giovedì 31 maggio 2007

Crollo, rovina e distruzione nel giardino Lupino

Lui era bello, forse un po' largo di spalle, ma possente e carnoso. Il suo colorito sano, il ritratto della salute. Da anni aveva messo radici là, invitato da mio nonno che come lui, siciliano doc, aveva naso per i tipi interessanti. La primavera era la stagione che preferiva. Lui a maggio rifioriva letteralmente, non sembrava nemmeno che fosse passato l'inverno. Le sue spalle si allargavano al vento di aprile, nel respiro di una stagione felice e piena di sole, di piogge leggere, di cieli stellati.

Lei era magra, ossuta, giovane. Le sue esili caviglie fluttuavano nell'aria, ed il suo essere slanciata sembrava gridare al mondo guardatemi, guardatemi, sono bella, le mie ossa portano dentro di loro una sorpresa arancione che scoppia di luglio. Lei era arrivata chissà come, forse piccolo seme portato dal vento.

Lui era il possente Fico d'India, Opuntia Ficus Indica, lei la Bignonia, Campsis Radicans. Lui scoppiava di fiori gialli già da maggio, lei sorniona aspettava luglio per mostrare la sua grazia arancio. Si conobbero 10 anni fa, e tutti dicevamo che era un amore impossibile, che non avrebbe portato niente di buono. Facevamo di tutto per dividerli, temendo soprattutto per lui, che bruciava d'amore per questa esile, verde presenza. I tutori di legno non erano bastati a condurre lei sulla buona strada: avevano provato a piegarle la chioma, a dare un senso al suo verdeggiare selvaggio. La passione aveva vinto, noi non potevamo farci più nulla, li abbiamo lasciati liberi.
Stamattina, con uno schianto secco, il Fico d'India è crollato a terra. Montava una fioritura straordinaria, mai vista una simile in tutti questi anni. La Bignonia lo ha sopraffatto, avvinto tra centinaia di spire verdi sottili, forse l'amore, forse la gelosia profonda per questo fusto verde, puntuto, hanno dato forza alle sue piccole gemme verdi. Del gigante rimangono solo un cumulo di pale verdi, pericoloso ostacolo nel vialetto tra le due dependences. Domattina verrà un omino tutto fare, e le caricherà su una carriola. Di lui non resta quasi più niente.

Stamattina, dalla finestra della mia camera da letto, mi è sembrato di vedere una presenza antica, curva sulle pale divelte. Forse l'anima verde aveva bisogno di qualcuno che lo trasportasse di là, forse proprio mio nonno ha interrotto per un attimo quello che stava facendo per prendere per mano queta presenza gentile e portarla con se', proprio lui che lì l'aveva piantata.

Che ridere

Io ed il Lupino ci siamo sposati col rito civile. Ma per un rito come questo qua avremmo anche rinunciato alle convinzioni anticlericali.
Ecco un sabotatore della religione cristiana. Si è dimenticato persino la comunione.
Ma se lo vede Ratzinger...

mercoledì 30 maggio 2007

Elektro-lupini

Oggi pomeriggio, elettricista.
Naturalmente, i professionisti bravi se la tirano. Questo non ha ovviamente fatto eccezione, è arrivato con un ingresso plateale alla Wanda Osiris (aveva persino la scala. A pioli, ma pur sempre scala), ha sfoderato un intero arsenale di attrezzi strafighi ed ha cominciato il lavoro.
Come ogni bravo professionista che sa il fatto suo, ha innanzitutto mollato una sequenza di bestemmie che oserei definire barocca contro chi ha messo le mani sul mio impianto elettrico prima di lui, poi ha sfoderato alcuni cosini misteriosi che facevano le lucine ed i bip bip, ha taciuto un attimo, e poi ha ripreso a moccolare.
Guardacaso, io proprio oggi dovevo lavorare. Una serie di personaggi importanti attendeva ansiosamente una mia mail, una telefonata, un cenno di vita.
Guardacaso, anche l'elettricista doveva lavorare, e come ogni bravo elettricista sicuro del proprio lavoro, che cosa avrà fatto mai? Ha staccato la corrente. Mentre lavoravo.
Ma sì, scusa se non ti ho avvertito che staccavo la luce, ma anche te certo potevi salvare sta roba. E poi mica puoi stare lì a battere i tastini del computer, adesso che ci sono Io, il Grande Professionista Elettrico, e proprio adesso che mi serve aiuto per passare questo cavetto qua.
Va bene, visto che non posso farne a meno, mi rendo disponibile a fare da aiutante. Lo so, non è un lavoro adatto a me, ma magari se mi metto qua a tirare sonde, l'elettricista finisce prima e mi lascia lavorare.
E' andata a finire che mi sono ritrovata a salire e scendere dalla scala a pioli con gli attrezzi in mano, mentre l'elettricista continuava ad inanellare bestemmione, fino alle nove di sera. Pausa pappa per Nano, e poi via, ad infilare fili.
A lavoro quasi terminato -Wanda Osiris aveva già quasi finito di ricaricare le sue cose sul vano posteriore del furgone- si verifica uno strano prodigio: scatta il salvavita senza che niente sia attaccato, e si apre il cancello elettrico, che è quasi un miracolo visto che si è guastato sabato sera e da allora mi tocca spostare a mano un paio di centinaia di kg di pesantissimo iroko, che non è esattamente acero dei Balcani...

Wanda a questo punto è costretto a riscaricare il furgone per cercare gli attrezzi giusti, mentre mia madre al piano di sotto rasenta l'isteria: deve andare a fare i massaggi, il cancello ha deciso di bloccare i suoi braccini meccanici a metà percorso, lei è terribilmente in ritardoooooo, e mi chiama insistentemente dalla finestra. Ma contemporaneamente anche Wanda Osiris ha bisogno che gli schiacci quell'interruttore lì, e mi urla cose inarticolate dalla soffitta, così sono costretta a correre giù col Nano sotto l'ascella, sbloccare i bracci meccanici del cancello elettrico (per la quale operazione esistono, ma io non le ho mai viste-giuro-una coppia di chievettine fatte così e così, che non si trovano. Si scoprirà più tardi, a ritardo conclamato e a scena isterica ormai avvenuta, che le suddette chiavettine se l'è prese mia sorella. Perchè?), e cerco di comunicare all'elettricista che no, non ho capito un cacchio, ma che abbia fede, sto arrivando.
Il Nano, intanto, che a cena non ha mangiato nulla eccitato com'era dalla presenza di Wanda Osiris in casa nostra (deve essere la reincarnazione di un elemento del Quartetto Cetra, questo ragazzo), mi tasta le tette con un certo trasporto. Pochi secondi dopo già piangeva, con le guance color ciliegia ed il labbrino proteso, scoprendo i due microincisivi inferiori in quella smorfia di disperazione che mi fa tanto ridere (ma mi contengo, lo so che se piange è per una cosa seria).

Per fortuna è arrivato il mio babbo, a placare le cose.
Ha preso per mano Wanda, aiutandola a scendere le scale, ha cacciato mia mamma catapultandola al di là del cancello, ha spupazzato il Nano ed infine ha elegantemente cacciato tutti via.
"Ma torno domani, eh." ha minacciato la Wanda, sprimacciando il boa di struzzo.
Io, che temo più di ogni cosa una giornata come questa, ho inviato l'ultima mail alle 23.33.
Al di là dello schermo, qualche futuro cliente sarà già lì a pensare: "Che stakanovista!"

martedì 29 maggio 2007

Denti e dentini

Sono tre giorni che il Nano mastica il Cingomma Immaginario.
"Vedrai che gli spuntano altri denti!", sentenzia la Nonna Ansiosa. " E, vabbè, pazienza. E anche se spuntano, che male c'è?" concludo io.

Il male è che ha masticato il filo del telefono, ed ora non funziona più il collegamento veloce, mi hanno pure cazziata perchè l'ho lasciato libero sul pavimento (sciagurata, potrebbe battere la testa! ma essi non sanno che la testa la batte già almeno 15 volte al giorno, porello).
Però gattonando trictrictric, con quei suoi due gomitini e ginocchini mi ha pulito tutto il pavimento.
Che dite, se gli metto una tutina fatta col swiffer mi denunciano per maltrattamenti?

Cibo

Non sapendo cosa preparare al Lupino per pranzo, ho lessato del riso pensando di assemblarlo con il classico preparato per insalate e schiaffarlo nel frigo, in attesa del suo fantomatico ritorno a casa (che non si sa mai a che ora avvenga), quando ORRORE!, mi accorgo che non ce n'è.
Ho quindi deciso di rischiare mettendo nel riso i peperoni grigliati avanzati, del formaggiaccio tipo emmenthaler, dei viusti che piacciono tanto a lui, e delle innocentissime olive nere.
Non paga del troiaio, ho deciso di rendere il composto più fluido con della maionese. E perchè non osare, con un coup de foudre di terrificante senape del Lidl?

Ciccio, non odiarmi se puoi. Adesso questo coso indefinibile ha preso vita nel nostro frigo, e staziona lì in attesa del tuo ritorno. E tu lo mangerai, ringraziandomi per la prelibatezza.

L'ho chiamato Insalata di Riso Con Avanzi Post Atomici.

Zie, the day (quasi) after

Il Nano son già due giorni che si sveglia e che cerca le Zie. Lo prendo in braccio per cambiargli il pannolino caccoso, e lui si sporge dalla mia spalla guardandosi intorno, muggendo con aria interrogativa. "Mh" è il nuovo verso del Nano, ed in genere è associato all'improvviso irrigidimento del suo corpicino e ad una spaventosa smorfia della faccia. Credo che voglia dire che desidera qualcosa, ed il qualcosa 99 volte su 100 è qualcosa di proibito (filo della luce, pentolino bollente, porzione di cacciucco...). In genere poi la situazione degenera, e piange.
Prediligendo le situazioni incasinate, il Nano nel silenzio della casa toscana si sente spiazzato. Dal pavimento lancia degli urletti, "UH", con voce stridula. Ha scoperto che gridare dal basso delle piastrelle genera un lieve rimbombo, e ne approfitta beato.
Invece nel fine settimana si è divertito, c'erano le Zie a casa che se lo sono spupazzato selvaggiamente, e lui da bravo omino primitivo ha gradito, eccome se ha gradito.

Anche la mamma ha gradito.
Eli, Silvietta, ma quando ritornate?

domenica 27 maggio 2007

Giochino perverso e citrullo

Non sono in vena di chattate, non ho fame, il Nanone dorme dopo una giornata di sballottamenti da parte della zia Eli e della zia Silvietta e di spuntamento incisivi laterali, ed io sono in vena di follia.
Ho scoperto un giochino ganzo: basta cliccare sul fatidico tasto "BLOG SUCCESSIVO" in cima alla pagina, ed ecco che si apre un mondo di vera magia.

C'è gente ben strana e meravigliosa, nel mondo.
Ad esempio, questo blog, ma che cavolo è? Una telenovela a puntate smembrata? E che lingua è? E perchè queste persone sono vestite così male? Mi lascia molti interrogativi irrisolti.

Questo invece promette ricchezze. Mah.

Io, di solito, quando elimino delle foto le butto proprio via, sia virtualmente che fisicamente. Magari sto lì a moccolare se si tratta di foto su carta, perchè ho gettato al vento scatti preziosi e pellicola. Questo qua invece le pubblica sul suo blog. Della serie, "come il maiale, 'un si butta via nulla".

Queste invece sono foto bellissime, di quelle che ti sorprendi perchè di solito sono fatte di silenzio. Queste invece urlano.

Vi piacciono le dive? Adorate lo star system? Se sono un pochino tamarre fa niente, basta che siano seccsi seccsi? bene, allora beccatevi le dive mezze 'gnude di Bollywood.

Hem, ho avuto qualche difficoltà a capire cosa fosse. Comunque è indubbiamente un blog, su questo non ci piove. Chissà che cosa scrive. Rimarrò con la curiosità.

Un titolo grandioso che la dice tutta.

A lui piacciono le onde, mi sa.

Noo, ma a me le foto così mi piacciono troppo. Non smetterei mai di guardarle. E anche queste

Che dire degli haiku svedesi?

Ma soprattutto, cosa dire?
Che vado aletto perchè svalvolo e non reggo più la testa sul collo, forse.

Senza titolo, senza parole, senza etichette.

Sul blog della Luci ho trovato questo link.
La nostra cara Italia schiava dei preti non si smentisce mai.

Ovviamente, il bimbo al campeggio della parrocchia non ce lo mando.

sabato 26 maggio 2007

Hic

It's time to play the music
It's time to light the lights
t's time to meet the Muppets on the Muppet Show tonight.

It's time to put on makeup
It's time to dress up right
It's time to raise the curtain on the Muppet Show tonight.

Why do we always come here
I guess we'll never know
It's like a kind of torture
To have to watch the show

And now let's get things started
Why don't you get things started
It's time to get things started
On the most sensational inspirational celebrational Muppetational
This is what we call the Muppet Show!


E' bastato un piccolo spriz per ridurmi in questo stato penoso.
Hic.

venerdì 25 maggio 2007

Missstero

Lupina parla diverse lingue. Alcune le parla discretamente male, altre male, altre ancora malissimo.
Il tedesco è una di quelle che parla peggio. L'ha studiata poco, parlata ancor meno (ai tempi del soggiorno in terra germanica la lingua ufficiale del pensionato studentesco era l'inglese. Ai tempi del soggiorno in terra germanica, chissà perchè, lo spagnolo. Sarà forse colpa dei numerosi flirt?Mmuah?!).
Oggi, naturalmente, arrivano un sacco di tedeschi, ma come per magia, zac!, Lupina è un fenomeno, capisce tutto, risponde bene, non fa nemmeno gli errori di grammatica che fa di solito, usa i verbi giusti e li mette in fondo come Gott comanda. Un ziniore professore ti tetesko le fa perzino komplimenten, zì, e pensare che in fondo ho fatto una full immersion di 3 mesi solamente, ma allora anch'io attingo dal serbatoio cosmico della conoscenza, anch'io ho accesso all'Akasha!

Drinnn, suona il telefono:
"Sì, pronto, in cosa posso aiutarla?... mh, capisco, se lo saprei..."
Se lo saprei?? Se lo saprei?
O codesta?
Ussignùr.

So' proprio rincoglionita.

Sono tornata a casa, ed ho scoperto che il Nanone non ha mangiato ne' dormito. Ottimo.
Appena mi ha vista, penso che abbia fortemente desiderato picchiarmi, anche se lì per lì ha simulato un certo entusiasmo.
"Poverino, ha tanto caldo" afferma la Adorata Nonnina spiccicandoselo di dosso. Come lo prendo in braccio, comincia a rovistare nella maglietta alla disperata ricerca di tettetettetette...
Le trova, ciuccia, si addormenta contro la mia volontà. Io nel frattempo mi arrabatto a frullare un po' di sughino di pomodoro, dopodichè mangio ed aspetto che il Nanone si svegli per dargli un po' di pastasciuttina al pomodoro, visto che la mangia volentieri.
Ovviamente, si sveglia totalmente isterico, e lancia per terra la pappa.
Sempre rimanendo isterico, viene appioppato alla nonna materna, che lo conosce meglio.
Ed io sono in ufficio, adesso.

Credo che si chiami "ufficio" perchè è il posto ideale per sbuffare. Uffi.

Per uno strano scherzo del destino, per tre giorni mi tocca fare la Signorina delle Informazioni Turistiche. Questo per fortuna è l'ultimo giorno.
Devo un favore al Santo Protettore, e siccome è un lavoro infame che di solito non vuole fare nessuno, a noi delle Alte Sfere tocca sporcarci le manine co' sti pezzenti, e mi ritrovo qui.
Ovvio che ho lasciato a casa Nano Pazzo.
Il primo giorno, mercoledì, al Nano è andata di lusso: è stato a casa al mattino col Babbo Lupino, si è scofanato una targa di focaccia untaunta ed ha giocato a rompere i coglioni tutta la mattina. Al pomeriggio invece era con la mia mamma, la Viziatrice Ansiogena.
Ieri invece è stato con gli Adorati Nonnini (leggasi Suoceri), guardato a vista da mia sorella e dalla Tamarra, la mia donna delle pulizie, di cui ho richiesto la presenza con la scusa della stiratura di un menhir di vestiti, e che in realtà figurava sul mio libro paga come Agente Segreto Lupiniano.

Il risultato è che le parti sostengono due correnti di pensiero diametralmente opposte riguardo alla giornata di ieri.

Gli Adorati riferiscono che l'Adorabile Piccino è stato buonissimo, ha mangiato tutte le pappe, ha fatto tanta nanna pisolosa ed ha giocato taaaaaaaaaanto taaaaaanto, puccipuccipuccipùmachecarinocheè.
Mia sorella e la Tamarra riportano invece il seguente quadro desolante: l'Adorato Nonnino davanti alla tele a seguire il calciomercato, l'Adorata Nonnina a sedere in giardino col Nano davanti, caricato sul passeggino, sola, in perfetto silenzio, con lo sguardo fisso nel vuoto per un'ora e mezza, poi pausa pipì, altra ora e mezza di perfetto silenzio, mani in grembo e sguardo nel nulla. La merenda si è svolta nella seguente maniera: grattafruttagrattafruttagrattafrutta, la vuoi? No? Vabbè, non hai fame. Ricaricare in passeggino e mantenere la posizione seduta, sguardo vitreo, mani in grembo.
Il piccino ieri sera era vagamente incazzato. Per vagamente intendo una bestia ululante, un bisonte che sputava fumo dalle narici e si contraeva disperandosi nel suo lettino, fermamente convinto a non dormire, non mangiare, urlare, solo urlare.
Ora io vorrei fare una telefonata agli Adorati, ma non ne ho il coraggio. Da pavida balorda che sono ho mandato avanti il Lupino, il quale ha chiamato ed ha riportato fedelmente i seguenti dati:

  1. Nano urlante in sottofondo, Adorato Nonnino che snocciola il suo repertorio di Puccipuccipù, Adorata Nonnina che GIURA che si stanno divertendo una cifra.
  2. Alla domanda: il Nano ha mangiato?, Adorata Nonnina afferma che sì, un pochino ha mangiato, ma fa così caldo. Alla mia richiesta di specificare significato di "pochino" in Adoratononninese, Lupino risponde "probabilmente niente".
  3. Alla domanda: il Nano ha dormito?, Adorata Nonnina afferma che sì, ha fatto tante nannone. Guarda, si sarà svegliato adesso. Mh. Sarà.

Ora a me viene in mente che ieri, per farlo addormentare con successo, l'Adorata Nonnina ha pensato bene di togliergli tutti i giocattoli, di sdraiarlo a forza e di bloccargli la testa con le mani. Ovvio che Nano si sia incazzato. Non che i miei metodi siano tanto montessoriani, però insomma, di qua ad immobilizzarlo a letto...

Ho chiesto al Lupino come lo addormentassero a casa sua, quando era piccino. Lui dice che non se lo ricorda, e che anzi, a pensarci bene, della sua infanzia non ricorda un granchè. Io credo che non sia un gran bel segno.

giovedì 24 maggio 2007

Panza.

Approfitto di questi pochi giorni di libertà per star dietro al blog. So che tra pochi giorni non potrò più farlo.

Adesso che ho tutte queste amiche incinte mi scappa forte di ripensare al fatto che lo scorso anno, proprio di questi tempi, anch'io mi aggiravo come una balenottera azzurra per le vie della mia ridente cittadina. E' stato un periodo molto bello, nonostante ci fosse chi tentava di minare le fondamenta di questa mia intensa tranquillità premammesca con racconti di parti splatter e di figlioletti piccini e già posseduti dal demonio.
A parte una breve parentesi nella mia vita in cui ero una gnocca da spavento, sono sempre stata una cicciobomba chiattona, un bel pezzo di lardo spalmato su un metroesettantaqualcosa di scheletro. I primi tempi di visibilità della pancia, mi resi conto che solo in pochi mi riconoscevano come dolce mammina in attesa, giusto una ventina di persone. Il resto dei 40.000 che conosco continuavano a vedermi come una simpatica cicciona, alle prese con l'ennesimo allargamento del proprio girovita.
Quando i bottoni della mia taglia 46 (sigh, che rimpianti!) cominciarono a saltar via sibilando come proiettili su Baghdad, e casualmente tutti intorno all'ombelico, la pancia si palesò ai più come contenitore di bimbetto/a, e da lì cominciò il massacro.

"Uh, che pancia. Sarai mica incinta?" Cosa pensavi che fosse, colite? O Stolta!

"Incinta teeee???" faccia scandalizzata della peppia di turno. "E quindi tu mi vuoi far credere che SARAI UNA MAMMA???" Sai com'è, trombo anch'io ogni tanto.

Un'amica, al telefono, quando le annunciai che sarebbe nato un tatone : "Acciderba, è un bel guaio. E ora cosa pensi di fare?". E pensare che era una tipa tutta lanciata nelle attività di volontariato, pensa un po'.

"Come ti senti? Hai le nausee, il mal di testa, i vomiticci, la cacarella, il malumore?" Ed io: "Niente di tutto ciò, per fortuna." Il volto dell'interlocutrice di turno si tramuta in un ghigno satanico, la voce trascolora in un accento demoniaco: "E ALLORA SOFFRIRAI COME UNA BESTIA NELL'ULTIMO TRIMESTRE E PARTORIRAI NEL DOLORE!" (rumore di tuono in sottofondo, effetti di luce vagamente infernali).

Le migliori erano però le Cassandre, dette anche le Chiaroveggenti.

"Guarda, tu non puoi neanche lontanamente immaginare che cosa sia. Al primo figlio sono almeno 24 ore di travaglio con dolori FORTISSIMI, ti sembrerà di morire e odierai tuo marito per quello che ti ha fatto."
I racconti dell'orrore di Poe, ovvero "Conosco una che..."
"...una che ha preso il ginecologo/ostetrica/marito/tutti e tre a sganassoni"
"...una che ha minacciato di morte il primario ed ancora lo perseguita"
"...una che si è trasformata in bestia selvaggia ed ha fatto a pezzi la sala travaglio"
"...una che si è cacata addosso, pensa che schifo" (caaaaapirai, non ci sono abituate le ostetriche)
"...una che non aveva fatto il corso di preparazione al parto (uhm, come me. Questa tentò davvero di tirarmela) e non sapendo bene cosa aspettarsi, non appena ha cominciato il travaglio ha tentato di buttarsi dalla finestra."
"... una che si sforzò talmente tanto che le si sono rotti tutti i capillari nella faccia e si è improvvisamente trasformata in una maschera di sangue e terrore"
"...una che poveretta LE SONO VENUTE LE EMORROIDI (nientemeno?!)"

Il post partum. Le mamme-poverannoi si esprimono tutte col solito tipo di vocabolario, ed iniziano generalmente la frase con "Aaaaaaaah", non so perchè. Sono inoltre accomunate dal solito taglio di capelli, generalmente corto "perchè così è più comodo".
"Aaaaah, guarda, goditela adesso, perchè poi NON DORMI PIU'" Mai passata una notte in bianco col mio Nano, solo rapidi risvegli e puppate lampo.
"Aaaah, guarda, il mio per 3 anni non ha mai dormito ne' la notte ne' il giorno, ci ha fatto andare al manicomio"
"Aaaaaah, e quando arriveranno le colicheee! Queste povere creature deformate dagli spasmi, dai dolori! Sarà terribile vedere tuo figlio soffrire, e TU NON POTRAI FARCI PROPRIO UN BEL NIENTE, CARINA!"
"Aaaaaaaah, quando mettono i denti! Non si dorme più, non si mangia più, non si fa più un cacchio! Tutti lì, a cercare di confortare il povero piccino che soffre come una bestia! E allora ti renderai conto di quanto SIA TERIBBBILE ESSERE MADRE! "
"Ahhhh, l'allattamento! Che cosa orribile! Ti si spacca il capezzolo in 4, fa un male cane, ti escono fiotti di sangue, il bimbo sente il saporaccio e non ciuccia più. Dagli il biberon subito e ti risparmi il problema. Dairettammèèè!"

Io nutro il legittimo sospetto di essere stata fecondata da creatura aliena. Il mio parto è durato 3 ore tra travaglio ed espulsione, non ho visualizzato scenari apocalittici ne' tantomeno perso conoscenza, non ho pianto e sì, ho provato dolore, ma niente in confronto alle coliche renali alle quali sono abbonata da anni. Anzi, dati i racconti del terrore, mi aspettavo davvero qualcosa di peggio. Non mi hanno picchiata, non mi sono saltati a piè pari sulla pancia, e ad un certo punto mi veniva pure da ridere. Nemmeno il Lupino è svenuto, proprio lui che è tutto schizzinosino. Ha persino tagliato il cordone ombelicale.
Insomma, niente di eccezionale, solo normale amministrazione.

La mia amica Ragazza Secca partorirà attorno al 15 di agosto. Sto cercando di tranquillizzarla, perchè anche se non frequentiamo esattamente la stessa gente, anche lei incontra le Cassandre e le Disfattiste sul suo cammino, e non risparmiano nemmeno lei che per tre mesi è stata piuttosto vomitosa.
Baby Ragazza Secca sarà femmina, si chiamerà Matilda.
Ragazza Secca ha già cominciato a comprare cose rosa. Mollettine, gommini per capelli, (ehm, i neonati che nascono con folta chioma sono davvero una minoranza, ma vaglielo a spiegare a lei, che è tutta presa dalla febbre dell'acquisto) vestitini fru-fru, mutande con le trine, calzini confetto. L'ho accompagnata a comprare delle cosine per l'infanta, e mi sono resa conto che la moda per piccole marmocchie è qualcosa di vomitevole. Paillettes come se piovesse, colletti trinosi e pelusciosi a gogò, scarpine vezzose, sandalini col tacco, miniabiti da minitroie. Inorridisco. Io al mio nano compro le magliette ad un banco del mercato, quasi tutte monocolore o a righine, e non gli metto mai nemmeno le scarpe.
Guccio e gli altri sono già tutti dolceggabbanati, ci guardano come alieni di Roswell. Mi guardavano strano anche quando me ne andavo in giro col marsupio, mentre loro poverini tutti accartocciati negli ovetti, la peste nera per la colonna vertebrale.

Insomma, è passato un anno dall'esplosione della panza, un po' in effetti ne ho ancora. Ma mi serve per tener su le puppe già profondamente provate dall'allattamento, che altrimenti mi batterebbero sulle rotule.

Viva la panza:
ogni tanto ne sento la mancanza.

Arriva la Eli.

Sabato mattina arriva la Eli.

La Eli è quella che non viaggia mai con la viabilità canonica, è quella che le autostrade le schifa, puah, bleah, sono nemiche. E' quella che viaggia sempre di notte, che guida la Gengiva di Balena, che fa le compilation apposta per i viaggi e ci perde pure un sacco di tempo.
La Eli è quella che ha amici dappertutto, e che se dice "prima o poi ti vengo a trovare" lo fa veramente, anche se sei andato ad abitare in provincia di Kuala Lumpur. Ha anche una cugina qua, solo che non si capisce bene che razza di cuginismo le unisca, ma proprio venedola a trovare ha trovato me.
La Eli non è mai sola anche quando è sola, perchè sa mandare benissimo i messaggi anche se non usa il t9, e qualche volta le viene voglia di sperimentare nuove forme letterarie via sms. La Eli ha fame di parole e di persone, tanto che si è inventata La Serata Letteraria, a cui non ho mai partecipato chissà perchè (di solito sono sempre altrove), che sembra sempre una cosa bellissima ed irripetibile e di cui avrei una voglia pazza, ma con 'sta popò di famiglia col culone pesante, come si fa?
La Eli oltre i due occhi di ordinanza ha un occhiolino nascosto tra i capelli, ed è quello che le fa vedere le cose dall'altro punto di vista. Questo occhio piccolo piccolo è quello che le fa fare tutte quelle belle foto che sa fare. La Eli e le foto sono un binomio indissolubile. La Eli ama la natura ed è vegetariana, ma forse non si rende conto di aver inquinato terribilmente l'ambiente con tutti gli acidi che usa per sviluppare le succitate foto.
La Eli ha dei gatti. O sarebbe meglio dire che i gatti hanno lei. Sa fare le fusa, quando era piccola le hanno montato la macchinetta per fare ronron, invece a me hanno provato a mettermi l'apparecchio ai denti (alla fine non l'ho portato, iuppi).
La Eli spacca tutto. Ha divelto la copertura in legno del mio parcheggio (esageraaaata, ha portato solo via il coperchio di una scatolina elettrica e scheggiato un po' il legno), ed ha tirato giù il parafanghi di una Renault Carcassa tutto in una volta. Il Lupino, che la conosce più o meno da quando la conosco io, mmh, forse da un po' meno, l'ha vista in azione per 20 giorni no-stop in Scandinavia, e sospetta che di lei si ricordino ancora (tipo quando in una birreria si è appoggiata con le spalle su un muro di boccali da un litro per riposarsi, e si è paventata la tragedia). La Eli ride, e siccome lo fa di continuo, il cervello le va in blackout e si ritrova a fare danno, questo è il motivo.
La Eli ha il Phrulla, ed il Phrulla ha la Eli. Sono due creature diversissime. Lui è preciso, impostato, pacato, misurato, quanto lei è geniale e sbracata. Phrulla è un uomo che ha una sua dignità persino travestito da Pippo per Carnevale. Se il Phrulla tracanna litri di birra e di vino, anche da ubriaco mantiene un aplomb, non incespica e non si pianta ma continua a fluire sereno. Il Phrulla colpisce preciso, mentre noi sbattiamo l'un l'altro, ci calpestiamo i piedi e non vediamo manco il bersaglio.Comunque sia, Il Phrulla e la Eli funzionano molto bene e non si sa come.

La Eli arriva, e si porta La Silvietta. Non so se la Silvietta sia l'emanazione della Eli, oppure se è il contrario. Io credo che emanassero tutte e due per i cavoli loro, e poi si siano incontrate mixando sapientemente le rispettive aure. La Silvietta è una creatura del bosco, uno hobbit piedone. E' una che telefona alla sua mamma strillando "Mutteeeeeer!" con una mini-voce che non si sa da dove le esca, che ti sorprende con delle trovate geniali, che ti fissa con l'occhietto spiritato che spiazza.

La Eli arriva sabato, dicevo. Bisognerà accorrere a riempire il frigo, andare a cercare i fiori di zucchino da friggere per il Phrulla (no, non li aveva mai mangiati, me lo ricordo ancora perchè la cosa mi stupì), sistemare alla bell'e meglio questo bailamme di roba che è la Villa Lupina, preparare le stanze, perchè finalmente, dopo più di un anno e mezzo, ARRIVANO.

Questo è per Eli, che non mi ha mai vista neanche col pancione.

mercoledì 23 maggio 2007

Lui, l'uomo.

Un tempo, ero giovine e felice. Avevo la mia casetta da single - un sogno di casettina in mezzo alla campagna toscana - , dove c'era posto solo per un bel divano, un letto tutto bianco, mobili vecchissimi raccattati chissà dove, un bel dondolo in giardino, l'orto con tante belle melanzane e peperoni e solanacee varie, la piscinuccia per farsi il bagnetto, e tanti bei libri. Il posto per pensare era sempre libero, nessuna rottura di scatoline, un collegamento telefonico solo per internet, e per il resto pace, ordine, libertà.
Poi è arrivato lui, il Lupino. E' piombato nella mi a vita facendo un fracasso infernale, seppure ben gommato nelle sue scarpine da skater, e pensare che avrebbe dovuto entrare in punta di piedi proprio lui che è così torinesemente torinese, e chi conosce i torinesi può confermare. Quel giorno -anzi, quella notte- non connettei, andammo a guardare i meloni nell'orto e scoppiò l'amore.
Per la verità, l'amore scoppiò a me. Lui era invaghito della sua morosa, slavata studentessa di farmacia, e soffriva, soffriva, soffriva. Io dal canto mio m'offrivo, m'offrivo, m'offrivo, ma invano.
Passò del tempo, lo convinsi che con la slavata non era cosa, e lo ghermii nella mia rete di mantide.

Adesso mi ritrovo con un bistrullone in giro per casa, che non è nemmeno più quel minisogno ordinato e lindo ma una catasta informe di libri, peli di svariati animali, polvere, giocattoli e macchie d'unto sul cotto (argh, la mia ossessione!) sparsi in un centinaio di metriquadri o forse più, che fa i suoi tentativi maldestri di mettere ordine, ma come può proprio lui che è mancino e così gauche per natura? Non gliel'hanno detto, forse non lo sa che i mancini hanno il cervello al contrario?
Per lui ordine è mettere le cose in giro, tutte sott'occhio, ma nel solito, identico posto.
Per me ordine è spostare e cercare di creare il vuoto pneumatico per spolverare in scivolata olimpica, e per lo più nascondere. Però sono una nasconditrice onesta, nascondo sempre nei soliti cassetti, e quindi non ci sono scusanti, i calzettoni da tirolese li troverai sempre lì, nel 5° cassetto del settimanale, perchè allora me lo ridomandi, ridomandi, ridomandi? Io credo che adori il mio accento toscano, venato di incazzatura.
Spazzare in MaschioLupinese significa "Accarezzare il pavimento spostando la polvere da un luogo all'altro, senza creare traumi alle fughe in cemento, e lasciare tutto ammucchiato in un angolino in attesa di miracolo aspirapolverifero". Sparecchiare invece "trasportare con grandissima fatica un oggetto per volta dal tavolo al lavello, mettere i piatti alla rinfusa nella lavastoviglie lasciando le padelle da scrostare pericolosamente alla portata di lingue feline, abbandonare la tovaglia appallottolata ripiena di briciole per correre a vedere i risultati del fantacalcio, e quando la moglie ti fa notare che hai lasciato il padellone da cozzata condominiale ancora sui fornelli, giurare sul bene che vuoi a tua mamma che no, non l'avevi proprio visto."
L'archiviazione degli abiti avviene nella seguente maniera: si lancia la roba su una sedia così come capita, allontanandosi quanto prima per evitare la tentazione di ripiegare qualcosa, e si attende pigramente la cancrena. Severamente vietato alla Maschiolupinesca mano il tragitto sedia semisepolta-cesto della biancheria sporca, per qualche misterioso motivo. Ogni due giorni, avviene la cernita degli abiti decenti: la mano FemminoLupina separa i due mondi, sempre che la sudorazione assassina non abbia decretato la morte fisica trasmettendosi da un abito all'altro, e la successiva catarsi.
Ovviamente, il rito Lavatricico è ostico al Maschio. Lui è dedito ai riti orfici, la Lavatrice è roba da vestali. L'unico tentativo di accostarsi alle misteriose pratiche della lavatrice, è culminato con il pot pourri di colori di cui ancora una serie di mie mutande di cotone porta il segno.
La cucina Maschia, di per se' spartana, si compone dei seguenti piatti:

  • pasta all'olio
  • pasta con molto olio
  • pasta al burro
  • pasta con molto burro
  • carne al microonde (ben cotta, per carità: ci sono i batteri); oppure sanissimi viustel
  • insalata al terriccio, con lumaca (per bilanciare i batteri sterminati con la carne al microonde)
  • insalata al terriccio, senza lumaca (per lo stesso motivo di cui sopra, ma in versione radical chic)

E' sana e bilanciata. Non ci credete? Nemmeno io, ma le analisi del sangue MaschioLupine sono la quintessenza della salute, analisi da ginnasta olimpico diciottenne. Io se ingurgito una molecola di maionese, ho già un brufolo.

Quando è nato il Piccinaccolo, sono stata logicamente via per 3 giorni. Poi altri 3 perchè il Piccino si doveva fare la lampada per via dell'ittero (non ci siamo mai fatti mancare niente, noi de Lupinis).

Sono tornata a casa, la signora delle pulizie era a casa con uno stiramento al braccio destro, ed il Lupino aveva provveduto da solo. In casa tutto era in perfetto ordine, regnava la calma ed il silenzio, e persino gli asciugamani stavano tranquilli nel loro armadio, invece che fare capolino tra i vestiti da stirare. Le mie mutande se la scialavano nel cassetto giusto, le padelle coscienziosamente impilate nel mobile della cucina, il divano senza pelurie, i cuscini sprimacciati. Il pavimento di pulizia quasi chirurgica, avrei potuto castrarci il gatto senza rischio di setticemia, il bagno immacolato. Io e la mia appendice umana ci stropicciavamo gli occhi, ma è casa nostra, questa?

"Sai, senza di te non sapevo cosa fare, mi sono messo a pulire come un automa."

L'automa si deve essere resettato, acciderba.

giovedì 17 maggio 2007

Ho lasciato il bimbo dalla nonna

"Mamma, che fail bimbo?"
"Dorme."
"DORME ANCORA? Ma è incredibile, mamma, non ha mai dormito così tanto!"
"Per la verità si era svegliato, ma io l'ho riaddormentato raccontandogli una storia"
Attimo di silenzio.
" Che storia?"
"Gli ho raccontato che lui è un bimbo tanto fortunato, perchè ha una mamma, ha il latte, ma in Africa ci sono dei poveri bimbi che non hanno la mamma, o se ce l'hanno ha le tette sgonfie e non può dar loro il latte, ed hanno sempre tanta fame.
Lui non la vuole mangiare, la farina di riso, lui è VIZIATO, vuole la pastasciutta (capirai, mi ha chiesto il caviale...) ma questi bimbi qua che dico io chissà come sarebbero contenti di mangiare la sua pappa schifosa..."
E poi ci si chiede perchè io ho qualche problemino a gestire i sensi di colpa.

lunedì 14 maggio 2007

Formiche.

Gatto Bianco e Nero: Slirp slurpslurp slirpslirpslurp.

Gatto Nero: Miao.

Gatto Bianco e Nero: Fffffffffffft! Mi stai sulle balle, allontanati. Slirp slurpslurp slirpslirpslurp.

Gatto Nero: Fffffffffffffftt. Anche tu non sei simpatica. Cosa mangi?

Gatto Bianco e Nero: Formiche. Slirp slurpslurp.

Gatto Nero: Slirp slurpslurp. Slirp slurpslurp slirpslirpslurp. Fighissimo. Ragazzi, venite a provare che bontà queste formiche.

Arrivano Gatto Rosso, Gatto Tigrato e Bianco Ciccione, Gatto Tigrato e Bianco Magro, Gatto Rosa Bianco e Grigio, e si mettono a mangiare formiche. Ogni tanto si ricordano che tra di loro ci sono rapporti di reciproca diffidenza e si soffiano, ma per la maggior parte del tempo mangiano spalla a spalla come se niente fosse.

Bambino Piccolo: Che fate?

Gatto: Slirp slirp slirp, non vedi? Mangiamo alcune formiche. Slirp slirp slurp slurp.

Bambino Piccolo: Di che sanno?

Gatto: Slirp slirp slurp slurp, non saprei. Sono buone.

Bambino Piccolo: Lasciate provare anche me. Slirp Slirp slirp slurp slurp.

Di fronte a questa scena, probabilmente anche il Giudice del Tribunale dei minori più tollerante mi avrebbe tolto la patria potestà.

domenica 13 maggio 2007

Festa della BABBA

Oggi è la mia prima festa della mamma.

Il Piccinaccolo ha deciso di togliersi il pensiero quanto prima, e l'ha festeggiata subito alle sette del mattino pisciandomi addosso.

Il Piccinaccolo ha sette mesi e mezzo e, a differenza dei piccinaccoli altrui che sono tutti dimolto ganzi, non sa fare ne' dire niente, se non urlare "Babbbbababbbbbabababbbababbababa", mangiarsi i piedi, afferrare le etichette dei pupazzi e cacciarsele in bocca e danzare puntando i piedi sul seggiolone, al suono di "Waaaawawawaaawawwaaaa", la sua personale interpretazione dei successi di Raffaella Carrà.
Mentre rosicchiava un biscotto plasmon, circondato dai gatti affamati (ne abbiamo 6, ognuno è un caso umano. Un giorno ne parlerò) che attendevano pazientemente la caduta per gravità di briciole cincischiate, affermava guardandomi dritto negli occhi, con aria seria, il seguente concetto:
"Waawaawaaaawa Babbba.", ovvero "Mamma, sei la donna più bella del mondo e la mamma più brava di tutte a fare la mamma, anche se non ci sei per nulla portata. Sappi che mi rendo conto dell'enorme sforzo che fai e ti voglio tanto bene anche per questo. E quindi ti faccio tantissimi auguri, e a me si unisce questo coro di gatti affamati ai quali fai altrettanto da mamma con grande successo. Ma adesso dà loro qualcosa da mangiare, perchè temo fortemente per questo mio biscotto plasmon."
Io, che stavo pulendo una quantità industriale di fragole rubate dal Lupino, mi sono commossa.

Auguri a tutte le Babbe!

Torta della festa della Babba, cucinata dal Mio Alter Ego Nottetempo, in quanto io non mi ricordo assolutamene di averla preparata.

sabato 12 maggio 2007

Sciòppingh


Oggi sono andata per compere col Piccolo e mia sorella, che ha il braccio sinistro fasciato da una settimana per via di una tremenda tendinite.
Mia sorella fa la commerciante, ed è molto conosciuta. E' anche una risaputa stakanovista molto votata al lavoro, ed è abbastanza insolito vederla in giro.

Cliente di mia sorella: " Cosa ci fai in giro?" Ah, ma ti sei rotta un braccio?"
Sorella: "No, ho il braccio sinistro stanco. Questa settimana ho tenuto fasciato questo, ma da lunedì tocca al destro"

Ho comprato due pigiamini per il Piccolo, che cresce molto alla svelta.
Mi hanno fermata in 50, e tutti a farmi notare le orrende punture di zanzara che ha siul visino. E tutti a puntare il dito, come se la presenza delle zanzare su questa terra fosse colpa mia.

Domani si monta la zanzariera di tulle, che fa molto bomboniera, e si stermina col flit. Olè.

Bzzzzzzz

Stamani mi sono svegliata, e mi sono accorta con orrore che il piccolo è stato punto da uno zanzarone assassino in almeno 4 posti diversi. Ma la cosa più terrificante è che lo hanno punto su una guancia, ha fatto infezione ed ora ha un bubbone enorme, spaventoso. A lui non dà fastidio, ma a chi lo guarda sì. E' già la decima volta che lo pungono da un mese a questa parte. Penso che gli farò fare una t-shirt con la seguente scritta: "J: il preferito dalle zanzare di tutto il mondo".

Vado a spalmare un po' di gentamicina.

venerdì 11 maggio 2007

Il Migliore Amichetto

Il Piccolo è un bambino che può già dirsi molto fortunato, in quanto dispone di un Migliore Amico già da quando era un fagioletto.
Per la verità, la mamma del Migliore Amico ha disposto così. Il Migliore Amico non sa di essere un migliore amico, ma alla Mamma del Migliore Amico importa eccome e fa di tutto per farli familiarizzare.
La Mamma del Migliore Amico si chiama B., e siccome appartiene alla categoria dei " Perchè Non Rovinare La Vita a Nostro Figlio Affibbiandogli Un Nome Impossibile e Vagamente Nobiliare?", ha pensato bene di chiamarlo Guccio.

Naturalmente, ho pensato che si chiamasse Duccio per lunghissimo tempo, mi è sorto il dubbio solo quando ho notato la scritta “GUCCIO” a caratteri cubitali ricamata sull’asciugamano della piscina. Confesso che ho avuto enormi moti di soggezione sia di fronte a cotanto nome, sia all’asciugamano ricamato. Sul nostro asciugamano della Coop c’è scritto “Dolphin Bay”, e sarebbe naturale che la Mamma del Migliore Amico chiamasse mio figlio in questa maniera. Ma, mi fa dispiacere dirlo, la Mamma del Migliore Amico, in questo senso è stata molto più sveglia di me.

La Mamma di Guccio è figa. Ma figa veramente, una di quelle che non mette su un filo di grasso manco a parlarne, e assicura che non fa la dieta. Va solo ogni tanto in palestra, dice lei. Guccio, ovviamente, è bellissimo. E anche molto dolce.

La Mamma di Guccio l’ho conosciuta al corso di preparazione al parto, al quale ho partecipato in maniera piuttosto distratta, tutta presa com’ero dalla ristrutturazione della casa. Abbiamo fatto insieme alcuni esercizi di yoga, io non pensavo di lasciare un segno tanto indelebile in lei. Pensavo che quando strabuzzava gli occhioni dicendomi: “Ma noi SIAMO TROPPO UGUALI! Ci dobbiamo frequentare anche al di fuori del corso, voglio venire a vedere la tua casa, dove vivi, blablabla…” lo dicesse tanto per dire qualcosa, per buona educazione. Invece no, lei diceva sul serio.
Poi ho dovuto lasciare il corso perché il lavoro arretrato era ormai diventato una catasta di dimensioni alpine, e mi sono dimenticata della Mamma del Migliore Amico, all’epoca solo Futuro Migliore Amico.

Ma lei no, lei non mi aveva dimenticata. Ed infatti, ci siamo ritrovate in piscina, luogo di elezione in cui questa Migliore Amicizia avrebbe trovato fertile terreno.

In acqua i bimbi tirano fuori la loro vera personalità. Il mio no, il mio fa casino e schizza tutti. Diciamo che cerca di schiaffeggiare l’acqua e certe volte beve. E per tre quarti d’ora andiamo avanti così, con me che lo tengo a debita distanza strizzando gli occhi, lontana dal civile consesso di mamme che chiacchierano. Io ed il Piccolo siamo reietti, schizziamo tutti e nessuno ci vuole intorno.

Tuttavia, la Mamma di Guccio sfida il pericolo e l'inevitabile sbavatura di mascara, e si avvicina a noi per far familiarizzare i piccini. Purtroppo per lei, il Piccolo non riesce ad essere tiepido nei convenevoli, e quando vede che il Migliore Amico e la Mamma si avvicinano si entusiasma ancora di più e alza degli tsunami che fanno spavento.

La Mamma di Guccio mi fa un po’ paura. Parla di suo figlio come se fosse un adulto: “Ieri io e Guccio eravamo al supermercato, e lui ha voluto comprare questo Brunello di Montalcino…”; “Ti piace questa borsa? Eravamo al mercato, e Guccio mi ha detto: B. (perchè Guccio a detta sua non la chiama Mamma), guarda che carina quella borsa”; “Guccio voleva telefonare al tuo Nanetto, poi siamo dovuti uscire…”. La cosa strana è che Guccio ha 9 mesi, e come tutti i bimbi si limita ad emissioni sonore prive di senso, e quindi non si capisce molto bene l’origine di questi ragionamenti.

Lui ed il Piccolo si trovano reciprocamente simpatici, tentano di stropicciarsi le facce l’un l’altro ma sono molto poco inclini alla comunicazione verbale, fatta eccezione per alcuni strilli disumani che ogni tanto emettono al cospetto dell’altro, tuttavia B., che capisce naturalmente il linguaggio universale dei bambini, comprende tutto perfettamente.

Ed io mi sento irrimediabilmente scema.

giovedì 10 maggio 2007

Biùtiful

Pranzo dalla nonna vuol dire quasi sicuramente pasta col ragù, cotoletta fritta e patatine, torta di mele o di ricotta, ma anche un po’ di Beautiful.

Io non lo seguo dal 1994, quando ero al secondo anno di università ed io e Irene, la mia amica del cuore di allora, lo guardavamo mentre prendevamo il caffé nel solito baretto. Ricordo le corse a perdifiato, i ritardi cronici alle lezioni delle 14.30, il minischermo giapponese in bianco e nero con l’antenna che ci avevano prestato quando il solito baretto aveva cambiato gestione, e che nascondevamo nella tasca dello zaino durante le lezioni.

Mia nonna no, lei è rimasta fedele a quel cacchio di mascellone di Ridge. Lei non li abbandona, ormai la dipendenza da Forrester è totale.

“Nonna, quello chi è?” “E’ Nicc, il fratello di Rigg”. “Fratello? Ma non era Thorne?” “Ma noo, Rigg non è mica il fratello vero di Torn, è figlio di Marone” “Chi??” “Ma sì, è uno stilista italiano, che se la intendeva con Stefanì!” “E come mai stanno litigando?” “E’ quella poco di buono di Bruc, che se la intende con Nicc, che è il marito di sua figlia, ma adesso è pure marito suo.” “Eh?” “Sì, Nicc è sposato con Brigdgdgdg, che è la figlia di Bruc e Eric, lei aspettava un figliolo da lui che però amava Bruc, che all’epoca stava con Rigg che era rimasto vedovo dato che Teilor era morta.”

“Ah. E come mai Thorne piange?” “Piange perché è rimasto vedovo, è morta Darla. L’hanno arrotata con la macchina .” Mia nonna dice proprio così, arrotata, come diciamo in Toscana. Lei riesce sempre ad essere la più toscana di tutti. “ E lo sai chi l’ha ammazzata? Teilor!” “Nonna, ma mi hai appena detto che era morta.” “Ma sì, si erano sbagliati, avevano sotterrato una bambola con le sue sembianze, c’è andato Rigg con la vanga a riesumare la salma.” Certo che Los Angeles deve essere davvero piccola, se si pensa che una gira tranquilla col suo gippone sulle colline di Beverly Hills, e stlac!, ecco che ti spiaccica qualcuno. Scende dalla macchina, si toglie gli occhialini da sole, e sorpresa!, scopre di aver investito la propria cognata. Che però è anche la cugina di tuo nonno, sorella di tua prozia, e moglie di un tuo fratello acquisito.

E comunque, sto cominciando a capirci qualcosa, quando la scena improvvisamente cambia: c’è una ragazza piuttosto giovane (che naturalmente piange), ed un tizio molto olivastro e piacente. “Questi qua come mai piangono?” “Maaah, dice che lei è incinta.” “Beh, è presto per piangere, allora”, il mio pensiero in questo momento va allo Gnomo Mangione, che si è appena scofanato una piattata di minestrina e che se la gode ronfando beato, tutto spalmato di stelline e di verdura passata, “o forse sa già cosa la aspetta.”

“Piange di felicità.” “Ma nonna, chi è questa incinta lacrimosa?” “E’ Brigdgdgdg, la figlia di Bruc, che era sposata con Nicc. Lei era già rimasta incinta di Nicc, ma poi ha perso la creatura che è nata morta. Ma poi si è presa in affidamento il figlio di Felissia e Dante (Dante???) che però pensavano che fosse di Nicc perché questa Felissia, che è sorella di Rigg ma solo in parte di mamma, perché è figlia di Eric, insomma in Europa aveva avuto una relazione con Nicc (eh già, se a Los Angeles Taylor investe la cognata, perché in Europa Felicia non può rimanere incinta di Nick? L’Europa è semi-disabitata come Los Angeles) ed avevano fatto un figlio, ma aveva avuto una relazione anche con Dante.” “E allora?” “ E allora hanno fatto un’analisi di un coso, insomma, hanno visto che c’erano degli spermazzoti di lui nel sangue di questo bimbo. E quindi è figlio di Dante.”

Credo che mia nonna intendesse dire DNA, comunque non intendo mollare. Quasi quasi mi rimetto a guardare Beautiful anch’io. “ E Felissia, che stava per morire perché era malata terminale, per miracolo si riprende e rivuole suo figlio.”

“Nonna, ma allora questi qua che rapporto hanno tra di loro? Sono parenti, cugini, zii, fratelli?”

“ Senti un po’, ma me lo fai vedere questo Biùtiful o no? E guarda che ti si fredda la cotoletta.”

domenica 6 maggio 2007

Domenica mattina e la colazione ottimista

Stamattina non ce n’è per nessuno: siccome è domenica e siamo tutti a casa, la mamma ha pensato di risvegliare la dolce metà con la delicata fragranza delle celeberrime frittelle americane, i pancakes! Evviva!
La realizzazione è semplicissima, lo dice il sito http://www.cosacucino.it, una specie di serbatoio universale di tutto lo scibile culinario, basta armarsi di pochi semplici ingredienti quali farina, latte, lievito in polvere e un uovo.
E che ci vuole? Se le massaie americane riescono a fare i pancakes, perché non dovrei riuscirci io che sono italiana e quindi molto più portata all’arte culinaria per definizione?
Mescolare 400 gr di farina con 500 gr. di latte.” Okay, mi sento già molto yankee. Mi armo di fruste e comincio l’impasto. Uh oh, prima difficoltà: mi rovescio il latte addosso. Porco schifo, fa niente, andiamo avanti. Seconda difficoltà: si formano dei grumi grossi come gnocchi. Orcacciavacca, la ricetta non dice “ aggiungere un pizzico di sale, mezzo cucchiaino di zucchero ed una bustina di lievito in polvere quando il composto sarà pieno di grumi da far schifo”, piuttosto dice “ aggiungere un pizzico di sale, mezzo cucchiaino di zucchero ed una bustina di lievito in polvere quando il composto sarà liscio e ben mescolato”. Devo aver fatto qualcosa che non va… ma comunque non mi arrendo, tiro fuori un colabrodo a reticella e colo il tutto. Nel frattempo si sveglia lo gnomo, bello allegro e cinguettante. E pieno di cacca. Resisti, gnometto, la mamma finisce di mesco…
Oh, no, devo interrompere la ricetta per cambiare il piccolo che sta già ululando come un antifurto, altrimenti sveglia il marito, ed addio sorpresa. Vabbè, fa niente. Mi tolgo il grembiule, afferro lo gnomo inquieto e lo spoglio, gli lavo il culetto, gli metto un pannolino nuovo ed abbandono il pannolino caccoso su un mobile dell’ingresso, la toglierò dopo che avrò finito di mescolare.
Ok, il mescolìo (la mescolanza? Il mescolamento?) è ben riuscito, a questo punto posso dare il via alla padella ed aggiungere tutte quelle cose che dice la ricetta. Intanto il piccino si è sistemato a tavola sul suo seggiolone, e sta lanciando contro il muro dei pezzetti masticati di biscotto plasmon gorgogliando allegramente. Tutto il mondo sorride, stamattina: siamo tutti a casa insieme, e la mamma fa le frittelle per colazione, il piccolo gorgoglia benissimo e non sarà di certo un muro sporco di biscotto plasmon a rovinarmi la giornata. Tanto il biscotto dal muro viene via, che ci vuole?
Cuocio il primo pancake, quello di prova. Con la palettina controllo la cottura: non cuoce. Alzo la fiamma: ecco che brucia. Argh, ma tanto era di prova, adesso ne faccio subito un altro. Niente rovinerà questo meraviglioso ottimismo mattutino, nemmeno gli schizzi di composto che sto spargendo in tutta la cucina.
Il secondo pancake è venuto bene dal lato A. Il lato B brucia perché mi devo allontanare per raccogliere il ciuccio che lo gnomo, in preda ad un attacco di sacro furore, scaglia sotto il tavolo e che subito rivuole, altrimenti urla. Ma tanto era di prova anche il secondo. Il terzo cuoce benissimo fuori, ma da un buco su una facciata fuoriesce l’interno ancora crudo. Ho il sospetto che sia più semplice raggiungere il punto di fusione del nucleo che la perfetta cottura di questa straminchia di frittelle americane, comunque non mi arrendo e continuo a cuocere. Verso la settima frittella, ci prendo la mano e comincio anche a darmi delle arie con la padella in mano. Purtroppo la nona frittella si spatascia al suolo, in un delirio di onnipotenza tento il lancio con rivolgimento aereo che purtroppo riesce solo parzialmente, ovvero la frittella si gira sul lato giusto, ma purtroppo inciampa nel manico della padella e cambia traiettoria. Inutile dire che la frittella lascia il suo segno indissolubile sul mio pavimento di cotto. Così quando guarderò quella macchia, mi verranno in mente questi straca**i di americani, che si svegliano ad ora antelucana per far casino in cucina rompendo l’anima a tutta la famiglia, che magari di domenica vorrebbe dormire. E’ un miracolo che il marito non si sia svegliato, per cercare gli attrezzi ho tirato delle gran padellate contro l’interno del mobiletto che avrebbero svegliato anche uno in coma.
Vabbè, dai, abbiamo almeno due frittelle per uno sane sane. E quante ne vuoi mangiare, di queste frittellacce piene di grasso che fanno venire un culone enorme ed i brufoli? Mica vogliamo diventare come gli americani, che sono tutti obesi? Ma sì, 2 frittelle a testa bastano ed avanzano, te lo dice la mamma.
Cavolo, come ho conciato la cucina in una mezz’ora scarsa. Il lavello è ingombro di utensili sporchi di questa brodaglia immonda di cui sono fatti i pancakes, ci sono schizzi ovunque e quelli sui fornelli si stanno già incrostando inesorabilmente (e ci vorrà un esorcista, per mandarli via), c’è fumo e puzza di bruciato, ed un vago sentore di… di…
“Cacca!” esordisce la dolce metà appena sveglia, brandendo il pannolino caccoso dimenticato (argh) sul comò dell’ingresso.

Buon giorno, famiglia De Lupinis!

sabato 5 maggio 2007

Prove tecniche di pappa

Lo Gnomo da due settimane a questa parte è molto nervoso e più attivo del solito. Sfoggia due dentini che lo fanno somigliare molto a Nonna Abelarda, coi quali oblitera ripetutamente i miei capezzoli già fortemente provati da sette mesi di allattamento.
E’ tempo di provare lo svezzamento!, declama l’Esimia Pediatra. Mi consiglia una brodaglia che sicuramente il mio piccino gradirà, che va preparata seguendo un preciso rituale. Mi reco in farmacia, acquisto gli ingredienti: farina rigorosamente senza glutine (da tempo lo Gnomo Dentone si ciba di croste di pane e focaccine salate, alla facciaccia della celiachia e della moderna scienza dell’alimentazione. Roba che se lo sa l’Esimia, mi fa togliere la patria potestà), liofilizzato di pollo-coniglio-vitello.
Arrivo a casa, dove la Nonna, autoproclamatasi esperta a livello europeo di svezzamento, ha già preparato tutto l’occorrente per un buon brodo di verdura. La preparazione viene iniziata tra le grida della Nonna, la quale non si limita a criticare la mia maniera di sbucciare le verdure (“togli troppa buccia alla patata!” “quelle carote tagliale più a rondelle! Troppi tocchetti!”), ma mi minaccia col mestolino ritenendomi fondamentalmente indegna persino di preparare la minestrina a mio figlio.
Non so come mai, ma mentre sento sbuffare la pentola a pressione e lo Gnomo è completamente occupato a mangiarsi un calzino, ho la vaga impressione che siano tutti sforzi inutili, e che queste verdure innocenti andranno ad intasare le tubature del gabinetto.
Tuttavia, occorre provare.
A cottura terminata, mescolo questa farina con il brodo di verdura ottenuto (che non sarebbe nemmeno tanto male, solo che mancando totalmente di glutammato, sostanza dalla quale sono dipendente fin dall’infanzia, a me pare non abbia sapore) e col liofilizzato, butto dentro un po’ di parmigiano grattugiato ed un filo di olio di oliva. A questo punto, a sentire le altre mamme, i loro bambini sono già tutti lì che si leccano i baffi pregustando la pregiata leccornia, mentre il mio, legato saldamente sul seggiolone, dimostra già una certa insofferenza lanciando i suoi giocattoli per terra.
La prima cucchiaiata va a segno. Bene, penso io. La nonna, disfattista per natura, si mostra scettica. Ed infatti, dal secondo cucchiaio in poi, lo Gnomo fa una cosa di cui non lo avrei mai ritenuto capace: spalanca la bocca e lascia che gliela riempia completamente, ma si rifiuta di inghiottire e lascia che tutto gli coli fuori. La cosa che mi convince a desistere è l’espressione sconvolta del piccolo: non piange, ma mi guarda con uno di quegli sguardi assassini che sembrano voler dire: “mamma, proprio tu che sei la persona più importante della mia vita, tu che mi hai generato e nutrito con amore fino a stamattina, proprio tu mi fai questo servendomi per pranzo una sbobba che manco il cane, che quando non sa cosa fare va a mangiare le cacche dei gatti, avrebbe mai il coraggio di mettersi in bocca?”.
Poggio il piatto, e desisto. Nel frattempo, lo Gnomo è passato dalla resistenza passiva al pianto isterico.
Che fare? Tetta-coccole-ancora tetta.
Rimandiamo a domani.

giovedì 3 maggio 2007

Toys

Ora io mi domando, ma come mai uno spende centinaia di euro per comprare al proprio pargolo dei giocattoli educativi, studiati appositamente per stimolare il processo di apprendimento nel pieno rispetto del suo sviluppo psicomotorio, e poi si ritrova con un ragazzino che a furia di rotolare per acchiappare il tappo di una bottiglia di plastica, scivola sotto il divano e si riempie di peli di gatto e lanugine? E come mai non riesce a stare seduto e ad infilare le forme negli appositi buchi, e poi infila e sfila le usb dal computer da posizioni impossibili come se niente fosse?
Ma soprattutto, perchè se lo lascio per una trentina di secondi sul suo tappeto (grande come una prateria americana) lo ritrovo praticamente in un'altra stanza, con una mia ciabatta in bocca?
Prevedo un futuro fatto di germi grossi come maialini d'india, dai quali ci salveremo solo col battipanni.

Quando uno non sa come riempire lo spazio

Io soffro di una sindrome diffusa tra le arredatrici country e gli archivisti, nota come sindrome dell'horror vacui.

Adesso, ad esempio, mi è presa la fobia della pagina vuota, così posto un po' di foto.
In effetti potrei anche parlare di qualcosa, ma uno Gnomo malefico dal box mi sta chiamando con una vocina da orfanello che strappa il cuore.
Lo Gnomo è fatto così. E' uno che punta tutto sui sensi di colpa, e nonostante abbia solo 7 mesi e poco più, ha già esattamente capito come si sta al mondo. Tuttavia si convince facilmente ad occuparsi di altro, basta lanciargli nel box un giocattolo munito di etichetta, ed ecco che si lancia nella lettura. Certe volte lo trovo assorto nella contemplazione estatica delle etichette dei propri vestitini. Il prossimo progresso sarà quasi certamente l'impostazione del giusto programma della lavatrice.

mercoledì 2 maggio 2007

La famiglia, luogo di disastri ecologici

Ecco che scrivo il primo post nel mio blog. La cosa non è facile, con un nanerottolo che urla dal pavimento tentando disperatamente di ingoiare il filo dell'ADSL con modem al seguito.
Non so se riuscirò a pubblicare questo primo post così com'è, nella sua versione originaria: il nanerottolo ha già staccato due volte il cavo di potenza del pc, e ci siamo salvati per un pelo.
Vabbè, dai. Vediamo l'effetto che fa.