martedì 6 novembre 2007

Sui giocattoli.

Noi li vorremmo silenziosi, biancovestiti e puliti. Magari fermi immobili, alle prese col sonaglino, con la scatolina coi buchi preformati, col puzzle. Con la riga da un lato, perfetti miniadulti.
E invece loro sono rumorosi, frenetici, in continuo movimento. Amano sporcarsi, bagnarsi, fare la cacca nei momenti meno indicati. E col sonaglino, con la scatolina coi buchi e col puzzle non giocano. Li lanciano urlando, li rompono, preferiscono far rotolare il barattolino della crema per le mani o far casino con i mestolini della cucina. Loro non vedono gli oggetti legati ad un uso canonico. Loro non hanno le nostre infrastrutture. Loro sperimentano altri modi di vedere il mondo, forse pure migliori del nostro. Solo che noi molte volte inorridiamo, anche se i loro gesti non hanno effettive conseguenze, solo perchè l'uso improprio è contrario al sistema secondo il quale siamo stati addestrati.
Ho usato il termine addestrati non a caso. C'è una differenza ben precisa tra educazione e addestramento. Insegnare a dire grazie, o a non imbrattarsi la maglia nuova è addestramento, e lo si può fare con successo con molti animali superiori. Insegnare che è bello essere gentili con gli altri perchè così gli altri lo saranno con te, questa è educazione. Insegnare a non sporcarsi lo è già meno, secondo me, ma per evitare che una mamma si spari un colpo in testa piuttosto che per altro, ma vabbè, questa sono io e non bisogna farci troppo caso.
E' che mi fa male vedere come il mondo sia poco a misura di bambino. Come anche cose destinate a loro siano poco funzionali all'uso che ne faranno.
Io ce l'ho un po' con la Fisher Price e con altri grandi marchi di giocattoli che si trovano comunemente sul mercato.
Se si prende un giocattolo "comune" e lo si osserva, si capisce che è progettato per essere dato in consegna ad un bambino perchè ci giochi da solo e non rompa le scatole mentre noi siamo occupati a fare altro. Sono giochi imbecilli, per lo più. Sanno fare una sola cosa, e fanno sempre e solo quella. Non si rompono e sono monotoni. Se perdi un pezzo, sei fregato.
Al Nano hanno regalato una tartaruga, ad esempio, che ha una specie di trottola interna che fa vorticare tre palline schiacciandole la testa. Emette una musichina. Fine del gioco.
Ovviamente, le tre palline erano la cosa più divertente. Il Nano le ha fatte rotolare dappertutto, le ha lanciate, leccate, toccate, e poi inesorabilmente perdute da qualche parte.
Al momento, delle tre palline non si sa più nulla. La tartaruga, invece, è sempre qua.
L'altro gioco assurdo è il trenino. Per montarlo ci vuol mezz'ora, e qua occorre un adulto in possesso di diploma di laurea in materia scientifica (ed io quindi fallisco miseramente), i vagoni si staccano e cadono, e la motrice funziona solo se dentro si inserisce un determinato pupazzino. Il pupazzino è microscopico, e non si trova più. Al suo posto non si può mettere nulla, solo quel dannato pupazzino. Fine anche di questo.
Il Nano, dal canto suo, coi giocattoli ha trovato una sua dimensione: coperchi di pentole da sbattere insieme, mollette da biancheria da nascondere in una scatola, un vecchio barattolo di plastica da gelato da far rotolare e da usare come contenitore per varie cose che trova per casa.
Questi giocattoli sono infinitamente più divertenti. Anche mangiare una saponetta, è più divertente. Anche rubare il barattolino della nivea da un cassetto del bagno ed impiastrarcisi di soppiatto, è molto più divertente.
Da oggi ho deciso che farò lo sciopero dei giocattoli. Non ne comprerò più, e se qualcuno si presenta in questa casa con il solito pacchettino del cacchio con qualche bel giocattolo, ringrazierò sentitamente inclinando il capo alla maniera giapponese, e poi scaraventerò tutto nel primo bidone.
Adesso il Nano sta giocando con due tappi di sughero da damigiana, trovati da me stamattina in garage. Appena li ho visti ho pensato: questi piacerebbero al Nano. E ci ho indovinato.

Insomma, ribadisco: il mondo non è a misura di bambino. E’ piuttosto a misura di adulto e del suo portafoglio.

Maremma, ma come mai mi fanno così arrabbiare, queste cose?

Sarò scema, oh.


E' che la pediatra del Nano mi ha chiesto di scrivere della mia esperienza di allattamento per un seminario. Io ci ho provato, mi son messa qua al computer, ma mi è venuta fuori questa roba qua, che con tette e latte non c'entra proprio nulla.

Ma ora mi metto qua e scrivo.

7 commenti:

Sole ha detto...

Che dire; che mi piaci te l'ho gia' detto. Io una certa attinenza con latte e tette ce la vedo. Magari a sforzarmi un po' ma ce la vedo. Sono sicura che scriverai una cosa bellissimissima. Bella quasi quanto il Nano.
Buona scrittura e grazie perche' io e Hagrid/Mirko cioe' il mio womo ci facciamo un sacco di risate grazie a te (beh, pure senza di te ma era per dire) e "Cuge'?" e' diventato parte del lessico familiare!

Anonimo ha detto...

eeehhhh.... ti capisco!
io continuo a comprare giocattoli solo perchè per lo più sono pupazzi e macchinine con cui il topo costruisce storie, ma i giocattoli che descrivi tu non li compro più da una vita perchè fanno imbestialire pure me! inoltre spesso emettono pure dei rumori insopportabili....

Trasparelena ha detto...

d'accordissimo sulla questione giocattoli! a mia figlia ad esempio la cosa che piace di più dei giocattoli è l'etichetta, e più è grande e meglio è. Ora che è più grande (14 mesi) adora i coperchietti degli omogeneizzati, che se li schiacci fanno click clack, e il secchiello da spiaggia, che se lo metti davanti alla bocca fa tutto un rimbombo, e vuoi mettere com'è divertente???
L'unica eccezione è la bambola, quella le piace davvero, pare, perchè la cerca e la chiama e le fa le coccole per giocare (non per dormire, per dormire le basta prendersi i capelli tra le mani)

Anonimo ha detto...

aspetta che incontri la Playstation.......

Anonimo ha detto...

Hai ragione, al 2000%. E chi compra/regala certi giocattoli è convinto che i bambini siano bambolotti, mentre ogni tanto bisognerebbe perdere un po' di tempo e mettersi lì a inventare storie con loro, con mollette e tappi e scatolotti.
Vedrai quando gli porterai in casa uno scatolone vuoto. Io ne sono uscita dopo i 6 anni...
Un bacione.

Lupina ha detto...

@Traspa: Ma guarda un po', sta storia delle etichette come ci tocca da vicino...
Il Nano ha sei mesi. Siamo al supermercato fighetto. Ad un certo punto, il Nano afferra un dinosauro di pezza, prezzo euri 45. Sembra ipnotizzato, lo strafugna, lo abbraccia, ride. "Gig, guarda il Nano! Finalmente dimostra interesse per un giocattolo! Dai, Gig, compriamoglielo." E glielo compriamo.
"Però adesso stacchiamo quella brutta etichetta dal sedere del dinosauro". Zac: il dinosauro diventa improvvisamente brutto, non ci piace più.
Nano, chettepossino!

Anonimo ha detto...

ciao sono nuova di queste parti pero' sono anche io mamma di due bestioline e ho un sito/blog che vorrei invitarvi a visitare. tra le altre cose si parla anche di bimbi.
http://www.vivere-semplice.org

in merito alla questione giocattoli saro' presto pronta a mettere online un tutorial per chi di voi sa fare a maglia: ho comprato a monaco una specie di gilet fatto ai ferri con lo spago che assomiglia incredibilmente a una specie di armatura di maglia metallica. mio figlio di 5 anni e' impazzito. i giochi fatti a mano da mamma o da babbo natale o da chiunque passi del tempo a costruire per loro sono particolarmente apprezzati dai bambini. certo a quelli un po' protetti da questo maledetto consumismo...
ciao e passa-parola.