martedì 23 febbraio 2010

Rincoglionita

No, ecco, per confermare ciò che ho appena scritto.
Questo scoreggia ed io sono felice.

Non è normale questa cosa. Preferisco star qui ad annusarle che andare a prendere l'aperitivo con Brad Pitt. Non che sia un alternativa possibile al momento, eh, che il Brad con tutti quei figlioli sarà lì a fare il suo dovere e non si sogna nemmeno di prendere un aereo e raggiungermi qui al Lupinaio, però insomma, se suonasse il citofono e nel video apparisse lui che mi chiede "duiuuont tu drinc un aperitiv uit mi?" lo liquiderei con "ai em bisi, sorri, aim not avelebol." e gli riabbasserei il ricevitore sul grugno, per tornare alle mie amate scoreggine neonate.

La mia vita col neonato

Ok, è appurato che il libretto di istruzioni non te lo danno.
Però ti riempiono di fogli e foglietti con pesi -misure - integratori da somministrare, consigli non richiesti, un po' di sano terrorismo psicologico sul rischio SIDS, ma tanto noi non siamo obesi, non si fuma, non si fanno giochi strani e pericolosi con lenzuola e coperte, si cosleeppa tutti insieme con grandissima soddisfazione e si dorme supini. Supini più o meno, a volte un po' di fianco, ma con la puppa in bocca di rigore, come il sigaro di Fidel Castro.

Questo neonato è un androide.
Puoi turargli il naso, tirargli i capelli, cacciargli le dita negli occhi, ma lui se deve fare una cosa la fa.
Per esempio, se fa la cacca la fa, non c'è nulla da fare. Puoi provare a distrarlo in tutti i modi, fargli il balletto di Povia a Sanremo, lui caca imperterrito. Se ciuccia, pure. Tiragli i capelli e lui continuerà a ciucciare. Magari si lamenterà in maniera stizzita, gli si attiverà per un attimo il segnalatore acustico del fastidio, ma tornerà a puppare immediatamente.
Poi è un neonato serio. Non sorride. Anzi, tu sei lì che fai lo spiritoso, e lui ti fa gli occhiacci.
A volte però, quando dorme, gli viene in mente qualcosa di irresistibile, e allora accenna un risolino timido, una cosina tra se' e se', niente di importante.
A volte ci mette pure una microsghignazzata con il sonoro bassissimo, che se non sei lì a coglierla in tempo te la perdi, mannaggia, e queste son perle da non tralasciare, che poi crescono alla sveltissima e a mandarti a cacare ci mettono un nulla.

Comunque, cari signori che mi leggete, sappiate che anche questo neonato mi è venuto molto bene. Ha dei peli superflui molto inquietanti sulla fronte e sulle orecchie, che lo fanno somigliare tanto ad un neonato mannaro, però dorme tanto ed è tranquillo, e questa è una gran cosa. Poi ha un bel colorito, è molto rosa, di una nuance davvero bella. Ha anche dei magnifici piedi lunghissimi, e unghie molto belle nelle mani.

Poi boh, sarà che io sono in pieno baby jazz, baby funk e baby death metal, ma non riesco a concludere un tubo e sto tutto il giorno col neonato in braccio, a contemplarlo innamorata. Non cago nessuno, faccio il minimo indispensabile per tornare all'estasi mistica il prima possibile, invento un sacco di scuse (ma non dovevi preparare questa cosa, pagare la bolletta, telefonare all'assicurazione? "Maaaaa il bimbo ha pianto tutta la mattiiiiiina..." - non è vero, naturalmente, sono io che non posso permettermi di perdere un attimo di vita del neonato, consapevole del fatto che questo sarà l'ultimo che maneggerò e che annuserò voluttuosamente), tanto sono orribile, ho le cosce a mongolfiera, non posso rimettermi i jeans per via dei punti che mi fanno ancora male, odoro di formaggera ed ho i capelli a carciofaia, ma 'ndo vado in queste condizioni?

A proposito, ho pure perso fin troppo tempo a star qui a scrivere. Non ho annusato il Blobfish per quasi 10 minuti.
Vado immediatamente a riparare.

lunedì 15 febbraio 2010

Storia di un pesce

C'era una volta un pesce.

Era un pesce molliccio e senza squame, e nuotava quieto in un mare tranquillo e silenzioso. In verità non nuotava, semplicemente stava lì, ad aspettare.
Il mare del Pesce Molliccio era un mare profondo, ma era un mare fatto di niente: non c'erano altri pesci con cui parlare, non si vedeva il sole e nemmeno la luna, ma solo un'ombra rossastra, ed un battito continuo, e a volte un rimbombo di voci lontane.
Era bello stare lì, senza far niente. Non c'era bisogno nemmeno di mangiare, il mare del Pesce Molliccio pensava a tutto ed esaudiva ogni desiderio. Era un mare tiepido, e ti faceva venire la voglia di sonnecchiare.
Ogni tanto il silenzio era rotto da una voce lontana, ma più forte delle altre: era quella del Dio dei Pesci Mollicci, un dio diverso da quelli che conosciamo noi: i nostri non ci parlano mai direttamente, se ne stanno nascosti dentro le cose e non si fanno vedere. Era un dio affettuoso, di quelli che si preoccupano.

Decisamente diverso dai nostri, così distanti nell'Iperuranio.

"Dio, che ci faccio io qui?" chiese un giorno il Pesce Molliccio.
"Tu sei qui per crescere e mettere su peso" rispose sorridendo il Dio dei Pesci Mollicci. " Devi diventare grasso"
"E poi che ne sarà di me? Mi mangeranno?"
Il Dio dei Pesci Mollicci esplose in una grassa risata.
"Ma nooo, tu non sei fatto per essere mangiato. Tu hai una missione nella vita, e non sarà facile portarla a termine."
Il Pesce Molliccio cominciò a preoccuparsi. "Ma perchè, che dovrò fare? Mi aspettano compiti gravosi? Dovrò affrontare dei mostri? Rischierò di morire?"
"Rischierai di vivere, piuttosto!" rispose ridendo il Dio dei Pesci Mollicci. "Senti che ti chiamano? E' già giunta l'ora di andare. Su, preparati!"

Ed il mare cominciò ad aprirsi in una voragine che attirava il Pesce Molliccio dentro di se', le acque si tinsero di rosso e qualcosa di grande e feroce e impaziente cominciò a rovesciarsi, ed il mondo esplose con tutti i suoi colori sopra la testa del Pesce, iniziò il miracolo dei rumori e le orecchie, che fino a poco tempo prima erano state sorde, cominciarono ad udire.

E fu che così cominciò ad essere un Uomo.

Per Gregorio il Blobfish, giunto dal Mare Amniotico fino a noi, il 9 febbraio 2010.
Benvenuto, piccolo.