giovedì 2 agosto 2007

Il Primo Grande Disastro. Anche se non ne volevo parlare.

Mia madre.
Cielo, se non mi fa uscire pazza.
E' sempre stata una donna dal carattere "un po' così". Un po' così è un eufemismo per dire che mi fa andare al manicomio.
Mia madre fa la menefreghista, non gliene importa niente di niente. Pare che le interessi un'unica cosa: darmi il tormento. Lo ha fatto con me durante tutta l'infanzia e l'adolescenza, lo continua a fare adesso che non dipendo più da lei, e le sembra ovviamente giusto continuare la tradizione dando i primi segni di tormento anche al piccolo.

Al Nano dalla nascita sono misteriosamente precluse alcune normali attività, il perchè non è chiaro. Ad esempio, nella sua mente malata il Nano, in inverno, poverino muore di freddo. Va di conseguenza vestito e stravestito, e guai a dimenticarsi il cappello! Sì, non importa se il Nano sta in macchina e non scende, non importa se soffia una brezzolina e la temperatura è di 19 gradi: bisogna mettergli il cappellino. Se la temperatura va sotto i 18 gradi, ovviamente, guai ad uscire! E' da madri snaturate portare fuori i Nani in inverno! Al massimo si fa un giro in giardino, ma solo se debitamente imbacuccati ed impossibilitati nei movimenti, altrimenti è un macello. "Potrebbe venirgli l'otite, che è davvero tremenda."
E' vero, potrebbe. Ma perchè non rischiare, uscendo e godendosi la vita?
Il Nano, adesso che potrebbe perchè lo sa fare, non deve gattonare.
"Si sporca, si mette in bocca le cose", decreta Mia madre in versione Montessori.
E allora?, chiedo io. Dovrà pur sperimentare un po' di mondo o no?
"Ma ci sono i germi". E' vero, ci sono i germi. Ma anche su di me ci sono i germi, persino quei cosi orripilanti che si chiamano acari(che vivono su di noi, e qualcuno di loro probabilmente si sta pure accoppiando allegramente sul mio derma, accidenti a loro), insomma, siamo tutto un batterio aggressivo, e non vedo perchè un Nanonzolo sederone non possa prendere un po' di germi da qualcos'altro oltre che da me.
"Poi vengono le infezioni, e vedrai che tragedia blablabla" e comincia con una solfa che manco Cassandra.
"Ma che fai, gli togli il pannolino!?" ulula mia Madre dalla soglia di casa sua.
Sì, lo tengo un po' a palle all'aria. Io odio i pannolini, li spazzerei via dalla faccia della terra. Anche quelli lavabili, che vanno tanto di moda, ma che sono una palla infinita da smacchiare e far asciugare. Lo terrei sempre nudo a sgambettare, questo Nano qua. Da quando si è scoperto il pisello, poi, è un vero spasso.
Lei, naturalmente, disapprova. "Le zanzare gli pungono il sedere". Ha quintali di antizanzara, che tra poco manco io mi ci avvicino più. "Non è igienico. E se poi fa la pipì? E se fa la cacca?" Pazienza, Mamma. Smerdiamo quotidianamente lettiere per un totale di otto gatti, figurarsi se mi spavento per la cacca in giro di un nano.
"Ma potrebbe venirgli un'infezione". Aridaglie con queste infezioni.

Alimentazione. Che dire dell'alimentazione? Innanzitutto, al Nano troppa tetta. Gliela devo dare di nascosto da lei, perchè anche se non mi dice nulla, si vede che mi considera una depravata. Poi, troppa frutta e verdura. "Ma non lo sai che gli viene la diarrea? La colite?".
E poi, tutto questo yogurt. Mah.

Ho fatto questa vita fino a febbraio. Da settembre, ovvero la nascita del Nano, la Mamma mi ha dispensato preziosi consigli (leggasi imposizioni) su come allevare (leggasi addestrare) i Nani.
"Perche io a ventisei anni ne avevo già due, eh" (brava, fattene pure un vanto).
Poi, un giorno, in un accesso di mania-fitness, la Nonna è caduta.
Si è fratturata il malleolo ed un altro ossicino di cui ignoravo l'esistenza, ed è stata messa a letto. Da allora, è cominciato il delirio per un verso (l'interfono che malauguratamente abbiamo messo tra i due piani non ha mai smesso di squillare fino a maggio), ma la tregua per un altro.

Finalmente abbiamo fatto come cazzo ci pareva.

Il post si intitola così per un motivo: prima noi vivevamo in Veneto. Si stava d'un bene, ma d'un bene che mi viene il mal di testa a pensarci. Poi un giorno ci siamo detti: Lupì, che facciamo? Torniamo dalle mie parti (costa toscana), o andiamo dalle tue (Torino)?
Dalle mie parti, ovviamente, che c'è il mare e si sta meglio, ed abbiamo anche una casa.
Però non avevo considerato il Primo Grande Disastro: la casa è SOPRA a quella dove abita mia Madre.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Oooops, questo è un disastro davvero! Non si può rimediare? Forse Torino poteva essere meglio (ma io sono di parte: ci vivono quasi tutti i parenti di Mignolo e alcuni tra i nostri amici più cari)...

Lupina ha detto...

Nooo, pazza! Non si può rimediare assolutamente: tornare a Torino significa condannarci ad abitare in un microloculo, e per me fare lavori al limite della decenza.
Non mi resta che sperare che i Nonni Materni, una volta pensionati ( e non dovrebbe mancare molto) si trasferiscano come da tempo dicono di voler fare, a Villa Lupina II.
Aspettiamo quel giorno con grande impazienza.

Anonimo ha detto...

mai mai mai abitare vicino ai propri genitori o a quelli del consorte.
tenuti a debita distanza potrebbero anche risultare simpatici ma così vicini...

Lupina ha detto...

Ho seguito il principio della distanza minima di sicurezza (nel mio caso, mai inferiore ai 400 km) per 4 anni. Poi ho ceduto alle insistenze babbesche (occhio lucido, dichiarazioni compromettenti: "La mia bambina! Il mio tesoro lupino!" e sono tornata.
Errore! Grave errore!

Anonimo ha detto...

il ritratto che hai fatto è quello di mia madre...da quando sono nati i figli io sto a pesaro e lei a milano...ci vediamo ogni tanto ma ci telefoniamo spesso e siamo molto più in armonia. di tornare lassù non ci penso neanche lontanamente....e questo a suo parere dovrebbe scatenare in me un tale senso di colpa da impedirmi di vivere serenamente.
son passati sei anni e per adesso sto ancora benone qui !!!

Anonimo ha detto...

Mamme. Tzk.
TU sai che IO so.
IO so che TU sai.
.

Anonimo ha detto...

Distanza minima errata. Prego moltiplicare la cifra per tre e, se possibile, aggiungere una catena montuosa nel mezzo che precluda il raggiungimento via terra.
Disse ella ad un passo dal nascondersi nei boschi... che questa Cracovia è talmente cool che qualcuno -tra i suoceri- potrebbe darsi una mossa e farci un salto. Per fortuna non lo fa, facciamo in tempo a far le valigie.

Anonimo ha detto...

devi andare a vivere a como....mi hanno detto che ci sarà il figame a breve..

Lupina ha detto...

eli. Lo so che non è biologicamente possibile, ma io credo che le nostre mamme siano la stessa persona, che se la barcamenano dal Piemonte alla Toscana e dalla Toscana al Piemonte, tutto il giorno a saltellare e sgonnellare qua e là.
Che rottura di coglioni.

Anonimo ha detto...

Io e l'UDT abbiamo considerato che la distanza ideale è sui 200-300 km, così se proprio devono venire lo fanno una volta ogni tanto ed in giornata. Se son di più c'è il rischio che ti si piazzino in casa o che meditino il trasferimento.
Nononono.

Lupina ha detto...

Voi siete una coppia di genii. Noi siamo schtorti, ormai non c'è più rimedio.
Coi miei suoceri ce l'avevamo quasi fatta, abitavano a Torino. Poi hanno deciso di venire a vivere qua, nella campagna incontaminata della costa etrusca.
Orcamiseria.

Anonimo ha detto...

Noi SAREMMO dei geni, se ci fossero tutti quei chilometri a separarci dalla suocera molesta. Purtroppo ne abbiamo molti meno...