mercoledì 17 settembre 2008

Mutande.

"Ti ho steso i panni" Nonna Ansia è lapidaria. "Ma dove pensi di andare con queste mutande? E se ti succede un incidente e vai in ospedale, ti presenti con queste mutande ingrigite e sfilacciate? Sei una sciattona!"
Devo ammettere che Nonna Ansia, nonostante il catastrofismo imperante, è donna di buon senso. Lei, che non tollera sciatterie sebbene si aggiri per casa travestita da folletto dei boschi (coi primi freddi sfoggia i suoi famosi pantaloni di felpa infilati dentro ad un complicato doppio calzino, giacca da cacciatore e fazzoletto in testa, in un colorato ammasso che sembra appena uscito dal bidone della Caritas), guarda con disprezzo la mia stesa di mutandoni grigini che penzola triste dai fili.
"E' il caso che ti rifaccia il guardaroba intimo". E' vero, è giunto il tempo. Anche il Gig me ne sarà grato.

E così, vincendo la naturale ritrosia verso le moderne diavolerie, Lupina va al negozio delle mutande a ricomprarsi l'armamentario. La scelta cade su un moderno ma austero negozio di biancheria féscion e glémur. La accoglie una commessa magra come il Mahatma Gandhi, che le spiega sul tavolo una stesa di mutande e reggiseni.
"Che taglia porta?" mi chiede la tipa.
Ora, per dovere di cronaca, devo fare due oneste confessioni: primo, non so che taglia porto. Diciamo che fino ad un paio di mesi fa entravo comodamente nella quinta, ma al momento non sono in grado di definire la cosa. Secondo, ho sviluppato una sorta di timore reverenziale per le commesse dei negozi di abbigliamento, specie se sono molto magre. Non so perchè. Le commesse sono una lobby, in questo ameno paesino balneare. Le commesse stanno tutto il giorno a ripiegare magliette e a sparlare di quelle che si stanno provando i vestiti nelle cabine con la commessa del negozio accanto. Loro pensano che il materiale con cui è fatta la tenda sia fonoassorbente, senza considerare che tra loro e te non c'è nient'altro che un miserabile pezzo di stoffa. E' strano come non si rendano conto che se sei in una doccia senza aver aperto il rubinetto, quello che è dentro riesce a sentire benissimo tutto quello che viene detto intorno. E comunque, io sono una donna sportiva e non ci faccio granchè caso, ma magari qualcuno potrebbe anche offendersi sentendosi dare della cicciona/sfattona/reginadellacellulite.
Ma vabbè, sorvoliamo.
Le mutande per me sono una cosa di cotone, possibilmente di colore chiaro, con un buco sopra per infilarci il tronco e due buchi sotto per infilarci le gambe. Hanno un davanti, in genere contrassegnato da un fiocchetto, ed un dietro, solitamente munito di fastidiosissima etichetta. Facile.
Le cose che ho visto su quel tavolo, però, erano un qualcosa di diverso. Erano strumenti alieni, atti alla tortura della nostra intimità.
"Abbiamo questo modellino qui" mi fa il mucchietto di mestoli. Chissà come mai, le commesse dei negozi di intimo parlano sempre col suffisso -ino: pigiamino, abitino, modellino. O ciccia, ma cosa mi vuoi dare di -ino? Sono una 46, ho le debordanze ai lati e due tette giganti, vediamo di rimanere sull'-one, o almeno sull'-etto, via. Non mi mortificare.
E mi mostra una cosa che non avevo mai visto, facendomi venire una voglia matta di abbandonare l'impresa. Trattasi di mutanda brasiliana. Il dietro è uguale al davanti. La vita è bassa. I buchi delle cosce lasciano poco spazio alla fantasia. E poi, meraviglia delle meraviglie, non ha elastici. "Scusa, ma come fa a stare al suo posto?" chiedo intimidita, pensando agli elasticoni delle mie mutande da anziana signora che mi si saldano nei rotolini dei fianchi e rimangono lì, come smeraldi nel loro castone.
"Ma sta benissimo, è un po' tipo perizoma" mi liquida l'anoressica. La sua affermazione mi fa venire in mente i miei tentativi di modernizzazione, ovvero quei tristi pomeriggi trascorsi in ufficio a saltellare sulla sedie, tentando di togliere da quel posto quella maledetta stringa di elastico. Eppure mi avevano giurato che era comodo, che non si sentiva, che non si vedeva, ed io cogliona ci avevo creduto e me ne ero comprata uno stock di tutti i colori, che adesso giace nel reparto hard del mio cassetto, in attesa di essere scagliata nella spazzatura in un momento di sconforto, o di trasformarsi in elastico da fionda per il Nano.
"No, guarda, credo che non sia il mio genere. Avete qualcosa di comodo?". La commessa mi lancia uno sguardo di sufficienza, e mi apre sotto il naso un cassetto pieno di pallottole di velo, ordinate per colore in tanti piccoli scomparti. Spiega una delle pallottole sotto il mio naso, et voila: mutande totalmente trasparenti, una nuvola di pizzo a forma di mutanda.
"Belle, queste." ed i miei occhi visualizzano le complicate architetture di pizzi e dentelle che adornano i fianchi di Dita Von Teese. La tentazione è forte.
Se non fosse che il pizzo si chiama pizzo non a caso: il pizzo pizzica. Ha il potere di trasformare una donna in estasi alle 7 del mattino nella tarantolata delle 13.30. Le mie buone intenzioni di donna mutandata con pizzi e trine in genere finiscono in pausa pranzo, che regolarmente salto per andare a casa a cambiarmi e rimettermi le orrende cotonella.
"Ma non avete qualcosa di basic? Cioè, di quelle normali." La commessa sfodera il massimo del disprezzo consentito in un'occhiata, e mi conduce in un angolino appartato. E così, in mezzo alle mutande delle Winx e i pigiami da ricovero ospedaliero di ottuagenaria, spunta un espositore ricolmo di bustine di plastica trasparente, contenenti il fatidico tris di mutande a vita medio-alta con fiocchino davanti e etichetta con spiegazioni per il lavaggio sul dietro. "Un tris di mutande viene 7 euro e 99", e mi abbandona al mio destino.

La mutanda, anche se sigillata, a casa mia va lavata prima di indossarla. E' cosa buona e giusta, e poi si evitano quelle infezioni che tanto tormentano le nostre esistenze e ci costringono all'uso dell'ovulo e il grattamento con moccolo incluso.
E così, di fronte alla stesa delle mie mutande nuove, Nonna Ansia sentenzia:
"Se non te le vuoi comprare, te le compro io. Basta che non vai in giro con questi affari indecenti."
Quasi quasi mi provoco un incidente di proposito. Solo per vedere la faccia di mia madre nella stanza dei raggi.

9 commenti:

Mammamsterdam ha detto...

Fidati: una commessa di un negozio di intimo, magra o grassa che sia, se ti deve chiedere che taglia di reggiseno hai senza arrivarci da sola a occhio, anche solo per approssimazione, non sa fare il tuo mestiere (ok, nel dubbio ti dà una toccatina professionale sotto l'ascella).

Se però la incontri, non mollarla più fino alla pensione.

Per le mutande concordo su cotonelle e simili, però ultimamente ho pure scoperto la mutandona in microfibra.

Altro che pizzi e pizzichi.

Anonimo ha detto...

Io c'ho gli stock di Sloggi! Ho preso un paio di mutande senza elastico da intimissimi, ma non stanno su!!!
DarthAnto

Anonimo ha detto...

Ma non ho capito. Che aveva Nonna Ansia contro il nuovo stock?

Lupina ha detto...

Ehm, il nuovo stock era praticamente la versione senza elastici slabbrati del vecchio stock. Solo che Nonna Ansia non è una buona osservatrice.

My ha detto...

ma porco schifo perchè non rimangono i miei commenti?
dicevo stamattina che ammetto di essere del partito del filino laggiù dove non batte il solo, pur essendo di ciccia strabordante in particolare da quelle parti.
Non si muove, dove lo metti sta e non lo sento. Poi con solo quel coso li' addosso sono ridicola, ma rimane una questione fra me e il papi :-D

Anonimo ha detto...

lupi, ma una roba così no? :-)

Lupina ha detto...

Serial, si trovassero e non fosse che sono così visibili, ci farei un pensierino.

thecatisonthetable ha detto...

Anni fa, dopo un pomeriggio a far shopping insieme ad un'amica passato a dirle "Guarda che dicono sia comodissimo... compriamolodaicompriamolo"! il signore (di comune accordo con l'amica) mi ha punito: regalo di compleanno perizomato.

Indossato la prima volta per un viaggio in auto di quelli 200km tutti di colonna e io che guidavo"... non credo vogliate sapere com'è andata a finire!

Comunque... Lupina santa subito.

Anonimo ha detto...

Io porto solo mutande bianche di cotone elasticizzato, semplicissime e senza cuciture. Stop. Secundum non datur ;)
Leela