mercoledì 17 ottobre 2007

Automobili.

Volete passare un tranquillo pomeriggio di paura?
Volete insegnare nuove parole poco edificanti ai vostri bambini?
Volete sfiorare pericolosamente il cardiopalma, e provare tutte quelle terrificanti sensazioni degne di un thriller di Hitchcock (a patto che si scriva così)?
Andate a farvi un bel giro in macchina col Gig.

Il Gig è un placido omone biondo, dai lineamenti nordici e dalla tranquillità tutta finlandese. Solido e piantato per terra come una libreria dell'Ikea, nasconde tuttavia un'anima nera inquietante, e questa anima nera risiede dentro un guscio di lamiera metallizzata e pelle, sedili in alcantara e autoradio col display a cristalli liquidi. Quest'anima è giapponese, è stata prodotta da una casa automobilistica di tutto rispetto ed offre dei confort ai quali rinuncerei volentieri per riavere il vecchio Gig di sempre.
Sì, perchè non appena il Gig varca la soglia della Toyota Corolla e piazza quel suo secco culo peloso sui sedili anatomici, si trasforma e diventa uno psicopatico nervosissimo pronto alla scazzottata per un nonnulla.
Un tempo guidava una Renault Supercinque, si arrotolava tutto per entrarci dentro ed era molto più tranquillo e menefreghista. Una vecchia che indugiava sulle strisce pedonali veniva tollerata con un sorriso, all'epoca, e le cacate di mosca sulla lamiera passavano inosservate.
Adesso no. Adesso il Gig è diventato una specie di Belva Umana. Gli automobilisti indecisi, che da certe stradicciole di campagna ti si parano davanti, non si rendono conto del meccanismo omicida che innescano: al Gig si iniettano gli occhi di sangue, le mani artigliano il volante e quelle labbra, tanto dolci nel cantare le ninnenanne al Nano, cominciano a pronunciare improperi e maledizioni che farebbero impallidire un bar pieno di portuali.
Io sgrano gli occhi, mi aggrappo al bracciolo del sedile, mi raccomando alle Divinità preposte alla protezione dei Passeggeri Innocenti, e taccio. L'unica cosa saggia da fare.
Il Gig è incontenbile. La sua personalità, evidentemente vittima di una possessione demoniaca da parte dello spirito che abita nella nostra macchina, è totalmente assorbita dalla creazione di parolacce e anatemi.
La carrozzeria è l'altra fissazione del Gig. Deve essere intonsa. Non ha importanza se la macchina è coperta da uno strato di polvere, lo sporco fa spessore e protegge. L'importante è che non ci siano bollature.
E per prevenire i bolli e le cocciature, cosa c'è di meglio che scegliere accuratamente il luogo in cui parcheggiare?
Il Gig, per stare tranquillo, ha ideato alcune semplici regole da rispettare devotamente, quando ci si trova al volante della sua auto (responsabilità enorme che evito accuratamente di tirarmi addosso).
Prima regola: Non si parcheggia a fianco di altre macchine. Il parcheggio deve essere a fila indiana, con una macchina dietro l'altra. Non sono ammessi parcheggi a pettine, quelli a spina di pesce sono tollerati solo in casi eccezionali. Vivendo in Italia, paese con quasi una macchina pro capite, il parcheggio perfetto per il Gig diventa meno probabile di un'eclissi totale. Se queste importanti regole vengono rispettate parzialmente a causa di impegni improrogabili, la cosa causerà emicranie e nervosismi nel Gig, la cui mente rimarrà comunque ad aggirarsi nei paraggi dell'auto, doppiamente incazzata in quanto impossibilitata ad intervenire in caso di sfregi da parte di terzi.
Seconda regola: Occorre valutare attentamente la distanza intersportellica tra la propria auto e quella accanto. Gli sportelli non si devono toccare, pena l'amputazione delle falangi del passeggero disattento, che verrà praticata sul posto con l'ausilio del portellone del bagagliaio.
Terza regola: Occorre valutare anche lo stato generale della macchina accanto. Se la carrozzeria è ammaccata, è segno che il proprietario è un cialtrone che non rispettando la propria dimostra di fregarsene anche di quelle altrui, quindi figuramoci se fa attenzione quando apre gli sportelli. Come minimo con una sportellata te l'ammacca. Quindi vada a caghèr, noi si parcheggia da un'altra parte.
Quarta regola: La Macchina è il Tempio del Guidatore. Il Tempio si rispetta e si venera. Non sono ammesse briciole, sabbia, vomiticci. Figuriamoci le caccole appiccicate sotto i sedili.
Quinta regola: Gli sportelli vanno richiusi amorevolmente, senza botta, e nel rispetto della fragile anima dell'automobile. Chi non rispetta questa regola, vada a piedi. Particolari deroghe sono ammissibili solo in caso di Nano a Bordo, ma senza approfittarne.
Sesta regola: Niente autostoppisti. Lupina, hai capito? Niente autostoppisti, in nessun caso. Nemmeno se sono una simpatica coppia di turisti danesi biondi come il grano e dall'aspetto gentile. Nemmeno se sono simpatiche vecchiette stracariche di borse della spesa. Se sono giovani modelle di biancheria intima smarrite sulle polverose strade della Toscana, magari se ne può discutere. Ma comunque bisogna smetterla di caricare autostoppisti.
Settima ed ultima regola: In macchina il Prossimo diventa il Nemico. Stiamo in campana.

Inutile dire che una gita fuoriporta diventa un incubo. Una volta siamo pure tornati indietro dopo aver fatto sessanta chilometrini, e solo perchè il parcheggio non soddisfaceva l'autista.
Il Gig è tanto sensibile e permaloso, e di sicuro ci rimane male se sa che ho messo in piazza questo suo piccolo vizio.
Inutile dire che quando si prospetta un viaggio da qualche parte, io sudo freddo. Soprattutto penso a quando il Nano sarà in grado di ripetere ciò che esce dalla bocca del suo augusto genitore.
Spero che quel momento arrivi il più tardi possibile.

10 commenti:

VeroniqueCreazioni ha detto...

Leggendo queste regole ho un inquitante deja vù: mio padre è identico.:(

Anonimo ha detto...

pensa a quando il Nano sarà in grado di guidare il tabernacolo !?!

TYTTY ha detto...

ehm....ah..non era stata una mia impressione ghghghgh Gig perdonami lo sai che noi fratelli granata siamo tutti messi un po' così..

Anonimo ha detto...

...se vuoi ti presto la Skoda per un WE e lo lascio parcheggiare a San Salvario per un paio di notti...

vedrai come torna un jeeg normale...

Lupina ha detto...

Gig, non Jeeg.
Il Gig a San Salvario non ci parcheggia. Pensa che se veniamo a Torino a Natale ci spostiamo in treno e autobus, e lasciamo la macchina placidamente parcheggiata in albergo, foderata di domopack e coi parabordi da yacht. Sai che comodità, con un Nano in passeggino? Una meraviglia, guarda, non vedo davvero l'ora.

Anonimo ha detto...

o_O anche il mio uomo è tale e quale ..........

mulan ha detto...

Quando il nostro primo figlio era ancora un Nano vomitava un giorno si e l'altro pure in macchina: sul pavimento, sedili, etc. Pensi che una cosa del genere sarebbe sufficiente a far diventare il Gig un nanocida?

Lupina ha detto...

No, però penso sia abbastanza per il ricovero coatto in reparto psichiatrico.

Anonimo ha detto...

a proposito di Nani vomitanti : il male è la prima volta che ti inzuppano e sedili e i tappetini di quel vomito acido di latte , tipico dei Nani. Poi ci si fa l'abitudine, anzi magari cerchi pure l'Arbre Magique gusto "vomito".

thecatisonthetable ha detto...

Regola 3 e 7 fanno parte anche del mio personalissimo manuale...