenzuola sono state messe nuove nuove ieri mattina. Mi chiede cosa deve fare. Io sarei tentata di dirgli di rivolgersi direttamente ad Erode, ma glisso.
Arrivo sull'autobus, e naturalmente c'è da aspettare.
Ma chi ti becco, comodamente seduta su un seggiolino?
La vecchietta che era accanto a me!
E con la mia rivista in mano.

Si prospetta una giornatina davvero interessante.


Quizettino.
Cosa avrà fatto Lupina? Come si sarà comportata in questa spinosa situazione?

Opzione A- E' rimasta indifferente, tanto Vaity Fair fa cacare
Opzione B- E' rimasta indifferente, ma ha approfittato della prima scossa dell'autobus per cascare addosso alla vecchia e cacciarle un gomito in un occhio
Opzione C-Ha affrontato la vecchia, invocando la Giustizia, e pretendendo la restituzione del maltolto. Ha citato pure le Catilinarie per dare più enfasi all'orazione, ma sbagliando qualcosa perchè non se le ricordava.

Si vince una giornata in un Parco Acquatico Italiano. A sorvegliare un Nano, mentre una cicciona si abbronza.

domenica 26 agosto 2007

Colleghe

"Mamma, ma allora? Come stai?"
"Mh, e ti è passata la colica? Hai preso qualcosa? Ma hai cagato sciolto? Mamma mi senti? Ti ho chiesto se hai cacato sciolto. HAI LA DIARREA? MAMMA, NON PRENDE IL CELLULARE, DEVI URLARE PIU' FORTE. T I H O C H I E S T O S E H A I C A C A T O S C I O L T O !"

E' sempre bello lavorare negli uffici moderni, coi tramezzi invece che le pareti, quando la tua collega ti dice che deve appartarsi un attimo per chiamare casa, in quanto ha problemi familiari.

sabato 25 agosto 2007

Magic moment

Noi Lupini siam così, un po' rustici come gli antichi gentiluomini di campagna.
Poco propensi alle smancerie, siam tuttavia vittime di quei magic moments che capitano sì o no 3 volte in un anno, ma che hanno la capacità di commuovere un orco fino alle lacrime.

Stamattina, dopo il bagnetto, il Nano stava abbracciato alla sua mamma nel letto, tirando lunghe ciucciate dalla tetta.
Il sole del primo mattino si posava su quei riccioli dorati e sulla pelle lievemente ambrata e profumata di biscotto e lui, con quegli occhioni di velluto nero fissi nei miei, sembrava dirmi "mamma, l'universo intero schiude le sue braccia attorno a noi, e a questo nostro amore".
Mi è venuto da piangere. Non ho potuto fare a meno di pensare che queste sono le gioie della maternità, e se ne stanno nascoste in uno sguardo d'amore in un mattino assolato di fine estate.
Mentre ero là con l'occhietto umido che accarezzavo la adorata testolina del mio bambino, consapevole della breve durata del magic moment, ecco che il fagottino profumato si stacca, mi sorride e, con tutta la forza che ha, mi caccia un ditino nella narice sinistra, provocando anche la rottura di alcuni vasi sanguigni.
Mentre me ne sto nel bagno a controllare allo specchio l'entità del danno, sento lui che dall'altra stanza emette risatine sataniche.
Evidentemente per tutti i componenti della famiglia Lupina esistono i magic moments.
Purtroppo però non coincidono.

venerdì 24 agosto 2007

Pericoli casalinghi in agguato.

Oggi sono andata a trovare la mia nipotuccia acquisita, la Fata Zuccherina, 3 chili e mezzo di bellezza urlante e scalciante, un demonietto di 15 giorni precisi.
Mi è venuta una gran nostalgia della pancia e del Nano neonato, anche se già lasciava presagire il pazzo che sarebbe diventato. Anche il Nano era visibilmente commosso: dopo aver smontato pezzo per pezzo la cameretta della bella Fatina, infatti, si è messo inspiegabilmente a piangere.
La famiglia della Fata Zuccherina è formata da due persone alle quali voglio moltissimo bene, ma che distano migliaia di miglia dal mio modo di intendere la vita. Intorno a loro, è tutto bellissimo.
Anche la Fata è uno schianto. Ed i suoi genitori, pure. Quando li vedo, mi viene sempre un po' di tristezza pensando a quanto siamo scalcinati noi Lupini, con le nostre panze debordanti e le nostre bruttezze difficili da nascondere.

Casa loro è lo specchio del loro modus vivendi: è pulita, bianca, essenziale, ordinatissima. La cameretta della Fata è bellissima, perfetta. Tutto coordinato sciccosissimo, giocattolini artisticamente disposti sulle mensole, niente uinnidepù (grazie al cielo). Hanno già predisposto alcuni accorgimenti per quando gattonerà.
"Ma la Fata ha 15 giorni di vita! Non pensate di essere stati un po' precipitosi?" ho azzardato. E per tutta risposta mi sono beccata uno sguardo di muto rimprovero.
Casa mia in effetti è un coacervo di pericoli: non ho messo un copripresa che sia uno, niente paraspigoli, ci sono pezzi piccoli tutti da inghiottire, peli di gatto, per spostarsi da una stanza all'altra bisogna fare lo slalom tra i giocattoli e certe volte ci sono certe cataste di panni da stirare che pendono pericolosamente sbilenchi come la torre di Pisa. Ed io non sono di certo una di quelle che sta sempre attenta a cosa fa il Nano. Insomma, sono una snaturata, ma questo lo sapevo già. "Snaturata e probabile causa di pericolosi danni e ferite lacero contuse a questo povero bimbo!" mi fa la Nonna della Fata, comparsa come per magia da quello che sembrava un incrocio tra l'astronave madre di Incontri ravvicinati ed una cabina del telefono (ma che in realtà era il bagno). Il Nano, intanto, tenta di sfilarsi il pannolino senza togliersi i pantaloni, roba che neanche Houdini da piccolo aveva mai osato tentare. Ma inutilmente, tanto nessuno lo caga, tanto è bella la Fata Zuccherina.
"Bisogna prevenire, pensarci per tempo".
Oddio, hanno ragione. Penso alle scale a rotta di collo che collegano la mia terrazza al piano di sotto, e immediatamente realizzo che non abbiamo pensato al cancellino per arginare le rotture dell'osso del collo del Nano, e lo vedo già in fondo alla scala, contorto come Laocoonte coi figli, mentre mi guarda con odio feroce e muto rimprovero.
Possibile non aver pensato ai cosi per tenere chiuso il frigorifero e i cassetti (ma come si chiamano?), ai paraspigoli e ai copripresa? Ma come mai non ci abbiamo pensato?
Me ne vado inquieta da tutta questa perfezione.

Però prima gli faccio la pipì in giardino.
Resterà la macchia sull'erba?

L'angolino dei referrers

Questa rubrica mi ammorba il blog, lo so, ma non so davvero resistere al fascino selvaggio dei referrers di oggi.

Un utente di Goooogle si interroga molto esistenzialmente: perchè a me?
E come per magia, arriva qua.

A qualcun altro, forse in procinto di partire per l'Isola d'Elba, pare giusto mettere le mani avanti, e cerca informazioni sulle zoccole elbane. Così, per partire tranquilli. Come se io ne sapessi qualcosa.

Altri sono alla ricerca di informazioni sul masochismo, della solita zanzara, altri hanno problemi di coliche del cane di piccola taglia, altri ancora, in procinto di recarsi dal parrucchiere, cercano in rete qualche idea per una nuova pettinatura, che so, capelli taglio liscio aplomb (dove per aplomb si intende un taglio che non perde mai la calma, ma resta lì tranquillo e pacioso sui suoi bulbi piliferi? Bboh?).

C'è anche chi arriva qui alla ricerca della ricetta per la tachipirinha, che non è nient'altro che un cocktail a base di fragole, cachaca e paracetamolo che fa benissimo alla salute e all'umore.

Insomma, ce n'è per tutti i gusti, e son solo le quattro del pomeriggio.
God bless referrers!
Alleluja!

giovedì 23 agosto 2007

L'angolino dei referrers

Nome dell'antenato portatile del giradischi. Ehi, tu che sei arrivato qua cercando questo misterioso oggetto (la fonovaligia), senti un po': mica ti interessa uno di questi cosi? Non è che ne vorresti, che so, comprare ad una cifra ragionevole uno che giusto giusto mi avanza?
Purtroppo non funzionante, ma carino da far vedere agli amici.
Eh? Allora?
Guarda che lo sto per buttar via esporre tra le cose che ho di più care*, eh.


* Oggi mi piace mettere le note. Questo in caso qualcuno della mia famiglia legga il mio blog (ma non accadrà. Son tutti in ferie)

Il sacro momento della nanna elfica

Da un po' di tempo a questa parte, pare che vada molto di moda uno strano rituale pre-nanna del Nano (ribattezzato l'Elfo Piedone in seguito all'acquisto del suo primo paio di scarpe. Per il secondo sono già d'accordo con un cantiere navale della zona).
Il Nano, in preda a furore panico, si rotola mugolando nel lettone mentre io tento di ammansirlo a tettate per mezz'ora, anche quarantine di minuti. Mi prende a schiaffi la pancia, mi dà i calci, gattona fino alla pediera del letto e si mette in piedi affacciato alla balaustra, improvvisando comizi ad un uditorio di pupazzi, poi si rotola e mi salta addosso mordendomi, ed io lo inseguo con la tetta in mano in barba ad Estivill e le sue pazzesche teorie .
Le scene patetiche proseguono fino a che non arriva Federico, il quale è un tenerone e non resiste alle scene Madonna con Bambino e si deve infiltrare nel quadretto familiare.
Purtroppo per noi non ha tempismo, e comincia a darci le capocciate facendo le fusa non appena il Nano si addormenta. Svegliandolo.
Una persona dotata di raziocinio lo caccerebbe via a calci nel sedere, fregandosene altamente delle scenette tenere e del micio coccolone, ma io no. Io son fessa, e adoro queste patetiche dimostrazioni di affetto cucciolo d'uomo-animale domestico. Ok, forse nel caso di Federico e del Nano le parti sono un pochino invertite, ma non importa, io le adoro lo stesso.
Il Nano, a questo punto totalmente sveglio, tenta di acchiappare Federico, che un po' si presta un po' no, e quindi scappa correndo sul letto. Ma non scende. Quindi non è che gli dispiaccia un granchè, altrimenti se la darebbe a gambe. Cioè, un gatto normale lo farebbe, ma Federico non è un gatto normale.
Federico è masochista, ama essere sculacciato e preso a ceffoni da un Nano molto poco garbato, e nonostante io in pubblico faccia la Mamma Esemplare (non si maltrattano gli animali, no no no! Bisogna insegnare ai bambini l'amore per le creature del mondo!) , nel privato assisto rapita ai maltrattamenti del Nano*. Se non fosse che al 99% sono un paramecio strisciante per la stanchezza, starei davvero ore a guardarli.
Quel cretino di gatto è davvero felice.
Anche quel pazzo di bambino è felice, e difficilmente si addormenta piangendo.
Spesso si addormenta con le mani piene zeppe di peli neri.
Che non si tolgono nemmeno con l'Aspiratore Turbomagico Con L'Omino Dentro.

Che pazienza che ci vuole.

* Nessun gatto o altro animale ha subito maltrattamenti per la stesura di questo post.

News

I Peppi sono passati di moda bruscamente, così come erano arrivati nel nostro piccolo mondo lupino.

Da stamattina, una nuova misteriosa figura si profila all'orizzonte:

i TETTI.
Ha balbettato tttettitttetti tetti tetti tetti ttttettttti dalle 7.15 alle 8.46, incessantemente.

Ma almeno quelli si sa cosa sono: quelle cose formate da tegole, che stanno sopra la nostra testa. O forse intendeva qualcos'altro?
Questo Nano è davvero diabolico.
Tra i suoi loschi propositi, quello di mandarci al manicomio.





Eccolo colto in una delle sue più tipiche espressioni da sgamamento.
Orpo, mi hanno beccato mentre mettevo via i Peppi!

martedì 21 agosto 2007

L'angolino dei referrers

Marione sveglie. Non riesco ad immaginare cosa realmente cercasse questa persona che è arrivata qua cercando Marione sveglie. Chiccenuorrior, è mica un messaggio in codice per te?

Bikkemberg scarpe
. Mah.

Bambole per case di bambole. Bah, io ho i ranocchi per la casa di bambole. Cioè, avevo, la casa di bambole. Adesso ho le macerie di bambole, dite che fa lo stesso?

Listellone parquet.

Irabilandia. Cioè, non Mirabilandia. Non è una semplice dimenticanza, quella M di meno. Secondo me cercavano proprio Irabilandia, ovvero il parco di divertimenti dove la gente si incazza da paura e non ci si diverte per nulla, anzi, si torna a casa imbelviti come pochi e ci continuano a girare ad oltranza per giorni e giorni.

Stakanovista. Chi?

Balenottera azzurra. Presente! Adesso però è tardi. Vado a lavarmi i fanoni e filo a letto, che la giornata è stata dura.

Grazie, referrers, che mi fate sognare ogni volta che apro la pagina.

Peppi e ancora peppi.

Figlio mio, alla vigilia del tuo undicesimo mese di vita voglio chiederti una cosa che mi frulla nel cervello da un po'.
Tu sei qua che balli nella tua maniera personalissima, scuotendo il testone, al ritmo di Ci vuole un fiore, bello ed inconsapevole del mondo e dei suoi malanni, ti sbatti in testa il coccodrillo di legno che ti ha regalato la zia Lelia e piangi, ma poi arrivano i peppi e ridi. Sai stare in piedi, saltare sul letto debitamente sorretto da mani materne o paterne, e se inciampi ti rabbui ma solo un attimo: basta nominare i peppi, e per magia sul tuo volto si dipinge il più grazioso dei sorrisi.
Adesso tutti quelli che ti conoscono sono travolti dall'ansia, e mi chiedono insistentemente cosa siano i peppi che ti sanno donare tutta questa allegria.

La Polda dice che dopo una settimana di marito a casa da solo in giro c'era davvero di tutto, ma che di peppi nemmeno l'ombra. L'altro giorno, di ritorno al supermercato, mi sembrava di aver preso tutto. Poi mi sono accorta che anche stavolta avevo dimenticato i peppi. Ormai i peppi sono parte integrante del nostro lessico: io ed il Gig stiamo cominciando a comunicare in lingua peppica, che somiglia tanto all'elfico che già parli discretamente.
Insomma, questa è l'estate dei peppi. Altro che Billionaire, altro che Briatore: qui tutti vogliono i peppi.

Probabilmente non ce ne siamo resi conto, ma i peppi sono il nuovo must dell'estate.
Più peppi per tutti.
Dona il tuo otto per mille ai peppi.
Everybody needs a peppi to love.
Give peppi a chance.

Ma almeno un indizio, figlio mio, daccelo.

Gioite/ballate/le scarpe son tornate!

Evviva! Non erano state perse, ma erano semplicemente emigrate .

Io le immaginavo da qualche parte, da sole, e senza nemmeno la consolazione di un piccolo piede puzzolente dentro, o di un calzino a righine. Mi piageva il cuore a pensarle magari separate, loro che nacquero gemelle nello stabilimento Balducci di Pieve a Nievole, e tali dovevano restare, a calzar piedi di nano e finire in qualche scatola in soffitta, a far lacrimare di nostalgia nonne e mamme. Ed invece rieccole, le due buffoncelle, rimpiattate sotto una finestrina ad arco, insospettabile nascondiglio per scarpine burlone.
Sciocchine, ma come ci siete finite? Forse una Tamara in vena di scherzi, o una nonna apprensiva, o qualcuno che passando di lì avrà pensato fammele togliere di giro, suvvia, che non le mangi il cane, o non ci piova dentro.
Mi avete fattop crepare di paura, care le mie gemelline.
Ma adesso siete ai piedi del Nano, che è in fase calpestotutto, ed è finito il tempo di far le furbe in giro, belline. Adesso statevene tranquille a calpestare un cracker, e senza lagnarvi troppo.
Altrimenti vi uso come portachiavi.

Uh oh. Abbiamo un piccolo problema.

Le nanoscarpe, dopo un iniziale momento di entusiasmo generale, sono passate di moda.
Sebbene io non possa assolutamente definirmi una mamma ansiosa o maniaca dell'igiene, tuttavia la vista del Nano che ci cammina per le strade e poi si lecca avidamente le suole mi entusiasma ben poco, e così quando lo rimetto sullo sposta-nani sono costretta a togliergliele.
Lo sclero del togli-e-metti è così grande, per me, che sabato scorso all'Ipercoop gliele ho tolte e mai più rimesse.
Ieri sera ho realizzato che delle nanoscarpe si sono perse le tracce.
Penso di averle lasciate all'Ipercoop, oppure seminate per il centro.

Glub, se lo sa il Gig mi pianta una di quelle grane. E ora come facciamo, senza scarpe?
Che ne sarà di noi?

domenica 19 agosto 2007

Pensierino della sera.

Si può morire per eccesso di cocomero nell'organismo?
Secondo me sì.
Ho appena mangiato una quantità ignobile di cocomero (penso attorno ai due chili) ed ora ho come la sensazione di averne il succo sotto pelle, non so se mi spiego, e di stare per morire di cocomerasi acuta.
Per un attimo ho visto tutto nero. Penso che siano i semini che sono finiti dietro le cornee.
La mia pelle è lucida e tesa, e mi sembra di scorgere delle strane strisce verdastre.
Bluarg, spero di fare la pipì nella prossima mezz'ora, altrimenti rischio davvero di crepare scocomerata.
Ed il dramma sai qual è?
CHE STO CONTINUANDO A MANGIARLO.
Non riesco a smettere. E' un suicidio.

L'angolino dei referrers

I gattini glitter miagolano brillantini? Secondo me sono di un carino, ma di un carino che mi viene il mal di testa solo ad immaginarli.

Quale oscuro pervertito giunge qui dalla rete pensando di trovarci una cicciona immonda? Chiassà quale tremenda delusione proverà, rendendosi conto che questo è solo il blog di una mamma un po' fuori forma ed un Nano pazzo come un furetto? Qualcuno che non sarà di certo interessato alle nostre astruse vicende familiari, ma magari leggendo le Cronache Lupine gli verrà voglia di mandare in giro per il mondo il proprio patrimonio genetico, e metterà in cantiere un Nano pazzo almeno la metà del mio.

Si è aggiunto dopo la pubblicazione del post foto gabinetto pieno cacca.
Non potevo esimermi dal citarlo.

I peppi, questi misteriosi

Son due giorni che il Nano, ad un certo punto della sua giornata, molla tutto quello che sta facendo e comincia a lamentarsi che vuole i peppi.
Ovunque si trovi, tira fuori una vocina implorante con cui intona una litania che suona pressappoco così:

Peeepppiipeeeppi ahh peeeepppipepppi aaaahhh peppii peeeeppiii i AAAAAAHHHHH peeeeppi i peeeeppi aaah

Ieri pomeriggio eravamo in giro per negozi col Gig ed il Nano nell'apposito trespolo sposta-nani (leggasi passeggino), e tutto filava che era una meraviglia, fino a che il Nano non ha cominciato a sibilare debolmente ppppeeeppppii. A questo punto ho detto al Gig, che non aveva ancora assistito al fenomeno di trasformazione del Nano in pppepppomane, di tenersi pronto, che il Nano sarebbe esploso.
Infatti, dopo un paio di minuti di sibili ppp, è cominciata la vera e propria litania

Peeepppiipeeeppi ahh peeeepppipepppi aaaahhh peppii peeeeppiii i AAAAAAHHHHH peeeeppi i peeeeppi aaah aaaaahhh peeeeepppppi peppiii

ad un volume altissimo, da perderci il cervello, intervallato a delle grida molto più disumane del solito. Eravamo alla fermata dell'autobus, in mezzo ad un casino colossale di gente che ci guardava malissimo. Io ed il Gig intanto cercavamo di nasconderci tra le buste di carta, ma senza grosso successo: il Gig è oggettivamente troppo alto, ed io troppo culona, cosicchè qualcosa di avanzo spunta sempre.
Intanto il Nano continuava, serissimo, la sua litania, guardandosi intorno con fare circospetto.

Nei gruppi di persone che aspettano l'autobus, specie in città e in una giornata d'agosto piuttosto calda, c'è sempre la Psicologa, oppure Quello/a Che Capisce i Bambini. La Psicologa in genere è una donna di età variabile tra i 30 ed i 50 anni, che si autoproclama Espertissima di Bambini, oppure Quello/a Che Capisce i Bambini, che non si autoproclama piscologo ma comunque li capisce perfettamente ed è in grado di interpretarne il linguaggio.
Insomma, siamo capitati in mezzo ad entrambi.
La Psicologa, alla mia sinistra, ci guardava malissimo, e comunicando in maniera estremamente rispettosa dei suoi modi e dei suoi tempi col nostro bambino, ci ha riferito che egli intendeva esprimerci tutta la sua ansia per trovarsi così distante dal seno materno, fonte di calore e rassicurazione.
"Dice che vuole essere preso in braccio?" Chiede il Gig, disposto anche a correre le mille miglia con 10 chili di nano-anguilla in braccio pur di non sentirlo ululare.
"Ma noo," interviene Quello/a che Capisce i Bambini, "ma non vedete che vuole qualcosa? Sta chiedendo attenzione. Forse dovreste dargli i peppi."

Sì, certo. Se solo sapessimo cosa sono.

Quello/a che Capisce i Bambini, intanto, si era messo a comunicare col Nano con odiosi versetti infantili, ai quali il Nano rispondeva sputando e strillando AHH AHH PEEEPPI PEEEEPPPI. Io ed il Gig, intanto, ci guardavamo mortificati.
"Sì, decisamente. Il vostro bambino vuole i peppi. Ma che cosa sono? Giocattoli?"
"Veramente non lo sappiamo ancora, ma ci stiamo studiando su." risponde il Gig.

Io non volevo fare quella che non capisce il proprio figlio, almeno stavolta. Ma perchè devo fare sempre questa figura con gli estranei? Insomma, possibile che l'ho messo al mondo io e non capisco cosa vuole quando chiede i Peppi?
In macchina, più tardi, mentre tornavamo a casa, abbiamo messo su un cd che ci piace tanto, e che ho ascoltato ossessivamente per tutto il periodo della gravidanza (Mark Lanegan, Field Songs). Il Nano ha cominciato a sibilare armoniosamente

Peeepppiipeeeppi ahh peeeepppipepppi aaaahhh peppii peeeeppiii i AAAAAAHHHHH peeeeppi i peeeeppi aaah aaaaahhh

"Hai sentito, Gig? Forse il Nano canta, ed i Peppi sono la sua canzone."

sabato 18 agosto 2007

Eppiberdei Lupins!

Ebbene sì. Sono 33.
L'età giusta per una bella crocifissione.

Oggi festeggio stando a casa dal lavoro. Andiamo a comprare un regalo per me: un aspirapolvere turbomagico, con un omino dentro che mentre aspira ti spolvera tutti i ripiani e se è in vena risponde pure al telefono.

Adesso la pasticceria più figa del mondo mi sta aspettando.
Vado.

venerdì 17 agosto 2007

L'angolino dei referrers

Che cosa hanno in comune i dogmi, il masochismo e l'odore delle ascelle?

Non lo so. Però ho notato che il puzzo ascellare è davvero un argomento che appassiona.

Bonus. Ancora per un po'.

Scongiurate le cose brutte, si va avanti con le indagini.
Speravo che la fase prelievi fosse terminata, invece si protrae per un altro paio di settimane con allegri zampilli di sangue venoso e cotillons, dato che quello che ho non ha ancora nome.
Poi si parte con le ecografie.
E vai col lissio.

Grazie per il bonus.

Senza titolo, perchè non me ne vengono in mente di decenti.

Oggi potrebbe essere il mio ultimo giorno di vita normale.
Anzi, sarebbe già passato per una buona parte. Dovrei dire le mie ultime ore da persona normale, con un futuro davanti fatto di cose qualunque da vivere.
Oggi pomeriggio la mia vita potrebbe prendere una piega diversa e non tanto bella, come un algoritmo in cui qualcosa di sbagliato ad un certo punto insidia quello che dovrebbe essere l'andamento naturale delle cose. Ma nel mondo dei numeri, niente ha una connotazione negativa: è tutto neutro, non esiste ne' il Brutto ne' il Bello, tutto finisce con un numero. A volte con lo zero. Ma nessuno si sconvolge per questo.
Invece in questo mondo, la mia giornata di oggi potrebbe lasciare un segno.
Da circa una settimana mi preparo al the day after, a come sarà la mia vita se quello che si paventa è vero. Da giorni cerco di rassicurare tutti sull'entità dei miei sintomi, che in effetti non sono allarmanti per nulla. Da giorni cerco di vivere la mia vita concentrandomi su ciò che faccio, pensando che lo farò ancora per moltissimo tempo e con la stessa passione.
Da giorni cerco di convincermi che qualunque cosa sia, non perderò l'entusiasmo che mi spinge a fare le cose, e che se ci dovesse essere un tragico epilogo nella mia vita, lo saprò accettare con la dovuta naturalezza e tranquillità, come ho sempre cercato di fare nelle piccole cose.
L'unica idea che mi fa veramente impazzire è il Piccolo: ha davvero troppo bisogno di me, non posso lasciarlo da solo. In tal caso, spero di avere la lucidità sufficiente per sistemare il sistemabile in maniera decente.
Voglio che la mia vita, o quel che ne rimane, scorra serena come è stato fino ad ora.
Vorrei avere le palle. Non voglio piangere. Voglio essere normale.

Che mi si perdoni, se oggi faccio qualche cavolata, o sbaglio i conti, o dico qualche scemenza.

E' la vigilia di un evento importante, non solo del mio compleanno.

giovedì 16 agosto 2007

Ancora 3MSC. Un epilogo surprise

Oggi pomeriggio, col capo ben cosparso di cenere e lapilli, sono andata in libreria con l'intenzione di ricomprare l'ex 3MSC , adesso 3MST.
Arrivata alla Mondadori col Nano che non voleva stare nel passeggino nuovo e bramava ardentemente i PEPPI, una nuova, arcana parola del lessico nanesco che sta a designare non si sa bene cosa, ma di certo qualcosa che ancora non gli hai proposto, chiedo alla libraia a voce bassissima il libro in questione, ma badando bene di non dar troppo nell'occhio che c'è gente che mi conosce.
La libraia, che mi conosce bene in quanto le ho lasciato ben più di uno stipendio, sgrana un po' gli occhi e mi dice che è terminato.

Sono uscita dalla libreria con la trilogia di Frank McCourt (le ceneri di Angela, Che paese l'America e Ehi, prof!), in un bel pacchetto rosa come piace a te, Scirocchetta.

Scirocchetta, tu non sai chi è Andreotti e sei sempre innamorata, ed è molto bello ed imperdonabile se si hanno più di venti anni, e tu per fortuna non ce li hai.
Scirocchetta, tu leggi le storie d'amore tra vampiri ed esseri umani e piangi, e piangi, e sei talmente brava a piangere che a lezione di cinese, quando ti hanno chiesto di scegliere un nome cinese che ti descrivesse, hai scelto Piccola Lacrima (Piccolo Off topic: ma come mai i cinesi, che hanno questi bei nomi poetici, quando vengono in Italia si rinominano Gianni, Mirella, Antonello? Quelli del ristorante cinese dove vado io si chiamano così. Mah.)
Scirocchetta, tu sei una ragazza adorabile, con le tue canottierine fiorite, i braccialetti coi sonaglini, il cellulare fuxia e il mascara che cola per lo stronzo di turno, ma adesso è tempo di cambiare bandiera: beccati 'sto McCourt.
E' arrivato il momento di fare le cose per benino, su.

L'angolino dei referrers

Referrers, volete la guerra? E guerra sia.

I vostri gatti non vi soddisfano? Il loro pelame è spento ed opaco?
Bene. Sappiate che da oggi è possibile avere dei gatti glitter. Ottenere l'effetto è semplicissimo: basta schiaffarli nella mia glitteratrice (leggasi lavatrice infestata dai glitter perduti dalla glittermaglietta), e se sopravvivono alle alte temperature atte al fissaggio dei suddetti glitter, siete a posto.
Sul ferragosto glitter, niente da eccepire. Anche il mio è stato glitter, col mio caro Robi che mi ha saltellato intorno tutto il giorno lanciando gridolini isterici. Un giorno ne parlerò, del Robi.
No, a ripensarci bene, non è stato un cazzo glitter. Anzi, è stato piuttosto un ferragosto infestato, ma non ciò voglia di parlarne.

Least but not last (o last but not least? boh), arriva il sudore ascellare puzzo, che ha quasi il suono degli incantesimi di Harry Potter tipo vingardium levioooosa o oculos reparit. Sai che figo puntare la bacchetta contro qualcuno e gridare sudore ascellare puzzo! e lui, zac, diventa fetente come un bidone dell'immondizia pieno di avanzi di pesce a ferragosto (e questo dovrebbe dare un indizio della tragedia ferragostana a scoppio assai ritardato, ma non ne parlerò perchè n non ciò voglia. E due).
Insomma, con dei bei referrers così stanotte vado a letto contenta, anche senza tre metri sotto terra (sia sua la Pace Eterna. Amen.)

3MSC. Il tragico finale. Ma non l'ho letto tutto.

..."Babi, sono uno stronzo".
"No, Step, cosa dici, tu dentrodentodentro sei buono."
"Non mi conosci bene, sono un pezzo di cacca come non ce n'è al mondo"

"Ok, possiamo smettere di fare la commedia. Si è addormentata. Guardala come dorme."
" Ma che ci facciamo noi su questo comodino, eh? Guarda qua, in mezzo a tutto 'sto Bradbury, a Palahniuk, a Sedaris. Mah."
" Hai visto, c'è anche Camilleri che occhieggia dal risvolto della quarta di copertina. Quante copertine blu. Quanti Sellerio, hai visto?"
"Effettivamente il blu è un bel colore, io speravo che ci vestissero dello stesso cartoncino leggero e rigatino, quel bel bluette che fa tanto marinaretto. Vero Step, invece ci hanno messo una copertina un po' plastichina e azzurrata. Mica bella, sai."
"Ma che ci frega della copertina. Se avessero messo un bel primo piano di Scamarcio a colori, vedrai che avremmo venduto il doppio. Ma che dico il doppio, pure il triplo."
"Ma già 'sto cesso di libro ha venduto un sacco, sai? Lo chiamano "Il nuovo fenomeno editoriale". E poi Scamarcio è figo, ci han fatto pure il film".
"Eh, sì. Un bel polpettone, sdolcinato sdolcinato come piace alle ragazzine di oggi."
"però fa strano stare su un comodino del genere."
"Già. Io ero abituata a condividere lo spazio con altre letture. Cioè, Ragazza In, Super Teen, Va' dove ti porta il cuore ed altri libri della Tamaro, al limite Dan Brown, ma con 'ste robe qua non capisco cosa posso averci a che fare."
"Guarda, c'è anche Winnie the Pooh in un'edizione illustrata dall'autore del 1969!"
"Se è per quello, c'è anche Harry Potter in tutte le salse. Guarda qua!"
"Sssst, che si sveglia quello piccolo che fa casino!"
"Quello piccolo chi, il nanerottolo?"
"Sì, quello che voleva la tetta e che ha tentato più volte di strappare le pagine per mangiarsele."
"Ah, guarda, troppo tardi. E' sveglio."
"Ma che fa? Oh, ehi, lasciaci andare!"
"Ehi, tu, bella addormentata, svegliati! Nanerottolo, lascia andare la pagina 126! Non è ancora stata letta! Ehi, hai sentito?"
"Metti giù le tue mani grassocce! AIUTO! SALVATECIIII!"



3MSC giace sparpagliato sul pavimento della stanza, un po' sotto il letto, un po' sopra il comodino, un po' altrove. Il Nano, incurante del successo editoriale, ha divelto la copertina e tentato di mangiare qualche pagina.
Siccome il libro non era mio ma di Scirocchetta, mi tocca pure ricomprarlo.
Uff.

mercoledì 15 agosto 2007

L'angolino dei referrers

Ok, referrers, volete farmi impazzire? Ci state riuscendo.
La dieta post parto capisco che sia un argomento che in passato posso aver trattato, forse solo perchè non mi è riuscita molto e mi va di autofustigarmi ricordandomelo, e fin qua va bene.
Ma il cavolo nanone, la mirabilandia-meningite e il culo nivea no. Ragazzi, qua c'è qualcosa che non va nel mio blog.

Glitter

Mi hanno regalato una maglietta con i glitter. Una maglietta bellissima, me l'ha regalata il mio amico Robi, che adora i glitter, i brillantini e la roba che luccica in generale (io meno, vabbè).
Quando me la vedono indosso, tutti mi dicono: "Che bella maglietta, che bei glitter! Io adoro i glitter!"

Anche la mia lavatrice adora i glitter. Infatti li fagocita.

Anche il Gig adora i glitter. Anche perchè la lavatrice li ha depositati sui suoi abiti da lavoro, e non c'è verso di staccarli.

Adesso sembra l'operaio dei Village People, ma ancora non se n'è accorto.


Buon Ferragosto da chi purtroppo lavora.

http://www.GlitterMaker.com/ - Glitter Graphics
http://www.GlitterMaker.com/

martedì 14 agosto 2007

L'angolino dei referrers.

Non sono io che sto esagerando con la nuova rubrica, sono i referrers che mi fanno diventare pazza.

Qualcuno che si chiedeva se celiachia e spriz sono compatibili, ed è arrivato qua.
Evita i salatini, casomai fatti portare le patatine e basta.

lunedì 13 agosto 2007

L'angolino dei referrers.

Lo chef consiglia coniglio nano con croste sul naso.

Povera bestia.

Ma dov'è sta roba nel mio sito?

Masochismo

In uno dei miei momenti facciamocidelmale, mi sono fatta prestare questa lettura da Scirocchetta Immagine di Tre metri sopra il cielo
Ho letto solo la prima pagina, e la nausea si è impadronita di me.
In appena mezza paginetta nomina 13 icone del nostro tempo, al posto del nome dell'oggetto: Rayban invece che occhiali, Mercedes invece di macchina, Adidas invece che scarpe. A me sta già un po' sulle palle questo linguaggio, figurarsi una storia d'amore scialba.
La recensione della mia cuginetta 14enne è tutto un programma: questo libro dà un'idea falsata dell'amore e degli adolescenti, è un imbroglio.
Ma Annù, ma cosa ne vuoi sapere?
Vediamo se ha ragione.

domenica 12 agosto 2007

Il Nano ha le scarpe. Anzi, i sandali.

Il Nano da sabato è entrato di diritto nel novero degli esseri umani, inaugurando il suo primo paio di scarpe. Sandaletti, per essere precisi.
L'acquisto è stato frenetico ed isterico, l'ultima stazione di una via crucis di shopping obbligatorio dal quale non potevo davvero esimermi. Ovvio che la scelta della scarpa è stata dettata dalla fretta micidiale, da una commessa lucrosa e molto poco dal buonsenso.
Il negozio era uno di quelli pieni di dolceggabbani, bikkembergs dorate e scarpe frufru da milioni di euro, adatte solo a nani immobili e poco propensi alla crescita, da usare nel corso degli anni e non per poche manciate di settimane come invece accade di solito. C'erano microscarpe da 80 euro scontate, infradito di gomma da 60 euro, sandaletti borchiati e tamarri da 70, e così via. A me è venuto uno sturbo, pensando al budget stanziato per l'acquisto, che non riporto per ovvi motivi di pudore. Entriamo timidamente, ed il Nano è già inquieto.
"Come si chiama questa bella bambina?" Si parte subito male.
"E' un maschio, si chiama *Mostro Nano Parecchio Incazzoso*"
"Oh, ma che carino! Sembra proprio una femmina. Quando hanno i lineamenti così delicati blablabla..."
A questo punto il mio Super-io decide autonomamente di interrompere la funzione Lupina-ascolto e va in modalità provvisoria.
Mentre la commessa, come è giusto che sia, continua il suo bel sottofondo di blablabla, io indico quelle che secondo me sono scarpe che potrebbero andare bene per il Nano, il quale cerca di comunicare il suo disappunto lamentandosi dal passeggino.
"Nooo, " esclama la commessa, sottintendendo che non ci capisco nulla di scarpe, "quelle non vanno ASSOLUTAMENTE bene per i piedi dei nani che stanno per camminare! Ci vogliono queste!" e mi mostra un paio di sandaletti marroni con fibbie fino all'inverosimile, che mi fanno venire in mente le scarpe di ordinanza di un moderno orfanotrofio.
" E poi sono in promozione, vengono solo 80 euro!"
"Signora, qualcosina di più economico no?"
" Ma queste sono scarpe BUONE, signora." Al che mi domando: ma quelle di Dolceggabbana da70 euro allora son pure dei cessi? Mi guarda con uno di quegi sguardi che stanno a significare: ma non vogliamo dare il meglio del meglio ai nostri figli? Eh? Taccagna!
"E la scarpa per una bambina così carina come deve essere? eh? Blablablabla..."
Comunque è un maschio.
Vabbè, fa niente. Prendiamo queste scarpe e sbrighiamoci.

Alla fine, dopo lunga concertazione, optiamo per un paio di scarpine Balducci da 60 euro.

"Ma misuriamo questo bel piedino, su" dice la commessa mentre il Nano si contorce piangendo sul passeggino.
Orrore. Sconcerto. Raccapriccio.
Il Nano ha un piede da adulto. La commessa giura di non aver mai visto un piedone così grande in un nano così piccino.
Ho dei flashback. Vedo cose realmente accadute alle quali io non ho fatto caso: la pediatra che guarda i piedi del Nano e ride, la gente che lo addita per strada, lui che si mette il piede in bocca coprendosi più di metà faccia.
E' vero. Il Nano ha dei piedi enormi, ed io non ci ho mai fatto caso.
Vorrei rinominarlo hobbit, ma non posso perchè c'è già lei.

Insomma, da ieri il Nano ha le scarpe. Le tocca, le annusa, le lecca. Non si accontenta di tenerle ai piedi, vorrebbe metterle alle mani per poterle sbattere insieme e fare casino. Non riesce molto bene a camminarci dentro, ma non sembra infastidito. Ha scoperto che si possono dare i calci alle cose senza farsi male, ed ora è col suo babbo a dare calci, babbo che già lo vede attaccante granata con scudetto in mano.

Il mio Nano ha le scarpe. Un altro piccolo passo verso l'umanità.

sabato 11 agosto 2007

L'angolino dei referrers

O tu Signore che cerchi una chiattona su Gooooogle, sei nel posto giusto.

Porno Lupini

"Prendilo bene"
"Ecco, adesso teniamolo tutte e due!"
"Ah, sì, ce la stiamo facendo!"
"Nooo, ha sbagliato buco. Dobbiamo rifare da capo"
"E' che sguscia via come un'anguilla, e poi è grande. Troppo grande"
"E' vero, e poi continua a sbagliare buco, le mette tutte e due nel solito"
"Rovescialo sulla pancia!"
"Ecco, ecco, ci siamo! Teniamolo stretto così!"
"Ce l'abbiamo quasi fatta"
"Certo che sul letto è tutta un'altra cosa, ti metti come ti pare, lo metti come vuoi"

Un dialogo da film porno? No.

La Polda e la Lupina che mettono la salopette al nano.

venerdì 10 agosto 2007

Mamme impressionabili.

Mamma R. è una mia amica. Ha provato per sei anni ad avere il piccolo DR, che poi è arrivato di soppiatto fregandoli tutti quanti. Mamma R. per me era la Conoscenza Impersonificata su tutto lo scibile mammesco. Ha più libri lei sulla maternità di una libreria Feltrinelli.

Mamma R.: "...e quindi il medico ci ha detto che questa cosa orribile che mi gonfiava le gambe era gestosi, e allora mi hanno fatto il cesareo."
Mamma Lupina: "ma come, in tutti i libri che hai a casa sulla maternità, non c'era scritto niente sulla gestosi?"
Mamma R.: "Ma io mica li ho comprati per leggerli. Io guardo le figure, altrimenti mi impressiono."

giovedì 9 agosto 2007

Si inaugura la rubrica "L'angolino dei referrers"

Ecco qua le chicche di oggi, non sia mai che le perda nei meandri della rete.

Carta da parati stile vittoriano (e mi sta pure bene);

Culetto con i brufoli (mamma ansiosa? O semplice pervertito?)

Evviva! Evviva!

Mi è arrivato un messaggio confusissimo di un babbo emozionato: è nata la bimba della mia amica storica, circa un'ora fa.
Non riesco a scrivere da quanto sono emozionata.
Benvenuta, Matilda!

Piove/è tempo di partir

Stavo meditando, date le avverse condizioni meteo, di migrare verso Splinder.
Ma come si fa a portarsi dietro tutta la roba che sta qua? Chi lo sa? Chi me lo dice?

A proposito di roba a puntate.

Da anni, i miei suoceri cercano di appiopparci l'Enciclopedia Treccani.

Da anni, nonostante le case in cui abito siano sempre più grandi e quindi facciano decadere l'opzione non abbiamo spazio, sorry, scateno la mia fantasia trovando scuse macchinose per declinare gentilmente l'offerta.
L'enciclopedia Ttreccani è un opera assai imponente, che contiene tutto lo scibile umano in ordine alfabetico. In teoria, ogni anno dovresti spendere un duecentocinquantinaio di euro, anche trecentinaio, per aggiornarla. Probabilmente mantenere tre cani mi costerebbe di meno (spese veterinarie comprese).
Ovvio che chi si prende la Treccani, si grava anche di questo oneroso impegno. Ovvio che a me, che dispongo di collegamento internet e di allergia generalizzata alle cose a puntate e che prendono polvere inutilmente, di possederla non me ne freghi un granchè. Non solo. Non trovo neanche che faccia tutto 'sto arredamento. I miei libri in edizione economica, con le loro belle copertine cincischiate, quelli lì sì che fanno arredamento. L'enciclopedia Treccani, no.

I miei genitori, dal canto loro, ci provano cercando di appiopparmi tutte le cose che non vogliono in giro per casa ma che per qualche misterioso motivo non vogliono buttare via.
"Guarda cosa ti ho portato" è la frase che in genere accompagna l'arrivo di mia madre con lo scatolone di turno. All'attivo abbiamo: una specchiera con cornice dorata, orrenda, abbandonata in un armadio; una pelliccia di agnellino nero (poverino, ohibò); una fonovaligia non funzionante rivestita di carta da parati verdina a righe; due mobili da ufficio molto belli ma dalle dimensioni impossibili provenienti dallo studio di uno zio avvocato; una strana scrivania coi cassetti che non si aprono; una terrificante collezione di bestiole di ceramica lucida.

Adesso sia i miei che i suoi si sono messi in testa di rimettere a posto rispettivamente una rimessa ed uno stanzino.
Prevedo roba in arrivo.

martedì 7 agosto 2007

Casa di Bambola

Qualche anno fa, la Edizioni Blablablabbla pubblicò una cosa a fascicoli che mi sembrò bella ed interessante, e non una ciofeca pallosa come Qui si crea e Arredare country, di cui possiedo i primi 3 fascicoli e basta. Si trattava di una casa delle bambole.
Devo averla. L'ho desiderata per anni. E poi, sai che bello decorare la tua casetta delle bambole, arredarla come vuoi tu, metterci tutte le cosine piccine, blablabla, mi dico.
Insomma, vincendo la mia naturale avversione per le cose a puntate (leggasi Beautiful, enciclopedie, finanziamenti, ecc ecc), ho commesso il gravissimo errore di andare dal giornalaio di fiducia e chiedergli di mettermi da parte le uscite di La Casa delle Bambole Ideale. Eh già. Non una semplice Casa delle Bambole normale. Una ideale, ovvero come piacerebbe a te, una che se ci si potesse rimpicciolire sarebbe bello viverci dentro, con tutte le cosine piccine picciò (che costano uno stonfo, tra l'altro). Che vuoi che siano 4 euro e 90 a settimana, per avere la tua dimora in stile vittoriano, con tanto di veranda, personalizzabile, abitabile, su tre piani, col giardino e la serra? Eh? Che saranno mai, santo cielo? Vabbè, 4 euro e 90 solo i primi 2 fascicoli e gli altri 9 e 90, ma chissenefrega? Non è forse ciò che ho sempre sognato?
All'inizio ero motivatissima. Non vedevo l'ora che arrivasse il mercoledì per correre dal mio Giornalaio di Fiducia a prendere il fascicolo della settimana. Era bello sapere di avere un Giornalaio di Fiducia che ti aspettava sorridente da dentro la sua edicolina, al quale ogni mercoledì poter gridare "Il solito!" , proprio come gli habituè di certi bar. All'inizio, esultanza: una parete! un listellone per montare il piano di sotto! Un tavolo di mogano per il soggiorno! Un pezzo di camino di legno-imitazione marmo!
Poi, con l'aumentare del prezzo dei fascicoli ('sti stronzi di punto in bianco alzano il prezzo da 9 e 90 a 12 e 90), diminuisce l'entusiasmo e la dimensione dei pezzi. Si passa al set di viti per montare la facciata, ai comignoli, ad uno sgualfissimo abbaino, alle tegole di riserva. Tutta robaccia che finiva in uno scatolone.
Sul piano dell'opera, fogliolone formato poster su cui si trovano scritte le istruzioni per il montaggio, presentazione dei fascicoli e degli allegati e che l'Editore si raccomandava di conservare con cura c'era scritto che è possibile effettuare il montaggio dei pezzi solo alla fine.
See, chissà quanto mi tocca aspettare. Chi se ne frega se mancano pezzi utili, io comincio lo stesso.
E così alla sera, di ritorno dal lavoro, mi mettevo lì nella mia stanzetta, armata di ritagli di stoffa, carte da parati ed abbondante colla vinilica, a decorare la mia casetta delle bambole.
Dopo qualche difficoltà iniziale e qualche casino con la colla a caldo (ustione che mi porto dietro ancora adesso sulla coscia sinistra), scopro che effettivamente è difficile far star su le pareti senza il pavimento, e quindi mi trovo a mollare tutto, fino almeno all'arrivo dei pezzi necessari.
Passa del tempo, e la casetta rimane lì, molto poco vittoriana e molto ammasso di macerie post-atomiche. Oltretutto devo difendere a spada tratta la privacy dei suoi abitanti immaginari dai gatti, che tentano continuamente di portarsi via dei pezzi o di dormire dove ho appena verniciato, spargendo peli e graffiando il tutto con una certa malignità.
Imrovvisamente, la casetta delle bambole che ho tanto desiderato esce prepotentemente dalle mie priorità, per lasciar entrare una serie di altri interessi altrettanto scazzoni.
Anche le mie gite del mercoledì dal Giornalaio di Fiducia si fanno sempre meno frequenti: passando davanti al Giornalaio faccio il giro largo a testa bassa, pensando al retrobottega stracolmo dei miei fascicoli non ritirati, e lui non mi saluta neanche più tanto allegramente ma mi fa dei cenni da lontano con la testa che hanno un nonsochè di minaccioso.
Alla fine, scossa e insonne dal rimorso per questo pover'uomo di giornalaio, mi decido a prendere tutti i pezzi che gli sono rimasti in giacenza, così da poter finire questa stramaledettissima casa di bambola, e con un centinaio di euro mi porto via tutto.
Da una stima approssimativa, mi rendo conto che ho pagato una schifosissima casa di bambola neanche completa di arredamento quasi quanto un monolocale a Lerici (senza posto macchina, però), con l'unica variante del non poterci andare con gli amici, e con lo svantaggio del dover per forza utilizzare l'intervento umano per passare dallo stadio pezzi di legno senza significato alla casa vera e propria.
Alla fine, mi ci metto d'impegno e la finisco. E' stata un'impresa epica persino ritagliare la carta da parati della camera, dipingere il pavimento del bagno imitazione marmo ed appiccicare tutti quei pezzettini di balsa a dimensione mignon per simulare il parquet.
Finalmente, finita. Con i suoi bei personaggetti (una famiglia di ranocchi) in posa nelle stanze.

Purtroppo, ieri sera c'è stato il terremoto. Un Nano è sceso dall'Iperuranio ed ha deciso che tutto sarebbe stato spazzato via.
E così è stato. Altro che Casa di Bambola.
Stavolta Ibsen non c'entra niente.

lunedì 6 agosto 2007

E comunque

Per star qua a fare la cretina, i gatti mi hanno mangiato la cena del Nano.

Nano, stasera ti ritocca la tetta, mi sa.

Grandi interrogativi. Referrers parte seconda.

O tu, Signore che sei arrivato qui digitando "Donne che si leccano la patata", in realtà cosa cercavi?
E come mai Gooooogle segnala il mio blog innocente ai tuoi turpi occhi?

La mutanda.

Io ho quella che si può definire "una posizione privilegiata". Da dove sono seduta adesso, domino davvero il paesaggio. E nessuno mi vede, merito dei vetri a specchio che hanno installato in corrispondenza del mio meraviglioso finestrone.

Da qua domino tutto, se così si può dire. Vedo gente insanguinata che cerca l'infermeria, vedo innamorati che si strizzano i brufoli senza sapere che dietro lo specchio al quali indirizzano smorfie e boccucce ci sono io, vedo personaggi loschi al telefonino, vedo gente che si cambia, che fuma, che parla. Non sento il sonoro, ma è come se lo sentissi.

Da un po' di tempo va di moda un certo modellino di costume da donna che mi lascia perplessa. E' una specie di perizoma-culotte-mutandina, circonda i sederi in maniera totalmente orizzontale e sta malissimo a tutte. Se hai il sederotto basso, te lo annienta. Se hai le gambe corte, te le accorcia ulteriormente. Se hai il sederone, compie il miracolo della moltiplicazione del culo e dove ce ne sta uno ce ne fa stare 4. Insomma, che si tratti di flessuose sedicenni, o di signore sui quaranta, il costumetto sta male a tutte, ma piace un sacco.
Soprattutto, portato con un bikini spaiato. Ebbene sì. La mutanda deve essere diversa dal reggiseno, altrimenti non si sa cosa succede, ma qualcosa di brutto di sicuro, tipo crollo di cornicione sulla testa, sfiga perenne, clonazione telefonino, brufoli imperituri...
Due ore fa circa si è fermata qua alla mia finestra a specchio una sirena taglia 42, 1m80 di altezza e forme molto vicine alla perfezione (pure bionda, la stronza). Si è messa a togliersi lo spinacio dai denti proprio qua davanti a me. Io non ho resistito, ed ho dovuto vedere che mutanda portava.
Ovviamente, la mutanda orizzontale, variante laccetti laterali.
Possibile? Stava male anche a lei.
Anche il Club Vegliarde a Mollo pare averla adottata. E' stata introdotta a fine stagione lo scorso anno dalla Vegliarda #2 (la Bionda), e quest'anno ha contagiato anche tutte le altre ed ora le vedo tutte là, sdraiate sul cemento, coi sederi pellancicosi e spappardellati verso il centro della terra, a spalmarsi le creme e ridacchiare.
Quest'anno non mi sono mai messa in costume, complice un ingrassamento mostruoso che mi rende pachidermica e recalcitrante a mostrare lo stacco di coscia. Il Nano ha scoperto che la mia pancia rimbomba e trema, facendo vacillare queste trippe lardose che mi avvolgono. E come se la ride, la carognetta.
Non che prima fossi una silfide, certo,ma adesso somiglio proprio a Barbapapà. Ma cosa mi sarà successo?
Quando ho provato l'unico costume che mi entra ancora, e mi sono accorta che per uno strano scherzo del destino vengo fuori tagliata in due dall'effetto mutanda orizzontale, ho deciso che no, il costume non me lo metto. Manco morta.
Sono troppo brutta.
Il 10 agosto mi danno il referto delle mie analisi e dei dosaggi ormonali. Staremo a vedere.

Grandi interrogativi. Referrers parte prima

Al signore che è giunto qua digitando su Goooogle "Mia moglie è una pazza assassina?" rispondo sì, lo è.
A proposito , com'è che fai di cognome?

domenica 5 agosto 2007

L'Antipaticona.

Ieri sera, abbiamo avuto la malaugurata idea di andare ad un mercatino dell'artigianato in un paesino qua nei dintorni, pieno di barriere architettoniche per passeggini, e vabbè, questi son paesini medievali, all'epoca l'Inglesina non c'era e nemmeno la Peg Perego, e quindi le strade le facevano decisamente peggio di adesso (che no!?)

Io sono sempre stata una di quelle antipaticone che additano i genitori di nani in passeggino/carrozzina al mercato come genitori snaturati e rompicoglioni. Stasera ero dall'altra parte della barricata.
Ho amputato ditini di piedi infilati in infradito con gli strass, alluci ciccioni di muscolosi giovanotti, persino la coda di un cane innocente, il tutto condito da una sorta di cattiveria ed un certo compiacimento.

No no no. Non si fa. Il Nano dorme, ed io sfrutto il suo mezzo di trasporto per farmi spazio tra quelli che se la spassano senza problemi di orario, antizanzara e tetta.
No no no. Sono proprio un'antipatica.


E rileggendo il post di ieri, pure una stronzetta saccente.

sabato 4 agosto 2007

Amici Nanetti.

Riflettevo su questa cosa qua da un po'.

C'è questo bambino qua, che è figlio di amici. E' nato prematuro di un mese con un cesareo, ha sofferto un po' ma si è ripreso bene. Naturalmente è adorato e vezzeggiato, è un bimbo molto tranquillo e se ne sta volentieri sul passeggino a giocherellare con le sue cose anche per ore, te lo puoi portare ovunque e non rompe le scatole o dà in escandescenze come il Nano, che vuole toccare tutto e non sta fermo un attimo.
Loro sono genitori attentissimi. Probabilmente, dopo quello che hanno passato, anche più attenti di quanto sarebbe già abbastanza.
E questo bambino ha TUTTO. E' veramente accessoriato.
Sono convinta che se invece di figli ci fossimo comprati delle automobili, io avrei una Uno Fiat modello base, e loro un piccolo fuoristrada full optional.
Se vanno in giro si portano tutto. Giocattoli, medicinali, una scorta di ciucci, biberon di varie forme, creme cremine cremone, ecc ecc.
Io, che sono smemorina, non mi porto mai nulla, e mi ritrovo a cercare di distrarre un Nano imbizzarrito con la prima cosa che trovo in borsa, con un bicchierino di plastica o una bottiglietta per l'acqua, o (purtroppo) col cellulare.
Mi chiedevano giustappunto che cosa ho dato al Nano quando aveva le coliche.
"Niente", rispondo io. Al limite un po' di tetta. Niente camomilla, ne' finocchio, ne' intruglio strano. E che gli dovevo dare? Magari tanti bei massaggini, ma da trangugiare un bel nulla.
Snaturata #1. Uff.
"Ma non te lo prende più, il ciuccio?" Veramente non gliel'ho mai dato. Espressioni di incredulità.
"Ma poverino, perchè?" Inutile spiegare che io odio i ciucci, che la natura se avesse voluto che ciucciassimo un coso di gomma ci avrebbe dotato di un ditino di caucciù, che mi fanno tristezza gli oggetti transizionali, che poi per toglierlo è un casino, blablabla. Mi limito a mentire dicendo che non lo ha mai voluto, che un po' è anche vero. "Ma come fai a farlo stare buono quando piange?" E qui mi accorgo che in effetti non mi sono mai posta il problema del farlo star buono. Io pensavo piuttosto a capire perchè piange. Mica mi riesce ancora bene, ma almeno certe cose del mio nano adesso le so un po' interpretare.
Snaturata #2.
" E quando ha messo i dentini? Non gli davate nulla?" Argh. No. A volte pezzetti di mela, ma si rischiava il soffocamento. Certe volte una crosta di pane da mordere, oppure (ma raramente) uno di quei cosi di plastica da refrigerare, ma lui non ne è mai andato pazzo, e si limitava a scagliarli piangendo contro il muro. Loro al piccolo stanno dando un gel alla menta sulle gengive, che dovrebbe lenire il dolore. Però non ho capito il motivo. Il loro nanonzolo non ha l'ombra di un dente, non si mette le mani in bocca, non sbava e non ha quella tipica smania irrefrenabile del Nanetto Dentone.
Snaturata #3.

Adesso che ci rifletto, forse ho fatto un po' soffrire il mio Nano. Forse avrei dovuto prevenire con il prodotto adatto. Non ci ho neanche pensato, santo cielo, mi sembrava che pianti e strepiti per coliche e denti facessero parte della dotazione minima di dolore permessa ad un cucciolo d'uomo, che avrebbe potuto sopportare, che forse siamo programmati anche per quello. Adesso ho i sensi di colpa.
Snaturata #4.

"Ci sono cose che al nostro piacciono un sacco, tipo l'altalena con la molla, il girello, la sdraietta."
Urka, non ce li ho. Per la verità, un ortopedico amico di famiglia mi ha sconsigliato vivamente l'uso di tutto ciò perchè può causare danni allo scheletro, ed io non li ho comprati. Io da piccina col girello ho cappottato una volta, causandomi la mia prima commozione cerebrale seria, e mi sono detta che no, non glielo avrei preso. Oltretutto, mi scassa già i mobili così, non vedo perchè farmi distruggere del tutto questa povera casa, che non è neppure finita.
Snaturata #5.


"Noi a nostro figlio vogliamo dare tutto il meglio. Visto poi quello che ha sofferto." Su questo però non mi senti affatto snaturata, se devo dire la verità. Il loro piccolo non ricorderà quel mese di ospedale, non ci penserà mai se nessuno glielo ricorda. Compiuto il primo anno di età, non ci saranno più differenze tra lui ed un nato a termine. Non si devono sentire in colpa se è nato con un mesetto di anticipo. Non è stato per causa loro, casomai per un ginecologo rincoglionito che meriterebbe tanti bei calci nel culo.
Non credo che sia giusto farlo sentire "diverso" a vita, solo per una manciata di settimane di anticipo sulla tabella di marcia del suo corpicino. Penso che glielo dirò.

"Domani sera venite a cena da noi? Non portare nulla, che tanto io ho TUTTO".
Sorridendo penso che non avevo davvero dubbi.

venerdì 3 agosto 2007

Che giornatina.

Stamattina mi sono beccata una partaccia da:

  • un bagnino imbufalito per la scarsa qualità delle nuove magliette da bagnino;
  • il Capo, perchè non ho ancora fatto questa cosa, e nemmeno quest'altra;
  • il Supercapo, perchè non ho fatto il cazziatone ad una dipendente (perchè devo farlo io?)
  • una signora, non ho ben capito perchè.

Deve essere la giornata Cazziathon.



Donatemi un cazziatone anche voi.

giovedì 2 agosto 2007

Il Primo Grande Disastro. Anche se non ne volevo parlare.

Mia madre.
Cielo, se non mi fa uscire pazza.
E' sempre stata una donna dal carattere "un po' così". Un po' così è un eufemismo per dire che mi fa andare al manicomio.
Mia madre fa la menefreghista, non gliene importa niente di niente. Pare che le interessi un'unica cosa: darmi il tormento. Lo ha fatto con me durante tutta l'infanzia e l'adolescenza, lo continua a fare adesso che non dipendo più da lei, e le sembra ovviamente giusto continuare la tradizione dando i primi segni di tormento anche al piccolo.

Al Nano dalla nascita sono misteriosamente precluse alcune normali attività, il perchè non è chiaro. Ad esempio, nella sua mente malata il Nano, in inverno, poverino muore di freddo. Va di conseguenza vestito e stravestito, e guai a dimenticarsi il cappello! Sì, non importa se il Nano sta in macchina e non scende, non importa se soffia una brezzolina e la temperatura è di 19 gradi: bisogna mettergli il cappellino. Se la temperatura va sotto i 18 gradi, ovviamente, guai ad uscire! E' da madri snaturate portare fuori i Nani in inverno! Al massimo si fa un giro in giardino, ma solo se debitamente imbacuccati ed impossibilitati nei movimenti, altrimenti è un macello. "Potrebbe venirgli l'otite, che è davvero tremenda."
E' vero, potrebbe. Ma perchè non rischiare, uscendo e godendosi la vita?
Il Nano, adesso che potrebbe perchè lo sa fare, non deve gattonare.
"Si sporca, si mette in bocca le cose", decreta Mia madre in versione Montessori.
E allora?, chiedo io. Dovrà pur sperimentare un po' di mondo o no?
"Ma ci sono i germi". E' vero, ci sono i germi. Ma anche su di me ci sono i germi, persino quei cosi orripilanti che si chiamano acari(che vivono su di noi, e qualcuno di loro probabilmente si sta pure accoppiando allegramente sul mio derma, accidenti a loro), insomma, siamo tutto un batterio aggressivo, e non vedo perchè un Nanonzolo sederone non possa prendere un po' di germi da qualcos'altro oltre che da me.
"Poi vengono le infezioni, e vedrai che tragedia blablabla" e comincia con una solfa che manco Cassandra.
"Ma che fai, gli togli il pannolino!?" ulula mia Madre dalla soglia di casa sua.
Sì, lo tengo un po' a palle all'aria. Io odio i pannolini, li spazzerei via dalla faccia della terra. Anche quelli lavabili, che vanno tanto di moda, ma che sono una palla infinita da smacchiare e far asciugare. Lo terrei sempre nudo a sgambettare, questo Nano qua. Da quando si è scoperto il pisello, poi, è un vero spasso.
Lei, naturalmente, disapprova. "Le zanzare gli pungono il sedere". Ha quintali di antizanzara, che tra poco manco io mi ci avvicino più. "Non è igienico. E se poi fa la pipì? E se fa la cacca?" Pazienza, Mamma. Smerdiamo quotidianamente lettiere per un totale di otto gatti, figurarsi se mi spavento per la cacca in giro di un nano.
"Ma potrebbe venirgli un'infezione". Aridaglie con queste infezioni.

Alimentazione. Che dire dell'alimentazione? Innanzitutto, al Nano troppa tetta. Gliela devo dare di nascosto da lei, perchè anche se non mi dice nulla, si vede che mi considera una depravata. Poi, troppa frutta e verdura. "Ma non lo sai che gli viene la diarrea? La colite?".
E poi, tutto questo yogurt. Mah.

Ho fatto questa vita fino a febbraio. Da settembre, ovvero la nascita del Nano, la Mamma mi ha dispensato preziosi consigli (leggasi imposizioni) su come allevare (leggasi addestrare) i Nani.
"Perche io a ventisei anni ne avevo già due, eh" (brava, fattene pure un vanto).
Poi, un giorno, in un accesso di mania-fitness, la Nonna è caduta.
Si è fratturata il malleolo ed un altro ossicino di cui ignoravo l'esistenza, ed è stata messa a letto. Da allora, è cominciato il delirio per un verso (l'interfono che malauguratamente abbiamo messo tra i due piani non ha mai smesso di squillare fino a maggio), ma la tregua per un altro.

Finalmente abbiamo fatto come cazzo ci pareva.

Il post si intitola così per un motivo: prima noi vivevamo in Veneto. Si stava d'un bene, ma d'un bene che mi viene il mal di testa a pensarci. Poi un giorno ci siamo detti: Lupì, che facciamo? Torniamo dalle mie parti (costa toscana), o andiamo dalle tue (Torino)?
Dalle mie parti, ovviamente, che c'è il mare e si sta meglio, ed abbiamo anche una casa.
Però non avevo considerato il Primo Grande Disastro: la casa è SOPRA a quella dove abita mia Madre.

Dicevo,

il Nano mi ha appioppato il suo morbo, ed io son sempre qua a starnutire, smoccicare ed infestare l'aria di batteri. E al lavoro, perchè non ho diritto a stare a casa in questa stagione.

Ho pensato bene di spargere microbi ovunque, per far sì che tutti contraggano la malattia e per un attimo possano capire come ci si sente ad essere gravemente ammalati in pieno agosto, e che non è solo un fatto glamour.

Comunque il Nano sta bene. E' guarito in mezza giornata, tanto che la pediatra mi ha preso per pazza ("Ma questo nano non ha niente! Che lo hai portato a fare?")

Va bene, Nano. Adesso mi dici come caspita hai fatto.

mercoledì 1 agosto 2007

Un nome, un destino

Ieri abbiamo avuto il signor Ingannamorte, che ci ha telefonato da un luogo distante nel tempo e nello spazio, con inquietanti schricchiolii di sottofondo.

Oggi è venuto un prete salesiano, Don Gianpiero Prete.

Nomen Omen.

la Febbre colpisce Lupina

Oggi la termosifoncina col moccolo al naso ed il respiro affannato sono io.
La febbre che oscurava la fronte del Nano è trasmigrata in giro per casa, e deve essersi detta: "Toh, che bel corpicione mezzo nudo addormentato! Fammici entrare, che in quel nanerottolo si stava proprio stretti!".
Così mi ha beccato, 'sta bastarda.
Ed io che pensavo di essere invincibile, coi miei polsini dorati alla Wonder Woman che respingono i proiettili ptiung-ptiiiung, e figuramoci che anticorpi devo avere, con tutta questa bella ciccia che ho.
Se provo a girare su me stessa non mi trasformo in una stra-gnocca col body a bandiera americana, ma cado per terra per il giramento di testa.
Che fatica essere supereroi, mi sa. Meglio con la febbre, a ciondolare sulla scrivania dell'ufficio, e spargere malignamente il morbo tra i mortali.