martedì 31 luglio 2007

Senza parole

 



Un grazie a TYTTY e alla Jes per aver permesso tutto questo.
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lunedì 30 luglio 2007

La prima febbre del Nano

Stamattina mi sono svegliata con un termosifoncino bollente accanto. Era il Nano, che dormiva stronfiando come una zampognetta, col naso evidentemente tappato da uno smoccichetto.
La misurazione della temperatura, effettuata su un Nano con l'occhio acquoso, riportava 37.4° centigradi, operazione che è stata freneticamente ripetuta per le restanti 2 ore in cui il Nano è stato con me.
Ho commesso il grave errore di dire a qualcuno che il Nano ha la febbre.

E' seguito un delirio collettivo di telefonate ansiosiogenissime da tutti i gradi del parentame.
Quelle indagatorie:
"Quanto ha di febbre? Ma come non lo sai? Provagliela ogni 10 minuti, fai una tabella, blablabla..."
"Ha la gola arrossata? Ha le placche in gola? Ha fatto la cacca? Ha mangiato ieri sera?

Quelle diagnostico-allarmistiche-dottorhouse:
"Dai sintomi che descrivi, potrebbe trattarsi di mal di gola e raffreddore. Però anche alcune infezioni batteriche sud-tropicali hanno la stessa sintomatologia. Hai notato strani comportamenti? Spotting? Rash? eczema? Bava dalla bocca? "
Quelle colpevolizzanti, perfide ed insinuatorie:
"Ehh, l'avevo visto che il Piccino era troppo/poco vestito! L'hai fatto sudare! Non l'hai fatto dormire coperto! Ma non sai che c'è una pericolosa epidemia di meningite in giro? Madre snaturata!"

Il coretto finale:
"Te l'avevamo detto che potevi anche smettere di allattare, non vedi che i tuoi anticorpi non bastano più? Uaghuaghuaghuahg..."
Risate sataniche si disperdono nell'etere.

Dopo una frenetica mattinata di telefonate, tra cui anche una alla pediatra con cnoseguente appuntamento, il Nano se ne sbatte e scorrazza felice: ha 36.4°, e ci va un bel pezzo in quel posto.

domenica 29 luglio 2007

La chicca del giorno

Mi stavo preoccupando: possibile che questa domenica nessuna perla da segnalare nel mio blog?

E' arrivata, solo che l'ha beccata la mia collega Scirocchetta.

Signore con schiena incredibilmente pelosa: "Sende un bo', signorine"
Cassiera del Parco di Divertimenti Acquatici: "Mi dica pure"
Signore con schiena incredibilmente pelosa: "Siccome che io debbo andare alla Calabbria, vorrei saperci se bbruce angora"
Cassiera del Parco di Divertimenti Acquatici: "Eh?"
Signore con schiena incredibilmente pelosa: "Forze lei non ha gabide, le ribede la domanna: siccome che io debbo andarci alla Calabbria, non so se potrei perchè mi hanno detto che bbruce"
Cassiera del Parco di Divertimenti Acquatici: "Senta, non vorrei sembrarle scortese, ma io non riesco a capire cosa vuole lei da me"
Signore con schiena incredibilmente pelosa, molto alterato: "Ma allora lei che non cabisce! Io chiedevo della Calabbria, se bbruce, se non bbruce! Ma voi non date anche le informazioni? Non siete l'ufficio delle informazioni?"
Cassiera del Parco di Divertimenti Acquatici, molto confusa:"Informazioni sul Parco di Divertimenti Acquatici, sì, però... non so cosa lei voglia sapere"
Signore con schiena incredibilmente pelosa, incazzatissimo: "Ma che ufficio delle informazioni, che non sapete mai un cazzo! " e se ne va.
Cassiera del Parco di Divertimenti Acquatici:"Comunque il biglietto costa 18 euro."

Lupina: "Scirocchetta, ma hai capito che voleva 'sto pazzo?"
Cassiera del Parco di Divertimenti Acquatici: "No, ma comunque ho voluto avere l'ultima parola."

Interno notte

Stamattina un ladro-fantasma deve aver visitato il Lupinaio, è la prima considerazione che mi salta in testa quando entro in bagno appena sveglia.
E' saltata via la pannellatura inferiore della porta, e la stecca che doveva tenerla ferma giace divelta nella vasca da bagno.
Che strano, però. Come mai ha cercato di passare dalla pannellatura inferiore? Un Ladro Fantasma Nano? E cosa avrà cercato di rubare, che qua non manca nulla? Con questi interrogativi, faccio la pipì.

Ricostruzione dei fatti:

Ieri sera, complice una cenetta con gli Amici Bubi, mi son strafogata di cocomero ad ora veramente tarda, con conseguente inquietudine da pisciaiola notturna.
Mi sveglio alle nonsoacheora, con una vescica in fase implosiva che mi consiglia vivamente di correre al cesso. Decido di non accendere la luce per evitare di svegliare Gig e Nano, e scendo dal letto seguendo la mappa mentale di Villa Lupina del Lupi Lupi Go, il mio navigatore satellitare cerebrale.
Che purtroppo non era aggiornato, ed infatti sbatto contro oggetti non bene identificati sul mio cammino, fino alla grande porta a vetri del Bagno Arancione-Bordeaux, contro la quale sbatto con una violenza inaudita, scalcagnando la porta.
Si sveglia Lupino, incazzato ululante, ed inveisce contro la mia demenza (proprio lui che poche ore prima, per accompagnare gli ospiti al cancello, si è quasi amputato il mignolino del piede per fare il cretino)
Si sveglia Nano, incazzato blu, in versione Dama del Sudario, con tutta quanta la zanzariera in testa.
Mi finisco di svegliare anch'io, e accendo finalmente la luce.

Notte di delirio e follia a Villa Lupina. Possibile essersi dimenticati tutto in questa maniera preoccupante?
Il Lupino decreta che sono una cinghialessa.

sabato 28 luglio 2007

Risolto il problema antiquariato

Ho pulito il frigo.

All'interno c'era di tutto, anche un paio di nerboruti uomini di Neanderthal.

Al mercatino mi hanno già detto che per le olive secolari che avevo nel secondo scaffale, mi danno in permuta tutto quello che voglio.

Mercatino dell'antiquariato, si salvi chi può.

Aiuto! Le mie finanze sono in pericolo!
Da ieri sera nella nostra ridente cittadina invasa dagli Olandesi e dai Tedeschi ospita un bel mercatino dell'antiquariato. Beh, insomma, antiquariato è una parola grossa. Io lo definirei "Rigattierato a prezzi esorbitanti", probabilmente è più corretto.
Il Lupino, il Nano ed io ieri sera ci siamo catapultati tra le bancarelle come invasati, sognando di comprare tutto, chiedendo prezzi, valutando misure, prendendo pseudo-accordi col venditore.
"Ripassiamo dopo, ci pensiamo su un attimo". Il venditore ci guardava allontanarci pieno di speranza, e noi via, in fuga col nostro passeggino supersonico carico di Nanosità, consapevoli del peccato commesso.

Bisogna dire che il Lupinaio trabocca di mobilio.
Bisogna dire che non abbiamo molti soldi. Anzi, proprio pochi.
Bisogna dire che però non ce la vogliamo mettere in cucina una bella madia toscana, eh?
E queste due stampine con gli uccellini, eh, non ce le mettiamo nella Stanza Arancione ?
"Ma noi non abbiamo una stanza arancione" mi fa notare giustamente il Gig.
Perchè lui, povero stolto, non sa che io ho mentalmente cambiato l'assetto di casa nostra una venticinquina di volte negli ultimi sei mesi, ridipinto le pareti e spostato mobili.
E questo candelabro, non starebbe da dio sopra il pianoforte (che non abbiamo, ma che dovremo comprare al più presto per costringere il Nano a noiose lezioni come è toccato a me)?
E guarda, che magnifica lampada sgangherata da lettura! Costa solo 400 euri, ma quando ci ricapita, Lupino? Guarda questi piattacci sbeccucciati come sono country! E costano solo 25 euri ciascuno! Lupino, li prendiamo? Dai!
Il Gig intanto è scappato verso la bancarella dei libri, lasciandomi ai piatti sbeccucciati e senza (fortunatamente) ne' bancomat ne' altra fonte di liquidi, e finge di essere immerso nella lettura del primo libro pescato a caso. Come faccio a sapere che è pescato a caso? Sta leggendo "Come curare la candida ed altri disturbi intimi femminili con l'Ayurveda". Si sa già dal titolo chi è l'assassino.

Ecco il calcolo mentale delle spese virtualmente sostenute:
Madia toscana da restaurare, 700 euro
Piattaia finto-antico, 220 euro
Piatti sbeccucciati ma moooolto decorativi, 6 x 25 euro ciascuno
Cornici scalcagnate, 10 euro ciascuna, e me ne piacevano almeno sei
Lampada da lettura, 400 euro
Lampadario a saliscendi di ceramica con carrucola, 150 euro
Lampada di opalina a parte, 70 euro.

Ho virtualmente speso 2.450,00.
E non ho incluso nel calcolo un orologio fintissimo per il quale il Lupino ha perso la testa, i paioli di rame per il camino (oops, ecco un'altra cosa che ancora non abbiamo!), un paio di manichini da sartoria ed altre cosine sfiziose da piazzare in casa qua e là.

Però oggi ci torniamo, eh, Lupino? Eh? Gig, perchè mi guardi così? Che cosa ho detto di male?

venerdì 27 luglio 2007

Gardaland, non mi avrai!

Io non voglio andare a Gardaland.
Non ci sono mai andata, e mai ci andrò, ma qua mi ci vogliono trascinare con l'inganno e, magari, con il CAMPER! Io odio il camper, è peggio della barca, mi fa stare male il solo pensiero di quel bugigattolo tutto in vetroresina imitazione legno, dove non puoi fare nulla, dove mangi la roba che ti sei portato da casa, gli spaghetti voiello col sugo di Nonna così non si spende per mangiare, e se si trova una bella area di servizio in autostrada ti puoi anche fermare a fare una bella grigliata, magari in mezzo ai camion e ai tir, con tutti questi occhi di guidatori stanchi che ti guardano e ti prendono per il culo dalle loro cabine con i calendari della Ferilli.

Dicevo, io a Gardaland non ci vengo. Andateci voi. No, non vengo nemmeno a vedere l'Italia in Miniatura, ci mancherebbe. No, neanche a Mirabilandia. Nemmeno a San Marino, che ci sono già stata qualche anno fa e sono tornata a casa triste e delusa e fradicia di pioggia e con una contusione al ginocchio, ma con un ombrello nuovo di zecca e con dei cd esentasse.
Non ci vengo, in quei posti dove fai la fila per entrare, rifai la fila per salire sulle attrazioni, fai la fila per mangiare, fai la fila per andare a pisciare. Io sulle attrazioni non ci salgo, ho paura persino delle giostre perchè una volta da piccolissima un tizio mentre ero su uno di quei cavalli mi disse delle cose orribili, ed io da quel giorno non ci sono più voluta salire., ed il solo pensiero mi dà la nausea.
"Ma si va per portarci i bimbi!"
Bella scusa. Il Nano non ha neanche un anno, non cammina ancora ed è interessato solo alle formiche, alla tetta, agli animali di casa, ad assaggiare cose nuove (non necessariamente alimentari). Il mondo è un interessante bersaglio per le sue mazzate, ma per il resto tutto scivola nell'indifferenza nanesca.
E poi a me i parchi di divertimento mettono tristezza. Io son fatta così, che ci volete fare. Forse perchè lavoro nel ramo (ancora per poco), chi lo sa, ma a me saltano agli occhi più i retrobottega polverosi, le cabine delle manutenzioni, i depositi attrezzi, i cumuli di pattume ammucchiato, le cicche spente dove non si potrebbe, la tamarraggine tutta italiana di spolverare le facciate e far sprofondare nel lurido tutto ciò che a prima vista è invisibile.
Io non ci vengo, a Gardaland, col camper, a condividere la poca aria sana con altre 10.000 persone. Non ci dormo in una cabina da stabilimento balneare messa in orizzontale, a svegliarmi per prima, incazzata perchè non posso muovermi dal mio loculo, altrimenti sveglio tutti.
Nossignore. Non mi avrete.
Io mi butto malata.

giovedì 26 luglio 2007

Sveglie Nanesche e Manesche


E' delizioso svegliarsi in un letto di ferro antico come questo, in cui hanno dormito generazioni di nonni e bisnonni, dove di sicuro qualcuno si sarà amato, con fresche lenzuola di lino e le luci del mattino danzanti sopra le nostre teste.
Un po' meno bello è quando vieni svegliata alle 6.25 dallo SBAM SBAM SBAM contro la lamiera della testata da un Nanetto già al top della forma di prima mattina.
Si inaugura oggi la rubrica "Le infinite gioie della maternità".

mercoledì 25 luglio 2007

Benvenuti a Spisciolandia-Caccolandia, regno di gatti porcelloni.

Federico è il mio primogenito. "Ma come, non era il Nano?" vi chiederete voi, piccoli lettori...
Calma. Il mio primogenito ha già 5 anni, ha i baffi, se ne sta in giro tutto il giorno ed è nero. "Non si dice nero, si dice di colore" qualcuno obietterà. Invece si può dire, essendo Federico nient'altro che un gatto.
Federico è mio figlio, il mio fidanzato segreto, il mio confidente ma anche una grandissima rottura di coglioni fin dalla nascita. Il suo arrivo nella mia vita fu carico del giusto pathos: trovato un pomeriggio di sole pazzesco, nel giugno del 2002, in una scatola da scarpe Lelli Kelly (con tanto di bustina di gel di silicio, particolare trash) assieme ad un'altra creaturina tortie scura, entrambi quasi morti e riacchiappati per i peli del culo da un amico di grande abnegazione, al quale sarò grata per sempre per aver permesso a questi due qua di sopravvivere.
Grazie, Luca.

Federico è un bravo gatto, dicevo, solo un po' carente di intelletto.
A volte ha dei picchi di acume che mi lasciano incredula, tipo per esempio quando entra in casa di mia madre e si mette a spisciolare in piedi, sculettando dalla felicità, sui suoi magnifici mobili di antiquariato, facendosi cacciar via a scopate nella schiena ricoperto di infamia ed ignominia, proprio lui che è un Principe.
A volte Federico impazzisce, e fa delle gran cavolate anche a casa Lupini. Ad esempio, lo scorso anno, lui e la sorella Oliva hanno lavorato alacremente allo scavo del divano Klippan dell'Ikea, costringendomi a manovre truffaldine nei confronti del Gig, il quale esasperato minaccia sempre di estradarli in provincia di Vicenza, dove è risaputo che i gatti li mangino.
Un po' meno grazie, Luca.

Oggi Federico sembrava totalmente rincoglionito. Vagava per casa, annusava gli stipiti delle porte, sembrava fortemente intenzionato a spisciolare sulle mie porte di meravigliosissimo castagno trattate a cera, se non fosse che ha più volte incontrato il mio sguardo fiammeggiante, attraverso il quale comunicavo crollo, rovina e distruzione, ed ha desistito. Ad un certo punto è scomparso, forse uscito alla volta di spisciolamenti esotici.
Stavo addormentando il Nano nel suo lettino, quando mi accorgo che una faccetta di gatto colpevole sbuca da sotto la zanzariera coloniale: è quella di Federico, che mi punta addosso un paio di occhietti da gatto-che-ha-combinato-qualcosa. Mi volto, e scorgo sotto il comodino dal mio lato una enorme, orribile, disgustosa CACCA.
Ma Federico, porcaputtanatroia, devi andare a spisciolare e scacarellare al piano di sotto, dal Nemico, non qua! Mi armo di scopa, guanti di gomma, mi metto un bandana davanti alla bocca e al naso (la cacca mi fa schifo, che ci posso fare), prendo una scorta di strappi di carta assorbente e mi appresto a togliere la caccona.
Certo che 'sti gatti di oggi mangiano bene, guarda che megacaccona che è riuscito a fare questo bucosecco di gatto.
Ma mio caro, è finito il tempo della Almo, dei crocchini Hills, qua si torna al Friskies, e che diamine! Il Fe', intanto, mi saltella intorno felice, dispensandomi testatine e fusa.

Non era cacca. Era l'elastico per capelli marrone di spugna che non trovavo più.

Oggi c'è del nervosismo

 
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Nanna Nana

 
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martedì 24 luglio 2007

Apologia della tetta. Ovvero, quando tutti ti rompono i coglioni e tu cerchi sempre nuove scuse.

Prende ancora la tetta? Così grande??
A dieci mesi GLI DAI ANCORA IL LATTE??
Ma non è giunto il momento di piantarla coi topless nei luoghi pubblici?
Vergogna, prende sempre la tetta!
Gliela devi togliere adesso, altrimenti ciuccerà fino alla maggiore età
Guarda, io mi sono cosparsa i capezzoli di aloe/cacao amaro/sale, ha pianto due giorni ma poi non l'ha più voluta


Ouff, non ce la faccio più. Pare che se non allatti il tuo Nano, sei una madre snaturata. Però lo sei anche se lo allatti "troppo". Ma che vorrà dire, poi, questo "troppo"? La tetta per il binomio mamma-bimbo è una gran sicurezza. Io so che finchè avrò il latte, mio figlio non morirà di fame. Non avere questo pensiero significa potersi concentrare alla scoperta del mondo, e per me accompagnarlo senza aver paura che rifiuti il cibo. A nutrirlo ci pensa la tetta, nel caso in cui la fettina ai ferri dovesse non piacere.

Però pare che continuare l'allattamento dopo il sesto mese, sia da madri depravate e viziose. Un tempo non la si pensava così, nelle nostre campagne le mamme allattavano bimbetti che le raggiungevano nel campo a mezzogiorno in punto, trascinandosi dietro la loro seggiolina. E non erano viste come debosciate, era solo la natura a seguire il giusto corso.
Ma all'epoca non c'era nulla, adesso invece siamo ricchi, i nostri frigo debordano di fruttolo e plasmon ed i bimbi devono essere messi subito all'ingrasso dalle multinazionali dell'infanzia, e diventare dei bei ciccioni simpatici da mettere a dieta non appena cominceranno a sentirsi inadeguati.
Io sono cresciuta a pane e nutella e latte artificiale. Ho fatto merenda con la fiesta ed il kinder, colpa di una mamma troppo giovane e di una moda alimentare figlia degli anni settanta, in cui l'abbondanza e la vasta scelta cominciavano timidamente a far capolino tra gli scaffali dei primi supermercati di provincia.
Non ho un uon rapporto con il cibo, complice forse la tendenza familiare al "finisci quello che hai nel piatto". Ho cominciato ad odiare certi alimenti, ad amarne troppo altri, col risultato che ne consegue.
Credo che la tetta, oltre ad essere il primo scambio col mondo, sia anche un po' un "quel che sarai" nel mondo, il tuo modo di rapportarti con il cibo ma anche il tuo modo di gestire gli affetti, un equilibrio che si reggiunge senza fatica perchè naturale, senza bisogno di essere mediato da una tettarella di gomma ed un misurino di plastica. E' un bisogno che lascia soddisfatti, che non ha niente di sbagliato, che non ha unità di misura se non la felicità.

Perchè devo togliergli tutto questo e lanciarlo in un mondo che non è ancora adatto a lui? Perchè mi devo privare di una mezz'ora al giorno di rapporto esclusivo ed insostituibile con mio figlio?

Ma in definitiva,
perchè la gente non si fa i cazzi suoi?

lunedì 23 luglio 2007

Nani ed intralci.

Si inaugura oggi la I° Giornata Nazionale dell'Intralcio nel Traffico.

Stamattina, ore 7.30, carico un Nano iperattivo sulla Twingo, alla volta di Ca**********llo, distanza circa 18 km.
Al primo km, mietitrebbia fuori stagione che fa manovra in mezzo alla strada. Sette minuti di attesa.
Al quinto km, frotta di ciclisti in tenuta da scemi ingombra entrambe le carreggiate, alle mie tiepide rimostranze ( "O BRODII!" , elegante lemma livornese che sta ad indicare non si sa bene cosa, ma offende assai), mi rispondono in coro un qualcosa che mette in dubbio la mia moralità (ma loro se ne intendono, viste le loro mamme). Nano, non ascoltare, tiriamo avanti.

Entro il settimo km, incappo in una specie di raduno di Ape 50 Piaggio, celebre motoveicolo da intralcio molto in voga tra gli anziani del posto. Ovviamente, vanno pianissimo ed in maniera sinusoidale. Mi armo di santa pazienza e mi accodo, sperando che un uragano li spazzi via.

Al 12° km mi si accende la spia della riserva, che nella Twingo è un grave presagio di morte, complice l'aria condizionata che fa consumare di più. Il Nano, dal seggiolino da nani, emette dei suoni sinistri strofinandosi l'indice sulle labbra, e pare mandare segni d'intesa alla Twingo, che comincia a tossicchiare. Al distributore non c'è anima viva, mi tocca fare benzina da sola (cosa che odio). Il Nano, giustamente, crede di essere abbandonato a se stesso e comincia a ululare. Mi cadono tutti gli spiccioli sul pavè, mi chino a raccoglierli e comprendo finalmente il perchè del basso prezzo di questi pantaloni (apparentemente identici a quelli da donna incinta citati qualche post fa): hanno risparmiato sulla stoffa del dietro. Infatti mi si vede tutto il culo, per la gioia degli automobilisti.

Al 14° km, camion della spazzatura. Superato con successo.
Al 14° e mezzo, spazzatrice che va pianiiiiiiiissimo, guidata dal sosia di Bob Marley (che si deve essere anche fumato la stessa cosa, dato che rimane impassibile in mezzo ai clacson infuriati),
Al 15°, fiorino carico di pagnotte con sportello aperto perde il carico. Pagnotte investite senza pietà, ma cesto di plastica evitato per un pelo.
Al 17° km, lavori stradali. Si sta fermi mentre un giovanotto abbronzato armato di paletta rossa e verde si fa i cazzi suoi telefonando. Stiamo fermi quasi dieci minuti pe far passare non si sa cosa, ma ormai non reagisco quasi più. Sono diventata induista e non mi fa più ne' caldo e ne' freddo niente.
Se non fosse che il Nano, di cui negli ultimi 15 minuti mi ero quasi dimenticata dell'esistenza, mi riporta bruscamente alla realtà con un odore di fogna scoperchiata: ha fatto la cacca-record di puzzoneria della sua vita.
Ed io posso dire: c'ero.

domenica 22 luglio 2007

Il Nano ha detto Babbo

... al vicino di tavolo al ristorante.

Che tra le altre cose era pure piuttosto piacente.


Il Gig è sempre più depresso.

sabato 21 luglio 2007

Auguri, Nano.



Caro Nano,
oggi compi dieci mesi. Sei un omino grande, ormai: è la tua prima età con la decina, ed è davvero emozionante pensare che la prossima volta, ovvero quando avrai 10 anni, romperai le palle per avere i Power Ranger (a patto che ci siano ancora), mentre ora ti accontenti di cacciarti in bocca tutto quello che trovi sul pavimento (comprese le crocche dei gatti, ohibò).
Facendo un bilancio di questi 10 mesi passati in totale simbiosi con te, devo dire che sei davvero un bimbetto simpatico e sveglio. E non lo dico perchè siamo parenti, intendiamoci. Non hai gli occhi azzurri dei tuoi nonni, ma pazienza. Non hai neanche i capelli biondo-cenere di tuo padre, e pazienza lo stesso. Non hai neanche parlato a sei mesi come la tua intelligentissima mamma, ma vabbè, da un lato è quasi meglio, considerando che io da allora non mi sono zittita un attimo ed ho fracassato i maroni a tutti. In compenso sai fare un sacco di cose.
Sai infilare e sfilare le USB dal computer. Infatti le porte USB sul lato esterno del case le hai fatte fuori.
Sai toglierti il pannolino da solo, se decidi che è giunto il momento di darsi al naturismo, ed ami spargere quel disgustoso gel intriso di pipì dappertutto.
Sai gattonare a velocità supersoniche, ed hai capito perfettamente l'utilizzo dei rubinetti. Difatti hai già allagato il bagno una volta.
Sai fingere di telefonare: ti avvicini all'orecchio il mio cellulare urlando "Addoo! Addooo!", e noi tutti giù a ridere pensando che simpatico, e poi si scopre che hai chiamato il call center della Guardia di Finanza per puro caso. E questo senso di inquetudine che mi accompagna tutte le volte che ti vedo prendere in mano il telefono, chissà se quando avrai dieci anni mi avrà abbandonato?
Sai spaventare a morte la gente urlando come un disperato ed approfittando del fatto di saper fare il camaleonte solo con la faccia. Quando passi dal fuxia al blu, con gli occhi stretti e la bocca spalancata in una smorfia di disperazione e si vedono quei due dentini di sotto, mi verrebbe da chiamare il 118 e farti il massaggio cardiaco tutte le volte. Mannaggia a me, ci casco sempre.
Sai dire "mmamma" benissimo, anche se chiami mamma qualunque oggetto desti per un attimo il tuo interesse, sai anche fare NONONO con la testa quando io tento di impormi sul fatto che raccogli una formica da terra e te la mangi, oppure se ti sorprendo mentre stai mangiando i filamenti di cellulosa dei pannolini. Peccato che tu faccia NONONO sorridendomi con i tuoi occhi furbi, e tu ti cacci la roba in bocca lo stesso, non cagando di striscio le mie imposizioni poco convinte.
Sai anche stare in piedi da solo senza sostegno, ed hai messo a punto un sistema di atterraggio pneumatico sul culo che dovrebbero brevettare alla Nasa.
Sei un bambino davvero fantastico, e la tua mamma è infinitamente orgogliosa di te anche se in sostanza non sai fare un cazzo.

Ho appena scoperto con grandissima sorpresa che ti piace Rainer Maria Rilke: ho visto che ti sei interessato a Lettere a un giovane poeta e Su Dio. Adesso attendo con ansia che tu ricaghi le pagine 49-50 e 51-52. Giusto per seguire un po' l'andamento. Vabbè che era un libro noioso, ma perchè non ti mangi i Barbapapà, che è roba più adatta a gente della tua età?

Con infinito Amore,
La Tua Mamma.

venerdì 20 luglio 2007

Mamme virtuali

Le mamme virtuali sono una razza strana. Io ne faccio parte, ma poco poco, essendo una outsider praticamente da sempre. Forse dire disadattata sarebbe più corretto ed indicato, ma dai, outsider fa più figo.
Le Mamme Virtuali pianificano. Io non ci sono riuscita, il Nano si è impossessato del mio corpo durante il complicato rituale della vestizione pre-capodanno, in un momento in cui la calza autoreggente con gonna lunga ed anfibio da sera andavano di gran moda e solleticavano il nostro immaginario collettivo. Niente stick per vedere se ovulavo, niente computerino, niente temperatura basale. Solo spermatozoi ed ovulo, ma non era previsto.
Le Mamme Virtuali sono consapevoli fin dal primo giorno della loro condizione. Io no. Continuo ad andare in bicicletta come se niente fosse, faccio sforzi disumani, aspiro vernici pericolose, sposto pesante mobilio in noce nazionale e l'unica cosa che sento è un po' di gonfiore alle tette, e ste ovaie che sbatacchiano. Ma si sa, son le mie cose che arrivano, non sono mai stata regolare in nulla.
Le Mamme Virtuali arredano le camerette fin dal terzo mese. Io alla vigilia del fatidico nono avevo una casa che sembrava un magazzino, e la camera del Nano ne rappresentava il fulcro: non era stata imbiancata, traboccava di vecchie suppellettili e non c'era niente di utilizzabile, se non un vecchio armadio bianco di quando ero bimba. Nessun guardaroba con gli orsacchiotti, neanche una culletta, neppure un lettino, tantomeno un fasciatoio. Adesso che il Nano ha quasi 10 mesi, devo dire che la sua cameretta non è cambiata un granchè, è solo stata imbiancata e svuotata dalla roba inutile. Per il resto, è rimasta basic.
Le Mamme Virtuali hanno mille interrogativi: quanti chili devo prendere? tornerò normale dopo la gravidanza? Come prevenire le smagliature? Come fare per non avere cotechini al posto delle gambe? Quali esercizi fanno bene al mio corpo?
Io ho mangiato come un passerotto per tutta la gravidanza, per sbroccare poi nel mese d'agosto, complice la Polda ed i suoi crostini assassini. Delle smagliature, me ne sono fregata. Tanto ce le avevo già, si sono solo sovrascritte.
La Mamme Virtuali hanno dei parti terribili, e assolutamente fuori dal comune, con travagli infiniti, scene di sangue che schizza ostetriche e ginecologi attoniti, bebè che nascono con 15 giri di cordone ombelicale intorno al collo e nodo da cravatta. Io, che ho avuto un culo pazzesco, ho sparato fuori il Nano in 3 ore, e sebbene non sia stato poi tanto divertente, lo rifarei anche subito.
Le Mamme Virtuali allattano, ma hanno le ragadi e la mastite, oppure il latte non è sostanzioso ed il bimbo pretende di stare attaccato tutto il santo giorno, alla fine è meglio il biberon che è anche più pratico, glielo può dare anche la nonna, lo zio, il babbo, il vicino di casa.
Le Mamme Virtuali hanno delle attrezzature incredibili. Hanno tutto per tutti. Il tiralatte, il paracapezzoli, lo Sterilizzatore Atomico a Sminuzzamento Molecolare, lo scaldabiberon da casa, lo scaldabiberon da viaggio, lo scaldabiberon da aeroplano, il cuscino col battito cardiaco, la giostrina spaziale con le api fotoniche, la palestrina con i giochi di luce ad attivazione vocale, la sdraietta a motore che culla il bambino senza bisogno di presenza umana, i ciucci da giorno, da pomeriggio, da sera...
Io invece NON AVEVO UN CACCHIO. Dotazione minima: vaschetta per il bagnetto, fasciatoio scrauso dell'Ikea, pannolini. Fine. Neanche un minimo ciucciotto di gomma da 3 euro. Il budget stanziato per il Nano era un budget da poveri. Anche perchè ho notato che l'unica cosa che lo rendeva davvero felice era stare sulla mia pancia nuda, attaccato alla tetta. Fine della storia. La roba che ci hanno regalato non è stata usata ed è rimasta nell'imballo originale, pronta per essere ripiazzata alla prossima puerpera.
Le Mamme Virtuali tornano subito in forma. Se la mia forma damigianoide è considerata ancora vagamente umana, allora sì: sono in forma anch'io. "Basta smettere di allattare e mettersi a dieta, cominciare ad andare un po' in palestra" mi consiglia una Mamma Virtuale. "Dagli il biberon e vedrai che ti trovi bene, senza più schiavitù"., senza rendersi conto che questo genere di consigli, elargiti a chi ha poco senso critico, sono la rovina dell'allattamento al seno.
Le Mamme virtuali però sclerano, e di brutto. Non appena si accorgono che il fagottino profumato di talco e di olio baby non è nient'altro che un energumeno miniaturizzato, pieno di cacca fino alle orecchie, con le coliche, l'eritema da pannolino, la crosta lattea che lo rende impresentabile, i brufoli, che non è un tesorino mangia-e-dormi, ma un essere umano.
E come tale, non programmabile, non computerizzato. Semplicemente, umano, ma un po' più piccolo.

giovedì 19 luglio 2007

I Grandi Dogmi dell'Infanzia.

I grandi dogmi dell'infanzia erano dettami su cui non si poteva discutere. Li declamavano alternandosi la Nonna e la Bisnonna, erano verità assolute ed imperscrutabili; di alcune si intuiva la ragione, altre rimanevano ignote come divinità iperuraniche, e non valevano ne' " Ma io...", ne' "Però lei..". Si dovevano rispettare, e zitti.
1. Non si corre con le forbici in mano. E questa, si capisce.
2. Non si corre con il bicchiere di vetro/bottiglia del succo di frutta/coltello/roba appuntita in mano. E anche questa, è comprensibile.
3. Non si corre se si è sudate. Ma perchè?
4. Non si corre per le scale in generale
5. Non si corre per le scale con roba appuntita in mano.
Quelle per la serie "non si corre" sono terminate. Ecco quelle assurde veramente.
6. Non si va in bicicletta col lecca-lecca in bocca.
7. Non si mangia il gelato di mattina. E neanche il ghiacciolo.
8. Appena alzate, bisogna lavarsi le mani.
9. Non si dorme col costume da bagno.
10.Non si fa il bagno in mare fino al 1° luglio.

Siccome erano quelle che sapevano ricucire le tasche strappate, fare le polpette e le tagliatelle, e che non le beccavi mai spettinate e senza dentiera, ma sempre perfette ed inappuntabili, io credevo che fossero delle wonderwomen ed obbedivo ciecamente.

Quando io chiedevo il perchè di tutto questo a mia madre, lei rispondeva sibillinamente "perchè lo dice la Nonna/la Bisnonna", celando dietro lo sguardo chissà quale segreto. Continuava: "Quando sarai mamma, capirai." E con queste parole, girava il culo sventolando la gonnellona da tardo-figlia dei fiori e si levava di torno.
Adesso che sono mamma, dovrebbe essersi aperto un universo in cui i grandi misteri dell'infanzia dovrebbero rivelarmisi. Invece continuo a non capire, ed ogni tanto faccio indagini tra i conoscenti per capire se anche loro erano sottoposti ai 10 comandamenti. Scopro che qualcuno sì, qualcuno no, qualcuno ne aveva altri molto peggior/migliori/diversi, ecc...

Mamma, ma come mai le Nonne mi hanno rotto le scatole una vita con certe imposizioni assurde?
Ah, non lo chiedere a me. Non ho mai capito nemmeno io, ma siccome è toccato anche a me per tutta l'infanzia...


Continuano le indagini.

martedì 17 luglio 2007

Sconti

Sono andata a fare shopping, venendo meno per un attimo al sacro principio del "NONMICOMPRONULLAPERCHESONOCICCIONA" mi sono presa 4 paia di pantaloni tutti rigorosamente uguali, modello sacco-di-juta, di colori variabili (nero, verde militare, beige e marrone). Tutta contenta sono tornata a casa, per scoprire che sono praticamente identici a quelli da donna incinta che ho comprato la scorsa estate, solo che questi li ho pagati 10 euro al paio al mercato, mentre quelli da donna incinta (ma non pre-maman, ci tengo a sottolineare) li ho pagati 30 in negozio, e li ho già buttati tutti via perchè si sono consumati.

Al Gig ho comprato una serie di magliettine da citrullo, di cui una molto bellina con un bel disegnino. Quella col bel disegnino è piaciuta un sacco anche a lui, ed ha già decretato che è una di quelle "che non si toglierà più". E' stato di parola: stamattina mi ha chiamato disperato, perchè si è accorto di essere al lavoro e di averla ancora indosso.
E lui di lavoro cosa fa?

Fa lo smerdatore.

Un'altra maglia declassata.

sabato 14 luglio 2007

Senza titolo.

Quando ero piccola e non potevo avere quello che volevo, chiudevo gli occhi stretti stretti, mi mettevo lì e lo desideravo con tutte le mie forze. A volte funzionava.

Stanotte ho dormito malissimo, e non per il caldo. Nemmeno per un Nano impazzito che ogni tanto mi strizzava la tetta tentando di dirigerla in posizione opposta rispetto a quella naturale (ahi), ma per un gatto che non conosco. Era (è?) il gatto di una persona bellissima, e non si sa che fine abbia fatto. Non è semplicemente il suo gatto. E' un gatto un po' rosa, che oltre ad essere uno sfi-gatto detenuto in una specie di lager da un pazzo col bollino blu, significa anche qualcosa di grande per lei. Adesso che anch'io sono mamma, posso capire. Non posso fare nulla per lei, per ridarle tutto quello che uno psicopatico le ha portato via. A lei è stato portato via tanto dalla vita, anche qualcosa a cui io non penso che sarei sopravvissuta. Lei invece continua a credere in un mondo migliore, e a farsi un culo così perchè in qualche modo si realizzi.
Spero per il meglio, amica. Quello era il tuo gatto, io stringo gli occhi forte forte e desidero che tu lo riabbia.

Altro motivo per non dormire.
N. ha 4 anni, ma sembra un bimbo di due. E' nato da due genitori bellissimi e perfetti con una sindrome rarissima, 50 casi in tutto il mondo. N. ovviamente è bello come i suoi genitori, è intelligente e sopperisce alla mancanza quasi totale della vista col suo ritmo personale, col suo senso della musica interiore, che incanta.
Adesso una brutta meningite gli sta portando via anche questo, rendendolo progressivamente sordo.
N., cosa posso desiderare per te? Dimmelo, ti prego, perchè io non lo so più.

Aggiornamento:

Il mio antico superpotere funziona ancora. Sta andando a prender il gatto.

Adesso, N., tocca a te.

venerdì 13 luglio 2007

Dieta post partum. Ovvero, tornare a posto in poco tempo.

Sono a dieta.
Dieta è una parola grossa, se associata al tipo di alimentazione scombinata che mi caratterizza. Saltare il pranzo non è dieta, è idiozia, però non ho scelta: tornare a casa comporterebbe trattenermi un'ora in più al lavoro, e questo il Nano non lo può davvero accettare.
E allora mi ritrovo a mangiare uno Stecco Ducale o un Croccantino Sammontana per pranzo (ma a volte, in caso di fame atavica, entrambi), e tappare così quella voragine che è il mio stomaco.
La cena, poi, in fatto di diete, è quella che mi risolve la giornata. Soprattutto perchè cucinata dal Gig, che da non saper fare un cacchio è diventato il Principe dei Sughi col Pomodoro Fresco, mentre io somministro la cena all'altro Lupo di famiglia, ovvero il Nano.
In genere il dessert è costituito da una fetta di cocomero (di cui sono ghiotta), mentre il Nano con la tetta in bocca si fa delle supertirate addormentatorie.
Tutti in casa mia sanno del mio regime alimentare. Sì, vabbè, insomma, che sto cercando di ritornare antropomorfa e non damigianomorfa come sono adesso.
E tutti si prodigano in consigli, da veri esperti del settore.
Mia mamma: "Elimina i farinacei!", mia sorella: "Non mangiare dolci!" , mia nonna: "Niente di unto, mi raccomando" , mia cugina: "Il segreto per dimagrire è eliminare la roba lievitata!" , la mia amica La Secca Capellona: "Elimina i cibi che iniziano per C!".

Insomma, tutti si preocupano per me. E per darmi una mano alleggerendomi il peso del dover cucinare (e reperire ingredienti. Mi manca sempre tutto perchè quando vado a far la spesa entro in modalità rincoglionita), mi riforniscono di manicaretti dietetici preparati dalle loro affettuose manine.


"Uh, nonna, cosa sono queste insalatierine che mi hai lasciato?"
"Roba che ho preparato io con le mie manine, cara Nipote Lupina"
"Roba dietetica, vero?"
"Ma certo, Nipote Lupina: ti ho lasciato un po' di PEPERONATA UNTA UNTA UNTA, un bel PASTICCIO DI MACCHERONI STRAPIENO DI BESCIAMELLA E ROBA CHE FA INGRASSARE, e una bella PARMIGIANA DI MELANZANE DEBORDANTE DI OLIO"
"Ma nonna, sono a dieta!"

"... ehm, non ci mangiare il pane."

martedì 10 luglio 2007

Mai dare per scontato niente, coi Lupini.

Drin drin, suona il Lupinofono a Villa Lupina, risponde il Gig.

"Pronto, Lupino?" è la Lupi, in giro per il paese col Nano, "dovresti fare una cosa per me."
"Dimmi"
"Hai presente la vaporiera?"
"Sì"
"Dovresti prenderla e collegarla alla corrente"
"Ok. Poi?"
"Prendi il filtro e lo monti. Ci sei?"
"Sì"
"Riempi l'apposito vano di acqua minerale"
"Va bene"
"Poi monti il cestello, ne basta uno. Poi apri il frigo e togli una zucchina dal cassetto in basso. Anzi, due."
"Va bene. Poi?"
"Poi le prendi, le lavi sotto l'acqua corrente e le metti nel cestello della vaporiera. Tutto chiaro? Hai capito bene?"
"Tranquilla, tutto chiaro."


Menomale che ho un maritino attento e preciso. Me la posso prendere comoda in giro per i negozi del centro, cercare quello che mi serve e attardarmi nelle scemenze come mi piace fare. Tanto la cena del Nano la prepara il Babbo.

"Lupino, ma non hai acceso la vaporiera!"
"Ma tu QUELLO non me l'hai detto!"


Ha ragione. Non gliel'ho detto.

domenica 8 luglio 2007

E' domenica. Si prega di lasciare il cervello a casa.

Domenica. Apertura dei gabbioni alle ore 10.00.
Nonostante io sia la comandona, addetta al backstage in quanto antipatica ed impresentabile al pubblico, qualche volta mi tocca fare le veci di qualche collega impossibilitata e beccarmi qualche bel bagno di folla. Quando mi dicono "Lupina vai tu" di solito mi arrabbio interiormente senza darlo troppo a vedere, ma in genere tiro a campare consapevole del fatto che a fine giornata mi sarò accaparrata un bel numero di perle.

Bambina vestita completamente di rosa: "Ciao signora, c'è l'animazione oggi?"
Lupina: "Certo, cara"
Bambina vestita completamente di rosa: "Ma la fanno l'ACQUARANA?"
Lupina: "Sì, tesoro, ma tu sei troppo piccola per partecipare (NdL: L'ACQUARUN è un percorso gonfiabile da piscina, su cui correre senza aprirsi un ginocchio è considerato indice di parentela stretta con qualche divinità)"
Bambina vestita completamente di rosa: "E l'ACQUARAGIA c'è?"
Lupina: "Bambina vestita di rosa, l'Acquaragia non è un gioco, è una roba per diluire la vernice" (E ora togliti di mezzo, che ciò da lavorà)
Bambina vestita completamente di rosa: "Non è quel gioco che ci si corre sopra?"
Lupina: "No, tesoro. Quello è l'Acquarun"
Bambina vestita completamente di rosa: "Uffa, e allora vaffanculo!"

Uomo molto pallido bussa alla mia porta (nonostante ci sia cartello con scritto "suonare", ma vabbè), toc toc.
Lupina (scocciata): "Sìììì?"
Uomo molto pallido: "Signora, mi sento male"
Lupina: "Come, male (e qui scatta il dr. House che è in me)?"
Uomo molto pallido: "Sì, mi viene da rimettere e sono pure svenuto, ed ho un dolore pazzesco allo stomaco" (devo dire che per un attimo ammiro la sua resistenza al dolore, ha un modo di descrivere i sintomi davvero elegante.)
Lupina: "Ma ha per caso mangiato e fatto il bagno in piscina?"
Uomo molto pallido, visibilmente sorpreso: "Ma sì! Come lo sa?"
Lupina: "Ma non glielo diceva, sua madre, quando lei era piccolo, di aspettare tre ore prima di fare il bagno?"
Uomo molto pallido: "Ma io pensavo che fosse una di quelle cose che dicono le mamme per non far allontanare i bimbi dopo pranzo..."
Lupina: "... Le chiamo immediatamente un'ambulanza".

Omino grasso: "Ma senta un po', se uno entra nel parco può uscire o deve restare dentro?"
Lupina: "Secondo lei?"
Omino grasso, confuso: "Mah, non so... deve restare dentro?"
Lupina, acida: "Risposta sbagliata!"

Donnina di Firenze sui 70: "Ma si può portare il mangiare da casa"
Lupina, pensando che la Donnina di Firenze comprendesse lo humor: "No, passa uno dei nostri addetti e requisisce tutti i generi alimentari"
Donnina di Firenze, rassegnata: "Allora questi panini li lascio a lei"

L'ultima, la mia preferita.

Ragazzo tatuato male: "Senta, si può fare il bagno in costume?"
Lupina: "Certo. Si deve fare col costume"
Ragazzo tatuato male: "E senza costume?"
Lupina, alzando gli occhi da Donna Moderna: "Senza costume, no"
Ragazzo tatuato male: "E con le mutande?"
Lupina: "Scusa, ma il costume ce l'hai?"
Ragazzo tatuato male: "Sì. Era solo una domanda, così..."

venerdì 6 luglio 2007

Nonni on the beach

I nonni materni, ovvero i miei genitori, sono finalmente partiti per le vacanze.
Nonna Ansia e Nonno Alzeimer andranno a spargere terrore e raccapriccio sulle coste elbane, là dove sorge indisturbata Villa Lupina II.
La mia gioia di essermeli levati dalle palle è offuscata soltanto dalla presenza degli altri due nonni, gli Adorati, che non accennano a muoversi da casa, ma vabbè, qualcuno dovrà pur tenerci il Nano.
Adesso mi aspettano due settimane senza strilli isterici "Ilbimbohaunocchiorossooooooo, lavaglilafacciaaaaaaaaaa, ilbimbohamangiatounbrucopelosoooooo...", senza il Nonno che mi parla per un'ora di come abbiamo sistemato bene certe cose in negozio (oops, ma quella col negozio non sei tu, ma tua sorella!).
Due settimane soli. Il Nano, il Gig-Lupino, ed io. E tutti gli animaletti (6 gatti ed un cane).

Ah! Che goduria!

giovedì 5 luglio 2007

Muggiti misteriosi infestano l'aria.

E' da due giorni che sento uno strano muggire. Sembra che qualcuno abbia nascosto uno di quei giocattoli di una volta, quei cilindretti di cartone che una volta rovesciati emettevano il verso di un animale.
A parte la strana connessione telepatica con questo post, in cui si parla però di cubi multiattività e non di animali misteriosi, il sospetto che ci sia un qualcosa di strano a Villa Lupina è diventato qualcosa di sempre più concreto col passare delle ore.
I muggiti ci hanno sorpresi e congelati in svariati momenti della nostra vita: cambiando il Nano caccoso, mentre eravamo svaccati in posizione regolamentare-ognuno sul proprio divano, in piena notte, in procinto di chiudere casa con chiavi già in mano. Dopo ognuno di questi fotogrammi, è seguita una frenetica caccia al tesoro dentro gli armadi, nelle cassepanche, in mezzo ai cuscini dei divani, con l'unico risultato di recuperare alcuni stecchi di ghiacciolo nascosti negli interstizi dei braccioli ed una stringa di scarpa marrone la cui provenienza si ignora, non possedendo alcuna scarpa marrone ne' io ne' il Gig, e comunque stranamente corta.
Stamattina è venuta la Santa Tamara a pulire, ed anche a lei ho raccomandato la massima accortezza: va stanata la mucca misteriosa.

A casa Lupina è alquanto strano udire il muggito di una mucca, nonostante si trovi in aperta campagna. E' molto più normale sentire il rombo del casuario, oppure le scimmie urlatrici, o gli strilli di una iena in calore. Sì, perchè quasi confinante con l'oliveta lupina, c'è un bioparco stracolmo di bestie esotiche. Ne' io ne' il Gig, entrambi di chiaro stampo animalista, vediamo di buon occhio questa cosa, ma ci dobbiamo attaccare al tram: il proprietario ha tutti i permessi ed i certificati di questo mondo, purtroppo, e gli animali sono regolarmente denunciati. Per la legge italiana, li può tenere.
La mucca, capirete, anche se qui siamo in ambiente agreste e bucolico, è bestia più esotica del parrocchetto dal ciuffo giallo. Nessuno si sognerebbe di tenere una mucca, in questo agglomerato di casette ristrutturate-con-travi-a-vista, in questo villaggio sono una minoranza persino quelli che hanno il gatto.
La mucca, dopo debiti ragionamenti, deve per forza essere un giocattolo del Nano sfuggito al controllo, le cui pile impazzite fanno sì che si animi di sacro fuoco vitale e cominci a muggire.

Oggi pomeriggio, la svolta. Mentre scuoto la tovaglia dalla finestra, noto qualcosa di strano nel riflesso della finestra del bagno dei vicini di casa. Sono gente eccentrica, non hanno il riscaldamento "perchè dà noia", vivono in 2 in più di 400 metri quadri di cascinale ed hanno un cane che spadroneggia pretendendo di mangiare a tavola, e che morde tutti senza distinzione di casta, di sesso o di età (adorabile creatura!). Hanno anche delle galline alle quali chiedono scusa prima di tirare il collo, con le quali condividono la cucina ed il soggiorno della loro casa, e che il cagnaccio tenta continuamente di azzannare.
Mi sembra di vedere come delle corna, spuntare dalla finestrina del cesso.

Abbiamo preso una mucca, perchè ci siamo rotti di andare a comprare il latte tutte le mattina.

Fine della ricerca.

martedì 3 luglio 2007

Finalmente arriva la colf!

Arriva un bimbetto dell'età apparente di una decina di anni alla reception del parco di divertimenti in cui lavoro, trafelatissimo.

"Mi sono perso".
Oh, povero tesoro. "Con chi sei?"
"Con un gruppo"
"Con una parrocchia?"
"Non lo so".
"Con una scuola"
"Non lo so"

"Con le suore?"
"Ma quando sei arrivato?" cerco di indagare.
"Prima"
"Ma prima quando?"
"Stamani".
"Non ti ricordi il nome del tuo gruppo? Il nome di un animatore?"

"No. C'era una signora bionda." indicando me :"tu mi hai guardato prima e mi hai detto un numero".
E certo, ciccio, siete entrati in 460 coi gruppi, tra le mie mansioni ho quella di contarvi quando entrate. Certo, io sono uonderuoman e mi ricordo di tutti.
"So il numero di telefono della mia mamma. La posso chiamare?"
La chiama, ma risponde un tizio con voce da orco ed accento pugliese, che ovviamente non è la mamma di questo bimbetto e tantomeno l'amante della mamma stessa.
Il bimbetto si sente perso, e si mette a frignare. Gli do un gelato aziendale, un croccantino sammontana(l'ufficio è invaso dal croccantino sammontana, il gelato meno venduto d'Italia, ma è il nostro sponsor e gli dobbiamo deferente rispetto) e lui si mette a leccarlo tra i singhiozzi, seduto sul gradino della porta dell'ufficio.

Ho chiamato al microfono tutti gli animatori di tutti i gruppi presenti al parco stamattina. Questo bimbetto è ancora qua, che lecca il gelato e mi guarda speranzoso.

Ho deciso che per le tre, se è ancora qui, me lo porto a casa e gli insegno un po' di economia domestica.

Evviva! Finalmente è finito il tempo delle case luride e dei letti sfatti! E' arrivato Leonardo!

lunedì 2 luglio 2007

Il Nano parla (solo se torturato)

La prima parola del Nano mi ha sorpreso, colpendomi alla nuca come una sassata.
Era in piedi nel lettino, e già singhiozzava il preludio alla sua sinfonia di morte, quando tra i veli della zanzariera è scivolato fuori un

MAMMMAMMAMMMAMMAMMMMAMMAMMMAMA

Io, che non lo cacavo per un'ottima ragione (stavo rifacendo il letto), mi volto sorpresa. Sarà un caso?
Il Nano, a quel punto, vedendosi considerato, riprende il suo canto di disperazione:
MMMAMMAMAMMMAMMAMMAMMA

stavolta con un'enfasi maggiore, leggendo sul mio viso la sorpresa: il giorno precedente, in un negozio di articoli per l'infanzia, ho incontrato una mamma con la sua Nana, nostri compagni di corso di nuoto per nani durante l'inverno. Io la tipa la consideravo un po' una psicopatica, perchè sosteneva che la sua bimba a 3 mesi sapeva parlare. Sì, vabbè, dai, penso io. La Nana intanto tentava approcci, ai quali il Nano rispondeva prima facendo il labbrino, poi scoppiando in pianto disperato. Ad un certo punto, l' enfant-prodige si volta verso la mamma e con aria interrogativa le fa: "Mamma, tato dadda?" E la mamma :"Sì, amore, piange". Io rimango senza parole. La Nana maligna rincara la dose:
"Mamma, tato pappa dadda?". "No, amore, non vuole la pappa: si è spaventato" (perchè è un po' coglione, tesoro, aggiungo mentalmente io).
Non solo la Nana parla ed è abbastanza comprensibile, ha pure 5 mesi soltanto.

Sono tornata a casa guardando il mio Nano con occhio diverso. Perchè i Nani degli altri a 5 mesi sono già supereroi mentre il mio il gioco più intelligente che sa fare è battersi in testa un martello di plastica?

Ma per fortuna, il Dio delle piccole cose è giunto in mio soccorso, donando al Nano la facoltà di parlare. Solo quando è in procinto di piangere, ma per lo meno è già qualcosa. Mi avvicino a lui commossa, lo sollevo tra le braccia e sono pronta mentalmente ad una di quelle scene strappalacrime che di solito non apprezzo un granchè, quando il Nano si volta verso la zanzariera, la afferra e la stringe a sè socchiudendo gli occhi, mormorando "MMMAMMMA" .

Credo che dovrò consultare un bravo psichiatra infantile.

domenica 1 luglio 2007

Del perchè mi chiamo così

Quando ero piccina, ero sorella di una Barbiemaniaca. Essere sorella di una roba del genere portava come conseguenza non avere alternative al colore rosa. Varcare la soglia della sua camera significava entrare in un mondo fatato fatto di ascensori, villini in plastica a due piani, accessori di bellezza, armadi pieni di abitini fru-fru. Mia sorella amava le Barbie, e ne aveva 24. Anche le 24 zoccole amavano lei, però, fatto sta che sono sopravvissute all'eccidio di massa dei giocattoli ed ora vivono in uno scatolone da qualche parte in soffitta, mentre gli altri giocattoli sono stati ammazzati da un taumaturgico falò.
Ognuna di loro aveva un armadio personale, con i propri abiti ed una caterva di accessori, ed erano tutte parte di un albero genealogico in cui il ramo maschile pareva essere stato decimato da una strana epidemia dei testicoli. I ken infatti erano una sparuta minoranza, vivevano in una casa di cartone ed era loro preclusa qualsiasi visita nel gineceo. Oltretutto, non avevano vestiti se non quelli con cui erano stati comprati, dormivano ammassati in un lettino da bambole e non avevano scarpe. Erano dei poveri sfigati.
Io pensavo che ero stata ben sfortunata ad avere una sorella così, con la quale i problemi di comunicazioni erano ben evidenti, ma mi consolava vedere che le sorelle delle altre avevano i Minipony, e quindi non mi era andata poi così male.
Io avevo solo due Barbie, e non ci giocavo praticamente mai. Una si chiamava Cazza, dal nome che a due anni detti alla mia prima Barbie, la Barbie Ballerina. In realtà non era proprio un nome, io Barbie non lo sapevo dire. Sapevo dire un sacco di cose, tra cui cazza (che era una parola che al maschile faceva imbestialire tutte le mie nonne e bisnonne), ed avevo deciso che si sarebbe chiamata così.
L'altra era una stangona coi capelli fino al sedere, Barbie Segreti-di-Bellezza, ed aveva le braccia piegate a 90 gradi. Era una barbie molto evoluta, infatti schiacciando un tasto sulla schiena muoveva entrambe le braccia, e con un po' di accortezza riuscivo anche a farle fare il gesto dell'ombrello. Si chiamava Lupina Stavoriski, ed era una barbie aviatrice. Volava su un aereo di plastica gialla, che avevo trovato nell'uovo di pasqua, e faceva il culo a tutti quanti, anche ai ken di mia sorella, ai quali dedicava dei gestuali vaffanculo dall'alto dei cieli.
Faceva un culo così anche a quei nani dei bigjim di mia cugina Ele, anche se avevano la jeep ed un elicottero con le pale che giravano veramente.
Quando mi sono iscritta sul mio primo forum, ero in forte dubbio su quale nick scegliere tra i due. Ero affezionata ad entrambe le barbie, anche se Cazza era un po' più rammollita, con quella coroncina dorata in testa.

Per evidenti motivi di netiquette ho dovuto optare per il secondo.