mercoledì 24 novembre 2010

Opinion leader

"E IO NON VADO ALL'ASILO SE NON MI TRUCCHI!"
"Ma ragiona, sei un bambino!"
"IO VOGLIO ESSERE TRUCCATOO!"
"Non posso truccarti, figlio. Le femmine si truccano, tu sei un maschio."
"E ALLORA TRUCCAMI DA MASCHIO!"
"I maschi non si truccano."
"E allora disegnami qualcosa sulla faccia. Disegna qui" e si indica la zona tra il naso ed il labbro superiore, "Fammi i baffi come babbo."

E fu così che Lupina si armò di matita per occhi e si mise a disegnare un bel paio di mustacchi pelosi, infilò il grembiulino al Nano e lo condusse all'asilo.

E quando alle 16 meno un quarto tornò a prenderlo, vide una torma di bambini e bambine uscire dal cancello, tutti quanti coi i baffi disegnati col pennarello.

E per ultimo il Nano.
Ma lui aveva anche la barba.

domenica 21 novembre 2010

La roba

Il Blobfish ha ormai nove mesi, il Nano ha 4 anni, e noi lupini ci dilettiamo in bilanci.
In questo caso, i lupini si chiedono ma come cazzo abbiamo fatto ad accumulare tutta questa roba in così poco tempo? Quattro anni-e qualcosa fa entravamo in questa casa con un simpatico poppante sotto l'ascella, ignari della quantità di roba che irrimediabilmente ci saremmo tirati dietro.
Adesso siamo all'impasse.

Innanzitutto, ci convinsero dell'inevitabilità di possedere una culla.
La culla doveva essere di vimini, dal design un po' retro, e completamente foderata con stoffine con piccoli disegni, possibilmente che non fossero troppo da checca. Serviva quindi una culla foderata di stoffa da vero duro, roba virile e non da mammolette, quindi ci si è dati da fare per cercarla, imbastirla, cucirla, lavarla, scucirla perchè non andava bene, ricucirla, in previsione di tante meravigliose nanne.

Bene, i miei poppanti - entrambi- si sono sempre rifiutati categoricamente di dormirci dentro. Ho passato ore ad addormentare alla puppa il primogenito e tentare di straforo di mettercelo dentro. Ma come il suo corpicino poggiava sul morbido materassino fatto fare apposta per lui con tanto amore dalla Vecchia Signora Che Fa i Materassi a Mano Come Si Usava Un Tempo, apriva gli occhi e mi guardava con lo sguardo che Lele Mora deve aver lanciato a Nina Moric quando ha rivelato l'inciucio del marito, dopodichè si azionava l'avvisatore acustico, e si ricominciava tutto da capo.

Adesso abbiamo rispolverato la culla. Per forza, è arrivato il secondogenito!

Ottima per tenerci i panni da stirare, con le sue rotelle di legno silenziate con morbidi gommini incollati a mano da qualche operoso manifatturiere cinese, essa viene trascinata da una stanza all'altra in previsione della stiratura.



La culla l'hai usata poco? No problem, vorrà dire che poooooi lo abituerete a dormire nel lettino.

Ma guardate questo ottimo oggetto in legno massello, con ganci in lega di titanio, paracolpi imbottito con morbido vello di pecora lunare, pagato TANTISSIMO (non da noi, ovviamente, ma dai nonni amorevolissimi), ammiratene le raffinate rifiniture! E guardate che meraviglia, la soffice copertina in pendant!
Ma soprattutto, guardate come ci dormono bene dentro, i gatti!
Eh sì, finalmente qualcuno che apprezza le cose raffinate. Nella culla non ci dormivano per via del fastidioso rollio dovuto alle famigerate ruote, che in effetti dà fastidio a dei poveri gattini che si devono anche un po' grattare, ma nel lettino, ben fermo sulla terra con le sue potenti gambe di legno massello tornito, ahhhh, che meraviglia! Che spulciate poderose!

E quanti accessori irrinunciabili, per una coppia di neogenitori che vogliono vivere bene la maternità. Il piumino polare in neoprene con camera d'aria a gas ultraisolante, che comodità! In queste latitudini poi! Vabbè, è vero che fa freddo 15 giorni all'anno e che a novembre si continua ad andare al mare, ma sai mica te se arriva una glaciazione d'improvviso e ti strina i figlioli? Almeno quello piccino è salvo, la stirpe può continuare.
Non l'abbiamo nemmeno tirato fuori dalla busta sottovuoto in cui l'avevo risucchiato 4 anni fa.


Ai tempi del Nano, i nonni si affrettarono a tornare dalle ferie per aiutarci ad addobbare una cameretta.
"Una cameretta? Già adesso? Ma non ci dormirà, non almeno i primi tempi"
Nella mente lupiniana non esistevano ne' cosleeping ne' allattamento a richiesta, Gonzales era il nome di un odioso topo cartone animato e Estivill un calciatore della nazionale spagnola, nonostante ciò qualcosa suggeriva che no, non ci sarebbe stato bisogno di una stanza apposita per contenere un corpicino di pochi chili.

"Ma tu sei PAZZA" mi informava Nonna Ansia con l'occhio fuori dall'orbita, "ti serve per metterci tutta la roba!"
"Quale roba?" chiedeva Lupina, le mani sull'enorme girovita da sequoia americana, che circondava all'epoca il primo frutto della recente unione gigghica.
"Ahahaha" la risata satanica di Nonna Ansia rimbombava nelle stanze ancora vuote della nuova casa, "non ditemi che non avete neanche fatto la lista di nascita? Vi ritroverete con i doppioni, con cose che non vi servono!" .
I corpi lupinici e gigghici sono scossi da un brivido: rei di non aver fatto una lista di nozze, si ritrovarono dopo il matrimonio con la casa piena di oggetti indesiderati, quali il vaso-alveare- che-non-si-rompe-manco-col-cazzo, i piatti con le cozze incorporate ed il temutissimo vassoio con le corna.

A questo punto parve davvero il caso di prevenire il danno, provvedendo a compilare la lista dei desideri.
La ragazza del negozio di articoli per l'infanzia ci deve aver adocchiato subito - guarda un po' questi du' bifolchi - , e ci ha praticamente costretti a mettere in lista delle cose che non abbiamo usato e che già all'epoca mi creavano delle perplessità.
Dovevo dar retta al mio intuito, adesso è troppo tardi. Le cose hanno salito la doppia rampa di scale, l'hanno ridiscesa alla volta della rimessa di mio padre - neopensionato - che aveva appena cominciato a far ciappini e poveretto si è ritrovato sommerso dai gadget naneschi, ha ripreso la via delle scale ed ora le ridiscenderà.
E tutto ciò, senza avermi reso il minimo servizio.

Buffa, la vita.

mercoledì 17 novembre 2010

Scemi del villaggio

Io ho una specie di calamita per gli scemi del paese. Ce n'è uno, che non è proprio scemo poveraccio, diciamo solo che è un po' troppo originale, e che da anni mi perseguita. Me lo trovo dappertutto, e mi tocca fare esercizi funambolici per scansarlo.
Questo individuo è ovviamente di sesso maschile (per una strana congiunzione astrale, la maggior parte degli scemi del mio paese sono maschi), molto corpulento e villoso, e dotato di un vocione tonante. E parla persino in dizione.
Mi attacca sempre dei bottoni micidiali, tutti a scopo autocelebrativo. Ovviamente, racconta delle cazzate di rara intensità.
Vi lascio immaginare il mio entusiasmo.

Una volta, in fila al Supermercato Germanico Pieno di Troiai*, mi ha raccontato che lui era stato contattato dal coro del Festival di San Remo ma che poi aveva dovuto rinunciare perchè da qua in bicicletta era un problema, caricarla sul treno, scaricarla dal treno... insomma, alla fine ha rinunciato. Ma hanno insistito, eh, non si rassegnavano.

Un'altra volta, mentre ero seduta su una panchina a controllare che il Nano grande non si sfracellasse al suolo mentre correva sulla trave dei giochi del parchetto cittadino, mi ha deliziato con una perla di valore inestimabile sulla sua nascita sovrappeso (6 kg), sul fatto che era in pericolo di vita per un'infezione non si capisce bene dove, e sui particolari splatter della sua signora madre, povera donna, mentre lo partoriva. E che dovizia di particolari!
Alla mia domanda "ma come fai a sapere tutte queste cose? Te le hanno raccontate?" ha risposto "No, me ne ricordo".

Ieri ero al mercato, a comprare un portafogli.
Lui era lì, con la sua misteriosa cartella di cuoio portadocumenti ed il suo completino balneare (lui d'estate porta completi da cerimonia in lana per le occasioni eleganti, oppure giacche di tweed corredate di sciarpa e berretto da sciatore, mentre d'inverno vive in shorts e maglietta a maniche corte, vai a sapere perchè), e naturalmente la fedele bicicletta a fianco.
Si mette a guardare una borsa da donna piuttosto vistosa e pacchiana, e sento il cambiamento nell'aria, quella reazione della chimica del corpo che precede un attaccamento di bottone micidiale.
Vai, mi tocca, mi dico. E invece una tipa più o meno mia coetanea, e nelle stesse condizioni di disfacimento fisico, urta per sbaglio la sua bicicletta - parcheggiata rigorosamente in mezzo alle palle - e la fa cadere.
E giustamente si mette ad inveire contro chi, in un mercato gremito di gente che sgomita, parcheggia a cazzo di cane le biciclette, che poi la gente picchia le palle nel manubrio e si fa male.
Lui mi guarda con occhio porcino e mi confida: "Ma guarda te che sfacciata, è incredibile. Certe donne per essere notate farebbero di tutto! A me poi OVVIAMENTE capita sempre, io piaccio tantissimo alle donne"
Ed io, impassibile, fingo di controllare la chiusura a scatto di un ombrello.
"Comunque voi donne siete proprio delle scostumate. Ma lo sai l'altro giorno cosa mi è successo? Ero in giro con la mia bici, ed una signora - che poi era pure di una certa età, una vecchia insomma - , eh - dicevo, questa signora per farsi notare DA ME, lo sai cosa ha fatto?

Ha fatto finta di mettere un piede in fallo. Ed è cascata!".


* Che c'è da chiedere? Ma il LIDL, ovviamente!

lunedì 15 novembre 2010

Eroe domestico.

"Mamma, ti racconto una storia.
C'era una volta un bambino
che non dava mai retta alla sua mamma
specialmente quando erano per strada, lui disAbbediva e non dava mai la mano.
Un giorno si DISTRAGGUE e attraversò la strada senza guardare
quando arrivò un CAMIO che lo investì TUTTO.
Gli passò sopra e lo SPICCICO', e gli uscirono tutte le budella.

Quando poi tornò dalla mamma, lo sai cosa successe?
La mamma lo sgridò che era stato scemo

e anche che gli aveva sporcato tutto il pavimento con le sue budellacce di fuori.

E lo sai come si chiamava quel povero bimbetto sciocchetto?"

Si chiamava ELLIS SHTUPIDEL, ed era il nostro nuovo eroe domestico.

lunedì 8 novembre 2010

Pranzo coi Nanetti

Alla scuola dell'infanzia del Nano hanno inventato uno strano gioco a premi.
Lo strano gioco a premi prevedeva l'offrirsi volontari per dare disponibilità come scrutatrici per l'elezione dell'Interclasse ed impiegare due mattinate della propria esistenza presso la suddetta scuola. Il premio invece consisteva in un meraviglioso pranzo coi nani dell'asilo, circa 80 creature tra i 3 e i 5 anni, seduti in una seggiolina bassa bassa, con le ginocchia in bocca, in mezzo ad un delirio di urla e croste di pane volanti.
E Lupina, che di solito nella vita ha pochissimo culo metaforico e moltissimo di quello fisico, HA VINTOO! Yeppa!

Per il Nano è stato un giorno memorabile. Non la finiva più di ripetere questa è la mia mamma, e mi baciava di continuo. Aveva tutta la faccia che rideva, gli occhi, la bocca, persino il naso ed i capelli sembravano ridere.
A tavola, decide di presentarmi agli amichetti.

"Ehi bimbetti, questa qua è la mia mamma. Lei non ce l'ha il pisello!"
Ma loro non lo cagavano.
"Il mio babbo invece ce l'ha, uno GRANDISSIMO!"


Da allora in poi, ci hanno cagato TUTTI.