sabato 29 marzo 2008

La scomoda eredità della Maria Vincenza. Post tessile.

Stamattina, dovendomi recare sul posto di lavoro e non potendo indossare nessuna delle due paia di pantaloni decorosi di cui attualmente dispongo, mi sono apprestata all'immersione nell'armadio della mia giovinezza pregravidica alla ricerca di un capo largo e ampio abbastanza da contenere le mie lardose cotenne.
Sono riemersa dagli angusti meandri con una sfilza di pantaloni di taglia ragionevole, ma con la morte nel cuore, sapendo già di dover spingere indietro il pannicolo adiposo ventrale e spalmare quello femorale su tutta la lunghezza della gamba, creando quel bell'effetto tubo da grondaia che tanto mi caratterizza. Mi sono provata un paio di pantaloni di lana a quadrettini, che sapevo ben larghi e sformati, e ualà, mi stavano giusti. A questo punto, mi sono permessa di azzardare: ho infilato dei pantaloni grigini con la riga, sui quali non contavo più da tempo, e miracolo! mi stavano anche quelli.
Sono andata avanti per mezz'ora almeno, ed ho provato un capo dietro l'altro. Rientro quasi in tutto, anche se certe sottanine da prostituta libica non mi azzardo ancora a indossarle. Colta da un raptus che definirei senso del possesso che fu pre-alessandrino, mi sono riappropriata della vecchia me stessa, sebbene io debba ancora lavorare sulle mie cicce per rientrare nei miei cenci di prima del Gig, era che rifulge nei miei ricordi ed ha ormai assunto dimensione mitologica.

Giunta finalmente sul luogo di lavoro allegra come un fringuellone di svariati chili, ho trovato una sorpresa a dir poco agghiacciante: la prova delle divise. Non sapevo che avessimo delle divise. Quando le ho viste, mi è venuta voglia di strapparmi i capelli. E siccome mi veniva da urlare e la mia voce come il coro delle sirene di Ulisse spacca i timpani, mi sono data una regolata ed ho solo commentato con un ehm, carine.
Le divise sono una cosa inguardabile. Non saprei come definirle. La morte della vestibilità, forse. Color giallo catarro, un due pezzi di shivaismo tantrico di stile dionisiaco con camicia bianca leggermente ingiallita sotto le ascelle. Dico solo che dovrò indossare un gilet di gabardine gialla in agosto. Agosto, per chi non lo conoscesse, è un mese in cui il caldo raggiunge vette di sudorazione inenarrabile. Agosto, da queste parti, è sinonimo di cremazione. E' anche un mese di grande nervosismo, figuriamoci se uno ha voglia di inguainarsi in un aderente completino giallo pus che stringe sotto le ascelle come la morsa di Ken Shiro. Mi sento male.
"Tieni, Lupina, questa è la divisa della Maria Vincenza, la tipa che lavorava qua al posto tuo lo scorso anno. Siccome anche lei era un po' ehm sovrappeso, ti dovrebbe entrare bene" mi fa Rossella Brescia, dall'alto della sua anoressia.

Provo il completo, e le tette si rifiutano di collaborare. Queste due stronzette hanno deciso che loro il gilet non se lo mettono, e se ne vanno per i cazzi propri in giro per la camicetta. La gonna sarebbe perfetta, se solo non dovessi chiudere la cerniera. Vabbè, ma son piccolezze, posso pure lavorare in pieno agosto con la cerniera aperta e le mutande di fuori, e che sarà mai, mica ci sarà gente che si formalizza. Tanto se guardiamo al piano di sopra, c'è una camicia sbottonata fino all'ombelico ed un orribile gilet giallo aperto, e che diamine.
Così, oltre a dover essere fresca come una rosa alle 7.00 del mattino, parlare tedesco perfettamente, ricordarmi una valanga di cose impossibili e reprimere i giramenti di palle, adesso devo pure subire l'onta della divisa da brufolo in procinto di scoppiare.
"Ci sono anche le scarpe" mi sussurra Rossella Brescia.

Vabbè, almeno quelle mi entrano.

Es un sentimiento nuevo
che mi tiene alta la vita.*


* E'tutto il giorno che canto questa canzone. Mah.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sto ridendo da sola come una scema...sei mitica tachi! Cosa vuoi che ti dica, prova qualche nuovo riflessante che si abbini con il giallo ocra! ;)

Sole ha detto...

odiomio... povera Lupina. Ma senti... ce lo dici in che albergo lavoro che noi ti si viene a trovare? E magari diamo anche il tormento a Rossella Brescia!

Anonimo ha detto...

tachi sei la numero uno...sono a letto con mal di testa martellante eppure questo post mi ha ridato il cervello! grandioso...
e che non si permetta la Brescia che arrivo, eh?

thecatisonthetable ha detto...

Io vorrei premiare chi ha scelto la divisa giallo pus... Uomo, vero?!

Anonimo ha detto...

A me invece la divisa ha risolto il problema del eccheccazzomimettostamattina e pure quello delle lavatrici differenziate: una tutta blu di divise mie e mutande sue al sabato e via.