giovedì 24 maggio 2007

Panza.

Approfitto di questi pochi giorni di libertà per star dietro al blog. So che tra pochi giorni non potrò più farlo.

Adesso che ho tutte queste amiche incinte mi scappa forte di ripensare al fatto che lo scorso anno, proprio di questi tempi, anch'io mi aggiravo come una balenottera azzurra per le vie della mia ridente cittadina. E' stato un periodo molto bello, nonostante ci fosse chi tentava di minare le fondamenta di questa mia intensa tranquillità premammesca con racconti di parti splatter e di figlioletti piccini e già posseduti dal demonio.
A parte una breve parentesi nella mia vita in cui ero una gnocca da spavento, sono sempre stata una cicciobomba chiattona, un bel pezzo di lardo spalmato su un metroesettantaqualcosa di scheletro. I primi tempi di visibilità della pancia, mi resi conto che solo in pochi mi riconoscevano come dolce mammina in attesa, giusto una ventina di persone. Il resto dei 40.000 che conosco continuavano a vedermi come una simpatica cicciona, alle prese con l'ennesimo allargamento del proprio girovita.
Quando i bottoni della mia taglia 46 (sigh, che rimpianti!) cominciarono a saltar via sibilando come proiettili su Baghdad, e casualmente tutti intorno all'ombelico, la pancia si palesò ai più come contenitore di bimbetto/a, e da lì cominciò il massacro.

"Uh, che pancia. Sarai mica incinta?" Cosa pensavi che fosse, colite? O Stolta!

"Incinta teeee???" faccia scandalizzata della peppia di turno. "E quindi tu mi vuoi far credere che SARAI UNA MAMMA???" Sai com'è, trombo anch'io ogni tanto.

Un'amica, al telefono, quando le annunciai che sarebbe nato un tatone : "Acciderba, è un bel guaio. E ora cosa pensi di fare?". E pensare che era una tipa tutta lanciata nelle attività di volontariato, pensa un po'.

"Come ti senti? Hai le nausee, il mal di testa, i vomiticci, la cacarella, il malumore?" Ed io: "Niente di tutto ciò, per fortuna." Il volto dell'interlocutrice di turno si tramuta in un ghigno satanico, la voce trascolora in un accento demoniaco: "E ALLORA SOFFRIRAI COME UNA BESTIA NELL'ULTIMO TRIMESTRE E PARTORIRAI NEL DOLORE!" (rumore di tuono in sottofondo, effetti di luce vagamente infernali).

Le migliori erano però le Cassandre, dette anche le Chiaroveggenti.

"Guarda, tu non puoi neanche lontanamente immaginare che cosa sia. Al primo figlio sono almeno 24 ore di travaglio con dolori FORTISSIMI, ti sembrerà di morire e odierai tuo marito per quello che ti ha fatto."
I racconti dell'orrore di Poe, ovvero "Conosco una che..."
"...una che ha preso il ginecologo/ostetrica/marito/tutti e tre a sganassoni"
"...una che ha minacciato di morte il primario ed ancora lo perseguita"
"...una che si è trasformata in bestia selvaggia ed ha fatto a pezzi la sala travaglio"
"...una che si è cacata addosso, pensa che schifo" (caaaaapirai, non ci sono abituate le ostetriche)
"...una che non aveva fatto il corso di preparazione al parto (uhm, come me. Questa tentò davvero di tirarmela) e non sapendo bene cosa aspettarsi, non appena ha cominciato il travaglio ha tentato di buttarsi dalla finestra."
"... una che si sforzò talmente tanto che le si sono rotti tutti i capillari nella faccia e si è improvvisamente trasformata in una maschera di sangue e terrore"
"...una che poveretta LE SONO VENUTE LE EMORROIDI (nientemeno?!)"

Il post partum. Le mamme-poverannoi si esprimono tutte col solito tipo di vocabolario, ed iniziano generalmente la frase con "Aaaaaaaah", non so perchè. Sono inoltre accomunate dal solito taglio di capelli, generalmente corto "perchè così è più comodo".
"Aaaaah, guarda, goditela adesso, perchè poi NON DORMI PIU'" Mai passata una notte in bianco col mio Nano, solo rapidi risvegli e puppate lampo.
"Aaaah, guarda, il mio per 3 anni non ha mai dormito ne' la notte ne' il giorno, ci ha fatto andare al manicomio"
"Aaaaaah, e quando arriveranno le colicheee! Queste povere creature deformate dagli spasmi, dai dolori! Sarà terribile vedere tuo figlio soffrire, e TU NON POTRAI FARCI PROPRIO UN BEL NIENTE, CARINA!"
"Aaaaaaaah, quando mettono i denti! Non si dorme più, non si mangia più, non si fa più un cacchio! Tutti lì, a cercare di confortare il povero piccino che soffre come una bestia! E allora ti renderai conto di quanto SIA TERIBBBILE ESSERE MADRE! "
"Ahhhh, l'allattamento! Che cosa orribile! Ti si spacca il capezzolo in 4, fa un male cane, ti escono fiotti di sangue, il bimbo sente il saporaccio e non ciuccia più. Dagli il biberon subito e ti risparmi il problema. Dairettammèèè!"

Io nutro il legittimo sospetto di essere stata fecondata da creatura aliena. Il mio parto è durato 3 ore tra travaglio ed espulsione, non ho visualizzato scenari apocalittici ne' tantomeno perso conoscenza, non ho pianto e sì, ho provato dolore, ma niente in confronto alle coliche renali alle quali sono abbonata da anni. Anzi, dati i racconti del terrore, mi aspettavo davvero qualcosa di peggio. Non mi hanno picchiata, non mi sono saltati a piè pari sulla pancia, e ad un certo punto mi veniva pure da ridere. Nemmeno il Lupino è svenuto, proprio lui che è tutto schizzinosino. Ha persino tagliato il cordone ombelicale.
Insomma, niente di eccezionale, solo normale amministrazione.

La mia amica Ragazza Secca partorirà attorno al 15 di agosto. Sto cercando di tranquillizzarla, perchè anche se non frequentiamo esattamente la stessa gente, anche lei incontra le Cassandre e le Disfattiste sul suo cammino, e non risparmiano nemmeno lei che per tre mesi è stata piuttosto vomitosa.
Baby Ragazza Secca sarà femmina, si chiamerà Matilda.
Ragazza Secca ha già cominciato a comprare cose rosa. Mollettine, gommini per capelli, (ehm, i neonati che nascono con folta chioma sono davvero una minoranza, ma vaglielo a spiegare a lei, che è tutta presa dalla febbre dell'acquisto) vestitini fru-fru, mutande con le trine, calzini confetto. L'ho accompagnata a comprare delle cosine per l'infanta, e mi sono resa conto che la moda per piccole marmocchie è qualcosa di vomitevole. Paillettes come se piovesse, colletti trinosi e pelusciosi a gogò, scarpine vezzose, sandalini col tacco, miniabiti da minitroie. Inorridisco. Io al mio nano compro le magliette ad un banco del mercato, quasi tutte monocolore o a righine, e non gli metto mai nemmeno le scarpe.
Guccio e gli altri sono già tutti dolceggabbanati, ci guardano come alieni di Roswell. Mi guardavano strano anche quando me ne andavo in giro col marsupio, mentre loro poverini tutti accartocciati negli ovetti, la peste nera per la colonna vertebrale.

Insomma, è passato un anno dall'esplosione della panza, un po' in effetti ne ho ancora. Ma mi serve per tener su le puppe già profondamente provate dall'allattamento, che altrimenti mi batterebbero sulle rotule.

Viva la panza:
ogni tanto ne sento la mancanza.

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