martedì 2 ottobre 2007

Co-sleeping. M@W, ti rubo argomenti un'altra volta.

Quando il Nano era ancora un minuscolo gamberetto nella mia pancia, il Gig ed io decidemmo di documentarci sull'argomento "allevamento nani".
Cominciammo perciò a frequentare più assiduamente il settore manualistica delle librerie, soffermandoci in particolare sullo scaffale preposto. Non c'era volta che non uscissimo con qualche nuovo volume sull'argomento, e una volta giunti a casa cominciavamo la consultazione suddividendoci diligentemente i compiti: io leggevo i vari capitoli, il Gig guardava le figure commentandole. "Guarda che capoccione che ha questo bambino qua, guarda che magra questa donna incinta, ma il parto è una roba davvero raccapricciante, ma come fa un capoccione del genere ad uscire da quel buco lì, blablabla". Insomma, anche il Gig dava il suo importante contributo all'importante momento della preparazione al cosa ci sarebbe stato dopo.
Una volta nato il Nano, il cui arrivo verrà raccontato uno di questi giorni con grande dovizia di particolari horror per la gioia delle gestanti che capitano sul mio blog, le cose si sono rivelate un pelino più complesse.
I libri in questione, innanzitutto, si contraddicevano in maniera assurda.
Il mio preferito sosteneva l'importanza del co-sleeping. Certo. Come no. Ganzissimo.
In pratica, meno facile da mettere in atto.
Il Gig è un omone. Io sono un donnone. Il Nano, come diretta conseguenza delle nostre ciclopiche misure, è un bimbone. Ora, mettere questi tre bestioni in un romantico letto di metallo dipinto, di misura cosiddetta "francese" (leggasi piuttosto piccino), è affar serio. Almeno tutti e tre contemporaneamente.
Il Gig come si addormenta si pietrifica, scavando una fossa sul materasso. Io invece mi agito alquanto, sottraggo indebitamente coperte e piumoni, mi insalamo ed ho il sonno assai leggero. Il Nano dunque sarebbe dovuto sopravvivere a tutto questo incastrandosi tra di noi in maniera piuttosto artistica.
Ci eravamo però preparati a tutt'altro. Innanzitutto, è stato difficile ricreare quel clima paradisiaco che il Bernardi descrive nei suoi libri, ovvero fagottino rosa/azzurro dolcemente appisolato nella sua cullina durante il giorno. Il sonno del Nano aveva la durata media di un quarto d'ora, ed il risveglio sempre piuttosto turbolento (ovvero strilli da tirar giù la casa). Mettiamoci poi l'ansia. Insomma, schiacciare il frutto del nostro amore non è che ci facesse così saltare di gioia. Mettiamoci anche il fattore lavoro: il Gig, sant'uomo, si sveglia alle 6.00 per andare a smerdare i tombini dei palazzi, figuriamoci se ha voglia di vegliare al fianco della sua amata moglie che tenta di calmare a tettate un bestione inferocito, per poi ritrovarsi moscio e sonnolento alla guida di non so quante tonnellate di mezzo.
Insomma, il co-sleeping non ci è venuto tanto bene.
E' andata a finire che il Gig ha dormito nella camera degli ospiti, in un divano letto matrimoniale comodo come certi giacigli dei fachiri, mentre il Nano ed io belli spaparanzati nel talamo nuziale.
Da qualche mese è stato riammesso però agli onori del lettone, grazie ad un Nano dal sonno finalmente più pesante. Da un po' sono stati riammessi anche i gatti, i quali molto diligentemente si incastrano tra le nostre gambe aiutando il Gig a mantenersi coperto. A parte qualche lagna notturna da parte del Nano, che perde aderenza alla tetta, e qualche momento di voglia di tenerezza del gatto Federico, il quale decide di dimostrarci il suo affetto nel cuore della notte riempiendoci di fusa e capocciate, devo dire che il nostro sonno ha preso una piega più rilassante.
Se non fosse per le cadute notturne del Nano ed i suoi risvegli mattutini a base di invocazioni alla Lidl, calcagnate in faccia e manate contro la testata di bandone, potrei dire che abbiamo trovato un equilibrio perfetto.
In cinque nel lettone (ino) si sta benissimo.
Stavamo meditando di prendere contromisure per il freddo invernale: aggiungere un altro gatto.
Si può fare?

9 commenti:

Anonimo ha detto...

^_^ E perchè non si potrebbe fare??? :P

Anonimo ha detto...

Quando diventammo quattro comprammo un letto nuovo. O meglio. Due letti. O meglio. Tre letti. Due letti da una piazza e mezzo che soggiornavano vicini. Ciascuno col suo piumone, il suo coprimaterasso e la sua coppia di inquilini.
Chi entrava in camera sgranava gli occhi, però.

Lupina ha detto...

Orpo, inqui.
Fa molto camera da letto di Elvis Presley. Un po' scannatoio, un po' boudoir. Se non fosse che non ho la benchè minima voglia di cambiare letto perchè questo mi piace da impazzire, opterei per codesta soluzione.

Anonimo ha detto...

Fossi in voi prenderei un levriero afghano.

Anonimo ha detto...

Un altro gatto è sempre ammesso!
;)

Anonimo ha detto...

ahahahah....ma com'è che le cose, quando le racconti tu sembran sempre così lievi ??!!

come ho già commentato da m@w, nel nostro caso il co-sleeping è stato un fallimento totale.
nessuno dei due figli ha mai voluto condividere il letto con noi...non so, forse è stata una questione di aliti da dopo cena...bah !

Anonimo ha detto...

Prima avevamo la culletta lontana dal lettone.
Poi il lettino lontano dal lettone:
Poi il lettino vicino al lettone, ma dalla parte dei piedi perché altrimenti non ci stava.
Adesso il lettino in un'altra, lontanissima camera ancora tutta da pensare.
La soluzione inquilina ci ispirava assai, ma un altro letto nella nostra camera proprio non ci sta.

Sole ha detto...

Gesu', pare la mia situazione. Letto francese o se preferite Irlandese e due taglie xl nel letto. Gia' mi chiedo se quando (e SE) saro' incinta ci staremo noi due. Ma so di avere la soluzione a portata di mano, mi costera' ovviamente miliardi ma cosleeping sara'!

Sole ha detto...

Ah, un gatto in piu' e' sempre la soluzione migliore!