martedì 11 dicembre 2007

Essere gatto al Lupinaio

Essere gatto a Villa Lupina vuol dire spassarsela di brutto. Essere gatto a Villa Lupina vuol dire muovere i fili dei bipedi come se fossero marionette, e far fare loro tutto ciò che si vuole.
I gatti di Villa Lupina sono sette, come i peccati capitali. C'è la Carla, ovvero l'avarizia. C'è la Renza, la pigrizia. E poi c'è Federico, la superbia, e poi c'è la Oliva Olivetti, l'ira. E per finire, Mandarino l'invidia, Luigi la lussuria (l'unico non ancora sottoposto al fatidico taglio delle palle) e Totò la gola.
I gatti di Villa Lupina se la spassano. E dialogano tra di loro ad occhiate d'intesa, pensando di non essere compresi. Ma siccome io in una vita precedente ero un placido soriano obeso, qualcosina qua e là la capisco.

La mattina presto, ad esempio, quelle bestiacce si guardano, contano fino a tre e cominciano a miagolare in un punto del corridoio in cui convergono strane correnti che portano le loro voci sgraziate fin dentro i miei timpani, costringendomi ad alzarmi. Il motivo è mutevole come il cielo di aprile. Una volta gridano Vogliamo del cibo!, oppure Fateci uscire! oppure Vogliamo dell'acqua fresca! oppure Queste crocchette fanno schifo, cambiatele! oppure vogliamo del cibo, delle crocchette nuove, uscire e anche dell'acqua.
Il più delle volte li stramaledico, ma son comunque moralmente obbligata a servirli in tutte le loro piccole necessità da gatti. Del resto, noi umani li abbiamo raccolti dalla strada, ed abbiamo preso l'impegno di accollarceli per il resto della loro pelosa vita.
Io ami gli animali in maniera smodata. Loro mi ricambiano alla loro maniera: con doni agonizzanti che raramente riesco a salvare, con svomitazzate sui tappeti, con sbrindellamenti di tendaggi e fodere di divani e altre delizie che riservano solo a me.
Mi amano a tal punto da diventare feticisti. Se ad esempio abbandono una delle mie giacche di lana su una sedia anche solo per una frazione di secondo, eccoli lì a far la pasta come invasati, infilando i nasi sotto la piega dell'ascella ad annusare anche ogni minima emissione fetida. Ed è meraviglioso vedere come i gatti sanno abbinarsi ai colori delle maglie: se la maglia è bianca, il gatto che la impasta è nero, se è nera il gatto è bianco, se è verde il gatto è rosso, e così via, in una tavolozza di pelurie colorate che adornano meravigliosamente ogni mio capo di abbigliamento, donandomi uno sciccosissimo aspetto da barbona anche se indosso un tailleur di Armani.
E non hanno pietà, in questo. Se arrivano ospiti a casa e commettono il grave errore di lasciare uno spiraglio di valigia aperta, è la fine. Una processione di gatti si avvia di soppiatto nella stanza degli ospiti, e via a menarsi di santa ragione in mezzo a calze e mutande. Ovviamente, io cerco di evitare tali scempi di biancheria, e da poco ho scoperto che esiste un'arma al mondo in grado di sbaragliare qualsiasi armata felina: l'aspirapolvere.
Con l'aspirapolvere, si disperdono le liete compagnie. Non occorre neanche accenderlo, basta agitare un po' il bocchettone di aspirazione e la truppa si volatilizza. Nel giro di un minuto, è il vuoto: 14 piccoli occhi brillanti mi scrutano con terrore da sotto i mobili, pronti a tornare in azione non appena il mostro di plastica e metallo viene riposto nello sgabuzzino.
L'altra arma di cui dispongo per toglierli di torno è da poco bipede, ha pochi denti e niente unghie, ed in genere è morbida e profumata. Quest'arma non ha paura di nulla, non teme il buio e più volte ha attentato alle ciotole dei crocchini. Basta un suo gesto, un suo grido, ed i gatti tremano, drizzano le orecchie e fuggono. La stretta delle sue manine cicciotte è in grado di strappare peli a ciuffate, ed emette dei fastidiosissimi ultrasuoni in grado di far cascare i timpani per terra. Se quest'arma individua una coda incustodita, è la catastrofe.
La cosa buona dei miei gatti è che non sono in grado di far del male. Nonostante gli strapazzi a cui certe volte sono sottoposti, non si ribellano: tentano piuttosto di rimpicciolirsi fino a diventare invisibili, oppure di allungarsi a dismisura come Tiramolla, scivolare fino ad un anfratto e nascondersi.
L'Arma Letale per gatti è sensibile, e ci rimane molto male. A volte ci piange anche. Piega la bocca nella tipica smorfia del labbrino, e comincia a chiedersi perchè io, o Signore? Sono forse portatore sano di rogna o di pulci? E si rifugia tra le braccia della mamma, ormai perduto ogni entusiasmo.
I gatti son bestie strane. Nonostante il Nemico sia letale e pericoloso, tuttavia ci sono momenti della giornata in cui è davvero molto simpatico, tipo quando mangia. Le manotte cicciotte stritolone purtroppo non sono ancora molto precise nell'atto dell'afferrare il cibo, ed è molto più quello che si disperde di quello che entra effettivamente nel sistema digestivo del Nemico. E a questo punto, entrano in gioco loro: si ammassano come gomitoli sotto il tavolo, in attesa delle briciole in caduta libera. Per la verità, quello che tocca terra è davvero poco. Tutto viene spazzato via dalle fauci feline. Io mi risparmio di dare il cencio, e sono felice.
Ma il momento più bello della giornata è quando il Nemico va in stand-by e viene riposto anch'esso nell'apposito sgabuzzino orizzontale con le sbarre. I gatti, allora, hanno via libera. Ed ecco che il Gig ed io ci ritroviamo ognuno sul rispettivo divano, sepolti da un numero imprecisato di gatti ansiosi di accaparrarsi un posto in prima fila come l'Abbonato Rai, disposti persino a darsi mazzate per raggiungere l'agognato scopo. D'inverno è una pacchia, se stanno fermi e buoni. Ma se tra i giovani c'è qualche testa calda, ahinoi, ci tocca subire.
E qualche volta ci scappa l'unghiata.

La gente che ama i gatti la si riconosce non solo per i peli sugli abiti, ma anche da piccoli particolari che saltano agli occhi soltanto quando si è in certe situazioni. Io sarei in grado di riconoscere un gattofilo anche nello spogliatoio di una piscina, mentre si cambia le mutande.
Basta guardare se ha i graffi sulle cosce.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Che nostalgia! Mi fai venire voglia di gatti... io che ci sono cresciuta in mezzo...ho dovuto lasciarli a casa dal babbo...con giardino e campagna poco distante...non ho avuto il coraggio di chiudere le mie due in una mansarda. Però che bello dormirci insieme...e che buon odore (non sto scherzando, eh!) che avevano.
Ciao
alina

Anonimo ha detto...

Anch'io sono cresciuta con i gatti ma mio marito li detesta quindi ciao, anzi, miao
Leela

Lupina ha detto...

MA ciao al marito o ciao ai gatti?

Anonimo ha detto...

E' così! Katy e Pippa, che sono due grossi sacchi di patate, quando il diecimesi artiglia le loro schiene si appiattiscono fino a diventare due frittatone, ma non fuggono.
Diventeranno presto calve, mi toccherà farle passare per esotici gatti "mau"...

Marco Vallera ha detto...

Mi occupo di due colonie feline da sei anni. Ogni mattina vedo prima come stanno loro poi posso cominciare la giornata. Gesù benedica tutti quelli che si prendono cura di queste meraviglie pelose e artigliose!

Anonimo ha detto...

ho due gatti e almeno una dozzina di graffi sulle cosce, piacere, b. b stevens.

Anonimo ha detto...

i gatti frequentano la nostra famiglia da quando avrei potuto chiamarmi "unodidue". Il primo è stato un siamese schizzato che miagolava se pronunciavamo la parola "Kojak" (si proprio il poliziotto), poi ne sono venuti altri tra cui uno omosessuale (o gattosessuale?!?!),giuro. Una volta un'altro gattaccio tentava di ....vabbè avete capito; io scendo subito in campo per difendere la mia povera bestiola e quello, per tutta risposta mi si rivolta come per dire "Oh!!! ma ti fai i fatti tuoi?!?! Guarda che ti gvaffio..."
Poi c'è stata la Lilla (chiamata così perchè è stata la prima parola di uno dei nostri ex Nani); beh, che dire? la Lilla ha lasciato un segno nella nostra famiglia, l'abbiamo amata profondamente e lei ha ricambiato tutto l'amore. Da qualche anno riposa serenamente sepolta nel nostro giardino. Epoi c'è stata lassie (si come il cane) un gattino che mio figlio (sempre il solito si sempre lui) un giorno ha messo in frigo.
vabbè mi fermo qui altrimenti faccio un post anzichè un commento.
però , ora che ci penso , mi hai dato l'idea per un post nel quale parlare di tutti questi splendidi animali (che noi adoriamo) che ci hanno accompagnato in questi lunghi anni.
Unodicinque

Gatto Silver ha detto...

Si però se ti becco nello spogliatoio della piscina a guardarmi le cosce...

:-P

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny