lunedì 13 settembre 2010

Il bambino indaco

E' mattina, e Lupina in compagnia dei due minorenni si avvia placida e ballonzolante come Baloo verso il mercato cittadino del martedi.
Prima tappa, acquisto di focaccia unta unta unta per il sollazzo palatale del Nano grande (ma anche del Nano piccolo sotto forma di briciole, solo che a sette mesi bisogna far finta di dargli le minestrine e gli omogeneizzati di verdura, e soprattutto i pediatri NON devono sapere), seconda tappa, il mio detestatissimo parco giochi del centro città.



Io devo dire che non sono del tutto asociale, e mi piace persino parlare con la gente, anche se spesso pesantemente decerebrata. Diciamo che riesco sempre a trovare degli ottimi argomenti un po' con tutti. L'unica volta che ho avuto dei grossi problemi è stato con una famiglia di profughi curdi che tentavano disperatamente di dirmi qualcosa in curdo che io non capivo (ma che poi a casa ho realizzato, avevo una lunga coda di carta igienica che mi era rimasta infilata tra i collant e la gonna, praticamente ci sono andata in giro per tutto il paese illudendomi che la gente mi guardasse con ammirazione per quanto ero dimagrita, e invece porca vacca no).
Insomma, io non sono asociale, ma mi metto lì con un neonato in braccio nel mio angolino di panchina, e non pretendo che mi si venga ad attaccare bottone per forza, eh.
Posso anche star lì senza dire una parola se non "stai attento! Non correre sulla trave che ti sfracelli al suolo" senza necessariamente fare conversazione con la gente, non muore mica nessuno.
Ma siccome una tettona seduta in un angolo con un neonato in braccio a mandare sms è una visione che rompe troppo i coglioni, arriva sempre qualcuno con una grandissima voglia di fare combriccola e familiarizzare con la sottoscritta, e così va a finire che io invece di scrivere coraggio scrivo boschio e paura invece che scusa, così chi riceve il mio messaggio ha una prova scritta del fatto che mi sono completamente bevuta il cervello.

E pure l'altro giorno ero lì con il Nano spericolato sulla trave e quello pacioccone in braccio, e tentavo di mandare un messaggio ad una mia amica, quando una mamma veramente veramente veramente alternativa mi si avvicina per -naturalmente- conversare amabilmente di pisce/cacche/pappe/pannolini/dupalle.
"Oddio che carino!" indicando il poppante che masticava placido il laccio di plastica del telefonino, "ma ha la collanina d'ambra per i denti?" mi chiede un tantinello eccitata. No, gliel'ho messa perchè adoro che lo scambino per una femmina, sogno di allevare il nuovo Renato Zero. Ma invece rispondo "Sì, gliel'ho messa un mesetto fa, veramente non so se crederci o meno..."
La mamma-veramente alternativa incrocia la gamba sotto il gonnellone a fiorami. "Ma guarda che funziona veramente, eh! L'ambra ha un GRANDISSIMO potere antisp... antisc... insomma, fa benissimo ai denti, eh! Anche la mia bimba l'ha portata tanto. Tesoro, vieni a vedere che bel bambino piccolo che ha questa signora!"
Dallo scivolo scende un ciclone nano, una bambina di circa 4 anni, dalle leve lunghe, che corre COMPLETAMENTE SCOORDINATA.
E quasi contemporaneamente, arriva anche il Nano, scarmigliato, sudato e anch'esso COMPLETAMENTE SCOORDINATO, il quale si mette a dar fastidio alla bambina scoordinata, creando un quadro d'insieme disturbante come una gita in barca un giorno che c'è il mare grosso (glub, se ci ripenso mi viene la nausea pure adesso e mi vado a mettere i braccialetti anti-mal di mare).
"Nano ti prego, non dar fastidio alla Bambina Col Nome Indiano Che Mi Continua Ad
Uscire Dalla Testa e Che Per Ovviare al Problema Chiameremo da Adesso in Poi Basmati"
"Ma no, non lo devi sgridare" mi rimprovera a sua volta la mamma, "si vede benissimo che anche il tuo è un bambino SPECIALE"
"Eh?"
"Ma sì, è EVIDENTE che anche tuo figlio è un Bambino Indaco!"

Ok, mamma alternativa, è molto bello che tu trovi una definizione alternativa a Grandissimo Rompicoglioni, è commovente davvero. Si vede che ti sei impegnata nel tuo mestiere di mamma, e che quella piccola invasata che strilla come un orango, coi capelli arruffati e la faccia stravolta di sudore ed eccitazione, è nient'altro una dei miliardi di scarrafoni belli a mamma soia ma che tu e soltanto TU vedi come un essere speciale e divino, l'incarnazione di Shiva, Visnù e quell'altro con la faccia di elefante che non mi ricordo mai come si chiama (oppure se me lo ricordo mi dimentico come si chiamano gli altri due).
Mio figlio è differente.
Cioè no, è uguale. La mia banca è differente, ma non c'entra nulla.
Volevo dire un'altra cosa ma non me la ricordo più.

Insomma, volevo dire che è molto bello che tu mi artigli il polso con la tua mano anelluta con le unghie cortissime e lo smalto color vinaccia per comunicarmi che ho un figlio indaco e che devo NECESSARIAMENTE lasciarlo libero di esprimersi come meglio crede SENZA ASSOLUTAMENTE LIMITARLO, ma devi capire che i nostri figli si sono allontanati un po' troppo e stanno probabilmente per morire sotto le ruote di un furgone della TNT Traco.
Raccoglierne i resti indaco con la palettina dall'asfalto, cara mamma-veramente alternativa, potrebbe non piacerti.
E poi ci sarà un babbo-alternativo da qualche parte ad aspettarti, no?
E cosa gli dici? Tesoro la bambina doveva SPERIMENTARE l'impatto dei pneumatici sulla cute umana?
Che cosa ne pensa il babbo-alternativo di questi tuoi deliri? Eh, mamma-alternativa?

Eh no. Non va bene.
Se i nostri due figli indaco adesso si uccidono vicendevolmente a mazzate, forse è il caso di richiamarli all'ordine. Eh lo so, disturba anche me dover intervenire sempre.
Non riesco mai a mandare un sms come si deve, è terribile doversi sempre interrompere.
Soprattutto quando una mano-nana ti ha messo le opzioni del cellulare in turco e non si riesce più a rimettere l'italiano, fatto sta che ormai son due settimane che telefono in turco e ci sto pure facendo l'abitudine.

Insomma, mamma-indaco col tuo gonnellone fiorito e i capelli tinti con l'hennè, sappi che io non cel'ho con te e che mi sei molto simpatica, ma che se non ciai voglia di sgridare la cara Basmati sta tentando di scaraventare alcuni duenni innocenti giù dallo scivolo, trovati una scusa migliore.
Eccheccacchio.

martedì 7 settembre 2010

A chi vuol sapere come mai non scrivo più tanto spesso

risponderò con la sincera verità: non ce la faccio.
I due nanacci mi vessano ad intermittenza con richieste improbabili, mamma lo so che è notte ma io voglio mangiare gli Scooby snack - ngueeeeee - mamma picchio un po' il fratellino sulla testa con questo mestolo di legno - ngueeeeeeeeè - mamma mi voglio ricoprire di chiocciole e andare in giro così - nguèèèè - mamma il fratellino sta mangiando un foglio di plastica.

Avrei molto da dire.

Ma non ce la faccio.

Ma presto tornerò. Forse.