lunedì 22 ottobre 2007

Vestiti da Nano

Forse io non ho gusto. Forse pretendo troppo. Forse la mia mente mi vede già mamma di un secondogenito anche se non è proprio il caso al momento, ma io quando ho cominciato ad allestire il nido per accogliere il pargolo, sono stata troppo lungimirante.
La culla in cui il Nano ha dormito (poco), era una cesta con le ruote comprata ad un ingrosso di cesteria e vimini, pagata 20 euro invece che i 199 di quella più sgualfa della catena di negozi da nano presente nella zona, rivestita dalle mie sapienti manine con una stoffa vagamente provenzale verdeazzurra. Il costo totale dell'allestimento del giaciglio è stato sì e no di 40 euro, imbottitura e materassino compresi.
Le prime tute da nano comprate da me medesima erano di caldocotone, data la stagione calda. fantasie minuscole, niente riferimenti al sesso del nascituro, in previsione del riutilizzo per un futuro secondo/a nano/a. Nessuna fantasia chiassosa nemmeno per la cameretta, che per la verità non è che sia uno spazio poi così sfruttato almeno al momento. L'unica certezza, un fasciatoio Ikea sfruttatissimo.
Le tute e gli abitini ricevuti in dono, invece, delle mostruosità piene di toppe applicate col vinavil, di colori improbabili e soprattuto decisamente maschili. E pensare che era tutta roba di gran marca, firmatissima, davvero fashion.
Io penso che se avessi ricevuto il corrispettivo delle spese sostenute dal parentado per gli orrori che ci hanno regalato, ci avrei tranquillamente mantenuto il Nano ad Oxford.
Ma andiamo con ordine: i primi due orrori, li ho ricevuti da un'amica carissima: una tuta da sci (da notare le temperature tutt'altro che polari di queste zone) in vera piuma d'oca, disseminata di toppine stile aviazione americana e pelliccia sintetica intorno al cappuccio, che avrebbero costretto il Nano in un'insensata posizione da stella marina. Taglia sei mesi.
Quando il Nano è venuto al mondo, sfiorava i 4 kg. In un mese di vita ne pesava già quasi 6. La taglia sei mesi, quindi, è arrivata prestissimo nella nostra vita, ed è stata abbandonata prima ancora che i primi veri freddi facessero capolino da queste parti. Il secondo orrore, donato sempre dalla solita amica, era un'altra tuta da sci. "Sai, ho pensato che magari si sporca quell'altra da aviatore, che è così carina e bianca. Questa vedrai che non si insudicia facilmente." Infatti, questa era il modello fanteria: un coso mimetico con guanti incorporati, che avrebbe suddiviso il corpo del Nano in tanti metameri da verme solitario e ne avrebbe fatto l'imitazione di un grosso insaccato.
Altre due tute da montagna, sempre taglia sei mesi, ci sono arrivate invece da amici. Una orrenda tuta bianco-ghiaccio con coniglietto cubitale glitterato (marcatamente da femmina), ed un tutone blu sempre con toppe da forze armate (stavolta polizia? Boh), prontamente riportate ai negozi e cambiate con l'ennesimo set di pantaloni di felpa e maglioncini). Se nei primi 3 mesi di vita del Nano fossimo andati in gita al circolo polare artico, saremmo stati a posto.
Poi c'è stata la volta dei Firmati. I Firmati ci hanno donato delle cose sicuramente bellissime a vedersi, ma impossibili da indossare.
Piumino taglia nove mesi (abbondantissimo, glielo metto adesso sebbene il Nano sia gigante) blu, firmato Mariella Burani Bimbi. Con VERO PELO DI MARTORA sul cappuccio. Orrore! Argh! Il pelo è stato rimosso istantaneamente bestemmiando contro le abitudini poco animaliste di certa gente, anche se mia nonna, fanatica del visone sulla pelle, ha voluto almeno fotografarlo col cappuccio peloso. La risultante è un Nano imbronciato con una manata di pelo in bocca, visibilmente solleticato da cotanta peluria.
Altri orrori: il completino da cumenda. Trattasi di giacca blu di lana taglio blazer, pantaloni con la riga, panciotto e camicia (CAMICIA AD UN NEONATO?) oxford azzurrina, dono di una cugina bancaria. "Avevano anche le scarpine di pelle, ma non c'era la misura". Non ho capito se si trattava di una proposta, o di una minaccia. Cambiato immediatamente con l'ennesima scorta di body e pigiamini.
L'estate, poi, porta scompiglio. E la collezione primavera pret-a-porter si è davvero superata: arrivano le zie con completo da tennista, da gelataio, da piccolo mugnaio bianco, da comunione, da scaricatore di porto, da boscaiolo canadese, da orso Yoghi, da velista. Signor Armani, signora Prada, ma c'era davvero bisogno di tutto questo sciupo di stoffa? Sì, perchè le zie sono griffate, e cercano di trasmettere questa sana abitudine alla firma anche nel Nano inconsapevole: adesso abbiamo all'attivo cerate da America's Cup con bermuda a tema, minuscole polo MAN, felpine Bikkembergs, calzettoni ridicoli, pantaloncini a righe e giacca con lo stemma di un prestigioso marchio internazionale. Ma zie, avete letto le istruzioni di lavaggio della giacchina di fresco di lana che ci avete comprato? Come pensate che resista ai vomiti corrosivi del Nano, ai suoi esperimenti scientifici con il gelato di frutta, alle prove tecniche di introduzione di banana nel cavo orale? Ma perchè non ci avete comprato un bello stock di magliette e felpe resistenti ai fatidici 60°? E le rifiniture? Le avete guardate? Niente che sia a misura di bebè. Stemmi che si scuciono, cerniere che graffiano il faccino, con pirulo (come si chiama quell'affarino che spesso adorna il cursore?) che si stacca e si può ingoiare, applicazioni che stingono a contatto con la bava, ed altre belle cose.
Potevate darci l'equivalente in soldi, e ci avremmo comprato un po' quello che ci pareva.
Poche cose, di quelle che ci sono state donate, sono tornate effettivamente utili. A ripensarci, quasi nessuna. Un paio di pigiami, una tuta di pile da babytamarro, una giacca a vento, tre tute da ginnastica ormai diventate un insieme di macchie indelebili. Una goccia in un oceano di troiai.
Adesso il pericolo è maggiore. Sì, perchè le Zie hanno a disposizione un Nano che cresce a ritmi più placidi, ed è tutto un Pitti Bimbo. Io sono fermamente decisa a bloccare lo spreco di liquidi e pilotare gli acquisti verso cose più utili: l'istituzione di un fondo cassa per comprare cancellini di sicurezza, una biciclettina decente (e non quel coso cinese pieno di claxon che ci hanno regalato), dei giocattoli sicuri, qualche copertina per l'inverno e soprattutto roba comoda, che si sporchi senza pensieri, che non faccia troppo piccolo lord o babybullo ma che sia decorosa, non necessariamente in coordinato. Anzi, rigorosamente scoordinata: a me i bimbi malvestiti fanno allegria.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

oh ma sai che adesso che mi ci fai pensare a noi nessuno ha mai regalato tute da neve ??!!
ma com'è ??!!
bisogna che mi lamenti con la direzione parentado!!

Lupina ha detto...

Pazza, non farlo. Si innesca un meccanismo a catena, dopodichè ti trovi sommersa da tute da sci orrende, che ti vergogni pure a riciclare!

Anonimo ha detto...

Io ho ancora nell'armadio un completo che fra un pò mi scappa(e se non scappa lui finisce che fuggiamo noi)ultracostoso donato da persone a noi sconosciute ma che vantano un rapporto di parentela alla lontana con mia mamma.Trattasi di taielleur ZEBRATO in giallo con inserti blu elettrico e tanto di disclaimer del produttore che ti intima di stare attenta a come lo maneggi e lo lavi poichè è capo unico con finiture a mano...insomma,perfetto per una monella di 5 anni.

Anonimo ha detto...

i cancelli di sicurezza nooooo!!! Da retta a me che ho vissuto sempre in case con le scale e nessuno dei tre si è mai ammazzato. Dopo, quando li togli (diciamo verso i sedici/ diciassette anni) è peggio...

Anonimo ha detto...

Noi, in vista del Natale, abbiamo cominciato a pensare a una specie di "lista Natale" di cose che potrebbero piacere ad Amelia.
Cose che siano per tutte le tasche, tipo il triciclo: se vai da Decathlon te la cavi con 29 euro, se vai da Imaginarium gli devi lasciare molto di più. E non è che ci sia questa differenza abissale, se non eventualmente nel design.
Ecco, un'altra raccomandazione che faremo sui regali è che siano tendenzialmente unisex: mi dispiacerebbe dover comprare due tricicli perché il primo era rosa, mentre Amelia non ha nessun problema a pedalare su un triciclo blu o rosso o verde.

PS: sui cancellini di sicurezza: io mi sono trovata benissimo con quelli IKEA, per un po' hanno fermato anche le gatte!

thecatisonthetable ha detto...

Vi amo, oh splendidi lupini...