mercoledì 16 gennaio 2008

Coiffeur

"Sei orrenda con quei capelli. Spero che te ne renderai conto" mi fa mia madre ieri pomeriggio, col consueto savuarfèr che la contraddistingue. Colgo la palla al balzo per affibbiarle il Nano nel primo pomeriggio, e sottopormi all'odiato rituale tutto al femminile che qualcuno chiama coiffeur (ma io preferisco definirlo scotennamento).
Chi non muore si rivede, mi ha detto il mio parrucchiere di fiducia. E per rendere l'idea di quanto davvero sia assidua frequentatrice del suo salone, ci tengo a sottolineare che mi ha chiamato Simona tutto il tempo. (Ovviamente, non mi chiamo Simona). E non solo è il parrucchiere che mi ha pettinata per il matrimonio, ma anche mio affittuario, quindi il mio nome compare su contratti e documenti che arrivano puntualmente al suo indirizzo. Ovviamente sono molto lusingata di aver lasciato una traccia così indelebile nella sua mente.

"E adesso, Simona, siediti qua su questa morbida poltroncina azzurra, che ti sistemiamo per bene": mi hanno impiastrato con una robaccia maleodorante, incartato nel domopack come un pollo arrosto (ma non si è vista manco mezza patatina), infilato in un complicato casco a microonde che mi ha fuso il lobo sinistro del cervello creandomi una sorta di delirio afasico in cui son riuscita a dire solo "devo fare pipì-devo fare pipì" per la seguente mezz'ora, scartato, rimpiastrato con una sostanza bituminosa che in gergo parrucchierico viene chiamata impacco ristrutturante ma che in realtà è volgare catrame da asfaltatura, tagliato via le doppie punte, dato una scotennata finale con una spazzola arroventata dalle fiamme dell'Averno, e alleggerito il mio portafogli di 81 euro. Le altre clienti erano sottoposte a torture pure peggiori della mia (una poveretta è stata avvolta in un turbante di pellicola trasparente, le è stato intimato di stare ferma, ed in effetti lo è stata per un'ora e passa mentre una tizia le spennellava minuscole ciocchettine con una misteriosa sostanza violacea).
"Simona, abbiamo finito"
Ed il risultato? Mentre prima ero una cicciona spettinata coi capelli esplosi sui lati, adesso sono una cicciona che somiglia paurosamente ad una cavia peruviana.
Ho pure trovato una foto molto somigliante a me in questo momento. Non so se rende l'idea.


E i suoi colpi di sole son pure venuti meglio dei miei. Mannaggia.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

ahahah!Dai che sei stilosissima e così arruffata farai un figurone oggi,ne sono sicura!

My ha detto...

non ci credo, fammi vedere!

Zampetta ha detto...

BUAHAHAHA però a me la cavia fa tenerezza.

Anonimo ha detto...

Dovevi far mandare il conto a casa a simona...
p.s.:il mio bimbo è qui letteralmente rapito dal tuo "forbicillo"... ci abbiamo giocato un pò.
adesso è passato al forbicillo vero!
ciao
alina

VeroniqueCreazioni ha detto...

A me piace come pettinatura!!

Ps. già che si parla di forbicillo, posso chiederti a che serve?:D:D

Lupina ha detto...

@veronica: Forbicillo? Non serve assolutamente a nulla. Diciamo che è lì per bellezza.

Anonimo ha detto...

ammoooore! Ma stai benissimo!! :)

Anonimo ha detto...

mai vista una più ficka di te

Anonimo ha detto...

molto graziosa. Complimenti :o)

Anonimo ha detto...

opsss.....sono unodicinque

Anonimo ha detto...

Tessssoro, benritrovata!!!! Fatico un pochino ad immaginarti...:)