giovedì 9 agosto 2007

A proposito di roba a puntate.

Da anni, i miei suoceri cercano di appiopparci l'Enciclopedia Treccani.

Da anni, nonostante le case in cui abito siano sempre più grandi e quindi facciano decadere l'opzione non abbiamo spazio, sorry, scateno la mia fantasia trovando scuse macchinose per declinare gentilmente l'offerta.
L'enciclopedia Ttreccani è un opera assai imponente, che contiene tutto lo scibile umano in ordine alfabetico. In teoria, ogni anno dovresti spendere un duecentocinquantinaio di euro, anche trecentinaio, per aggiornarla. Probabilmente mantenere tre cani mi costerebbe di meno (spese veterinarie comprese).
Ovvio che chi si prende la Treccani, si grava anche di questo oneroso impegno. Ovvio che a me, che dispongo di collegamento internet e di allergia generalizzata alle cose a puntate e che prendono polvere inutilmente, di possederla non me ne freghi un granchè. Non solo. Non trovo neanche che faccia tutto 'sto arredamento. I miei libri in edizione economica, con le loro belle copertine cincischiate, quelli lì sì che fanno arredamento. L'enciclopedia Treccani, no.

I miei genitori, dal canto loro, ci provano cercando di appiopparmi tutte le cose che non vogliono in giro per casa ma che per qualche misterioso motivo non vogliono buttare via.
"Guarda cosa ti ho portato" è la frase che in genere accompagna l'arrivo di mia madre con lo scatolone di turno. All'attivo abbiamo: una specchiera con cornice dorata, orrenda, abbandonata in un armadio; una pelliccia di agnellino nero (poverino, ohibò); una fonovaligia non funzionante rivestita di carta da parati verdina a righe; due mobili da ufficio molto belli ma dalle dimensioni impossibili provenienti dallo studio di uno zio avvocato; una strana scrivania coi cassetti che non si aprono; una terrificante collezione di bestiole di ceramica lucida.

Adesso sia i miei che i suoi si sono messi in testa di rimettere a posto rispettivamente una rimessa ed uno stanzino.
Prevedo roba in arrivo.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

ma che c'hai... una discarica!?!?

Lupina ha detto...

Una specie di discarica, purtroppo.
Quando verrai a trovarci, per l'occasione ti allestirò la camera da letto nello stanzino degli orrori.

Anonimo ha detto...

Non c'è male,i miei oltre alla fissa del non si butta niente(e si rifila alla Jes)hanno anche la sindrome del barbone,se trovano qualcosa che non è proprio rifiuto nell'immondizia lo fanno su,e tentano sempre di rifilarlo alla Jes...perchè è un peccato dai,è quasi nuovo...

Anonimo ha detto...

scusa l'ignoranza, ma... cos'è una fonovaligia?!? continua così, mi fai sganasciare... ;) el

Lupina ha detto...

Una fonovaligia è (era) un giradischi portatile, ma non un mangiadischi, bensì un popò di coso peso spiombato sul quale si potevano ascoltare i 33 giri. Era costituito di legno, di design indubbiamente svedesoide ma con impronte squisitamente nostrali (vedi la carta da parati appiccicata sopra). Si chiude come una normale valigia e sembrerebbe pure preciso identico ad essa, se non fosse che picchiarselo sugli stinchi equivarrebbe alla perdita dell'arto stesso.
Insomma, trattasi dell'antenato nobile dello stereo portatile, ma con qualche controindicazione in più (tipo il funzionamento a corrente, che fa decadere un attimo il concetto di portatilità. A meno che non si disponga di notevole prolunga).