venerdì 29 febbraio 2008

Se non scrivo questa cosa la sventura si abbatterà su di me.

Un post dedicato all'adorabile amica G, che abita in un condominio dal nome talmente impronunciabile da far impallidire anche il signor Slartibartfast.

Eravamo in viaggio verso il supermercato, e ad un certo punto al Nano viene in mente una certa cosa. "Perchè non facciamo un salto a Cracovia? Tanto siamo di strada" .
"Nano, ma come parli bene stasera! Ma certo che ci andiamo, così si va a trovare G e le bimbe!"
Arriviamo in un attimo davanti ad una casa con il giardino, parcheggiamo ed entriamo dalla porta della cucina.
Guardandola bene, sembra la casa dei miei nonni materni. Salendo i 5 gradini dell'ingresso, ho sempre più la sensazione di esserci già stata.
Mi apre una ragazza dai lunghi capelli biondi.
"G, ma non eri rasata a zero?"
"Sì, lo sono, ma a giorni alterni ci mettiamo la parrucca. Guarda quante ne abbiamo!" e mi mostra un enorme baule pieno di capigliature variopinte, dal quale P e Pp estraggono parrucche colorate e se le mettono in testa.
"Siete fortunati, oggi è il giorno in cui ci mettiamo tutti le parrucche in testa e andiamo a far le sceme nella piazza del paese. Venite anche voi, su, ma bisogna fare presto perchè altrimenti ci scoprono e ce le sequestrano." mi fa G, porgendomi una cofana di capelli neri. Me la metto in testa e mi guardo in uno specchio ovale appeso ad una parete, e mi accorgo di somigliare ad un incrocio tra Amy Winehouse e Moira Orfei. Intanto il Nano si è sistemato in testa un caschetto biondo con frangetta, P e Pp due parrucche azzurre identiche ed i Cani sfoggiano due tagli color carota alla Beatles.
"Oh, no, troppo tardi, sono venuti a prenderci le parrucche! Nascondiamoci." e G mi indica un grande armadio a muro con le pareti trasparenti. Entriamo nell'armadio e ci nascondiamo in mezzo ai vestiti. Nel frattempo, nella casa si sentono dei rumori di persone che rovistano in giro.
P e Pp cominciano a ridere, e cominciano a fare gli scherzi tirando dei biscotti alle persone presenti nella casa. "E io ora che faccio? Dovevo andare a fare la spesa, per cena stasera non abbiamo niente."
"Non ti preoccupare, prendi questi sedani e facci la zuppa, che viene buona"
"Avresti mica anche del latte?"
"No, però ho delle Alpenliebe. Se aspetti cerco bene nell'armadio e te le do, tanto noi non si mangiano."


Per la cronaca, ieri sera mi era venuta voglia di bere qualcosa di alcolico.
Avevo in casa soltanto una bottiglia.
Questi sono i devastanti effetti dell'Amaretto di Torino sull'organismo umano.
Bevetelo responsabilmente.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

L'immagine che hai di me mi rende ben più depressa di quel ch'io non sia già di mio. Quel poi "prendile, tanto noi non si mangiano" mi ha provocato ulcere e sboccherie in più volte, mai e poi mai la direi, e se mi dovesse scappare so che il mio ego mi annienterebbe con un autopensiero laser.

Lupina ha detto...

Ma per via della parrucca? Guarda che non stavi mica male. Fossi in te ci penserei, ad un cambio repentino di lùcche.

Sentite scuse dal mio stato di incoscienza, purtroppo non sono responsabile del contenuto dei miei sogni post-amaretto.

polispaliano ha detto...

se questo è l'effetto corro a comprare una bottiglia. Sono pure a Torino, non posso esimermi.
Passi G. con la parrucca, passino i cani di Liverpool, ma dubito che P e Pp scelgano mai la stessa parrucca.

Anonimo ha detto...

penso di farmene un tocchetto PROPRIO ORA

Anonimo ha detto...

No! Le Alpenliebe!